venerdì 18 settembre 2015

Pensioni guida alla ricongiunzione contributi


La ricongiunzione dei contributi è quell’istituto che permette, a chi ha posizioni assicurative in gestioni previdenziali diverse, di riunire, mediante trasferimento, tutti i periodi contributivi presso un’unica gestione, allo scopo di ottenere una sola pensione.

La ricongiunzione, avviene a domanda del diretto interessato o dei suoi superstiti e deve comprendere tutti i periodi di contribuzione (obbligatoria, volontaria, figurativa, riscattata) che il lavoratore ha maturato in almeno due diverse forme previdenziali fino al momento della richiesta e che non siano già stati utilizzati per liquidare una pensione.

I periodi ricongiunti sono utilizzati come se fossero sempre stati versati nel fondo in cui sono stati unificati e danno quindi diritto a pensione in base ai requisiti previsti dal fondo stesso. Si tratta però di un provvedimento che comporta solitamente degli oneri economici a carico del richiedente variabili a seconda della sua retribuzione, dell'età anagrafica, dell'anzianità contributiva complessiva e dell'importo del contributo che si intende trasferire da una gestione all'altra.

Ricongiunzione nel Fondo Pensioni Dipendenti, è possibile ricongiungere presso il Fondo pensioni lavoratori dipendenti, gestito dall’Inps, tutti i contributi esistenti nelle altre gestioni sostitutive, esclusive o esonerative dell’Assicurazione obbligatoria (cosiddette gestioni “alternative” quali INPDAP, Fondi speciali Ferrovie, Volo, Elettrici, Telefonici, eccetera) o nelle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi (Artigiani, commercianti e coltivatori diretti).  Fino al 30 Giugno 2010 l'operazione era gratuita; dal 1° Luglio 2010, per effetto delle modifiche introdotte dalla legge 122/2010, l'istituto è diventato di regola oneroso.

La procedura di ricongiunzione effettuata prevede il pagamento, di regola, di un onere a carico del richiedente. Onere che è pari al 50% della somma risultante dalla differenza tra la riserva matematica, determinata in base a specifici criteri e tabelle, necessaria per la copertura assicurativa relativa al periodo utile considerato, e le somme versate dalla gestione o dalle gestioni assicurative interessate. Il pagamento può essere effettuato, su domanda, in un numero di rate mensili non superiore alla metà delle mensilità corrispondenti ai periodi ricongiunti, con la maggiorazione di interesse annuo composto pari al 4,50%. Infine, il debito residuo al momento della decorrenza della pensione può essere recuperato ratealmente sulla pensione stessa, fino al raggiungimento del numero di rate indicato in precedenza.

La ricongiunzione interessa anche i lavoratori autonomi; per tali lavoratori è tuttavia richiesto che possano far valere un periodo di contribuzione di almeno cinque anni immediatamente antecedente nell'Ago oppure in due o più gestioni previdenziali diverse dall'Ago. Si ricorda, peraltro, che i lavoratori autonomi hanno anche la facoltà di ricorrere al cumulo contributivo gratuito ed ottenere una prestazione derivante dai contributi accreditati nel fondo lavoratori dipendenti e da quelli accreditati in qualità di lavoratori autonomi. I contributi presenti nella gestione separata non possono essere invece ricongiunti.

Sono stati ammessi alla ricongiunzione solo nel 1990 anche i liberi professionisti, e possono pertanto attivare la ricongiunzione sia in uscita dalle Casse, sia in entrata verso le Casse. In tali casi tuttavia i lavoratori dovranno sostenere interamente l'onere del provvedimento.

La domanda di ricongiunzione va presentata dall'assicurato alla sede competente dell'istituto, ente, cassa, fondo o gestione previdenziale in cui si intente ricongiungere i diversi periodi contributivi. La facoltà di ricongiunzione normalmente può essere esercitato solo una volta; è ammessa una seconda possibilità di ricongiunzione soltanto se sono passati almeno 10 anni dalla prima richiesta, nonché al momento del pensionamento solo nella stessa gestione in cui è stata effettuata la prima ricongiunzione.

Lo strumento della ricongiunzione INPS è applicabile ai contributi obbligatori, volontari, figurativi e da riscatto. Per fare domanda di ricongiunzione il lavoratore deve aver maturato contributi in almeno due diverse forme previdenziali senza averli già utilizzati per liquidare la pensione. L’istanza si trasmette online alla sede competente dell’Istituto, ente, cassa, fondo o gestione presso cui si intende trasferire i periodi contributivi.

Di norma il pagamento avviene utilizzando i bollettini MAV da versare presso sportello bancario senza costi aggiuntivi o uffici postali pagando la commissione postale. I bollettini possono essere acquisiti: dall’INPS, che li invia insieme al provvedimento di accoglimento della domanda di ricongiunzione; online dal sito INPS (www.inps.it > Portale dei Pagamenti > riscatti ricongiunzioni e rendite) con codice PIN; dal contact center INPS al numero 803164 gratuito da rete fissa o 06164164 da rete mobile a pagamento. Indicando codice fiscale  e numero pratica, il pagamento può avvenire anche presso:
tabaccherie del circuito Reti Amiche;

sportelli bancari di Unicredit o il suo sito internet;

Sito INPS (www.inps.it > Portale dei Pagamenti > riscatti ricongiunzioni e rendite) con carta di credito o tramite contact center.

Si paga in unica soluzione, entro 60 giorni dalla ricezione del provvedimento di accoglimento dell’INPS o a rate, con maggiorazione degli interessi legali calcolati al tasso vigente. L’importo totale della ricongiunzione deve essere suddiviso in rate mensili consecutive, d’importo unitario non inferiore a 27 euro. Le prime tre da versare in un’unica soluzione entro 60 giorni dalla notifica del provvedimento di accoglimento della domanda di ricongiunzione da parte dell’INPS. Se i termini non vengono rispettati l’INPS considera l’omissione come rinuncia alla ricongiunzione.

In caso di versamento rateale, se non sono pagate due rate consecutive, in pendenza di rateazione, viene annullata l’operazione di ricongiunzione, con rimborso di quanto versato. Si potrà riproporre una nuova domanda dopo 10 anni o al momento del pensionamento.

giovedì 17 settembre 2015

Come compilare una fattura per una prestazione occasionale


Alcune persone effettuano prestazioni lavorative occasionali che non raggiungono valori di fatturazioni elevati, tanto da obbligare all'apertura della partita IVA, in questi casi generalmente si ricorre alla fattura per prestazione occasionale la quale, prevede comunque, una ritenuta fiscale del 20%.

Vediamo come compilare una fattura per prestazione occasionale. Assicurarsi di avere a portata di mano, dopo aver effettuato la descrizione dell'oggetto della prestazione ed il periodo relativo andrà indicato il calcolo relativo all'imponibile della somma da percepire, il 20 % di ritenuta d'acconto relativa ed infine, il netto da pagare, (ossia la cifra che si riceve per la nostra prestazione lavorativa).

La compilazione di tutti i dati relativi, andrà effettuata su foglio di carta semplice.

La fattura per prestazione d'opera occasionale andrà stampata in duplice copia e firmata sia dal prestatore d'opera, che dal committente relativo. Ricordate di apporre la data e il luogo di fatturazione.

Non bisogna dimenticare:
se superate i 5.000 euro annui dovrete avvalervi di partita IVA , foglio di carta - dati fiscali prestatore d'opera e committente - marca da bollo.

Il prestatore di lavoro occasionale, non possedendo una posizione lavorativa aperta, il datore di lavoro – committente, dovrà versare la ritenuta d'acconto. Essendo prestatori d'opera occasionali, non si deve versare nulla all'INPS. Nella fattura andranno specificati i dati anagrafici, il codice fiscale, il domicilio del soggetto che emette fattura, l'importo pattuito e versato per la prestazione lavorativa effettuata. Nella fattura andrà dichiarato di non aver superato la soglia massima consentita per legge (generalmente 5.000 euro), andranno inseriti tutti i dati relativi del committente. Un altro dato importante che andrà inserito nella fattura per prestazione occasionale è quello che descrive la tipologia di lavoro svolto e la relativa durata dello stesso. Tale ricevuta andrà corredata di marca da bollo specifica da 1,81 euro.

Ricordiamo che la ritenuta d’acconto è sempre più diffusa come mezzo di pagamento, per le nuove generazioni sempre più spesso lavorare significa collaborare con più soggetti durante l’anno per piccole mansioni limitate nel tempo e nell'impegno richiesto, spesso legate a specifici compiti e obiettivi.

In questi casi spesso i datori di lavoro propongono ai collaboratori sprovvisti di partita IVA (per collaborazioni che non superino i 5.000 euro di compenso lordo nell'anno) la formula della collaborazione occasionale, comunemente chiamata con ritenuta d’acconto.

Come funziona la collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto
Molto semplicemente con questo strumento il collaboratore esegue un lavoro per il committente come se fosse un professionista (pur non avendo una partita IVA), per un periodo di tempo e un compenso limitati. La natura del rapporto deve essere appunto occasionale e non c’è nel rapporto lavorativo la natura di subordinazione.

Dal punto di vista pratico, al momento del pagamento della prestazione, il collaboratore deve produrre una ricevuta al committente che provvederà a pagarla.

Spesso è il committente che fornisce un modello di ricevuta che il collaboratore firma e consegna: si tratta di un ribaltamento di ruoli, come spiegato sopra, dovuto solo al fatto che il collaboratore non sa fattivamente come produrre la ricevuta ma formalmente è il collaboratore che consegna la ricevuta al committente come se fosse una fattura.

Dal punto di vista fiscale la ricevuta conterrà:

la data e il numero della ricevuta;

i dati del collaboratore (incluso codice fiscale);

i dati del committente (inclusi codice fiscale e partita iva);

la descrizione dell’attività prestata;

l’importo del compenso lordo;

l’importo della ritenuta d’acconto;

l’importo netto (lordo - ritenuta d’acconto).

Una volta consegnata la ricevuta al committente, questo provvede a:

versare l’importo netto al collaboratore (preferibilmente con una forma tracciabile, ex. bonifico bancario);

versare l’importo della ritenuta d’acconto allo Stato per conto del collaboratore entro il 15 del mese successivo alla data della ricevuta.

Quindi:

la spesa totale del committente è pari al lordo;

l’incasso del collaboratore è pari al netto;

lo Stato prende subito il 20% di tasse del collaboratore attraverso il committente. Al momento della
dichiarazione dei redditi dell’anno successivo, a seconda dei redditi totali e di eventuali deduzioni e detrazioni, lo Stato potrà:

nel caso in cui non fosse dovuta, restituire al collaboratore parte o l’intera percentuale pagata (sotto forma di credito di imposta);

nel caso in cui le tasse dovute eccedessero il 20% già versato, chiedere un conguaglio.


martedì 15 settembre 2015

Lavoro: le figure professionali più richieste


Nei bollettini sul barometro del lavoro pubblicati periodicamente da ClicLavoro emerge che a determinare le caratteristiche dei “nuovi profili” richiesti dalle aziende per l’immediato futuro sono la necessità di migliorare le performance produttive e di vendita, oltre che gestionali, assieme alla ricerca di nuovi mercati e il presidio più efficace di quelli tradizionali.

Le professioni più richieste diventano perciò:
• profili commerciali (dagli export manager agli agenti di commercio, sono il 36,4% le aziende che hanno ricercato tali profili)
• tecnici (32,4%)
• amministrativi  (31,4%)
• ingegneri (25,4%)
• esperti in comunicazione e nuovi media (il 12,2% delle aziende ha ricercato tali profili)
• informatici, sistemisti e programmatori (10,1%).

I lavori che offriranno i maggiori sbocchi occupazionali nel prossimo futuro in base ad un'analisi del mercato del lavoro e dell'evoluzione della società.

In un periodo in cui il mondo del lavoro si presenta quanto mai incerto sapersi “inventare” un mestiere può rappresentare l’idea vincente. Immaginando quelle che potrebbero essere le professioni del futuro è lecito ipotizzare una crescente influenza delle tecnologie, nonché un loro sviluppo.

Tra i settori che potrebbero offrire nei prossimi anni le maggiori opportunità di lavoro c’è il settore delle bio-tecnologie, dunque potrebbe essere una buona idea per le prossime generazioni puntare ad ottenere lauree e dottorati in questo settore, con un occhio alla nano-medicina.

ICT
Ovviamente, diventando le tecnologie sempre più centrali, opportunità di lavoro certamente non mancheranno per:
gli analisti per la sicurezza informatica;
gli specialisti in R&S;
sviluppatori software;
Big data e open data analyst;
data scientist;
esperto in Computer Forensic;
grafico web;
consulente web analytics;
IT Architect
esperti in intelligenza artificiale.

Tra le evoluzioni della nostra società, insieme allo sviluppo delle tecnologie, non si può non citare l’aumento dell’età media. Un fenomeno che lascia pensare a possibili sbocchi occupazionali per i responsabili dei servizi per la terza età. Tra i lavoratori di oggi cresce inoltre l’esigenza di ritrovare il proprio benessere psicofisico e di combattere lo stress, in questo giocheranno un ruolo sempre più centrale i lifecoach.

In un’ottica di globalizzazione è possibile inoltre immaginare che figure come i legali specializzati nel diritto internazionale diventino sempre più ricercati dalle aziende. Per essere competitive le aziende dovranno inoltre essere in grado di analizzare e predire l’andamento del business e dei mercati, anche con il supporto di consulenti di mercati emergenti ed esperti in modelli matematici e algoritmi predittivi di tipo avanzato. Anche gli esperti in logistica assumeranno un ruolo sempre più centrale nelle strategie di business delle imprese.

Tra le nuove professioni che potrebbero nascere nel prossimo futuro possiamo immaginare:
manager dei rifiuti, capace di allocare e riutilizzare in modo più intelligente le risorse;
ingegnere delle risorse con ampia conoscenza delle fonti di energia rinnovabili;

Chief Digital Officer, un manager capace di digitalizzare davvero un’impresa, rendendola più efficiente e funzionale;

manager del tempo, per un suo utilizzo ottimale;

esperti nella cancellazione dei dati, con l’avanzare della digitalizzazione al momento della dismissione di un’attività sarà cruciale sapere eliminare in maniera corretta i dati che non devono essere diffusi.

Le figure professionali che si ricercano con più frequenza sono resident engineer, technical sales, product manager, e controller. Per i primi due profili, area tecnico-commerciale e produzione ci orientiamo verso laureati in Ingegneria preferibilmente con indirizzo meccanico o elettronico dotati di autonomia organizzativa e capacità di lavorare in team. Per gli inserimenti nelle aree marketing-commerciali e gestionale-amministrativo ci rivolgiamo a laureati in economia e ingegneria gestionale che abbiano capacità di analisi, dinamismo e flessibilità. Inseriamo inoltre, nei nostri settori e servizi laureati in discipline umanistiche, lingue, psicologia, sociologia, scienze della comunicazione.

Le imprese sono sempre più alla ricerca di personale qualificato, in possesso di competenze specializzate. Nel dettaglio i settori che offrono maggiori opportunità professionali in Italia sono:
• Technology/Information Technology (26.72% sul totale di offerte di lavoro attualmente disponibili sul mercato);
• Commerciale & Vendite (14.09%);
• Consulenza & Libera Professione (12.05%);
• Neolaureati in Diritto, Economia, Ingegneria, Indirizzi Tecnici (9.92%);
• Engineering & Manufacturing (7.03%);
• Retail (6.90%);
• Marketing & Comunicazione (4.28%);
• Sanità & Life Sciences (4.19%).

Più in dettaglio le 10 posizioni più ricercate, secondo Isfol, saranno:
• addetto ai servizi di pulizia, igienici, di lavanderia ed assimilati;
• addetto alle vendite all’ingrosso;
• addetto alla pulizia ed all’igiene degli edifici;
• ingegneri;
• personale non qualificato servizi turistici;
• specialisti in scienze giuridiche;
• specialisti dell’educazione e della formazione e consulenti della formazione;
• personale qualificato servizi sanitari;
• tecnici finanziari/assicurativi.

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