sabato 7 gennaio 2012

Eurostat rapporto sul lavoro: 3 su 4 lo chiedono ai sindacati

In Italia 3 persone su 4 in cerca di un lavoro bussano alla porta di amici, parenti o sindacati. L'aiuto di un intermediario risulta lo strumento preferito per trovare un impiego. Ricorrere a chi si conosce già è, così, la prima strada che si percorre per trovare un posto.
Lo riferisce uno studio di Eurostat (Istituto europeo di statistica). Nel dettaglio, in Italia, nel secondo trimestre del 2011, le persone alla ricerca di un posto di lavoro che si sono rivolte ad amici, parenti o sindacati sono il 76,9%, sopra la media dei 17 Paesi dell'Ue (68,9%) e circa il doppio rispetto alla Germania (40,2%). E' quanto emerge da tabelle Eurostat (rapporto Methods used for seeking work).
Dai dati del rapporto emerge che nell'Unione europea si fa molta pubblicità del proprio curriculum, del proprio percorso di studi, (68,8% Ue 17 e 71,5% Ue 27), una modalità che viene anche seguita in Italia ma con una percentuale abbastanza inferiore (63,9%), tra le più basse, in particolare a confronto con Irlanda e Slovenia, dove quello che Eurostat definisce come lo Study advertisement è praticato da più di nove persone su dieci in cerca di lavoro.
Tornado alle preferenze degli italiani, la seconda via scelta per trovare un'occupazione consiste nel chiedere direttamente al datore di lavoro, sempre secondo le tabelle di Eurostat oltre sei persone su dieci in cerca si rivolge al principale. Molto probabilmente si tratta di una modalità favorita dalla struttura produttiva del Paese, con tantissime piccole e medie aziende, dove, quindi, è più facile entrare in rapporto con i dirigenti.
Vediamo la situazione dell’occupazione nell’Unione europea.
Male i paesi dell'area mediterranea. Spagna al 23 per cento, Francia mai così disoccupata. Ma la Germania cresce, mezzo milione di nuovi posti di lavoro nel 2011. Si parla di euro a due velocità, ma per il momento la divisione principale riguarda il mondo del lavoro. Sì perché, statistiche alla mano, l’Europa appare divisa tra paesi in cui la disoccupazione aumenta e altri in cui rimane stabile o addirittura è in diminuzione. Nel primo gruppo troviamo Spagna, Grecia, Portogallo e, purtroppo, l’Italia. Tra i secondi Germania, Austria e Olanda. Sotto accusa le misure di austerità messe in atto in molti stati, specie nell’area mediterranea.

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