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domenica 30 dicembre 2018

Dal 2019 con fatturazione elettronica meno evasione e più competitività


Le Partite IVA sanno bene che il loro mondo sarà rivoluzionato dalla Fatturazione Elettronica. I più timorosi e meno avvezzi al cambiamento guardano a questo passaggio con timore, considerando il nuovo adempimento come un aggravio di costi; i più ottimisti come a una grande opportunità. Il vero punto chiave di questa rivoluzione è la disintermediazione della consulenza fiscale, ovvero il cambio di passo nel rapporto tra impresa e commercialista.

Maggior controllo sulle entrate Iva, anche a supporto della lotta all'evasione fiscale, fino ai maggiori investimenti nell'ambito della digitalizzazione delle piccole e medie imprese. Sono alcuni dei vantaggi e delle opportunità della fatturazione elettronica che investirà anche i privati dal primo gennaio 2019. La fatturazione elettronica è l’evoluzione naturale che serve anche per tenere conto dei pagamenti elettronici. Sempre più infatti aziende, srl, manager, imprenditori utilizzano carte di credito per pagamenti in cui la moneta è smaterializzata ma con un processo connesso a una fatturazione. Una volta, ad esempio, su Amazon compravano i privati, sempre più invece vi operano le aziende, sia per vendere che per comprare.

Sperimentata prima all’interno della Pubblica amministrazione e introdotta dal 1° luglio 2018 anche per i subappaltatori della Pa, la fatturazione elettronica si appresta dunque a diventare obbligatoria anche per le transazioni tra privati. L'obbligo sarà esteso a tutti i possessori di partita Iva, esclusi i contribuenti nel regime forfettario e del regime dei minimi.

Per l’Italia il dato è significativo: sarà la prima nazione dell'Unione europea a introdurre la fatturazione elettronica per tutte le attività produttive e commerciali, indifferentemente dal fatto che si tratti di società o di liberi professionisti con partita Iva.

L'introduzione della fatturazione elettronica può essere considerata un'importante opportunità per crescere sul fronte dell’innovazione e della digitalizzazione e migliorare la propria competitività a livello continentale. Per molte aziende, infatti, l'obbligatorietà della fatturazione elettronica, tra privati, sarà solo il primo passo verso la piena digitalizzazione dei processi produttivi e amministrativi e la conseguente ottimizzazione dei processi aziendali. Non sono necessari, peraltro, investimenti economici e formativi ingenti per riuscire ad adempiere alle prescrizioni legislative previste dall'introduzione della fatturazione elettronica. Le aziende potranno infatti scegliere un gestionale 'pronto all’uso'.

Il beneficio ottenibile passando da un processo tradizionale basato su carta alla fatturazione elettronica, deriva in larga parte da risparmi legati alla gestione della relazione con il cliente (tempi dedicati a capire se la fattura è effettivamente arrivata, se è stata presa in carico, se e quando verrà pagata ecc.) e gestione della conservazione, che introduce risparmi legati all'eliminazione dei costi di gestione dell'archivio cartaceo.

Tuttavia la maggior parte dei vantaggi economici non deriva da minori costi di stampa e spedizione, ma dalla completa automazione e integrazione dei processi tra le parti che generano una riduzione e ottimizzazione dei costi (no data entry manuale, no errori registrazioni, no smarrimenti), ridotto rischio falsi e duplicazioni (riconciliazione automatica dei dati e processi autorizzativi con controlli sui dati fattura più efficienti) e riduzione errori nei pagamenti e riduzione dei tempi medi di pagamento.

La fatturazione elettronica permette, inoltre, di inviare e ricevere fatture senza dover stampare sulla carta nessuna fattura, e quindi azzera completamente qualsiasi costo di stampa, eventuale spedizione, e poi i costi di marca da bollo e di uno spazio fisico in cui conservare le fatture cartacee. Insomma, una rivoluzione digitale che permette di inviare fatture in forma elettronica, e di compilarle e mandare a clienti, commercialisti e a tutti i diretti interessati in maniera semplice, virtualizzando tutto e senza necessità di ricorrere, quindi, alla carta.

Lo scenario operativo
Quella del 2019 rappresenta l’ultima fase di una filiera che si articola in diversi passaggi fondamentali:

luglio 2018 – fattura elettronica obbligatoria per le cessioni di benzina o gasolio per motori e prestazioni rese da subappaltatori nel quadro di un contratto di appalti pubblici;

settembre 2018 – fattura elettronica obbligatoria nei confronti di soggetti extra-UE per fatture emesse in ambito tax free shopping (ai sensi dell’art.4-bis del Decreto Legge 22 ottobre 2016, n. 193);

gennaio 2019 – fattura elettronica obbligatoria per tutte le operazioni tra privati, persone fisiche e giuridiche.

Dall’invio alla ricezione, passando per la registrazione telematica, si tratta di un adempimento che cambierà l’organizzazione di imprese e studi. Nello specifico, la nuova disciplina impone non solo la generazione di fatture elettroniche attraverso appositi sistemi informatici, ma che si provveda anche alla conservazione sostitutiva a norma della contabilità. Sarà dunque necessario dotarsi di adeguati sistemi di archiviazione e classificazione delle fatture, per garantire maggiori controlli e neutralizzare il rischio di errore.

mercoledì 18 aprile 2018

Modello 730/2018: chi lo deve presentare e chi è esonerato?



Dichiarazione dei redditi 730/2018 riferita all'anno di imposta 2017: ecco chi la deve presentare e quali sono i casi di esonero.

La presentazione della dichiarazione dei redditi non sempre è obbligatoria. Infatti, in linea di massima l'obbligo viene meno quando il legislatore sa che la sua presentazione non comporterebbe il pagamento di imposte, o perchè già trattenute dal sostituto, o perchè già tassati alla fonte o perchè esenti.

Il contribuente è tenuto a presentare la dichiarazione se ha conseguito redditi nell’anno 2017 e non rientra nelle ipotesi di esonero.

La dichiarazione deve comunque essere presentata se le addizionali all’Irpef non sono state trattenute o sono state trattenute in misura inferiore a quella dovuta. La dichiarazione deve essere presentata anche se sono stati percepiti esclusivamente redditi che derivano dalla locazione di fabbricati per i quali si è optato per la cedolare secca.

La dichiarazione può essere presentata, anche in caso di esonero, per dichiarare eventuali spese sostenute o fruire di detrazioni o per chiedere rimborsi relativi a crediti o eccedenze di versamento che derivano dalle dichiarazioni degli anni precedenti o da acconti versati per il 2017.

Dato che dal 16 aprile 2018 è possibile modificare la dichiarazione dei redditi che le Entrate hanno precompilato, vediamo nel dettaglio quali sono i casi in cui l'obbligo di dichiarare i redditi viene meno, così come elencati nelle istruzioni dell'Agenzia delle Entrate.

La dichiarazione dei redditi è obbligatoria solo per certe categorie di contribuenti, soggetti alle imposte sul reddito, IRPEF e addizionali comunali e regionali, ai quali però, è riconosciuta la facoltà di portare in detrazione o in deduzione dal reddito prodotto nell'anno precedente a quello di dichiarazione, determinate spese scaricabili dalle tasse, al fine di abbassare l'imposta dovuta allo Stato.

Per sapere chi deve fare la dichiarazione dei redditi occorre innanzitutto verificare se:
sulla base dei redditi prodotti nell'anno di imposta precedente, si rientra tra i soggetti obbligati o esonerati;

si hanno i requisiti per presentare la dichiarazione dei redditi tramite modello 730;

si deve presentare il modello Redditi 2018 ex Unico.

L'obbligo di presentare la dichiarazione 2018 è per tutti i contribuenti che nel periodo d’imposta 2017 hanno posseduto uno dei redditi indicati all’art. 6 del T.U.I.R., ossia:

Redditi fondiari;

Redditi di capitale;

Redditi di lavoro dipendente;

Redditi di lavoro autonomo;

Redditi d’impresa;

Redditi diversi.

Come indicato dalle istruzioni dell'Agenzia delle Entrate, possono utilizzare il modello 730 precompilato o ordinario, i contribuenti che nel 2018 sono:
pensionati o lavoratori dipendenti (compresi i lavoratori italiani che operano all'estero per i quali il reddito è determinato sulla base della retribuzione convenzionale definita annualmente con apposito decreto ministeriale);

persone che percepiscono indennità sostitutive di reddito di lavoro dipendente (es. integrazioni salariali, indennità di mobilità);

soci di cooperative di produzione e lavoro, di servizi, agricole e di prima trasformazione dei prodotti agricoli e di piccola pesca;

sacerdoti della Chiesa cattolica;

giudici costituzionali, parlamentari nazionali e altri titolari di cariche pubbliche elettive (consiglieri regionali, provinciali, comunali, ecc.);

persone impegnate in lavori socialmente utili;

lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato per un periodo inferiore all’anno. Questi contribuenti possono rivolgersi:

al sostituto d’imposta, se il rapporto di lavoro dura almeno dal mese di aprile al mese di luglio 2018;

un Caf-dipendenti o a un professionista abilitato, se il rapporto di lavoro dura almeno dal mese di giugno al mese di luglio 2018 e si conoscono i dati del sostituto d’imposta che dovrà effettuare il conguaglio;

personale della scuola con contratto di lavoro a tempo determinato, che si può rivolgere al sostituto d’imposta o a un Caf-dipendenti o a un professionista abilitato, se il contratto dura almeno dal mese di settembre dell’anno 2017 al mese di giugno dell’anno 2018;

lavoratori che posseggono soltanto redditi di collaborazione coordinata e continuativa almeno nel periodo compreso tra il mese di giugno e il mese di luglio 2018 e conoscono i dati del sostituto che dovrà effettuare il conguaglio, presentando il Mod. 730 a un Caf-dipendenti o a un professionista abilitato;

produttori agricoli esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta (Mod. 770 semplificato e ordinario), IRAP e IVA.

La dichiarazione di redditi è obbligatoria quando:

Il contribuente è titolare di Partita IVA, anche se nel 2017 non ha prodotto alcun reddito.

Il contribuente ha cambiato lavoro nel corso del 2017 e per questo ha ricevuto più di una certificazione unica 2018 da parte di diversi datori di lavoro e nel caso in cui l'imposta corrispondente al reddito complessivo superi le 10,33 euro.

Il lavoratore è percettore di indennità pagate dall'Inps per cassa integrazione, mobilità in deroga o ordinaria, disoccupazione NASpI, nel caso in cui non siano state effettuate per errore le relative ritenute o se non si rientra nelle condizioni di esonero presentazione dichiarazione dei redditi.

Il contribuente che ha percepito redditi da lavoro dipendente ha fruito erroneamente di deduzioni e detrazioni non spettanti.

Il contribuente che ha percepito redditi da lavoro dipendente ha ricevuto retribuzioni pagate da privati non sostituti d'imposta.

Il contribuente ha percepito redditi sui quali l'imposta si applica separatamente, fatta eccezione per TFR, arretrati, indennità per la cessazione di cococo, qualora erogati da soggetti che hanno l'obbligo di effettuare le ritenute alla fonte.

I contribuenti con reddito da lavoro dipendente e/o percettori di redditi assimilati senza detrazioni e trattenute addizionali comunale e regionale all'IRPEF. In questo caso, l'obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi è previsto solo se l'importo dovuto per ciascuna addizionale supera i 10,33 euro.

I contribuenti che hanno percepito redditi a titolo di plusvalenze, come ad esempio i guadagni di trading online, e redditi di capitale da assoggettare ad imposta sostitutiva.

Ci sono però dei redditi che non devono essere dichiarati in quanto dichiarati dal legislatore come redditi esenti.

Sono considerati redditi esenti e pertanto esclusi da tassazione e dall'obbligo della dichiarazione dei redditi, i seguenti redditi:

la maggiorazione sociale sulla pensione;

l’indennità di mobilità per la parte reinvestita nella costituzione di società cooperative;

l’assegno di maternità per la donna disoccupata;

le pensioni erogate ai cittadini resi invalidi e ai congiunti di cittadini italiani deceduti, a seguito di scoppio di armi e ordigni esplosivi lasciati incustoditi o abbandonati dalle Forze armate in tempo di pace in occasione di esercitazioni combinate o isolate;

le pensioni dei cittadini italiani, stranieri e apolidi diventati invalidi durante lo svolgimento del loro dovere o a seguito di attentati terroristici o di criminalità organizzata e la reversibilità corrisposta ai superstiti delle vittime del dovere, del terrorismo o della criminalità organizzata;

gli assegni per la collaborazione ad attività di ricerca conferiti da università, osservatori astronomici, astrofisici e vesuviano, enti pubblici e di ricerca;

le pensioni tabellari spettanti per menomazioni subite durante il servizio militare;

le pensioni tabellari corrisposte ai Carabinieri ausiliari, per il servizio di leva nella Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e militari volontari qualora la menomazione sia occorsa durante il servizio di leva.

Le rendite Inail, fatta eccezione dell'indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta, sono esenti. Allo stesso modo, anche le rendite corrisposte da organismi non residenti a causa di un infortunio o malattia professionale, sono esenti ma il titolare deve presentare all'Agenzia delle Entrate, un'autocertificazione attestante la natura risarcitoria della somma percepita.


lunedì 18 luglio 2016

L'Agenzia dell'Entrate diventa social colloquia su Facebook


L'Agenzia delle Entrate inaugura la sua pagina Facebook ed entra in contatto con i cittadini per offrire una prima informazione su un tema di stretta attualità: il canone tv nella bolletta elettrica. Il servizio, realizzato dalle Entrate a costo zero e fornito sulla piattaforma Messenger, è un'innovazione destinata a cambiare radicalmente il rapporto con i contribuenti, che potranno dialogare con il Fisco in tempo reale e in maniera semplice, anche dal proprio smartphone, attraverso il social network più popolare in Italia, con 23 milioni di utenti che si collegano almeno una volta al giorno. Agenzia delle Entrate su Facebook e comunicazione in tempo reale via Messenger. Si potenzia così la presenza del Fisco sui social media, dopo i canali Twitter e YouTube, proponendosi non più solo come vetrina informativa su novità e adempimenti  ma anche come sportello virtuale di dialogo, accessibile da Desktop e Mobile.

Dal 18 luglio ciascuno potrà inviare le proprie domande alla pagina Facebook all’Agenzia delle entrate (attraverso l’applicazione Facebook Messenger): la risposta arriverà entro 24 ore o, nei casi in cui il quesito richieda un approfondimento, entro 5 giorni dalla richiesta. Non solo canone Rai in bolletta: via via l’assistenza dell’Agenzia via Facebook si amplierà e cercherà di risolvere i dubbi più comuni dei contribuenti.

Su Facebook e su tutti i canali social debuttano anche i filmati realizzati in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi per fornire informazioni nella lingua dei segni(Lis).

Per chi sceglie di utilizzare l’applicazione Facebook Messenger, scrivendo la propria domanda, la risposta arriva entro 24 ore o, nei casi in cui il quesito richieda un approfondimento, entro 5 giorni.
Per il momento, lo sportello social di prima informazione è dedicato al Canone RAI (ma sarà poi esteso a tutte le tematiche fiscali): sulla pagina Facebook ci sono i link ai contenuti informativi già presenti sul sito delle Entrate, come le risposte alle domande più frequenti, che possono servire a risolvere i primi dubbi, e le indicazioni per accedere a #EntrateinContatto, ponendo domande specifiche.

Il Fisco assicura il pieno rispetto della privacy: al contribuente che chiede informazioni non vengono richiesti dati personali, gli eventuali dati sensibili contenuti nei post su Facebook verranno rimossi, le informazioni scambiate non verranno utilizzati per altri scopi, ma serviranno solo a fornire al contribuente indicazioni utili per adempiere agli obblighi fiscali.

Infatti, l’Agenzia non richiederà alcun dato personale, ma si limiterà a rispondere a dubbi e aiutare i contribuenti ad adempiere correttamente agli obblighi fiscali. Il trattamento dei dati personali degli utenti risponderà, comunque, alle policy in uso sulla piattaforma Facebook, mentre i dati sensibili postati in commenti o post pubblici verranno rimossi. Le informazioni scambiate non saranno utilizzate per altri scopi, ma serviranno solo per aiutare e indirizzare i contribuenti nella soluzione dei loro quesiti.


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