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lunedì 16 gennaio 2017

Dipendenti pubblici nuove regole su malattia, congedi e permessi



Nuove regole su malattia, congedi e permessi stanno per arrivare nella pubblica amministrazione. La riapertura della contrattazione segnerà infatti anche una svolta su queste materie. Che l'argomento venga affrontato lo prevede l'intesa del 30 novembre tra sindacati e governo, negoziato che era partito all'Aran nel 2014 ma senza poi giungere a un risultato.

Il lavoro costruito all'Aran aveva conosciuto una fase avanzata, per cui non andrà totalmente disperso. Allora la discussione si concentrò soprattutto sulla possibilità di spacchettare la 'malattia' in ore, in modo che il dipendente pubblico che deve allontanarsi per una visita specialistica o per un esame non salti l'intera giornata di lavoro. Certo quel che si può rivedere nei contratti è quello che i contratti precedenti hanno stabilito, quindi la legge resta fuori, è il caso della legge n. 104, che regola i permessi per le gravi disabilità. In questo campo il contratto può intervenire solo su aspetti, come ad esempio le modalità di fruizione (tra cui rientra il preavviso).

Il governo non lascerà quindi cadere i termini per attuare la delega Madia sul lavoro pubblico. Anche se  ci sono ancora delle incognita sulla dirigenza, che rientrerebbe nel calderone ma su cui pende la bocciatura arrivata dalla Consulta a fine novembre. A proposito, il ministero potrebbe presentare i decreti correttivi su furbetti del cartellino (con cambiamenti marginali), partecipate e dirigenza sanitaria già alla conferenza unificata del 19 gennaio, per cercare l'intesa con gli enti territoriali, come richiesto dalla Corte Costituzionale.

Di sicuro per la fine del prossimo mese l'esecutivo vuole incassare l'accordo, anche perché il decreto furbetti ha già colpito (è stato registrato il caso di un primo licenziamento). Quanto al contrasto degli abusi sulla malattia, o meglio sulle assenze, l'esecutivo è determinato a portare avanti il progetto di un polo unico della medicina fiscale, in capo all'Inps (con le Asl messe da parte). L'obiettivo è rendere gli accertamenti più efficienti. La novità rientrerà nel decreto di febbraio. Decreto che dovrebbe essere anticipato da un confronto con i sindacati, sempre nel rispetto dell'accordo del 30 novembre, che sarà anche al centro della riforma. A questo punto è chiaro come il ministero della P.a sia concentrato già su diversi fronti e sembra difficile che riesca a portare a casa secondo i termini stabiliti le deleghe su altri temi rimasti aperti, dalla revisione dei poteri del premier al taglio delle prefetture.

Quindi stretta sulle assenze degli statali, vediamo le novità attese?

Il primo aspetto le assenze per malattia, nel caso specifico in cui il dipendente pubblico abbia la necessità di dover effettuare una visita specialistica o delle analisi. Attualmente ci sono tre modi per potersi assentare per le visite mediche o per gli accertamenti. Il primo è prendere una giornata di malattia. Il secondo è utilizzare un giorno di ferie e il terzo è usare il permesso orario nel limite delle 18 ore annuali, che però non è specificamente destinato a queste esigenze ma copre anche tutte le altre necessità del lavoratore.

La soluzione individuata e che potrebbe essere recepita nel contratto - si legge - prevede un'altra strada, ossia la possibilità di spacchettare in ore l'assenza per malattia. Se si hanno bisogno di due ore per effettuare una visita specialistica, o di un'ora a settimana per effettuare una determinata terapia, non sarà più necessario giustificare l'intera giornata, ma ci si potrà assentare soltanto per le ore necessarie giustificandole con la certificazione dello specialista o del terapista. Questa possibilità, tuttavia, non sarebbe senza limiti. Ci sarebbe comunque un contingentamento, un tetto che rientrerebbe anche nel cosiddetto 'periodo di comporto', il tempo massimo di assenza entro il quale il dipendente pubblico ha diritto allo stipendio e alla conservazione del posto di lavoro". Dal periodo di comporto, poi, "verrebbero esclusi in ogni caso le terapie salvavita, come per i malati di tumore.

Un altro punto che potrebbe essere affrontato, riguarda la legge 104, quella per l'assistenza dei familiari disabili. Non si toccherebbero i principi fondamentali dell'istituto, che è regolato dalla legge, ma solo alcuni aspetti organizzativi  ed in pratica sarebbe chiesto ai dipendenti che la utilizzano di comunicare preventivamente al datore di lavoro i periodi di assenza, in modo da permettere una programmazione del lavoro. Sulla malattia degli statali sono attese anche altre novità, da tempo annunciate, ossia la stretta sulle assenze seriali e quelle di massa.

mercoledì 3 settembre 2014

Il ministro Madia: non ci sono soldi per i dipendenti statali. "Stipendi bloccati per tutto il 2015".



Nuova doccia fredda sugli statali. Anche nel 2015 proseguirà il blocco dei contratti."In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono", ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia. Ora, aggiunge, "prima di tutto" guardiamo "a chi ha più bisogno", quindi "confermiamo gli 80 euro, che vanno anche ai lavoratori pubblici".

Il governo, a detta della Madia, pensa "prima di tutto a chi ha più bisogno". "Quindi confermiamo gli 80 euro, che vanno anche ai lavoratori pubblici", ha precisato. E questo nonostante negli ultimi quattro anni i dipendenti della pubblica amministrazione abbiano visto ridursi il salario reale di quasi il 15%.

Il blocco, iniziato ormai nel 2010, consente allo Stato un risparmio di circa 5 miliardi di euro. "I contratti - ha affermato il ministro della Pubblica amministrazione - sono bloccati da quando è iniziata la crisi. Tutti insieme, governo e parti sociali, adesso dobbiamo portare il Paese fuori dalla crisi. I dati dell'economia li abbiamo visti, in una situazione di crisi la cosa importante è l'alleanza con chi ha più bisogno".

Ecco, le parti sociali. Già qualche giorno fa i sindacati, quando si ipotizzava lo stop degli stipendi pubblici, avevano alzato la voce. Susanna Camusso, segretaria della Cgil, aveva cinguettato su Twitter: "C'è da augurarsi che sia una bubbola agostana. Un nuovo blocco biennale dei salari nella #PA (pubblica amministrazione, ndr) sarebbe inaccettabile"

Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha subito attaccato l'operato dell'esecutivo: "Eliminassero gli sprechi negli enti locali, nelle Regioni, nei Comuni e nelle aziende mucipalizzate. Ma non tolgano soldi ai dipendenti statali. Stiamo ancora aspettando iniziative di
spending review".

Con lo stop agli aumenti salariali decisi nel 2010 i lavoratori pubblici hanno perso in quattro anni nel complesso circa 3.600 euro lordi, mentre altri 600 circa si perderanno nel 2014. Fin qui, sottolinea il responsabile dei Settori pubblici Gentile, i 'costi' già certificati, che salirebbero ad, appunto, 4.800 euro con un altro anno di blocco.

Interviene anche il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, secondo il quale un nuovo blocco della contrattazione nel pubblico impiego vorrebbe dire che "i contratti nazionali non esistono più". Se il Governo Renzi pensa di umiliare ulteriormente i dipendenti pubblici" allora "la nostra risposta non potrà essere che la mobilitazione", afferma Dettori, segretario generale Fp-Cgil, che giudica "intollerabile" la "prosecuzione del blocco della contrattazione". E "senza un passo indietro del Governo", avverte, "torneremo nelle piazze".


sabato 16 marzo 2013

Stipendi per i dipendenti della Pubblica amministrazione : è online il servizio per accedere alla propria busta paga

E’ online il nuovo servizio per visualizzare gli stipendi della Pubblica amministrazione. Tutti i dipendenti pubblici hanno ora accesso online al proprio cedolino stipendiale e ad altri interessanti servizi erogati dal sito Noipa.

StipendiPa, il servizio online per la visualizzazione e la stampa del cedolino stipendiale dei dipendenti pubblici e per scaricare altri documenti, è stato sostituito da Noipa, che ha le stesse funzionalità.

Tutti i dipendenti della pubblica amministrazione hanno accesso online alla propria busta paga e ad altri servizi. Infatti, possono visualizzare i propri documenti tramite il portale Stipendipa, sostituito da Noipa, che consente di variare autonomamente la modalità di pagamento degli stipendi e di fare altre operazioni, senza dover recarsi necessariamente presso gli uffici competenti.

Ricordiamo che il servizio di NoiPa nasce al fine di consentire il processo di dematerializzazione dei documenti e ogni dipendente, anche chi non disponga di casella di posta elettronica istituzionale o che si trovi dislocato fuori sede, può visualizzare e stampare il proprio cedolino e scaricare altri documenti.

Questo servizio consente di accedere ad una serie di documenti utili:
 cedolino stipendiale, buste paga, CUD e il modello 730

I documenti sono disponibili in formato digitale e per breve tempo, è necessario pertanto stamparli o salvarli sul proprio computer. Il portale di NoiPa rende disponibili una serie di funzionalità self-service e nell’area servizi online sono descritte, per ciascuna tipologia di utente, tutte le applicazioni a cui questi può accedere https://noipa.mef.gov.it/servizi-online .

La busta paga per i dipendenti della P. a. è caratterizzato da tre pagine chiare, nella prima pagina dispone informazioni riepilogative, nella seconda pagina sono presenti i dettagli delle informazioni riepilogative, e la terza pagina può contenere eventuali note all'amministrato.

Accedere al cedolino stipendiale è possibile tramite una registrazione al sito di NoiPa e inserendo il codice riservato ai dipendenti pubblici.

Vediamo nel dettaglio la composizione del cedolino per gli stipendi Pa.

Prima pagina: i suoi diversi riquadri contengono rispettivamente l’anagrafica del dipendente, i dati dell’ente di appartenenza, la posizione giuridico-economica, il dettaglio delle detrazioni e gli estremi di pagamento, nonché i dati riepilogativi della retribuzione con le competenze fisse, quelle accessorie, le ritenute e i conguagli fiscali.

Seconda pagina: vengono riportati i dati di dettaglio della retribuzione con competenze fisse, competenze accessorie e altri assegni, e i dati circa le ritenute previdenziali,fiscali e le ritenute sindacali.

Terza pagina: si compone dei dati dell'amministrazione e dell'Ufficio Responsabile, i dati del relativo codice fiscale e dell'Ufficio di Servizio del dipendente, ed eventuali note dell'amministrazione al dipendente.

StipendiPa è diviso in due categorie: una di accesso libero e un’area riservata. La prima categoria, di accesso libero, contiene le circolari, comunicazioni e informazioni generali della pubblica amministrazione mentre che la seconda categoria è riservata alla consultazione personale dei dipendenti pubblici sui propri dati stipendiali, cedolini, CUD, ecc….Nello specifico, sono disponibili 13 mensilità per la visualizzazione e stampa del cedolino e 5 annualità per i CUD ed i 730 (relativo alle assistenze dirette).

Ci sono diverse modalità di accesso al servizio StipendiPa (ora Noipa). Infatti, esso può avvenire con l’inserimento User (codice fiscale) e Password (fornita dal sistema) o tramite CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Per accedere al servizio StipendiPa tramite password, è necessario registrarsi: cliccare il pulsante in alto a destra “area riservata” ed effettuare la registrazione (primo accesso) tramite il proprio codice fiscale del dipendente pubblico e la partita stipendiale.

Una volta inseriti i dati però, è necessario modificare la password, altrimenti non sarà possibile utilizzare il servizio online StipendiPa, sostituito da Noipa. Inoltre, la password va modificata ogni 180 giorni. Una volta scaduta, sarà il proprio sistema a condurre il dipendente presso la pagina apposita per cambiare password.

I cedolini degli stipendi vengono mostrati in ordine decrescente e rappresentano le ultime 13 mensilità. E’ possibile scaricare il documento in PDF (cliccando su ‘azioni’) per procedere alla stampa.

Per quel che riguarda i CUD, viene selezionato un elenco premendo il pulsante Visualizza CUD. Sempre in ordine decrescente e in riferimento agli ultimi 5 anni. Lo stesso serve per i 730: selezionando il pulsante Visualizza 730 viene rappresentato l’elenco, in ordine decrescente, dei 730 di competenza del dipendente pubblico connesso.

La prima volta che viene utilizzato il nuovo sito per scaricare lo Stipendio Pubblica Amministrazione, Noipa, è necessario realizzare il Primo accesso.  Esso viene effettuato inserendo il codice fiscale e la partita stipendiale.

La partita stipendiale viene attribuita al momento della creazione della partita di stipendio. Si trova in alto a destra del cedolino, nel riquadro dove è presente il cognome e il nome. Quindi, nel momento in cui un dipendente pubblico riceve la prima busta paga, ha già una partita stipendiale. La partita stipendiale, per il primo accesso a Stipendio Pubblica Amministrazione deve essere digitata comprensiva degli zeri iniziali quando presenti, per un totale di 8 caratteri.

Una volta realizzato il primo acceso, e quando il sistema avrà controllato l’identità del dipendente interessato, viene inviata una mail con una password di accesso. Ma questa password è soltanto per il primo accesso, ovvero, una volta il dipendente avrà effettuato l’accesso a Stipendipa sarà automaticamente indirizzato ad un nuovo spazio per modificare la password e creare una chiave di accesso personale. Questa nuova password, di Stipendipa, va collegata ad una domanda segreta, ed è importante fare attenzione alla domanda scelta perché sarà la prima cosa che richiederà il sistema nel caso di password smarrita.

lunedì 9 luglio 2012

Spending review gli esuberi dei dipendenti statali


Ci siamo sta partendo l'iter parlamentare che porterà all'entrata in vigore della cosiddetta "spending review", la revisione e razionalizzazione della spesa pubblica voluta dal governo Monti. Il dipendente statale da garantito in tutto e per tutto diventerà più simile ad un lavoratore del privato.

Vediamo i punti salienti del decreto che riguarda il settore della Pubblica Amministrazione e i dipendenti pubblici in modo particolare.

I dipendenti statali: non saranno più obbligati ad andare in vacanza nella settimana di Ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno. Le ferie costrette per legge, previste nella prima bozza del decreto sulla spending review, sono state cancellate nell'ultima versione.

Misure principali adottate c'è quella del taglio dei dipendenti pubblici in esubero, 24 mila, così ripartiti: circa 11.000 lavorano nei ministeri e negli enti pubblici non economici (di cui 5.600 nei ministeri) e 13.000 negli enti territoriali (escluse le regioni). Tra gli 11.000 ministeriali, sono 6.000 quelli pensionabili al 31/12/2012 e 2.000 negli enti locali. Per i lavoratori della PA in esubero e vicini alla pensione potrebbe scattare il meccanismo della mobilità lunga (senza lavorare ma con l'80% dello stipendio per quattro anni).

Uscita dal lavoro morbida per chi rientra nella revisione delle piante organiche del pubblico impiego.
Il decreto sulla spending review porterà a una consistente diminuzione dei dipendenti della pubblica amministrazione sia Ministeriale che Locale.
Uno dei criteri individuati per la sospensione dalle attività del personale dichiarato in esubero partirebbe da coloro che hanno compiuto 60 anni: a loro andrebbe un'indennità dell'80% dello stipendio base (non dell'intero trattamento economico) fino alla pensione. Diversa la questione per quanto riguarda i dirigenti, per i quali è al vaglio, per quelli giunti alla maturazione dei 42 anni di contribuzione (41 per le donne), la possibilità della sospensione immediata.
E la mobilità del settore pubblico, verrebbe esercitata con un percorso simile allo stato di crisi per le aziende private. Ossia, riduzione dello stipendio, l'80% della busta paga base senza straordinari e indennità.

Entro la fine di ottobre sarà tagliata la pianta organica dei ministeri e degli enti pubblici non economici. La riduzione complessiva sarà del 20% per i dirigenti e del 10% per tutti gli altri dipendenti ma con livelli diversi a seconda delle singole amministrazioni.

Le amministrazioni pubbliche attualmente hanno trattamenti diversi per quanto riguarda i buoni pasto; alcuni lavoratori hanno diritto ai ticket da 5 euro, altri possono arrivare a valori di 14 euro e oltre. La manovra di spending review forfettizza il valore del singolo buono pasto a 7 euro per tutti.

Con quest'unico intervento lo Stato recupererà 53,8 milioni di euro. I maggiori risparmi verranno realizzati negli enti pubblici non economici dove l'importo medio dei ticket è di 11,60 euro. A guadagnarci sarà il personale dei ministeri, dove oggi i buoni pasto valgono in media 6,97 euro, e il Servizio sanitario nazionale (Ssn), che è ancora fermo a 5,60 euro a testa.

I dipendenti della Pubblica Amministrazione si vedranno anche ridimensionare lo spazio di lavoro. Il decreto prevede l'introduzione dello spazio standard per il dipendente pubblico. Gli spazi ad uso ufficio vengono infatti rapportati alle effettive esigenze funzionali degli uffici e alle risorse umane impiegate in base a un parametro di riferimento compreso tra 20 e 25 metri quadrati per addetto. Una misura di rapida applicazione, perché le amministrazioni hanno 90 giorni dalla pubblicazione del decreto per compilare i piani.

mercoledì 4 luglio 2012

Lavoro: stretta fatale per i dipendenti statali con la spending review


Vediamo i risultati dei provvedimenti presi per la stretta sul comparto del pubblico impiego.

Taglio della pianta organica del 20% per i dirigenti e del 10% per tutti gli altri dipendenti. Nessuno è in grado di fare stime precise ma considerando che il settore conta 3,5 milioni di lavoratori, l'impatto potrebbe variare tra le 100 mila e le 300 mila persone. L'obiettivo che sarà raggiunto con la messa in mobilità obbligatoria per due anni o, per i più anziani, con un meccanismo di accompagnamento alla pensione. Comunque le prime cifre parlano di almeno 30mila esuberi, a cui riservare se necessario una deroga dalle nuove regole previdenziali per accedere direttamente alla pensione, ma la strada per individuare i numeri ufficiali non sarà molto semplice.

In una situazione del genere, fare in modo di dare una stretta fatale in modo lineare è inutile prima ancora che impossibile. Per questa ragione il Governo ha sottolineato che prima occorre fare un vero censimento degli organici, e poi decidere come sviluppare la riduzione. Probabilmente sarà soluzione semplice e semplicistica dal punto di vista operativo, ma poco produttiva sul piano dei risparmi reali.
Il dato certo che ci sarà un blocco di nuove assunzioni che dovrà rispettare tre scadenze:
le «facoltà assunzionali» per i posti che si libereranno saranno del 20% per il periodo 2012-2015, del 50% nel 2015 e torneranno al 100% a decorrere dal 2016. Si legge che nella Pubblica Amministrazione i concorsi per l'accesso alla prima fascia dirigenziale sono sospese le modalità di reclutamento non oltre il 31 dicembre 2015.

Per i dipendenti statali le novità sono molte e forse ancora non molto chiare. A partire dal primo ottobre di quest'anno il valore dei buoni pasto, anche per i dirigenti, non potrà superare i sette euro. Gli uffici pubblici resteranno chiusi nella settimana di ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno quando i lavoratori saranno messi obbligatoriamente in ferie. Diventerà impossibile «monetizzare» , i giorni di vacanza, i riposi e i permessi non goduti. Il divieto scatterà anche in caso di dimissioni o pensionamento. Si procederà alla «tendenziale eliminazione» degli incarichi di studio e ricerca affidati ai dirigenti mentre sono vietate le consulenze affidate a chi è andato in pensione. I contatti per il servizio di pagamento degli stipendi saranno rinegoziati con un abbattimento di «almeno il 15%».I permessi sindacali a partire da gennaio del 2013 saranno ridotti del 10 per cento.

Il Dl che l'Esecutivo si sta apprestando a varare - spiega una nota congiunta di tutte le sigle del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil - «avrà come unica conseguenza l'accentuarsi delle ragioni di dissenso su scelte che intendiamo contrastare con forza, ritenendole inaccettabili» l' 'Esecutivo si é rivelato «reticente» nel fornire le informazioni. È il giudizio del leader della Cgil, Susanna Camusso
Mentre Confindustria condivide l'impostazione del governo sulla spending review e l'efficientamento della pubblica amministrazione giudicandola «un buon inizio». Questa la posizione espressa, a quanto si apprende, dal presidente Giorgio Squinzi al tavolo tra governo e parti sociali. Squinzi si riserva di valutare poi nel dettaglio tutte le misure.

lunedì 30 aprile 2012

Lavoro dipendenti statali: mobilità o reimpiego


Il governo dei tecnici punta alla mobilità nel pubblico impiego tra i settori dove c'è eccedenza di personale e quelli in cui c'è carenza, ma se l'eccesso di personale dovesse permanere si dovranno trovare "strumenti ad hoc per favorire la mobilità o il reimpiego dei lavoratori con passaggio dal pubblico al privato". Così il sottosegretario all'Economia, Polillo, nel corso della trasmissione Prima di
Tutto di Radio 1 Rai, spiegando che il governo non sta valutando prepensionamenti per il settore pubblico.
Quindi, mobilità nel pubblico impiego, ma se l’eccesso di personale dovesse permanere si dovranno trovare "strumenti ad hoc per favorire la mobilità o il reimpiego dei lavoratori con passaggio dal pubblico al privato".

Polillo ha affermato poi che se il gettito che arriverà dall’Imu lo consentirà, il Governo potrebbe ridurre l’imposta o agire sull’imposizione sulla compravendita degli immobili. "Sull’Imu - ha detto - abbiamo dovuto operare in emergenza - in prospettiva forse si potrà ridurre l’imposizione, dipenderà dal gettito reale che avremo a fine anno, oppure potremmo intervenire sulle imposte collaterali come per esempio quelle che si pagano in sede di compravendita degli immobili".

domenica 4 marzo 2012

Dipendenti statali e il contributo 2% illegittimo



Per i dipendenti statali è illegittima la trattenuta del 2% dopo il passaggio da buonuscita a Tfr. Il Tar della Calabria con sentenza n.564/2012 ha dato torto alla Pubblica Amministrazione coinvolte e quindi vanno restituite ai dipendenti pubblici le somme accantonate dallo scorso anno.

Ricordiamo che dal primo gennaio del 2011 lo Stato sta trattenendo in modo illegittimo il 2 per cento dello stipendio a circa due milioni di dipendenti pubblici. E' quanto ha affermato il Tar con la sentenza di cui sopra con la quale ha condannato l’amministrazione a restituire le relative somme, con gli interessi, ai dipendenti che avevano presentato ricorso, aprendo così la strada ad azioni dello stesso tipo in tutte le Regioni di Italia.

La legge n. 122 del 2010 prescrive che oltre a bloccare il rinnovo dei contratti e a congelare per tre anni le retribuzioni dei dipendenti pubblici, cambiava il meccanismo della liquidazione, trasformando la vecchia indennità di buonuscita in un trattamento di fine rapporto (Tfr) del tutto simile a quello in vigore per i privati, secondo quanto previsto dal Codice civile. La differenza tra i due meccanismi è consistente. Per la buonuscita venivano accantonati contributi pari al 9,60 per cento sull’80 per cento della retribuzione; il 2,5 per cento (di fatto quindi il 2 sull’intero stipendio) era a carico del lavoratore. Con il Tfr invece l’accantonamento è del 6,91 sull’intera retribuzione, interamente a carico del datore di lavoro.

Come è giuridicamente noto l’art. 12, comma 10, del D.L. n. 78 del 2010 –convertito in L. n. 122 del 2010– prescrive che il computo dei trattamenti di fine servizio per i lavoratori alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, con riferimento alle anzianità contributive maturate a decorrere dal 1 gennaio del 2011, avvenga secondo la disciplina di cui all’art. 2120 Cod. Civ., con l’applicazione di un’aliquota del 6,91% sull’intera retribuzione.
Ricordiamo inoltre che le regole previste dalla legge sopra citata prevedono: l’abolizione della vecchia disciplina, in generale più vantaggiosa rispetto al Tfr, avrebbe dovuto comportare la cancellazione della trattenuta del 2,5 per cento, che i dipendenti vedono sul cedolino dello stipendio alla voce Opera di previdenza. Invece le cose sono andate diversamente. Le pubbliche amministrazioni, confortate anche da una circolare dell’Inpdap, hanno continuato a regolarsi come prima, trattenendo ogni mese quella somma (in media tra i 35-40 euro) dallo stipendio di circa due milioni di dipendenti pubblici, che avranno però al momento di lasciare il servizio una liquidazione meno favorevole. Per di più - come ha precisato l'Inpdap - nonostante il passaggio al Tfr, che per i privati si calcola su tutto lo stipendio, la base retributiva per la liquidazione dei dipendenti pubblici resterà l’80 per cento del totale: è un ulteriore elemento di disparità.

La novità normativa non riguarda tutti gli statali: sono esclusi i lavoratori assunti dal 2001 in poi, che in base ad una legge di riforma hanno già il Tfr e non la buonuscita. A loro la trattenuta non viene fatta, perché la retribuzione è stata ridotta in proporzione dal momento in cui sono stati assunti.
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