domenica 17 gennaio 2021

Opzione donna platea e requisiti




Tra le misure annunciate c’è la proroga dell’Opzione Donna, che consente anche alle lavoratrici dipendenti nate nel 1961 e alle autonome nate nel 1962 di andare in pensione anticipata, se hanno maturato 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020, accettando l’assegno puramente contributivo.


Grazie alla misura contenuta nella nuova manovra si potrà continuare a scegliere l’Opzione Donna per tutto il 2021. In sostanza, la proroga comporta l’accesso a questa pensione anticipata alle lavoratrici con un anno in più rispetto ai requisiti precedentemente previsti. Per il resto, lo strumento resta la stesso, compreso il meccanismo delle finestre mobili e l’adeguamento alla speranza di vita.


Opzione Donna: di cosa si tratta

L’Opzione Donna è uno strumento di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. La norma inserita in manovra ha esteso lo scivolo per le lavoratrici di pubblico e privato che vogliano andare in pensione anticipata, a patto di accettare un assegno calcolato interamente su sistema contributivo, con ulteriori 12 mesi rispetto alla disciplina vigente.

L’applicazione del sistema contributivo si limita alle sole regole di calcolo, che implica una decurtazione sull’assegno cin media del 20-30% rispetto al sistema misto.

Opzione Donna consente oggi di ritirarsi alle lavoratrici che maturano i seguenti requisiti entro il 31 dicembre 2020: 35 anni di contributi e 58 o 59 anni di età, rispettivamente per dipendenti e autonome.

Rientrano nei contributi ammessi quelli a qualsiasi titolo accreditati (obbligatori, da riscatto e/o da ricongiunzione, volontari, figurativi), ma per le lavoratrici dipendenti del settore privato non concorrono i contributi accreditati per malattia e disoccupazione. Viene ammessa la possibilità ricorrere al riscatto della laurea, anche agevolato, per raggiungere la contribuzione necessaria ad accedere alla pensione con Opzione Donna. È possibile esercitare l’opzione anche successivamente al mese in cui maturano i requisiti anagrafici e contributivi.

L’Opzione Donna può essere esercitata da tutte le lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria, ed ai fondi ad essa sostitutivi od esclusivi (dipendenti del settore privato; pubblico impiego e lavoratrici autonome) in possesso di contribuzione alla data del 31 dicembre 1995. Restano escluse le iscritte alla Gestione separata. Non possono accedere all’Opzione Donna neanche le lavoratrici che abbiano perfezionato il diritto al trattamento pensionistico di vecchiaia o anzianità e le lavoratrici destinatarie delle disposizioni in materia di “salvaguardia” in favore degli esodati.

Il meccanismo di slittamento delle finestre mobili previsto dall’articolo 12 del Dl 78/2010, convertito con legge 122/2010, fa partire il primo rateo dell’assegno pensionistico decorsi 12 mesi (18 mesi le autonome) dopo la maturazione dei requisiti richiesti da Opzione Donna.

Appare utile ricordare che le regole ordinarie prevedono, in alternativa:

la pensione anticipata con almeno 41 anni e 10 mesi di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica;

la pensione di vecchiaia con un’età anagrafica di 67 anni unitamente a 20 anni di contributi.

Opzione Donna anche per le nate nel 1962

La Legge di Bilancio 2021 ha esteso lo scivolo per le lavoratrici di pubblico e privato che vogliano andare in pensione anticipata, a patto di accettare un assegno calcolato interamente su sistema contributivo, con ulteriori 12 mesi rispetto alla disciplina vigente.

Hanno la possibilità di accedere all’Opzione Donna anche le lavoratrici nate fino al 31 dicembre 1962 (1961 le autonome) che raggiungono 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020. Il resto dell’impianto normativo è rimasto uguale, compreso il meccanismo delle finestre mobili. Continuano a non applicarsi, inoltre, gli adeguamenti alla speranza di vita.

Requisiti Opzione Donna

Dopo le modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2021 all’articolo 1, co. 476 della legge n. 160/2019, possono andare in pensione le lavoratrici che nel 2020 compiono 58 anni (59 se autonome) se hanno raggiunto i 35 anni di contributi al 31/12/2020.

Finestre mobili

Il meccanismo di slittamento delle finestre mobili è sempre quello previsto dall’articolo 12 del Dl 78/2010, convertito con legge 122/2010, che fa partire la prima rata dell’assegno pensionistico decorsi 12 mesi (18 mesi le autonome) dopo la maturazione dei requisiti richiesti da Opzione Donna.


Vediamo di seguito come cambiano le decorrenze della pensione per le lavoratrici interessate alla proroga.


Personale del comparto scuola e AFAM

Il personale del comparto scuola e AFAM, se in possesso dei requisiti necessari ad accedere all’Opzione Donna potrà presentare domanda di cessazione dal servizio entro il 28 febbraio 2021 con effetti dall’inizio dell’anno scolastico, o accademico.


Ovvero, rispettivamente:

dal 1° settembre 2021;

dal 1° novembre 2021




Manovra 2021: ecco le principali novità per lavoratori ed imprese





Il documento contiene importanti provvedimenti per il rilancio economico. Tra questi, diverse misure a favore di lavoratori e imprese, quali incentivi per l’occupazione giovanile, sgravi per favorire le assunzioni da parte delle aziende, agevolazioni per l’imprenditoria, nuovi bonus per famiglie e altre misure

Ecco le principali misure a favore di giovani, lavoratori, famiglie ed imprese.

Congedo paternità

Tempi più lunghi per il congedo per i neopapà: nel 2021 potranno assentarsi dal lavoro per 10 giorni, anziché i 7 inizialmente previsti dalla manovra.

Anno bianco autonomi

Con un fondo da un miliardo viene previsto una sorta di “anno bianco” di esonero dei minimali contributivi per tutte le partire Iva e professionisti, ordinisti e non, più colpiti dalla pandemia. I requisiti richiesti per accedere al beneficio sono una perdita di fatturato 2020 rispetto al 2019 di almeno il 33% e un fatturato complessivo inferiore ai 50mila euro.

Cig autonomi

Arriva una nuova cassa integrazione per le partite Iva iscritte alla gestione separata dell’Inps (sono 300mila). Si chiama “Iscro” (acronimo per “Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa”). La misura, sperimentale per il 2021-2023, prevede un sostegno per 6 mensilità, che va da un minimo di 250 euro a un massimo di 800 euro al mese. Per accedervi occorre aver prodotto un reddito, nell’anno precedente la domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni prima; aver dichiarato un reddito non superiore a 8.145 euro; essere in regola con i contributi e avere aperta la partita Iva da almeno 4 anni.

Proroga per Ape sociale e Opzione donna

Oltre al tema del lavoro, nella manovra c’è spazio anche per un pacchetto dedicato alla previdenza sociale. Prevista, infatti, la proroga di un anno dell’Ape sociale e di Opzione donna. È stato, inoltre, prolungato fino al 2023 l’ISO pensione per i lavoratori giunti a fine carriera: la misura, prima prevista solo in via sperimentale per il triennio 2018-2020, consente di accedere al pensionamento anticipato se si raggiungono i requisiti minimi nei 7 anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro. Il tutto a condizione che l’azienda che propene l’esodo corrisponda, con oneri interamente a suo carico, un assegno ai lavoratori che abbia un importo equivalente alla pensione per l’intero periodo di esodo fino al raggiungimento dei requisiti per il collocamento a riposo.


Assegno universale per i figli

Da luglio previsto l’assegno universale per i figli. Nella manovra sono stanziate risorse per 3 miliardi di euro per il 2021 e 5,5 per l’anno successivo. Il contributo è riconosciuto dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età del figlio e vale fino a un massimo di 200 euro al mese.


Introduzione dell’assegno unico per le famiglie a partire dal 1° luglio 2021, esteso anche ai lavoratori autonomi e agli incapienti. Si tratta di un sostegno economico per le famiglie con figli fino a 21 anni di età, che dovrebbe avere un importo da 50 a circa 250 euro per ciascun figlio under 21 a carico.

Il bonus decontribuzione SUD è prorogato fino al 31 dicembre 2029. Si tratta dell’agevolazione per incentivare le assunzioni al SUD, che prevede uno sgravio sui contributi a favore dei datori di lavoro che assumono. Lo sconto sui contributi previdenziali sarà graduale, con importo pari al 30% al 31 dicembre 2025, per poi scendere al 20% per il 2026 e il 2027, e al 10% per il 2028 e il 2029.

E’ introdotto un nuovo bonus per assumere donne, che prevede sgravi al 100% dei contributi dovuti dal datore di lavoro per le assunzioni di donne effettuate nel biennio 2021-2022.

Il bonus 100 euro che ha sostituito il bonus 80 euro viene portato a regime per i redditi sopra i 28.000 euro. Per il taglio del cuneo fiscale sono stanziati 7 miliardi l’anno.

Il bonus occupazione giovani under 35 con decontribuzione al 100% per 3 anni (36 mesi) a carico dei datori di lavoro è esteso a tutto il territorio nazionale. Il periodo di decontribuzione sale a 48 mesi per le assunzioni effettuate in in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

Sono finanziate ulteriori 12 settimane di Cassa Integrazione con causale Covid.

Sono prorogate le misure Ape Social e Opzione Donna.

Il rinnovo dei contratti a termine senza causali è prorogato fino a marzo 2021.

Il blocco dei licenziamenti è esteso fino al 31 marzo 2021.

Previsto l’esonero dal pagamento dei contributi previdenziali per lavoratori autonomi e professionisti, se l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del 2020 è inferiore ai due terzi dell’ammontare di fatturato e corrispettivi 2019.

Viene introdotta la CIG per le partite Iva iscritte alla gestione separata (Iscro). La cassa integrazione è riconosciuta per un importo da 250 a 800 euro, per un periodo di 6 mesi, a coloro che hanno un reddito non superiore a 8.145 euro e hanno subito perdite del 50% rispetto ai 3 anni precedenti.

Incentivi per le imprese

E’ istituito un nuovo fondo a sostegno dell’impresa femminile, dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, per promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile. 

Sono stanziati 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, per l’istituzione del fondo per le imprese creative.

E’ istituito un fondo da 4 miliardi di euro a sostegno dei settori maggiormente colpiti durante l’emergenza Covid.

Prevista l’istituzione di un nuovo fondo per lo sviluppo ed il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, con dotazione di 150 milioni di euro per l’anno 2021.

Sono stanziati 1,5 miliardi di euro a sostegno della internazionalizzazione delle imprese.

Sono prorogate le misure a sostegno di una nuova patrimonializzazione delle piccole e medie imprese.

La possibilità di ricorrere a contratti di espansione è prolungata fino al 2021 e estesa anche alle aziende con almeno 500 dipendenti.

Il credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno è prorogato fino al 31 dicembre 2022.




domenica 8 novembre 2020

Pensione nel 2021: requisiti e opzioni



Chi è prossimo al pensionamento si chiede su quali siano attualmente i percorsi per arrivare all'agognata pensione nel miglior modo possibile, sia a livello di tempistiche che di assegno previdenziale. Vediamo dunque, allo stato attuale, quale sono le alternative possibili per andare in pensione nel 2021, caso per caso.


Nel 2021 si potrà accedere alla pensione di vecchiaia con:

67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la generalità dei lavoratori;

66 anni e 7 mesi di età per gli addetti alle mansioni gravose;

5 anni di contributi a patto di aver compiuto i 71 anni di età per chi rientra interamente nel regime contributivo.

Come requisito ulteriore per accedere alla pensione di vecchiaia, a chi rientra nel sistema misto, viene richiesto di aver maturato alla data di richiesta del pensionamento un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale.

Pensione anticipata 2021

L’opzione è vincolata non all’età anagrafica quanto agli anni contributivi. In dettaglio, per la pensione anticipata nel 2021 sono richiesti:

42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;

41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

L’adeguamento degli anni contributivi alle speranze di vita è stato bloccato dal decreto 4/2019, che però ha introdotto una finestra mobile di tre mesi per poter effettivamente andare in pensione anticipata.

Pensione anticipata contributiva 2021

Chi rientra nel sistema interamente contributivo ha un’opzione di pensione anticipata in più e può ritirarsi dal lavoro con 64 anni di età e 20 anni di contributi, a patto di aver maturato un assegno previdenziale di importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Rientrano nel sistema contributivo i lavoratori appartenenti ad una delle seguenti categorie:

Assegno previdenziale 2021

Partiamo con il dire che le pensioni decorrenti dal 1° gennaio 2021 saranno caratterizzate da un assegno leggermente più basso. A stabilirlo è stato il decreto 1° giugno 2020 di revisione triennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo che passano:

da 4,20% in corrispondenza dei 57 anni a 4,186% (-0,33% circa);

da 6,513% in corrispondenza dei 71 anni al 6,466% (-0,7216% circa).

Adeguamento alle speranze di vita 2021

Per il biennio 2021-2022 non è previsto alcun adeguamento dell’età pensionabile con le speranze di vita. Questo significa che per il momento i requisiti richiesti per andare in pensione non subiranno delle modifiche. Poi dal 2023 ci dovrebbe essere un innalzamento.

Pensione di vecchiaia 2021

Nel 2021 si potrà accedere alla pensione di vecchiaia con:

67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la generalità dei lavoratori;

66 anni e 7 mesi di età per gli addetti alle mansioni gravose;

5 anni di contributi a patto di aver compiuto i 71 anni di età per chi rientra interamente nel regime contributivo.

Come requisito ulteriore per accedere alla pensione di vecchiaia 2021, a chi rientra nel sistema misto viene richiesto di aver maturato alla data di richiesta del pensionamento un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale.

Pensione anticipata 2021

Rimane in vigore per il 2021 la possibilità di andare in pensione anticipata a patto di soddisfare determinati requisiti. Si tratta di un’opzione vincolata non all’età anagrafica, ma agli anni contributivi. In dettaglio, per la pensione anticipata nel 2021 sono richiesti:

42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;

41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

L’adeguamento degli anni contributivi alle speranze di vita è stato bloccato dal decreto 4/2019, che però ha introdotto una finestra mobile di tre mesi per poter effettivamente andare in pensione anticipata.

Pensione anticipata contributiva 2021

Chi rientra nel sistema interamente contributivo ha un’opzione di pensione anticipata in più e può ritirarsi dal lavoro con 64 anni di età e 20 anni di contributi, a patto di aver maturato un assegno previdenziale di importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale(comma 11, articolo 24, dl 201/2011). Rientrano nel sistema contributivo i lavoratori che rientrano in una delle seguenti categorie:

privi di anzianità contributiva al 1° gennaio 1996;

con anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995, purché abbiano anche 15 anni di contribuzione versata, di cui 5 successivi al 1995.

Pensione anticipata precoci 2021

Ai cosiddetti lavoratori precoci – coloro che prima dei 19 anni di età avevano già maturato almeno 12 mesi di contributi – viene concessa un’ulteriore opzione: andare in pensione anticipata con soli 41 anni di contribuzione, indipendentemente dall’età anagrafica (Quota 41). Requisito valido sia per uomini che per donne, che si aggiunge a quello di rientrare in una delle categorie tutelate.

Si tratta in particolare di quattro categorie di lavoratori:

dipendenti in stato di disoccupazione, a causa di un licenziamento individuale o collettivo, per giusta causa o risoluzione consensuale, che abbiano terminato da almeno 3 mesi, la fruizione della NASPI o altra indennità spettante;

lavoratori dipendenti ed autonomi che al momento della domanda, assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 104;

lavoratori dipendenti ed autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa, con una percentuale di invalidità civile, superiore o uguale al 74%;

lavoratori che svolgono attività usuranti o particolarmente gravose. Le mansioni faticose che permettono questo specifico pre-pensionamento devono essere state svolte per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa e sono specificate dalla legge 67/2011.

L’assegno viene calcolato con il sistema misto e la decorrenza del trattamento scatta trascorsi tre mesi (finestra mobile).

Pensione anticipata usuranti 2021

Per gli impiegati in lavori usuranti elencati nel decreto legislativo n. 67/2011 svolti per almeno la metà della vita lavorativa, o per almeno sette anni negli ultimi dieci, è prevista la possibilità di andare in pensione anticipata con la cosiddetta quota 97,6 che prevede:

almeno 61 anni 7 mesi di età;

almeno 35 anni di contributi.

La Quota 100 introdotta dal Decreto 4/2019 resterà in vigore per almeno un altro anno. Un’opzione che consente di andare in pensione qualora la somma tra età anagrafica e contributi sia pari a 100, a patto però di essere in possesso dei seguenti requisiti:

età anagrafica pari almeno a 62 anni;

anzianità contributiva pari almeno a 38 anni.

Prevista sempre una finestra mobile di tre mesi per l’accesso effettivo alla pensione.

APe Sociale 2021

L’APe Sociale già estesa al 2020 dovrebbe essere prorogata anche per il 2021. Si pensa inoltre di allargare la platea dell’APe Sociale a lavoratori che ora sono esclusi, come i disoccupati che non hanno diritto alla NASpI e i lavoratori fragili rispetto al rischio Covid.

Si tratta, lo ricordiamo, del trattamento finanziato dallo Stato che consente di accedere alla pensione anticipata a costo zero ed è riservato, fino al conseguimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia, a specifiche categorie di lavoratori caratterizzati da condizioni di disagio, a patto che:

manchino solo 3 anni e 7 mesi al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia;

si abbiano almeno 63 anni di età;

si siano maturati almeno 30/36 anni di contributi a seconda dei casi, con un bonus di un anno per ciascun figlio (massimo 2) per le lavoratrici.

Opzione Donna 2021

In vista di una possibile estensione dell’Opzione Donna per il 2021 ricordiamo che questa permette alle lavoratrici di ritirarsi con 58 anni di età (59 se autonome) e 35 di contributi a patto di accettare un assegno previdenziale calcolato con il solo criterio contributivo.

La finestra mobile in questo caso è di 12 mesi (18 per le autonome).


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