domenica 27 febbraio 2011

Stipendi fermi da quindici anni


Il mercato del lavoro, gli stipendi sono fermi da quindici anni è quanto ha sostenuto il Governatore Draghi al  tradizionale appuntamento del Forex.
Quindi per far crescere il mercato del lavoro in Italia bisogna attuare azioni di riforma che siano  coraggiose capaci di creare le giuste aspettative sia per le imprese che per le famiglie, quindi  un mercato del lavoro dei giovani al momento bloccato tra un minimo di mobilità da un lato e un massimo di precarietà dall'altro.
Quale potrebbe essere la ricetta per la ripresa?
Bisogna proseguire sulla strada del risanamento dei conti pubblici e del contenimento della spesa corrente anche oltre il 2012; ridurre il  carico di tasse che deve essere ridotto con l'eventuale arrivo di risorse dalla lotta all'evasione, da cui trarre alimento anche in vista dell'applicazione del federalismo fiscale per compensare a livello centrale eventuali aumenti del prelievo decentrato.
Vediamo le lacune espresse da Draghi: burocrazia, scuola e la questione giovani.
A beneficio della crescita economica andrebbe rivisto un aspetto normativo ispirato all'efficienza del sistema del mercato del lavoro che è talmente burocratico che è una delle cause del suo lento andare avanti,  che collocano il Paese ai livelli più elevati delle classifiche internazionali.
Poi c'è l'urgenza di creare un nuovo sistema d'istruzione il divario si è ridotto fra gli studenti italiani rispetto a quelli di altri paesi e la prima strada è di dare valore al merito che uno dei principi cardine della riforma Gelmini, che risulta un primo passo per valorizzare di un principio più internazionale di cultura e istruzione.
Questione giovani e produttività
Gli interventi per la riforma del mercato del lavoro e della produzione  devono affrontare in primis il grave problema del lavoro giovanile dove vige "il minimo di mobilità e il massimo di precarietà" con tassi di disoccupazione che sfiorano il 30% e salari "fermi da oltre un decennio sotto i livelli degli anni '80". E' quanto ha asserito il governatore della Banca d'Italia.
Per aiutare a far scendere la percentuale dei disoccupati, tema tanto caro al mio blog bisogna aumentare la produttività delle azienda e fornire maggiori garanzie sociali ai dipendenti lavoratori. Tutto ciò deve fare in modo che si crei un giusto connubio tra datore di lavoro e i dipendenti che miri sia al benessere dell’individuo che ad una nuova visione dei rapporti tra sindacati ed impresa. Forse è un primo passo.

martedì 22 febbraio 2011

UNIONE EUROPEA: DOMANDE E FINANZIAMENTI

Iniziamo a porci una domanda. Vogliamo chiedere un finanziamento all’Unione Europea? Quali sono i progetti concreti che son o permessi dall’Unione Europea?
 
La Direzione Generale per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione della Commissione europea sono responsabili  per gli strumenti di finanziamento quali:
Fondo sociale europeo (FSE), il programma Progess, Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG)
Analizziamo il Fondo sociale europeo, è una finanziamento che ha lo scopo di aiutare le persone a migliorare le loro competenze e prospettive professionali. Le autorità di gestione a livello nazionale e regionale sono i veri responsabili dell'amministrazione del Fse. La Commissione europea, d’altro canto non è direttamente coinvolta nella selezione e nel finanziamento dei progetti.
Il programma Progress invece  è finalizzato a sostenere lo sviluppo delle politiche dell'UE in determinati  settori: occupazione, parità uomo-donna,  integrazione e protezione sociale e condizioni di lavoro. E importante sapere che ad inizio di ogni anno devnon  essere definite le priorità di finanziamento del programma. Il sostegno finanziario è concesso, come da prassi europea,  sulla base di bandi di gara e inviti a presentare proposte.
Con il finanziamento FEG si intende venire in aiuto dei lavoratori che hanno perso il lavoro a seguito di mutamenti strutturali del commercio mondiale, aiutandoli in tal modo a trovare una nuova occupazione. Le domande di finanziamento devono venire presentate dagli Stati membri. Le persone disoccupate e le imprese con esuberi che desiderino beneficiare del Fondo sono  invitate a contattare le autorità nazionali competenti.
E poi vi è una priorità da sempre  di finanziamento dell’Unione Europea,  che è quello a  favore della ricerca e dell'innovazione: la Commissione in questo caso avvia una consultazione su cambiamenti significativi per incrementare la crescita e l'occupazione. Infatti la Commissione europea ha avviato una consultazione in merito a cambiamenti importanti del finanziamento della ricerca e dell'innovazione dell'UE al fine di agevolare la partecipazione, rafforzare l'impatto scientifico ed economico e migliorare la redditività. L’obiettivo è di consentire di creare un insieme coerente di strumenti di finanziamento lungo la catena dell'innovazione nella sua interezza, dalla ricerca fondamentale all'immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi, sostenendo anche l'innovazione non solo tecnologica, ad esempio nel settore del design e della commercializzazione.
Non ultimo abbiamo lo strumento europeo di microfinanziamento (EMF), soprattutto in questo momento di difficoltà economica questo  nuovo strumento punta ad agevolare l'accesso al credito da parte delle microimprese è stato istituito  questo  strumento per fornire microcrediti alle piccole imprese e a chi ha perso il lavoro e vuole avviare una piccola impresa.

venerdì 18 febbraio 2011

Festa Unità d''Italia e mercato del lavoro


Il 17 marzo sarà festa nazionale. E’ quanto ha deciso il Consiglio dei ministri. Il decreto legge prevede che gli effetti economici e contrattuali previsti per la festività soppressa del 4 novembre non si applicano a tale ricorrenza ma, in sostituzione, alla festa nazionale per il 150 anniversario dell'Unità d'Italia.

La questione della copertura finanziaria, visto questa difficile periodo del mercato del lavoro, é stata superata con il trasferimento degli effetti economici e degli istituti giuridici e contrattuali dalla festa del 4 novembre al 17 marzo. Questa celebrazione sarà solo per il 2011.

Lasciamo stare l’aspetto meramente politico o di parte c’è chi parla di una follia incostituzionale, chi lo definisce un fatto molto importante chi ha sostenuto che sarebbe stato quasi comico che la festa dei lavoratori si festeggiasse stando a casa e invece quella di tutti si festeggiasse andando a lavorare.

Vediamo adesso la festa dell’unità d’Italia da un punto di vista di gestione di lavoro.
Probabilmente dobbiamo dire sì ai festeggiamenti per l’Unità d’Italia del 17 marzo, anche sé bisogna porre l’attenzione su ciò comporta la perdita di preziose ore di lavoro e di un aggravio di costi per le imprese. E come ha sostenuto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che per contribuire a dare alla ricorrenza l'importanza e la solennità che merita, le imprese si impegnano a fare la loro parte a fianco delle istituzioni pubbliche, organizzando momenti di ricordo e di aggregazione attorno alla bandiera nazionale nei luoghi di lavoro. Forse era una via per la produrre lavoro nel girono della ricorrenza dell’Unità d’Italia.

Vorrei ricordare che il 17 marzo, verrà di giovedì, forse i lavoratori , o una parte di essa sta già pensando che si presta ad essere utilizzata per un ponte lungo?.

Se fosse così comporterà perdite elevate in termini sia di minore produzione e di maggiori costi per le imprese. Quindi bisogna tener conto delle esigenze di un'economia nel mercato del lavoro che sta facendo e sempre più deve fare ogni possibile sforzo per recuperare competitività.

Probabilmente come ha detto il ministro Maurizio Sacconi è stata una decisione equilibrata che compensa con effetti civili e retributivi e di spesa la festa del 4 novembre. Forse la festività aiuterà al riposo del dipendente, in fondo è un anno privo di ponti lunghi, sperando che non aiuti a decrescere in modo considerevole la produzione, soprattutto industriale.

sabato 12 febbraio 2011

Ministero dello sviluppo economico: piano per la crescita per le imprese più piccole.

Vediamo  cosa è realmente accaduto per  il voucher e gli incentivi, diciamo automatici.
Il governo, stando dalla parte  pro o contro ha aperto ad una nuova fase produttiva , puntando ad una crescita del prodotto interno lordo, per il 2011, dell' 1,5%, rispetto all' 1,3% previsto finora, forse poco visto viste le previsioni economiche del prossimo futuro, ma pur  sempre un punto di partenza.

Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha  affermato che  è stato positivo che  il Consiglio dei  Ministri si è concentrato sul tema della crescita e della futura produzione tuttavia l' impatto immediato delle misure sembra essere piuttosto limitato.

Ricordiamo che il governo ha esaminato, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, Paolo Romani, uno schema  legislativo che dovrebbe riordinare  il sistema degli incentivi.

Analizziamo le categorie che sono previste per il piano per la crescita: gli incentivi automatici, tipo i buoni o i voucher per le imprese più piccole; i bandi per il finanziamento di programmi per le medie imprese; le procedure negoziali per il finanziamento di grandi progetti d' investimento oltre i 20 milioni di euro. Gli obiettivi verranno definiti con cadenza triennale, individuando anche le relative risorse. Alle piccole medie imprese andrà il 50% delle risorse. Sarà creato un unico fondo nel quale affluiranno, dal 2012, le risorse destinate alle misure abrogate e quelle assegnate dal Cipe allo Sviluppo economico provenienti dal Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS).

Questo  riordino dovrebbe essere operativo dal 1° gennaio 2012.   Da questo nuovo provvedimento non dovrebbero derivare nuovi oneri a carico della finanza pubblica e che la programmazione degli interventi dovrà avvenire nell'ambito delle risorse disponibili nei fondi del ministero dello Sviluppo.

Probabilmente è vero che la crescita economica la fai con un programma complesso, che deve essere un processo sia economico che sociale.

Comunque i dati positivi sull'export permettono di guardare al Pil 2011 con una certa  fiducia se si fa riferimento  rispetto all'ultima stima di crescita del centro studi di Confindustria, che al momento prevede un +1%.  Ma gli economisti di via dell'Astronomia non vedono una crescita all'1,5.

Ricordiamo che secondo gli economisti di Banca Italia  è  presente un grado di sottoutilizzo del mercato del lavoro , ossia se alla percentuale di disoccupati, che secondo l'Istat è stata pari all'8,7% nel novembre 2010, si sommassero i lavoratori in cig e coloro che non cercano lavoro perché disperano di trovarlo, il livello di disoccupati sfiorerebbe l'11%.

Comunque la speranza è nei consumi, che si presentano in crescita anche se è ancora modesta, il mercato del lavoro dovrà trovare in questo lo slancio con un’intesa tra aziende e parti sociali, questo sempre con un accordo sulla produttività aziendale.  

sabato 5 febbraio 2011

Cisl e Uil firmano accordo sulla produttività, Cgil no

I sindacati, chiamiamoli responsabili la Cisl e la Uil hanno firmato l'accordo con il Governo sul salario di produttività nella pubblica amministrazione. La Cgil, ancora una volta, non ha siglato l'intesa e ha lasciato il tavolo dei lavori. Ricordiamo che in questo momento di crisi di lavoro, sarebbe bene che i sindacati si muovessero con un'unica voce che è quella dei lavoratori e non di una frangia di essi.

Cosa prevede l 'accordo?
Possiamo affermare due cose una che viene rilanciata la contrattazione nel settore statale e poi nasce la condivisione delle organizzazioni sindacali dei principi cardine della riforma della Pubblica Amministrazione. Questi principi devono essere fondati da maggiore efficienza e produttività del comparto pubblico, la quale
deve unire-legare le retribuzioni al miglioramento del rendimento dei dipendenti.

Certamente questo accordo sul salario di produttività nella P.A., deve essere visto nell'ambito del blocco del rinnovo dei contratti. Ed è grazie a questo accordo che vengono garantite le retribuzioni dei dipendenti pubblici, legando al merito individuale le risorse finanziarie derivanti dal miglioramento organizzativo e di efficienza. aspetto che dovrebbe unire i sindacati e non dividere, soprattutto per il bene di chi lavora e dovrà lavorare ancora per tanto tempo.

La Camusso, leader della CGIL, ha attaccato il governo e le parti sociali che hanno firmato l'accordo sostenendo che si sono inventati un testo che non affronta i problemi urgenti che abbiamo, anche se, e ribadiamo, che  l'accordo ricordiamo ha legato gli aumenti salariali dei dipendenti pubblici alla produttività, sicuramente è una innovazione che deve essere affrontata con un giusto spirito.
Per la Cisl è un accordo importante. Gli stipendi dei dipendenti pubblici devono essere salvaguardati e grazie a questa intesa lo saranno per intero. Anche la Uil ha asserito che questa iniziativa è stata opportuna perché permette, di evitare il rischio di diminuire le retribuzioni dei pubblici dipendenti.
Sarebbe stata una vera opportunità da parte della CGIL firmare l'accordo in quanto l’efficacia e l’efficienza della pubblica amministrazione è da raggiungere non contro i dipendenti ma a favore dei dipendenti, certo che quando si cerca di smuovere i meccanismi complicati ed intricati che regolano l'economia e il lavoro, spingendo la ripresa e puntellando i salari legandoli al merito e facile riscontrare da chi ha fatto del sindacato una linea di consevatorismo delle idee trovare un forte ostacolo verso una nuova e giovane politica economica e del lavoro.

mercoledì 2 febbraio 2011

Disoccupazione: i primi dati del 2011

Sicuramente i primi dati del 2011 sono molto preoccupanti. Il tasso di disoccupazione giovanile ha segnato un nuovo record, altamente negativo e preoccupante, salendo a quota 29%, a memoria d’uomo è il livello più alto dall'inizio delle serie storiche mensili dell'Istat ( gennaio del 2004).
A conseguenza di questi dati possiamo dire che un ragazzosotto25 anni su tre non ha un posto.
Stando alle parole del personale tecnico dell'Istat, se si esclude la crescita di chi tra i 15 e i 24 anni non ha un posto, a chiusura del 2010 le condizioni del mercato del lavoro sono apparse un po' più serene, infatti da l’autunno scorso l'occupazione ha smesso di scendere e la disoccupazione nell'ultimo bimestre (novembre e dicembre) ,è calata. Andando a guardare più da vicino i dati espressi dall’ISTAT si osserva su base mensile una diminuzione delle persone alla ricerca di un posto, parliamo sempre di cifre importanti (11.000 unità). Un piccolo - lieve miglioramento, visto che il numero dei disoccupati resta sopra i due milioni, dovuto esclusivamente al calo delle donne senza lavoro circa 27.000).
La crisi ha tagliato la ricchezza degli italiani. Nel 2009, secondo il rapporto dell'Istat sul Reddito disponibile delle famiglie nelle Regioni, si è registrato un calo del 2,7% del reddito disponibile, che ha segnato così la prima flessione dal 1995 ( 15 anni). La recessione ha portato a "un progressivo ridursi del tasso di crescita del reddito disponibile nazionale", che nel 2006, cioè prima dell'esplosione della crisi finanziaria, aveva mostrato una crescita del 3,5%.

Passiamo agli annunci.
La Cisl svolgerà l'11 febbraio una manifestazione in tutti i capoluoghi di regione, per sollecitare un nuovo impulso per le riforme necessarie e per affrontare i problemi più urgenti del Paese, con il concorso di tutte le forze di governo e di opposizione. Raffaele Bonanni ha spiegato il significato del la mobilitazione e ha aggiunto: "Non ci metteremo nel gioco dello scontro politico da una parte o dall'altra. La Cisl è una grande forza responsabile e autonoma dagli schieramenti politici".

La disoccupazione giovanile in Italia è "una vera e propria emergenza anche se di carattere strutturale, che viene da lontano. E'un dato cronico". E’ quanto ha affermato Maurizio Sacconi, ministro del Welfare. Due i motivi di questo fenomeno, per il ministro una forte protezione per gli adulti, che si è realizzata con una regolamentazione del lavoro e gli ammortizzatori che si sono rivolti ai "capi famiglia". Sacconi ha annunciato che il governo punterà sui contratti di apprendistato.

Possibile soluzione
Comunque, per aiutare a far scendere la percentuale dei disoccupati, bisogna aumentare la produttività delle azienda e fornire maggiori garanzie sociali ai dipendenti lavoratori. Tutto ciò deve fare in modo che si crei un giusto connubio tra datore di lavoro e i dipendenti che miri sia al benessere dell’individuo che ad una nuova visione dei rapporti tra sindacati ed impresa. Forse è un primo passo. 
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