sabato 21 gennaio 2023

Quando sia andrà in pensione? te lo dice PensAmi, nuovo simulatore Inps




 Basta andare sul sito Inps. Selezionare il simulatore delle pensioni PensAmi. Inserire alcuni semplici dati e si potrà ottenere un calcolo di quando si andrà in pensione. E lo si può fare senza registrarsi sul sito.

Inps ha recentemente reso disponibile sul proprio sito web una nuova versione del simulatore "PensAmi - Pensione a misura", che consente ai cittadini di calcolare le proprie prospettive pensionistiche senza la necessità di effettuare alcuna registrazione.

Aggiornato il servizio web “PensAMi” il simulatore INPS per calcolare e comparare i diversi scenari pensionistici che riguardano ogni singolo contribuente, senza bisogno di autenticazione. Serve a confrontare tutte le regole e i requisiti di accesso alle diverse formule pensionistiche in vigore, con le novità della Manovra 2023.

Rispondendo ad alcune domande, l’utente viene a conoscenza delle opzioni a sua disposizione e, per ciascuna, ha modo di calcolare la prima data utile di decorrenza pensione, con le modalità di calcolo dell’assegno applicate.

Il servizio INPS online ha soprattutto una valenza informativa, in quanto non accede al fascicolo previdenziale del contribuente né contempla casistiche specifiche che danno diritto a forme di pensione agevolata. Vediamo come funziona.

Il simulatore di pensione INPS

Il servizio è aggiornato alle ultime novità legislative, dunque comprende anche la Quota 103 istituita dalla Legge di Bilancio (legge 30 dicembre 2021, n. 234) e l’Opzione Donna con le nuove regole 2023.

Accesso al servizio

Il servizio PensAMi (Pensione A Misura) è raggiungibile senza registrazione dal sito web dell’Istituto di previdenza (www.inps.it) attraverso il seguente percorso dalla homepage: Prestazioni e servizi > Servizi > PensAMI –

Simulatore scenari pensionistici.

Guida all’uso di PensAMi

Vuoi conoscere il tuo percorso personale per il raggiungimento della pensione? Accedi al simulatore per definire i tuoi possibili scenari pensionistici?

Così cominciava il percorso d’uso di PensAMi, non più articolato in diversi livelli come accadeva lo scorso anno (al termine dei quali si accedeva al riepilogo del proprio scenario pensionistico in base delle risposte fornite) ma ora riprogettato in un unico percorso per l’inserimento contestuale dei dati anagrafici e contributivi e la selezione di eventuali istituti aggiuntivi (riscatto titoli di studio, periodi di lavoro all’estero in Paesi UE ed extra-UE, maternità fuori dal rapporto di lavoro, ecc.).

È stata anche inserita una funzione di consulenza, per visualizzare le principali caratteristiche di ciascuno scenario pensionistico.

Pro

Il simulatore permette di verificare si si possono utilizzare il riscatto o altri istituti simili per sfruttare periodi contributivi come ad esempio il servizio militare ai fini della maturazione del diritto a pensione.

All’interno del servizio sono presenti anche note informative per chiarire eventuali dubbi e link di accesso alle schede informative sulle diverse prestazioni.

Contro

Il simulatore fornisce informazioni solo sui trattamenti pensionistici relativi alle seguenti gestioni INPS: (Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), Gestione esercenti attività commerciali (COM), Gestione artigiani (ART), Gestione coltivatori diretti, mezzadri e coloni (CD/CM), Gestione separata, Cassa pensioni dei dipendenti delle amministrazioni dello Stato (CTPS), Cassa pensioni dei dipendenti degli Enti locali (CPDEL), Cassa pensioni degli ufficiali giudiziari (CPUG), Cassa pensioni insegnanti (CPI), Cassa pensioni sanitari (CPS).

Lo svolgimento di particolari attività può consentire l’accesso a forme di pensione agevolata in base a requisiti diversi da quelli considerati dal simulatore, quindi è bene sapere che questo strumento non offre una visione completa delle opportunità per ogni categoria.

Tutte le informazioni sono auto-dichiarate, pertanto è necessario conoscere i dati richiesti. Effettuando la simulazione senza autenticazione, infatti, non c’è alcun accesso alla banca dati INPS, che pertanto non precarica nè i dati del contribuente (come invece fa il simulatore “La tua pensione futura” accessibile con credenziali personali) nè il montante accumulato.

Come si usa

E' molto semplice. Basta inserire i dati anagrafici (mese e anno di nascita) e quelli di quando si è cominciato a lavorare. Selezionale il tipo di lavoro (dipendente pubblico o privato, lavoratore autonomo) e di gestione previdenziale. Si possono poi aggiungere vari periodi riscattabili (servizio civile-militare, riscatto laurea, maternità) che potrebbero dar diritto a un anticipo, e infine si ottiene il calcolo. La nuova versione di "PensAmi" presenta dunque un percorso semplificato per l'inserimento dei dati anagrafici e contributivi.

Al termine della simulazione possono comparire diversi risultati in base al tipo di pensione (anzianità o contribuzione) e viene fornita la possibilità di approfondire anche ottenendo una consulenza. Naturalmente il responso è legato alle regole attuali per andare in pensione e non è improbabile (quasi è sicuro) che il sistema cambierà nei prossimi anni.


domenica 11 aprile 2021

Assegno unico familiare




L’assegno Unico Universale per i Figli (AUUF) a carico prevede che tutte le famiglie (a prescindere dal reddito, che siano dipendenti, autonomi o disoccupati) ricevano ogni mese un contributo (in denaro o come credito d’imposta) che va da un minimo di 50 euro ad un massimo di 250 euro (a seconda delle fasce ISEE), per ciascun figlio a carico a partire dal settimo mese di gravidanza della madre fino al diciottesimo anno di età del figlio. Sono previste maggiorazioni per i figli successivi al secondo, per le madri con meno di 21 anni e per i figli disabili (30-50%).

L’assegno può arrivare fino a 21 anni ma con importo ridotto, e solo se il figlio si iscrive all’università, svolge il Servizio civile o un lavoro a basso reddito, oppure se risulta disoccupato e in cerca di lavoro: in tutti questi casi, l’assegno unico universale viene erogato direttamente al giovane, come stimolo alla sua autonomia economica.

L’assegno unico è anche “universale” in quanto spettante a tutte le famiglie con figli senza distinzione tra lavoratori dipendenti ed autonomi, poiché il contributo economico mensile dipenderà dalla situazione economica del richiedente, così come risultante dall’indicatore Isee. 

La misura, probabilmente, ma qui ancora mancano i provvedimenti attuativi, avrà una componente fissa. Al massimo si potrà ottenere 250 euro, assicura il governo. L’assegno sarà, inoltre, compatibile con altre forme di sostegno, come per esempio il reddito di cittadinanza, e verrà riconosciuto sotto forma di credito di imposta o erogazione diretta della somma dovuta.

La previsione prevede l’universalismo dei beneficiari con un moderato grado di selettività: considera un importo dell’assegno costante pari a 1.930 euro l’anno (161 euro al mese) per ciascun figlio minorenne e a 1.158 euro all’anno (97 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne fino ad un livello di Isee pari a 30mila euro (oltre alle maggiorazioni). A partire dai 30mila euro di Isee il valore dell’assegno decresce in modo non lineare sino a 52mila, con una concavità verso il basso che tende a tutelare maggiormente i nuclei con Isee meno elevato. Oltre 52mila di Isee l’assegno resta costante a 800 euro l’anno (67 euro al mese) per ciascun figlio minorenne a carico e a 480 euro l’anno (40 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne.

L’universalità dell’assegno va a beneficio di coloro che fino ad oggi erano esclusi, mentre gli attuali beneficiari delle misure economiche per la genitorialità, ossia i dipendenti (che oggi hanno ANF e detrazioni in busta paga), perderanno una quota sostanziosa delle attuali agevolazioni. Tutto dipende però da quanto sarà messo sul piatto per finanziare la misura una volta che sarà a regime, che deve essere ancora completata.

L’unico requisito per l’assegno unico è la residenza (anche fiscale) in Italia e la cittadinanza o il permesso di soggiorno.

Il nuovo assegno unico sostituirà infatti bonus, detrazioni per i figli a carico e assegni familiari. A partire dalle detrazioni IRPEF, ma anche benefici e prestazioni come il bonus bebè (l’assegno di natalità), gli 800 alla nascita (bonus mamma domani), gli ANF (Assegno al Nucleo Familiare) e l’assegno per il terzo figlio.

L'introduzione dell'assegno unico familiare comporta la soppressione di alcune importanti misure a sostegno della famiglia, come l'assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori, il bonus bebè e il premio per la nascita di figli o l'adozione.

L'assegno spetta a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico. Avrà un valore massimo di 250 euro: in questa cifra globale confluiscono una parte fissa e una variabile, legata al reddito complessivo della famiglia.

Potranno richiederlo tutte le mamme a partire dal settimo mese di gravidanza

Dai 18 anni di età, inoltre, si potrebbe avere diritto a una somma ridotta rispetto all'assegno ed essere accreditata direttamente al figlio qualora questo:

- sia iscritto all’università;

- sia un tirocinante;

- sia iscritto a un corso professionale;

- svolga il servizio civile;

- svolga un lavoro a basso reddito.

Per quel che riguarda i requisiti di accesso, l’assegno unico 2021 è riconosciuto in favore di:

cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;

soggetti tenuti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;

residenti e domiciliati con i figli a carico in Italia per la durata del beneficio;

residenti in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno biennale.




domenica 28 febbraio 2021

Permessi e congedi: cosa prevede la legge

 


Non tutti i lavoratori conoscono permessi e congedi di cui hanno diritto come dipendenti, molti anche retribuiti: vediamo caso per caso.


Oltre alle misure straordinarie previste per l’emergenza Coronavirus – con i diversi congedi e le equiparazioni tra quarantena e malattia o degenza ospedaliera, previsti a seconda dei casi e della categoria di lavoratori interessati – il Diritto del Lavoro prevede diverse forme di tutela e strumenti che si adattano a specifiche circostanze, volte a migliorare la conciliazione tra lavoro e famiglia. Ad esempio, tutti conoscono il congedo matrimoniale (15 giorni retribuiti al 100%), ma ci sono altri permessi meno noti, ad esempio quello per motivi sindacali. Ma non solo: vediamo tutte le regole sulle assenze retribuite del lavoratore, approfondite dalla Fondazione Studi di Consulenti del Lavoro in base a quanto previsto dai CCNL.


Congedo matrimoniale

Il congedo matrimoniale spetta a tutti i lavoratori e lavoratrici che contraggono matrimonio valido agli effetti civili, dura 15 giorni di calendario ed è retribuito al 100%. In genere non è obbligatorio che inizi esattamente il giorno delle nozze: dipendente e datore di lavoro possono concordare una data vicina, con una flessibilità che non dovrebbe essere superiore a 30 giorni. 


È il lavoratore a dover chiedere il permesso matrimoniale, ed ogni contratto stabilisce con precisione con quanto anticipo (in genere da 6 a 15). Le norme di riferimento sono il RDL del 1937 per gli impiegati e il contratto collettivo interconfederale del 1941 per operai di industria, artigianato e cooperative.


Congedi e permessi familiari

I lavoratori dipendenti hanno diritto a un permesso retribuito di 3 giorni in caso di grave decesso di un parente di primo grado (coniuge). È anche possibile chiedere, in casi gravi e documentati, un congedo straordinario non retribuito fino a un massimo di 2 anni. La norma di riferimento è l’articolo 4 della legge 53/2000.


Congedo straordinario per la cura delle persone disabili in situazione di gravità: con la Circolare n. 159 l’INPS fornisce indicazioni dettagliate sui requisiti soggettivi per il riconoscimento del congedo e sulle modalità per la presentazione delle domande. Si tratta di un congedo che può essere concesso al familiare che assiste la persona disabile che versa in situazione di particolare gravità o anche un parente o affine entro il terzo grado convivente. Questo nel caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti dei soggetti individuati dalla norma secondo precisi criteri di priorità.


Requisiti

Il permesso retribuito per l’assistenza ai disabili in condizione di gravità si traduce normalmente nel diritto a fruire di 3 giorni mensili ai sensi dell’art. 33, comma 3 della Legge 104 del 5 febbraio 1992, mentre il congedo straordinario può essere concesso fino a due anni (tali permessi e congedi non possono essere riconosciuti a più di un lavoratore per l’assistenza alla stessa persona disabile in situazione di gravità) a patto che di essere conviventi con il disabile e che i soggetti che vengono prima nell’ordine prioritario siano:


mancanti, assenza naturale e giuridica o altra condizione ad essa giuridicamente assimilabile, continuativa e debitamente certificata dall’autorità giudiziaria o da altra pubblica autorità come il divorzio, la separazione legale o l’abbandono;

deceduti;

affetti da patologie invalidanti tali da impossibilitarli a svolgere la propria funzione assistenziale.


Permesso sindacale

L’articolo 2 dello Statuto dei lavoratori concede 10 ore annue di permessi retribuiti al 100% per la partecipazione ad assemblee sindacali. Sono retribuiti anche i permessi dei rappresentanti sindacali per partecipare a RSU, trattative, convegni sindacali (con preavviso di 3 giorni). I contratti collettivi possono prevede condizioni migliorative.


Legge 104

Per i lavoratori portatori di handicap o malattia grave (di cui alla Legge 104/1992)  ci sono 2 ore retribuite al giorno oppure 3 giorni al mese. Per prendersi cura di un parente è possibile avere sempre 3 giorni di permesso al mese, retribuiti al 50%.


Permesso elettorale

Chi accetta funzioni presso gli uffici elettorali, ad esempio come scrutatore ai seggi, compresi i rappresentanti di lista, possono assentarsi per l’intera durata della consultazione elettorale, con intera retribuzione. Per i giorni festivi compresi nel periodo elettorale (in genere la domenica), ricevono un compenso aggiuntivo allo stipendio o un riposto compensativo (per esempio al termine delle operazioni). La normativa di riferimento è l’articolo 119 del Dpr 361 del 1957.


Funzioni pubbliche

Riguarda coloro che vengono eletti a incarichi pubblici. I consiglieri nazionali e regionali hanno diritto a un’aspettativa per l’intera durata del mandato, senza stipendio. In pratica, c’è la garanzia della conservazione del posto di lavoro. Per i consiglieri comunali e provinciali, invece, è previsto un permesso retribuito per ogni giornata di riunione del consiglio, più un monte di 24 ore al mese.


Permessi studio

Gli studenti universitari hanno diritto a un permesso retribuito per l’intera giornata lavorativa del giorno d’esame.


Congedo formazione

I dipendenti con almeno cinque anni di anzianità aziendale possono chiedere un’aspettativa non retribuita per un massimo di undici mesi, per una volta sola nell’arco della vita lavorativa.




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