sabato 21 gennaio 2023

Contratto di Prestazione occasionale: le novità INPS 2023




Con la circolare INPS 19 gennaio 2023, n. 6 l’Istituto riepiloga il quadro normativo di riferimento e fornisce le indicazioni sulle nuove norme introdotte dalla legge di bilancio 2023.

Di seguito le principali novità. Per quanto riguarda i limiti economici per l’accesso al Libretto Famiglia e al Contratto di prestazione occasionale, dal 1° gennaio 2023 ciascun utilizzatore, con riferimento alla totalità dei prestatori, può erogare compensi di importo complessivamente non superiore a 10.000 euro per anno civile. Sempre dal 1° gennaio, possono fare ricorso al Contratto di prestazione occasionale i datori di lavoro che hanno alle proprie dipendenze fino a dieci lavoratori subordinati a tempo indeterminato.

Le aziende alberghiere e le strutture ricettive del settore turismo possono stipulare accordi di prestazioni occasionali con i lavoratori anche se non appartenenti alle categorie di cui al comma 8, art. 54-bis, decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50. È vietato, infine, l’utilizzo del Contratto di prestazione occasionale per le imprese operanti nel settore dell’agricoltura.

Con un breve comunicato stampa, l’INPS rende noto che sono in corso di aggiornamento le procedure telematiche per l’attivazione dei servizi Libretto di Famiglia e Contratto di Prestazione occasionale e che, entro fine mese, il sistema sarà adeguato.

La revisione generale è conseguente all’entrata in vigore delle novità introdotte dal Governo con la Manovra 2023.

In particolare, dall’1° gennaio:

aumenta fino a 10.000 euro per anno civile il limite di compenso erogabile dall’utilizzatore (datore di lavoro) nei confronti dei prestatori di lavoro (lavoratori);

accedono al Contratto di prestazione occasionale anche gli utilizzatori che hanno fino a 10 lavoratori subordinati a tempo indeterminato;

sono superati i precedenti limiti che imponevano alle imprese del turismo di occupare solo particolari categorie di lavoratori.

Per le imprese agricole sono state introdotte anche alcune formule semplificate di utilizzo delle prestazioni di lavoro occasionale a tempo determinato. 

Come sottolinea l’INPS, per il settore agricolo è stato definito un regime specifico, che ad esempio prevede l’inoltro della Comunicazione Obbligatoria di assunzione al Centro per l’impiego.




Quando sia andrà in pensione? te lo dice PensAmi, nuovo simulatore Inps




 Basta andare sul sito Inps. Selezionare il simulatore delle pensioni PensAmi. Inserire alcuni semplici dati e si potrà ottenere un calcolo di quando si andrà in pensione. E lo si può fare senza registrarsi sul sito.

Inps ha recentemente reso disponibile sul proprio sito web una nuova versione del simulatore "PensAmi - Pensione a misura", che consente ai cittadini di calcolare le proprie prospettive pensionistiche senza la necessità di effettuare alcuna registrazione.

Aggiornato il servizio web “PensAMi” il simulatore INPS per calcolare e comparare i diversi scenari pensionistici che riguardano ogni singolo contribuente, senza bisogno di autenticazione. Serve a confrontare tutte le regole e i requisiti di accesso alle diverse formule pensionistiche in vigore, con le novità della Manovra 2023.

Rispondendo ad alcune domande, l’utente viene a conoscenza delle opzioni a sua disposizione e, per ciascuna, ha modo di calcolare la prima data utile di decorrenza pensione, con le modalità di calcolo dell’assegno applicate.

Il servizio INPS online ha soprattutto una valenza informativa, in quanto non accede al fascicolo previdenziale del contribuente né contempla casistiche specifiche che danno diritto a forme di pensione agevolata. Vediamo come funziona.

Il simulatore di pensione INPS

Il servizio è aggiornato alle ultime novità legislative, dunque comprende anche la Quota 103 istituita dalla Legge di Bilancio (legge 30 dicembre 2021, n. 234) e l’Opzione Donna con le nuove regole 2023.

Accesso al servizio

Il servizio PensAMi (Pensione A Misura) è raggiungibile senza registrazione dal sito web dell’Istituto di previdenza (www.inps.it) attraverso il seguente percorso dalla homepage: Prestazioni e servizi > Servizi > PensAMI –

Simulatore scenari pensionistici.

Guida all’uso di PensAMi

Vuoi conoscere il tuo percorso personale per il raggiungimento della pensione? Accedi al simulatore per definire i tuoi possibili scenari pensionistici?

Così cominciava il percorso d’uso di PensAMi, non più articolato in diversi livelli come accadeva lo scorso anno (al termine dei quali si accedeva al riepilogo del proprio scenario pensionistico in base delle risposte fornite) ma ora riprogettato in un unico percorso per l’inserimento contestuale dei dati anagrafici e contributivi e la selezione di eventuali istituti aggiuntivi (riscatto titoli di studio, periodi di lavoro all’estero in Paesi UE ed extra-UE, maternità fuori dal rapporto di lavoro, ecc.).

È stata anche inserita una funzione di consulenza, per visualizzare le principali caratteristiche di ciascuno scenario pensionistico.

Pro

Il simulatore permette di verificare si si possono utilizzare il riscatto o altri istituti simili per sfruttare periodi contributivi come ad esempio il servizio militare ai fini della maturazione del diritto a pensione.

All’interno del servizio sono presenti anche note informative per chiarire eventuali dubbi e link di accesso alle schede informative sulle diverse prestazioni.

Contro

Il simulatore fornisce informazioni solo sui trattamenti pensionistici relativi alle seguenti gestioni INPS: (Fondo pensioni lavoratori dipendenti (FPLD), Gestione esercenti attività commerciali (COM), Gestione artigiani (ART), Gestione coltivatori diretti, mezzadri e coloni (CD/CM), Gestione separata, Cassa pensioni dei dipendenti delle amministrazioni dello Stato (CTPS), Cassa pensioni dei dipendenti degli Enti locali (CPDEL), Cassa pensioni degli ufficiali giudiziari (CPUG), Cassa pensioni insegnanti (CPI), Cassa pensioni sanitari (CPS).

Lo svolgimento di particolari attività può consentire l’accesso a forme di pensione agevolata in base a requisiti diversi da quelli considerati dal simulatore, quindi è bene sapere che questo strumento non offre una visione completa delle opportunità per ogni categoria.

Tutte le informazioni sono auto-dichiarate, pertanto è necessario conoscere i dati richiesti. Effettuando la simulazione senza autenticazione, infatti, non c’è alcun accesso alla banca dati INPS, che pertanto non precarica nè i dati del contribuente (come invece fa il simulatore “La tua pensione futura” accessibile con credenziali personali) nè il montante accumulato.

Come si usa

E' molto semplice. Basta inserire i dati anagrafici (mese e anno di nascita) e quelli di quando si è cominciato a lavorare. Selezionale il tipo di lavoro (dipendente pubblico o privato, lavoratore autonomo) e di gestione previdenziale. Si possono poi aggiungere vari periodi riscattabili (servizio civile-militare, riscatto laurea, maternità) che potrebbero dar diritto a un anticipo, e infine si ottiene il calcolo. La nuova versione di "PensAmi" presenta dunque un percorso semplificato per l'inserimento dei dati anagrafici e contributivi.

Al termine della simulazione possono comparire diversi risultati in base al tipo di pensione (anzianità o contribuzione) e viene fornita la possibilità di approfondire anche ottenendo una consulenza. Naturalmente il responso è legato alle regole attuali per andare in pensione e non è improbabile (quasi è sicuro) che il sistema cambierà nei prossimi anni.


domenica 11 aprile 2021

Assegno unico familiare




L’assegno Unico Universale per i Figli (AUUF) a carico prevede che tutte le famiglie (a prescindere dal reddito, che siano dipendenti, autonomi o disoccupati) ricevano ogni mese un contributo (in denaro o come credito d’imposta) che va da un minimo di 50 euro ad un massimo di 250 euro (a seconda delle fasce ISEE), per ciascun figlio a carico a partire dal settimo mese di gravidanza della madre fino al diciottesimo anno di età del figlio. Sono previste maggiorazioni per i figli successivi al secondo, per le madri con meno di 21 anni e per i figli disabili (30-50%).

L’assegno può arrivare fino a 21 anni ma con importo ridotto, e solo se il figlio si iscrive all’università, svolge il Servizio civile o un lavoro a basso reddito, oppure se risulta disoccupato e in cerca di lavoro: in tutti questi casi, l’assegno unico universale viene erogato direttamente al giovane, come stimolo alla sua autonomia economica.

L’assegno unico è anche “universale” in quanto spettante a tutte le famiglie con figli senza distinzione tra lavoratori dipendenti ed autonomi, poiché il contributo economico mensile dipenderà dalla situazione economica del richiedente, così come risultante dall’indicatore Isee. 

La misura, probabilmente, ma qui ancora mancano i provvedimenti attuativi, avrà una componente fissa. Al massimo si potrà ottenere 250 euro, assicura il governo. L’assegno sarà, inoltre, compatibile con altre forme di sostegno, come per esempio il reddito di cittadinanza, e verrà riconosciuto sotto forma di credito di imposta o erogazione diretta della somma dovuta.

La previsione prevede l’universalismo dei beneficiari con un moderato grado di selettività: considera un importo dell’assegno costante pari a 1.930 euro l’anno (161 euro al mese) per ciascun figlio minorenne e a 1.158 euro all’anno (97 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne fino ad un livello di Isee pari a 30mila euro (oltre alle maggiorazioni). A partire dai 30mila euro di Isee il valore dell’assegno decresce in modo non lineare sino a 52mila, con una concavità verso il basso che tende a tutelare maggiormente i nuclei con Isee meno elevato. Oltre 52mila di Isee l’assegno resta costante a 800 euro l’anno (67 euro al mese) per ciascun figlio minorenne a carico e a 480 euro l’anno (40 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne.

L’universalità dell’assegno va a beneficio di coloro che fino ad oggi erano esclusi, mentre gli attuali beneficiari delle misure economiche per la genitorialità, ossia i dipendenti (che oggi hanno ANF e detrazioni in busta paga), perderanno una quota sostanziosa delle attuali agevolazioni. Tutto dipende però da quanto sarà messo sul piatto per finanziare la misura una volta che sarà a regime, che deve essere ancora completata.

L’unico requisito per l’assegno unico è la residenza (anche fiscale) in Italia e la cittadinanza o il permesso di soggiorno.

Il nuovo assegno unico sostituirà infatti bonus, detrazioni per i figli a carico e assegni familiari. A partire dalle detrazioni IRPEF, ma anche benefici e prestazioni come il bonus bebè (l’assegno di natalità), gli 800 alla nascita (bonus mamma domani), gli ANF (Assegno al Nucleo Familiare) e l’assegno per il terzo figlio.

L'introduzione dell'assegno unico familiare comporta la soppressione di alcune importanti misure a sostegno della famiglia, come l'assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori, il bonus bebè e il premio per la nascita di figli o l'adozione.

L'assegno spetta a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico. Avrà un valore massimo di 250 euro: in questa cifra globale confluiscono una parte fissa e una variabile, legata al reddito complessivo della famiglia.

Potranno richiederlo tutte le mamme a partire dal settimo mese di gravidanza

Dai 18 anni di età, inoltre, si potrebbe avere diritto a una somma ridotta rispetto all'assegno ed essere accreditata direttamente al figlio qualora questo:

- sia iscritto all’università;

- sia un tirocinante;

- sia iscritto a un corso professionale;

- svolga il servizio civile;

- svolga un lavoro a basso reddito.

Per quel che riguarda i requisiti di accesso, l’assegno unico 2021 è riconosciuto in favore di:

cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;

soggetti tenuti al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;

residenti e domiciliati con i figli a carico in Italia per la durata del beneficio;

residenti in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno biennale.




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