domenica 8 ottobre 2023

Busta paga e RAL: calcolo dello stipendio netto

 




Guida alla RAL (Retribuzione Annua Lorda): come si usa questa voce in busta paga per calcolare lo stipendio netto e gli sconti INPS sull'imponibile.


Come si utilizza la RAL per calcolare lo stipendio netto dal lordo e qual è il significato esatto della sigla RAL? 

Sono tra le domande che più spesso si pongono i lavoratori che vanno a leggere la busta paga, tentando di comprenderne tutte le parti per desumere qual è la retribuzione annua lorda rispetto al netto percepito, o per capire a quanto ammonterà lo stipendio netto di una nuova proposta di lavoro formalizzata tramite RAL.

Vediamo dunque di chiarire cos’è la RAL, dal significato dell’acronimo al metodo di calcolo, fino al suo utilizzo nella stima dello stipendio netto percepito in busta paga.


Che cosa è la RAL?

La RAL è l’importo che viene concordato con il datore di lavoro in fase di assunzione e comprende anche il calcolo delle tasse sul reddito, quindi le trattenute IRPEF, assistenziali e previdenziali applicate dal datore di lavoro in qualità di sostituto di imposta. La RAL, dunque, comprende:

ogni retribuzione mensile lorda;

le ritenute previdenziali e assistenziali, solitamente i contributi INPS (9,49% su cui si applica il taglio del cuneo fiscale), a carico del lavoratore;

le trattenute IRPEF, quindi le tasse sugli stipendi dipendenti dallo scaglione di reddito nel quale si ricade.


Da RAL a stipendio netto

La RAL non include invece eventuali bonus in busta paga esentasse, come il Bonus Renzi, e le detrazioni fiscali (da lavoro dipendente) spettanti per legge. Questi importi vanno ad aumentare il netto in busta paga, ma non concorrono al lordo annuo.

Ecco perché in molti si chiedono come si effettua il calcolo dello stipendio netto, e come si arriva all’effettivo importo che arriverà nelle tasche del lavoratore, a fronte di una determinata RAL proposta dal nuovo datore di lavoro o in caso di aumento chiesto al capo, da pattuire proprio in termini di RAL.

Per calcolare lo stipendio netto a partire dal lordo, e quindi dalla RAL, si può utilizzare il pratico calcolatore online messo gratuitamente a disposizione su PMI.it, o procedere manualmente andando a:


calcolare l’imponibile IRPEF, pari alla RAL meno le ritenute previdenziali e assistenziali;

effettuare il calcolo delle tasse sul reddito, ovvero l’IRPEF dovuto in base allo scaglione in cui si ricade;

sottrarre alla RAL le ritenute previdenziali e assistenziali e l’IRPEF;

sottrarre le addizionali IRPEF comunali e regionali;

dividere l’importo dello stipendio netto annuale così ottenuto per il numero di mensilità previste dal proprio contratto o dal CCNL, tenendo quindi conto di eventuali tredicesima e quattordicesima);

aggiungere eventuali bonus e detrazioni spettanti.

Quanti sono al netto 30mila euro di RAL?

Il reddito netto dipende dalle detrazioni fiscali, dai contributi previdenziali e dal regime fiscale applicabile al reddito. In linea generale, si può fare un’ipotesi approssimativa assumendo una aliquota fiscale media e i contributi previdenziali per i dipendenti del settore privato in Italia): con un reddito annuo lordo di 30.000 euro, il reddito netto sarebbe approssimativamente di circa 22.400 euro.


Tuttavia, il reddito netto effettivo può variare in base a molteplici fattori, tra cui il regime fiscale applicabile e le detrazioni fiscali a cui si ha diritto, il trattamento integrativo spettante; perciò, è sempre meglio verificare con precisione il proprio reddito netto con un commercialista o un consulente fiscale. Ci sono da considerare anche gli sgravi INPS, come ad esempio il taglio del cuneo fiscale 2023.


Calcolo stipendio dalla RAL: esempi

Vediamo qualche esempio di calcolo dello stipendio netto a partire dal lordo (RAL) effettuato con il nostro calcolatore, considerando un lavoratore impiegato in Lombardia, senza carichi di famiglia al quale vengono corrisposte 13 mensilità:


con 15.000 euro di RAL lo stipendio netto sarà pari a 13.427 €, ossia 1.033 al mese;

con 20.000 euro di RAL lo stipendio netto sarà pari a 17.051 €, 1.312 € al mese;

con 20.000 euro di RAL lo stipendio netto sarà pari a 19.717 €, 1.517 € al mese;

con 30.000 euro di RAL lo stipendio netto sarà pari a 22.448 €, 1.727 € al mese;

con 40.000 euro di RAL lo stipendio netto sarà pari a 27.192 €, 2.092 € al mese;

con 50.000 euro di RAL lo stipendio netto sarà pari a 32.106 €, 2.470 € al mese;

con 60.000 euro di RAL lo stipendio netto sarà pari a 37.051 €, 2.850 € al mese;

con 70.000 euro di RAL lo stipendio netto sarà pari a 42.028 €, 3.233 € al mese.

Dove si vede la RAL in busta paga?

Le informazioni sopra descritte possono anche essere desunte dalla busta paga, RAL compresa. In particolare la retribuzione annua lorda è presente nella busta paga sotto la voce “Totale competenze”.  Ricordiamo brevemente come leggere la busta paga che, solitamente, è formata da quattro sezioni:


 anagrafica sia del dipendente che del datore di lavoro;

 retribuzione effettiva, contenente tutte le informazioni che consentono di capire quale è lo stipendio netto mensile effettivamente percepito dal lavoratore;

 sezione fiscale e previdenziale, con le indicazioni delle trattenute operate ai fini INPS, o di altro ente previdenziale, e dell’eventuale diritto ad agevolazioni fiscali;

 ore lavorate, un altro elemento importante che concorre alla determinazione dello stipendio mensile.

Come si calcola la RAL dalla busta paga?

Volendo calcolare la RAL partendo da una singola busta paga, bisogna:

prendere la retribuzione mensile lorda;

moltiplicarla per il numero di mensilità.

Oltre alla revisione di scaglioni e detrazioni sul lavoro, l’uscita di quelle per figli a carico confluite nell’Assegno Unico, il nuovo calcolo dell’ex Bonus 80,00 euro e l’aggiornamento delle addizionali regionali, a completare il quadro delle novità fiscali 2023 con impatto in busta paga c’è infine il taglio del cuneo fiscale per redditi da lavoro dipendente lordi fino a 35mila euro, pari al 2-3% da gennaio a luglio 2023 e al 6-7% da luglio a dicembre. Nel primo caso lo sconto riguarda anche la tredicesima.





martedì 25 aprile 2023

Indennità INPS importi per il 2023: malattia, maternità e paternità




A seguito dell'aggiornamento limite minimo di retribuzione giornaliera, l’INPS ha comunicato, nella Circolare n. 43, gli importi aggiornati per le indennità di malattia, maternità, paternità e tubercolosi nel 2023. Questi importi sono riferiti alle diverse categorie di lavoratori con diritto alle prestazioni in oggetto.


Indennità per dipendenti

Per i lavoratori dipendenti, gli importi delle indennità per malattia, maternità/paternità e tubercolosi variano in base alla tipologia di lavoratore e alla prestazione. Di seguito sono riportati i dettagli per ciascuna categoria.


Lavoratori soci di società e di enti cooperativi, anche di fatto Retribuzione del mese precedente, comunque non inferiore al minimale di 53,95 euro


Lavoratori agricoli a tempo determinato Retribuzione di base per la liquidazione delle prestazioni pari a 48,00 euro


Compartecipanti familiari e piccoli coloni Lavoratori italiani operanti all’estero in paesi extracomunitari


Riferimento: retribuzioni convenzionali 2023 In via temporanea il reddito annuo è 60,26 euro


Indennità per lavoratori domestici

Per i lavoratori italiani e stranieri addetti ai servizi domestici e familiari, gli importi di riferimento per l’indennità di maternità e paternità sono differenti e dipendono dalla retribuzione oraria effettiva:


7,90 euro per le retribuzioni orarie effettive fino a 8,92 euro;

8,92 euro per le retribuzioni orarie effettive superiori a 8,92 euro e fino a 10,86 euro;

10,86 euro per le retribuzioni orarie effettive superiori a 10,86 euro;

5,75 euro per i rapporti di lavoro con orario superiore a 24 ore settimanali.


Indennità per autonomi

L’INPS ha comunicato anche gli importi per il calcolo delle indennità di maternità, paternità, congedo parentale e interruzione della gravidanza per i lavoratori autonomi, suddivisi per categoria.

Coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli professionali 48,00 euro, corrispondenti al limite minimo di retribuzione giornaliera fissata per l’anno 2023 per la qualifica di operaio dell’agricoltura, con riferimento alle nascite/ingressi in famiglia avvenuti nel 2023 anche quando il periodo indennizzabile abbia avuto inizio nel 2022 


Artigiani 53,95 euro, corrispondenti al limite minimo di retribuzione giornaliera


Commercianti 53,95 euro, corrispondenti al limite minimo di retribuzione giornaliera

Pescatori 29,98 euro, corrispondenti alla misura giornaliera del salario convenzionale


Indennità in Gestione Separata

Per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS, l’Istituto ha fornito gli importi 2023 per il calcolo delle prestazioni di malattia, degenza ospedaliera, maternità, paternità e congedo parentale.


Le aliquote contributive pensionistiche variano in base alla tipologia di lavoratore.


26,23% Liberi professionisti

33,72% Collaboratori e altre figure assimilate non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali non è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL

35,03% Collaboratori e altre figure assimilate non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL

Per il 2023, il minimale di reddito è pari a 17.504 euro e il massimale è pari a 113.520,00 euro. Il limite di reddito per l’erogazione dell’indennità per degenza ospedaliera e dell’indennità di malattia è pari a 73.509,80 euro.


I contributi mensili utili e gli importi delle indennità per malattia e degenza ospedaliera sono calcolati in base alle mensilità di contribuzione accreditate nei dodici mesi precedenti l’evento.


I contributi mensili utili:


382,61 euro Liberi professionisti per i quali si applica l’aliquota del 26,23%


491,86 euro Collaboratori e altre figure assimilate per i quali si applica l’aliquota al 33,72%


510,97 euro Collaboratori e altre figure assimilate per i quali si applica l’aliquota al 35,03%






Gli importi per la degenza ospedaliera:

49,76 euro (16%) se nei 12 mesi precedenti l’evento risultano accreditate da 1 a 4 mensilità di contribuzione


74,64 euro (24%) se nei 12 mesi precedenti l’evento risultano accreditate da 5 a 8 mensilità di contribuzione


99,52 euro (32%) se nei 12 mesi precedenti l’evento risultano accreditate da 9 a 12 mensilità di contribuzione


Gli importi per l’indennità di malattia:

24,88 euro (8 per cento) se nei 12 mesi precedenti l’evento risultano accreditate da 1 a 4 mensilità di contribuzione


37,32 euro (12 per cento) se nei 12 mesi precedenti l’evento risultano accreditate da 5 a 8 mensilità di contribuzione


49,76 euro (16 per cento) se nei 12 mesi precedenti l’evento risultano accreditate da 9 a 12 mensilità di contribuzione





sabato 21 gennaio 2023

Contratto di Prestazione occasionale: le novità INPS 2023




Con la circolare INPS 19 gennaio 2023, n. 6 l’Istituto riepiloga il quadro normativo di riferimento e fornisce le indicazioni sulle nuove norme introdotte dalla legge di bilancio 2023.

Di seguito le principali novità. Per quanto riguarda i limiti economici per l’accesso al Libretto Famiglia e al Contratto di prestazione occasionale, dal 1° gennaio 2023 ciascun utilizzatore, con riferimento alla totalità dei prestatori, può erogare compensi di importo complessivamente non superiore a 10.000 euro per anno civile. Sempre dal 1° gennaio, possono fare ricorso al Contratto di prestazione occasionale i datori di lavoro che hanno alle proprie dipendenze fino a dieci lavoratori subordinati a tempo indeterminato.

Le aziende alberghiere e le strutture ricettive del settore turismo possono stipulare accordi di prestazioni occasionali con i lavoratori anche se non appartenenti alle categorie di cui al comma 8, art. 54-bis, decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50. È vietato, infine, l’utilizzo del Contratto di prestazione occasionale per le imprese operanti nel settore dell’agricoltura.

Con un breve comunicato stampa, l’INPS rende noto che sono in corso di aggiornamento le procedure telematiche per l’attivazione dei servizi Libretto di Famiglia e Contratto di Prestazione occasionale e che, entro fine mese, il sistema sarà adeguato.

La revisione generale è conseguente all’entrata in vigore delle novità introdotte dal Governo con la Manovra 2023.

In particolare, dall’1° gennaio:

aumenta fino a 10.000 euro per anno civile il limite di compenso erogabile dall’utilizzatore (datore di lavoro) nei confronti dei prestatori di lavoro (lavoratori);

accedono al Contratto di prestazione occasionale anche gli utilizzatori che hanno fino a 10 lavoratori subordinati a tempo indeterminato;

sono superati i precedenti limiti che imponevano alle imprese del turismo di occupare solo particolari categorie di lavoratori.

Per le imprese agricole sono state introdotte anche alcune formule semplificate di utilizzo delle prestazioni di lavoro occasionale a tempo determinato. 

Come sottolinea l’INPS, per il settore agricolo è stato definito un regime specifico, che ad esempio prevede l’inoltro della Comunicazione Obbligatoria di assunzione al Centro per l’impiego.




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