domenica 9 gennaio 2011

Stress da lavoro: valutazione

Ricordo che dal 1° gennaio 2011 vi è l'obbligo, da parte dei datori pubblici e privati, di effettuare la valutazione dei rischi da stress lavoro. Saranno gli stessi datori da lavoro che dovranno esaminare le fonti di rischio da stress e inserirle nel documento aziendale.

Troviamo una definizione dello stress da lavoro.
Lo stress da lavoro può essere definito quale condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale e può essere una conseguenza del fatto che dei lavoratori non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro.

Quando può esserci squilibrio?
Diciamo che si può verificare quando il lavoratore non si sente in grado di corrispondere alle richieste lavorative. Tuttavia non tutte le manifestazioni di stress da lavoro possono essere considerate come stress lavoro-correlato. Lo stress lavoro-correlato è quello causato in modo particolare da vari fattori propri del contesto e del contenuto del lavoro.

Le caratteristiche dello stress da lavoro possono riassumersi in due aspetti. Uno quello che si riferisce al ambiente lavorativo ossia scarsa comunicazione, mancanza di definizione di obiettivi, conflitti di ruolo, insicurezza dell’impiego, partecipazione ridotta al processo decisionale; mentre il secondo aspetto è quello che si riferisce al contenuto del lavoro ossia problemi di affidabilità, disponibilità o idoneità, carico di lavoro eccesivo o ridotto, carenza di ritmo sul lavoro, orari di lavoro poco flessibili e incapacità di creare reali turni di lavoro.
Diciamo inoltre che la valutazione del rischio da stress lavoro dovrà essere parte integrante della valutazione dei rischi e dovrà essere effettuata datore di lavoro avvalendosi del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) con il coinvolgimento del medico competente e previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).

Sarà necessario indicare il percorso metodologico che permetta una corretta identificazione dei fattori di rischio da stress lavoro, in modo che da tale identificazione discendano la pianificazione e realizzazione di misure di eliminazione o, quando essa non sia possibile, riduzione al minimo di tale fattore di rischio.

La valutazione deve prendere in esame non singoli ma gruppi omogenei di lavoratori che risultino esposti a rischi dello stesso tipo secondo una individuazione che ogni datore di lavoro può autonomamente effettuare in ragione della effettiva organizzazione aziendale.
Per ulteriori informazioni invito a visitare il sito Studio Legale Law.

mercoledì 29 dicembre 2010

Reintegro dal lavoro.

In ricordo della sentenza di Tiziana Ferrario.

Parliamo della tutela del lavoratore ossia del reintegro. Se il licenziamento o il cambio mansioni viene intimato senza la forma scritta o senza giustificato motivo, il giudice lo ritiene illegittimo dichiarandolo inefficace. In questo caso, il datore di lavoro è soggetto a determinati obblighi verso il lavoratore.

Il giudice ordina la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro nei confronti dei datori di lavoro, imprenditori o meno, che occupano: più di 15 dipendenti (5 se agricoli) in ciascuna unità produttiva: sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo, dove è avvenuto il licenziamento; più di 15 dipendenti (5 se agricoli) nell'ambito dello stesso Comune, anche se ciascuna unità produttiva non raggiunge il limite; più di 60 dipendenti complessivamente se nell'unità produttiva interessata sono occupati meno di 16 dipendenti.

Ricordo che nelle cause di diritto del lavoro stando alle percentuali – sentenze , il tribunale del lavoro da ragione spesso, il più delle volte al dipendente è estremamente difficile che il datore di lavoro possa avere una ragione giuridica in merito al licenziamento di personale dipendente.
Oltre alla reintegrazione, il licenziamento illegittimo obbliga il datore di lavoro a risarcire il lavoratore del danno subito. Questo è costituito dal pagamento della retribuzione globale di fatto che il lavoratore non ha percepito, dal giorno del licenziamento fino a quello dell'effettiva reintegrazione.

Ricordo in merito che il tribunale di Roma sezione lavoro ha accolto il ricorso della giornalista Tiziana Ferrario, che ha ordinato alla Rai di reintegrare la giornalista nelle mansioni di conduttrice del Tg1 delle 20 e di inviata speciale per grandi eventi. Il giudice ha ravvisato una "grave lesione della sua professionalità per motivi di discriminazione politica" a seguito dell'opposizione della stessa giornalista alla linea editoriale del direttore Augusto Minzolini.

Questa sentenza ha un valore di grande importanza perché “afferma il principio fondamentale che i poteri del direttore di una testata giornalistica sono limitati dalla legge: non ha infatti il diritto di emarginare o mettere i giornalisti della sua redazioni in condizione di non lavorare". Così Tiziana Ferrario ha commentato a caldo.

Sicuramente è stata una sentenza ancora più significativa in quanto può rivelarsi utile a tutti coloro che hanno subito un medisimo trattamento. La giornalista RAI, in merito alla discriminazione politica a cui tra l'altro fa riferimento la sentenza, ha rilevato: "una redazione è formata da tante identità culturali e il confronto è sempre e comunque necessario".

Fiat Pomigliano: nuova luce per i lavoratori

E' stato firmato il nuovo contratto di lavoro per i dipendenti dello stabilimento campano
I sindacati ( Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic, l'Associazione dei quadri Fiat e il Lingotto)   ad esclusione della FIOM forse più per motivi politici che di indirizzo prettamente sindacale,  hanno firmato il nuovo contratto di lavoro  per i 4.600 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano.
A partire da gennaio 2011 saranno riassunti dalla Newco, sulla base dell'accordo di giugno che sblocca investimenti per 700 milioni per la produzione della nuova Panda. Sicuramente grazie alla firma di questo accordo l'aspetto che viene maggiormente in risalto  è che da gennaio i primi lavoratori di Pomigliano rientreranno dalla cassa integrazione e saranno riassunti. Si apre una nuova luce per i lavoratori della FIAT.
Cosa prevede il nuovo accordo Fiat - sindacati?
La firma del nuovo contratto sblocca definitivamente i milioni di euro di investimento e garantisce occupazione per qausi 5.000 addetti diretti e per altri 5.300 dell’indotto collegato al sito produttivo di Pomigliano. Un aspetto rilevante è che dalla prossima settimana l’azienda darà il via alle riassunzioni. Questo è un grande risultato che dimostra la concretezza dell’agire sindacale nonostante ogni forma di speculazione propagandistica e di aggressione terminologica.
Il nuovo contratto di lavoro valorizza alcuni punti indicativi.
Per prima cosa, vengono costruiti cinque gruppi professionali che vanno dall’alto verso il basso  e vengono create delle fasce intermedie nelle categorie operaie, proprio nei primi due gruppi professionali (la quinta e la quarta).
In secondo luogo, la vecchia "erp" diventerà la prima fascia della nuova quarta categoria. E', infatti, in quest’ultimo livello che sarà concentrato il maggior incremento sui minimi retributivi corrispondente a circa 100 euro in più rispetto al contratto firmato nel 2009. Il nuovo sistema dei minimi tabellari probabilmente avrà ricadute positive sia sugli scatti di anzianità  che sulle maggiorazioni di turno e di lavoro in straordinario.

La FIOM ha giudicato questa dialettica sindacale come “ un atto anti-sindacale” come ha sostenuto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini - anti-democratico e autoritario che non ha precedenti”.
Quello che risulta dopo l'accordo è che dopo tanta sofferenza ed incertezza i lavoratori di Pomigliano avranno una nuova possibilità di lavoro e nuove prospettive di vita sia da un punto di vista   “intellettuale” che di “sforzi” quotidiani. Ed è vero che il lavoro nobilita l'uomo.
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