giovedì 26 dicembre 2013

La cessione del quinto dello stipendio sempre più richiesta




La cessione del quinto è una tipologia di prestito rivolta ai lavoratori dipendenti (pubblici, statali, di enti parastatali, di aziende private) e da qualche anno a questa parte ai lavoratori in pensione definita cessione del quinto pensionati, ovvero ai soggetti che possono contare su una busta paga o una pensione su cui può essere addebitata la rata del finanziamento.

Nella miriade di offerte che ci sono nella galassia dei prestiti personali un italiano su quattro si affida alla cessione del quinto dello stipendio. Sono questi i risultati di un'indagine svolta dai portali Facile.it e Prestiti.it, secondo cui a richiedere questa forma di prestito sono soprattutto dipendenti e pensionati.

La cessione del quinto della pensione deve essere un prestito personale a tasso fisso e rata costante, da estinguersi mediante cessione pro solvendo di una quota della pensione fino al quinto della stessa, valutato al netto delle ritenute fiscali e fatto salvo l'importo corrispondente al trattamento minimo, per periodi non superiori a dieci anni.

Un quarto degli italiani cede un quinto dello stipendio.

Secondo l'indagine condotta dai due portali internet, la cessione del quinto è una forma di finanziamento cui - nel periodo che va da maggio a ottobre 2013 - ha guardato con interesse il 25,9% delle persone con intenzione di richiedere un prestito.

A presentare la richiesta sono soprattutto i dipendenti privati (58,6%), anche se c'è' un 16% di richieste che arriva da pensionati. L'importo medio richiesto e' pari a 17.000 € e l'età del richiedente e' in media di 44 anni con un reddito medio mensile di 1.600 euro.

Gli importi più alti si richiedono in Sardegna (19.000 €) a seguire vi sono la Sicilia (18.700€) il Friuli Venezia Giulia, le Marche e la Puglia anche se per quest'ultima il dato subisce una riduzione significativa ( nel 2012 l'importo richiesto era pari a 22.500€).

Rispetto ad altre forme di prestito, la cessione del quinto possiede alcune caratteristiche particolari. Tra di esse, il fatto che la quota del prestito sia trattenuta direttamente sulla busta paga da parte del datore di lavoro per i lavoratori dipendenti o sulla pensione del richiedente il finanziamento per personale in pensione.

I vantaggi che si devono avere per ottenere questo prestito sono generalmente: tempi rapidi e a tassi convenienti; documenti facilmente reperibili; importi elevati, rateizzabili fino a 120 mesi, erogazione in tempi rapidi. In mancanza di queste condizioni difficilmente si può parlare di convenienza e vantaggi.

Groupon, l'Antitrust apre un'indagine pubblicità ingannevole



Il sito di annunci low cost nel mirino per pratiche commerciali scorrette. “L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso di avviare un procedimento per verificare possibili pratiche commerciali scorrette da parte di Groupon”.

La società online che offre coupon per promozioni e supersconti «fino al 90%» in centri benessere, ristoranti e viaggi, ora è nel mirino dell'Antitrust per possibili pubblicità ingannevoli.

L’Autorità, su segnalazione delle associazioni dei consumatori, ha aperto un’istruttoria per verificare possibili pratiche commerciali scorrette.

L’istruttoria, informa una nota, è stata decisa alla luce delle denunce ricevute da Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Adiconsum-Veneto, Sportello Europeo Consumatori-Trento, Associazione Consumatori Utenti-ACU Piemonte, Nero su Bianco e da oltre 600 singoli cittadini.

Secondo gli uffici dell’Antitrust, alcune società del gruppo internazionale Groupon (Groupon s.r.l., Groupon International GmbH, Groupon International Travel GmbH, Groupon Goods Global GmbH) potrebbero avere posto in essere pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori. In particolare dovranno essere verificati due comportamenti: la diffusione, attraverso il sito internet www.groupon.it, nella fase precedente all’acquisto dei coupon, di informazioni commerciali ingannevoli, omissive e in grado di creare confusione nel consumatore, in relazione ai prezzi e alle caratteristiche delle offerte pubblicizzate; nonché l’incapacità del servizio di assistenza-clienti a far fronte ai reclami dei consumatori nelle diverse ipotesi di non utilizzabilità dei coupon acquistati, ostacolando così l’effettivo esercizio dei diritti contrattuali.

Potrebbero rientrare in tale pratica il rimborso effettuato attraverso i buoni anziché con la restituzione dei soldi, il mancato o parziale rimborso dei coupon non utilizzati per cause addebitabili alle società del gruppo Groupon o ai loro partner (es. nei casi di overbooking), i comportamenti dilatori del call center nel rispondere o nel dare seguito alle richieste di rimborso e di recesso.

Groupon "si impegna costantemente per fornire un servizio capace di soddisfare gli interessi della clientela" e assicura che il proprio modello di business e le proprie procedure organizzative "evolvono costantemente per garantire ai consumatori la migliore esperienza d'acquisto ed alti standard qualitativi". Così l'azienda commenta l'apertura dell'istruttoria da parte dell'Antitrust, con la quale dice in una nota di collaborare "attivamente per far sì che i diritti dei consumatori siano pienamente rispettati".


martedì 24 dicembre 2013

Lavoro: il ministro Giovannini, e la di proposta di Matteo Renzi sul contratto unico




Il governo è pronto ad una accelerazione sui temi del lavoro. A garantire un impegno forte già da gennaio è il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che però frena Renzi. «La proposta del contratto unico - spiega - è una delle vie possibili, ma non è l’unica».

Su neoassunti non è idea nuova. ''Questa non è una proposta nuova: riuscire a rendere più stabile il lavoro è una delle esigenze che tutti abbiamo. Nella legge di stabilità abbiamo introdotto un incentivo per le imprese che trasformano in tempo indeterminato un contratto a tempo determinato. Solo un lavoro che ha un respiro a lungo termine consente di metter su famiglia, di avere dei piani di vita a lungo termine. Dobbiamo vederla la proposta che farà Renzi e il suo team perché ce ne sono varie di versioni''. Così il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini in un'intervista radiofonica alla Rai risponde alla richiesta di un commento sul piano del lavoro elaborato o in via di definizione da Renzi.

''Per esempio c'è chi dice facciamo questa eliminazione dell'articolo 18 solo per i primi 3 anni in cui l'impresa capirà se la persona è valida o meno e poi lo trasforma in tempo indeterminato. Altri invece nel passato hanno detto no, l'impresa deve avere libertà di licenziamento in cambio di un'indennità per tutta la vita lavorativa della persona", sottolinea. ''Ogni trimestre - afferma il ministro - noi abbiamo 2.500.000 contratti di lavoro, di questi 1 milione e 6 sono a tempo determinato e poi ci sono tutte le altre formule. E' chiaro che se trasformiamo quel 1.600.000 a tempo determinato in un contratto cosiddetto indeterminato a tutele progressive non è che abbiamo spostato chissà di che cosa il mercato del lavoro''.

Secondo Giovannini ''noi abbiamo bisogno di strumenti che aiutino sia le imprese che vogliono investire sul lungo termine sia imprese che ancora, in questa fragile ripresa, sono ancora incerti sul da farsi. C'è un po' di confusione e speriamo che a gennaio queste diventino molto più concrete. A proposito della Cig il responsabile del Welfare dice che ''molte imprese e molti lavoratori pagano la cassa integrazione di tasca propria. In altri termini ogni mesi viene accantonata presso l'Inps una certa somma che poi l'impresa utilizza quando, eventualmente, ne ha bisogno. Questo è il meccanismo ordinario. La cassa in deroga aiuta le persone che non hanno questo meccanismo e va a carico della fiscalità generale e quindi la paghiamo tutti. Quest'anno nel 2013 sono stati circa 2.800.000.000 una cifra molto alta. Intanto da gennaio il meccanismo cambia perché impresa e lavoratori per i vari settori devono fare i cosiddetti fondi bilaterali ovvero devono mettere insieme una parte di soldi per fronteggiare questi eventi per il futuro''. Il governo ha convocato le parti sociali per l'inizio dell'anno per discutere di come cambiare questi ammortizzatori perché ''è anche vero che la cassa integrazione e in deroga e soprattutto la mobilità in alcuni casi ha determinato degli abusi. Pensare ad un ammortizzatore generalizzato per tutti ha un costo molto elevato''.

Il responsabile del Lavoro chiama le parti sociali: «Abbiamo già convocato sindacati e imprese per discutere la riforma degli ammortizzatori sociali e sempre nel primo mese faremo la proposta per una legge delega di semplificazione normativa per le assunzioni». Giovannini ribadisce la volontà massima al dialogo: «Chiamerò e discuterò con i responsabili lavoro dei vari partiti».
Da Giovannini arriva però un altolà alla proposta di contratto unico avanzata da Renzi: «C’è un po’ di confusione e speriamo che a gennaio queste proposte diventino molto più concrete. Siamo pronti a discuterne ma senza una ripresa più forte di questi mesi è difficile creare lavoro». Le idee stanno piovendo sul tavolo del governo sia da destra che da sinistra. «Dobbiamo ricordare sempre che solo con la ripresa economica si crea nuovo lavoro. Pensare che una modifica normativa di per se produca immediatamente tanto lavoro mi sembra che sia un’aspettativa ingiustificata», dice ancora replicando alle domande su un possibile nuovo intervento sull’articolo 18 profilato dal segretario Pd, Matteo Renzi, mentre a proposito dei contratti individuali o aziendali ricorda come «la possibilità di prevedere deroghe alla contrattazione nazionale è già possibile con l’articolo 8 della manovra 2011». «Cambiando solo le regole comunque è difficile che si crei lavoro», ribadisce.

I punti in questione sono: «Flessibilità in entrata e in uscita» ma, nel caso di perdita di lavoro, «un sussidio unico statale» di due anni che consenta a chi non ha più un’occupazione di mantenere la famiglia e, nel frattempo, corsi di formazione, che lo agevolino nella ricerca di un nuovo impiego. Ancora una volta il segretario del PD ribadisce che il punto non è articolo 18 sì o no, perché se si inizia da questo «si torna alla casella di partenza». «La rivoluzione sul lavoro - evidenzia - è possibile se tutti abbandoniamo le certezze altrimenti se ripartiamo dal solito percorso perdiamo la strada per tornare a casa». La risposta di Letta è stata chiara: «A gennaio nel contratto di governo affronteremo tutte le proposte degli attori della maggioranza. Tutto ciò che aiuta nuova occupazione è benvenuta, dobbiamo creare occupazione buona e non senza diritti».




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