martedì 10 luglio 2012

Lavoro: disoccupazione continuerà a salire un giovane su due è precario


"L'Italia é stata colpita duramente dalla crisi ed è probabile che la disoccupazione continui ad aumentare": è quanto scrive l'Ocse nel suo ultimo rapporto sulle prospettive dell'occupazione, presentato a Parigi.

Precari se lavorano, disoccupati di lungo corso se l'occupazione la perdono e tantissimi non sono ne' a scuola ne' al lavoro. Sono i giovani italiani in base alle statistiche dell'Employment Outlook dell'Ocse.

"E' probabile che la recente riforma del mercato del lavoro riduca i costi sociali e occupazionali delle prossime recessioni": è quanto si legge in una scheda consacrata all'Italia dell'Employment Outlook 2012 dell'Ocse. In primo luogo "una minor incidenza del lavoro a termine e di altre forme contrattuali atipiche e precarie dovrebbe favorire la capacità del mercato del lavoro italiano di affrontare future recessioni, riducendone anche i costi sociali". Secondo, prosegue l'organismo con sede a Parigi, "la riforma estende la copertura dell'indennità di disoccupazione a una platea più ampia di lavoratori e ne aumenta moderatamente la somma, riducendo così i costi sociali legati ad un aumento della disoccupazione".

"Da molti anni - ricorda l'organismo - l'Ocse sollecitava l'Italia a intervenire sul proprio sistema di ammortizzatori sociali e le stime dell'Organizzazione suggeriscono che la riforma aumenterà notevolmente il livello dei sussidi di disoccupazione relativamente al reddito precedente la perdita del posto di lavoro". E ancora: "Si tratta di un ottimo primo passo ma che necessita di essere accompagnato da una efficace strategia di attivazione fondata su una più chiara distinzione di compiti tra il governo centrale e le autorità regionali, e ispirata al principio per il quale i lavoratori si impegnano a cercare attivamente un lavoro o a partecipare a corsi di formazione in cambio dei sussidi e, in caso di inadempimento, sono soggetti a sanzioni".

Molti i fattori che concorrono a spiegare perché la crisi abbia colpito soprattutto i giovani in Italia. Innanzitutto, i nuovi arrivati nel mercato del lavoro mancano di esperienza e questo è ancora più penalizzante in un periodo di crisi dell'ampiezza di quella attuale. In secondo luogo, i giovani italiani sono spesso occupati con contratti atipici, in particolare contratti a termine e altre forme relativamente più precarie.

1 commento:

  1. In Italia è scomparso "il lavoro". Ogni giorno aumenta il numero delle piccole, mini, medie aziende che sono costrette a "chiudere" per mancanza totale di prospettive per il proseguimento e/o ripresa dell'attività. La desolazione economica è evidente, salvo alcune realtà produttive e/o commerciali più uniche che rare così poche e significative da non cambiare il quadro generale del buco nero in cui i provvedimenti del "salva-cresci Italia" hanno fortemente contribuito ad affossare l'imprenditoria nazionale. "Non ci cerca più nessuno", dicono quelli che hanno sempre lavorato rischiando in proprio e che ora, senza protezione alcuna, sono allo sbaraglio morta o morente ogni speranza di potersi riprendere nonostante cerchino invano di arrancare per non morire del tutto subito. Nel frattempo incombono gli studi di settore e altre malefiche diavolerie fiscali che, no, dicono, tu racconti balle e il tuo reddito non può essere diminuito rispetto agli esercizi precedenti anzi deve essere aumentato e devi pagare tot di tasse, quelle che pretendo io fisco, anche se ciò ti costa la casa e ogni tuo avere compresa la dignità e forse la vita. Stante così la situazione è un terno al lotto, per un giovane trovare un lavoro "precario".

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