domenica 24 gennaio 2021

Esodo anticipato: restano 7 gli anni di anticipo




Le novità 2021 sull' esodo anticipato (Isopensione) confermato fino al 2023 l'ampliamento a 7 anni dell'esodo anticipato per aziende sopra i 15 dipendenti.

In tema di isopensione (l’esodo anticipato a carico dei datori di lavoro, introdotto dalla Legge Fornero ) l’INPS è intervenuta con il messaggio 227 2021 a confermare la novità della recente legge di bilancio 2021  che ha prorogato fino al 2023 il periodo della prestazione di accompagnamento a pensione  elevato a sette anni, invece che 4.  Pertanto, per le nuove decorrenze delle prestazioni, fino al 2023 il periodo massimo individuale di fruizione può essere elevato fino a 7 anni. Ultima decorrenza ammessa sarà il 1° dicembre 2023 con risoluzione del rapporto di lavoro il 30 novembre 2023). 

La Legge di Bilancio 2021 ha previsto una proroga al 2023 per il periodo di permanenza dei beneficiari nell’isopensione, ossia la prestazione di accompagnamento alla pensione istituita dalla Legge Fornero (articolo 4, comma 2, legge 28 giugno 2012, n. 92). Si tratta della misura di pensione anticipata per i lavoratori prossimi al pensionamento, i quali possono dunque lasciare il lavoro in anticipo, previo accordo aziendale.

Ma rivediamo di seguito per maggiore chiarezza le principali caratteristiche di questo istituto in materia previdenziale.

L'Isopensione è una forma di pensionamento anticipato con prestazione economica a carico dei datori di lavoro aziende (introdotta con l'articolo 4, comma 2, della legge 28 giugno 2012, n. 92), che permette alle aziende con più di 15 dipendenti, in media, di chiudere in anticipo il rapporto con i lavoratori cui manchino al massimo 4 anni all'età per la pensione per motivi di ricambio generazionale o ridimensionamento del personale. 

Con la legge di bilancio 2018 il termine di 4 anni era stato portato a 7, solo per il periodo 2018-2020.

L'azienda è tenuta a versare all'INPS sia le somme per l'assegno sostitutivo della pensione che giunge al lavoratore (assegno di esodo) tramite l'istituto, che per la contribuzione correlata. 

Viene così garantita la copertura per tutto il periodo fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia, che non subisce variazioni negative dal punto di vista economico. 

L'accordo di esodo siglato con le rappresentanze sindacali deve essere anche autorizzato dall'INPS che valuta i requisiti contributivi del dipendente e il requisito dimensionale dell'azienda. 

È richiesta anche una fidejussione per garantire la solvibilità dell'impegno finanziario verso il lavoratore. 

L'assegno di esodo è pari all'importo del trattamento pensionistico che spetterebbe al lavoratore dall'INPS sulla base alle regole vigenti. È esclusa però la contribuzione figurativa correlata che il datore di lavoro corrisponde all'INPS. 

Ancora da sottolineare che l'isopensione:

non gode della perequazione automatica all'indice ISTAT, 

non spettano i trattamenti di famiglia (ANF), e 

non possono essere effettuate trattenute, ad esempio per riscatti e ricongiunzioni o per cessione del quinto .

Le principali riforme previdenziali recenti sono:

la legge Fornero che ha sancito il passaggio definitivo al sistema contributivo, ha codificato il meccanismo che lega l'aumento della speranza di vita alla pensione di vecchiaia e ha eliminato la pensione di anzianità (quella con 40 anni di contributi a qualsiasi età).

l'introduzione dell’APE, anticipo pensionistico a 63 anni, con un prestito bancario agevolato, garantito anche gratuitamente ad alcune categorie (APE SOCIALE) e della RITA, la possibilità di anticipare la fruizione di quanto versato alla Previdenza complementare.

Il Decreto-legge su Quota 100, entrato in vigore il 29 gennaio 2019, che ha reintrodotto un pensionamento anticipato per gli iscritti alle gestioni INPS con 62 anni di età e 38 di contributi. 

Il decreto, pur andando in direzione opposta rispetto al contenimento della spesa, non modifica il sistema di calcolo   quindi l’uscita produce un assegno più basso di quanto sarebbe al momento della pensione di vecchiaia, a causa dei minori contributi versati. È stato scelto soprattutto da lavoratori pubblici.

 Va ricordato dunque che oggi il sistema prevede:

La pensione di vecchiaia cui hanno diritto tutti i lavoratori assicurati con la previdenza obbligatoria e che all'età stabilita per legge (67 anni dal 2019 al 2022, ma che aumenterà progressivamente se aumenta la speranza di vita) abbiano un’anzianità contributiva di almeno 20 anni;

svariate modalità di pensionamento anticipato  rispetto all'età della pensione di vecchiaia (Pensione anticipata della legge Fornero, APE volontario o sociale, Isopensione, Quota 100, pensione anticipata per mansioni usuranti e per i lavoratori precoci, Opzione Donna, ecc.).





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