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sabato 3 novembre 2012

Fiat: il reintegro del posto di lavoro dipende dal mercato


Si è tinto di giallo il comunicato di Fiat sulla vicenda del reintegro del posto di lavoro a Pomigliano dei 19 lavoratori iscritti alla Fiom e di altrettanti da mandare in mobilità. Due diverse note sono state infatti diramate da Fabbrica Italia a distanza di un quarto d'ora l'una dall'altra. In casa Fiat parlano, in riferimento al primo comunicato, di "una bozza diffusa per un errore tecnico" e prontamente "annullata" e sostituita con quella buona. Nel secondo testo sono scomparse 8 righe. Queste contenevano un giudizio sui 19 da reintegrare dopo la sentenza della Corte d'Appello e il calendario della messa in mobilità degli altri 19.

"Nessuna urgenza" sulla mobilità dei 19 operai di Pomigliano per permettere il reintegro degli iscritti alla Fiom, come stabilito dalla magistratura. Il giorno dopo l'invito del governo a "soprassedere" e le polemiche dei sindacati, pronti a presentare nuovi ricorsi, la Fiat, sotto il fuoco incrociato di politici e sindacalisti, frena sull'urgenza di mettere alla porta i dipendenti di Pomigliano per far posto ai metalmeccanici della Cgil.

Il Lingotto, in una nota, ha ricordato che "per consentire ai soggetti preposti e alle organizzazioni sindacali di esaminarne le motivazioni, "la procedura di mobilità ha un iter e dei tempi tecnici prestabiliti". "Nessuna iniziativa può essere avviata prima della conclusione della procedura, ovvero come minimo 45 giorni dall'avvio, e cioè dal 31 ottobre scorso". Fiat ricorda inoltre che "i 19 ricorrenti sono titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con Fiat Group Automobiles, che non si è mai interrotto, e attualmente fruiscono come altri più di 1.000 dipendenti del comprensorio di trattamento di cassa integrazione, oggetto di specifico accordo sindacale firmato il 6 luglio 2011".

"Il rientro al lavoro degli oltre 1.000 dipendenti attualmente in cassa integrazione di Fabbrica Italia Pomigliano con passaggio alla newco – ha spiegato Fiat -  "é unicamente condizionato dalla domanda del mercato dell'auto italiano ed europeo, attualmente molto al di sotto delle previsioni".

"E' un lapsus, un retropensiero che c'è in Fiat e che non va bene,che va contro la Costituzione del nostro Paese". Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Landini, intervistato in merito al "giallo" dei due comunicati diffusi  da Fiat (nel primo era presente un duro attacco ai lavoratori della Fiom definiti "oppositori", scomparso nel secondo comunicato). E' "una conferma che c'è stata una discriminazione, come ha riconosciuto la sentenza della Corte d'Appello di Roma", aggiunto Landini.

mercoledì 31 ottobre 2012

Fiat: procedura in mobilità per 19 dipendenti per far posto ai 19 Fiom

La Fiat ha avviato la procedura di messa in mobilità per la riduzione di personale di 19 lavoratori nello stabilimento di Pomigliano. La decisione è stata presa in seguito all'ordinanza della Corte d'Appello di Roma del 19 ottobre scorso che ha obbligato la società ad assumere 19 dipendenti di Fiat group automobiles iscritti alla Fiom che hanno presentato ricorso per presunta discriminazione". E' quanto scrive l'azienda in una nota. "L'azienda -si spiega- ha da tempo sottolineato che la sua attuale struttura è sovradimensionata rispetto alla domanda del mercato italiano ed europeo". Quindi la Fiat metterà in mobilità nella fabbrica di Pomigliano 19 lavoratori per assumere i 19 dipendenti sospesi dal lavoro.

L'azienda, afferma in una nota, «ha da tempo sottolineato che la sua attuale struttura è sovradimensionata rispetto alla domanda del mercato italiano ed europeo da mesi in forte flessione e che, di conseguenza, ha già dovuto fare ricorso alla cassa integrazione per un totale di venti giorni. Altri dieci sono programmati per fine novembre. Peraltro la società - prosegue la nota - è consapevole della situazione di forte disagio che si è determinata all'interno dello stabilimento, sfociata in una raccolta di firme con la quale moltissimi lavoratori hanno manifestato la propria comprensibile preoccupazione».

L'impegno dell'azienda, scrive Fiat, è quello di «individuare la soluzione che consenta di eseguire l'ordinanza creando il minor disagio possibile a tutti quei dipendenti che hanno condiviso il progetto e, con grande entusiasmo e spirito di collaborazione, sono stati protagonisti del lancio della Nuova Panda. Fabbrica Italia Pomigliano non può esimersi dall'eseguire quanto disposto dall'ordinanza e, non essendoci spazi per l'inserimento di ulteriori lavoratori, è costretta a predisporre nel rispetto dei tempi tecnici gli strumenti necessari per provvedere alla riduzione di altrettanti lavoratori operanti in azienda».

Per quanto riguarda gli aspetti del rilancio dell’azienda. Il pareggio delle attività in Europa non potrà essere raggiunto dal gruppo Fiat prima del 2015, ma nessuno stabilimento sarà chiuso in Italia. Ai sindacati Sergio Marchionne confermerà gli investimenti che consentiranno di dare lavoro a tutti i dipendenti: non dà cifre né date, ma l'avvio è imminente a Melfi per produrre i Suv. Poi toccherà a Cassino dove si faranno modelli con Chrysler e a Mirafiori dove oltre alla Alfa Mito arriveranno famiglie di vetture di alta gamma. Negli impianti italiani saranno prodotti in tutto 17 nuovi modelli tra il 2013 e il 2016. Per il rilancio il Lingotto punta non più sulle utilitarie, ma sui modelli di alta gamma Alfa Romeo e Maserati. Il marchio Lancia, invece, "ha un appeal limitato" e sarà ridimensionato. Sono queste le linee guida del nuovo piano del gruppo Fiat, illustrato da Sergio Marchionne nella conference call sui conti del terzo trimestre.

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