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domenica 9 settembre 2012

Imprese, lavoro, produttività, competitività e flessibilità


Abbattere lo "spread di produttività” del lavoro e per questo è necessario che le parti sociali si impegnino su "un dialogo" che porti in "tempi brevi" a proposte condivise. Il premier Mario Monti e gran parte della squadra di governo incontrano a Palazzo Chigi le associazioni imprenditoriali e rafforzano il pressing perché le stesse imprese insieme ai sindacati (a loro spetta il "ruolo di protagonisti") diano il proprio contributo per migliorare la produttività e la competitività del sistema, dopo "molti anni di declino".
Lavorare di più e rendere più flessibile l'orario di lavoro; aumentare il tasso di occupazione, utilizzando una gamma di misure possibili, come la defiscalizzazione degli oneri sociali per le aziende che assumono giovani laureati. Il tema della produttività sollevato dal governo, e sollecitato da parte di Mario Monti come argomento di confronto tra le parti sociali, è una delle chiavi di volta per il recupero dell'economia italiana.
Ne sono convinti gli imprenditori. Una maggiore produttività del lavoro, che vada a vantaggio della competitività delle imprese e quindi di tutto il paese è fondamentale per crescere e nello stesso  aumentare la presenza sui mercati stranieri e creare occupazione.
Secondo Gianni Zonin, presidente della Banca Popolare di Vicenza e dell'omonima casa di vini, la strada è poter lavorare di più. E ha lanciato un'idea da Cernobbio: «oggi, con le regole che ci sono, non è possibile per i lavoratori regalare un'ora di lavoro all'azienda. Se tutti lo facessero per un anno si avrebbe una riduzione del più del 10% del costo del lavoro», ha sostenuto Zonin. «Ci lamentiamo per la poca crescita, per la disoccupazione: questa idea darebbe un forte segnale di volontà di reazione, dimostrando la volontà di tutti di uscire da questa situazione».
Anche per Paolo Bertoluzzo, AD di Vodafone Italia e Ceo Sud Europa, la sfida della produttività è fondamentale «se vogliamo rimanere agganciati a paesi come la Germania e gli Stati Uniti, che sono cresciuti e hanno fatto della produttività e della competitività fattori distintivi della crescita». Temi che sono certamente agganciati al merito: «merito e competitività sono due facce della stessa medaglia», continua l'AD di Vodafone Italia, che insiste anche sulla flessibilità. «Bisogna puntare sulla contrattazione decentrata, dove possono essere affrontati i temi dell'organizzazione aziendale, al fine di una maggiore produttività».
E a medio termine puntare a ridurre le tasse di imprese e lavoratori. Anche per Massimo Brunelli, ad di Idea Fimit, fondo immobiliare che gestisce 11 miliardi di immobili, la produttività è un fattore fondamentale per la crescita. Bisogna agire su una maggiore flessibilità dell'orario di lavoro, aumentare la capacità di far fronte ai picchi di lavoro, avere una maggiore disponibilità di lavoro a tempo determinato. Inoltre secondo Brunelli deve essere aumentato il tasso di occupazione, specie delle donne. «Occorre creare politiche virtuose per raggiungere questo obiettivo», continua Brunelli.

A suo parere occorrerebbero politiche selettive per esempio defiscalizzare gli oneri sociali per le imprese che assumono giovani laureati, che ancora scarseggiano nelle imprese italiane.
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