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mercoledì 19 dicembre 2012

Assegni per il nucleo familiare: i quesiti più frequenti

Gli assegni per il nucleo familiare sono degli aiuti per le famiglie dei lavoratori dipendenti e titolari di prestazione a carico delle Ente di previdenza, le tipologie di famiglie che possono usufruire di questo beneficio devono avere un reddito complessivo al di sotto delle fasce stabilite annualmente per legge. E’ significativo ricordare che il godimento in busta paga ha effetto dal 1° luglio di ciascun anno fino al 30 giugno dell’anno successivo, “in misura pari alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie, calcolato dall’ISTAT” come citato dalle circolari INPS.

L'importo per ottenere questa competenza sul cedolino varia a secondo della situazione personale del dipendente, la quale viene calcolata in base a diversi parametri ossia: il numero dei componenti della famiglia; il reddito complessivo; la tipologia della famiglia, misure che sono pubblicate dall’Ente di previdenza ogni anno nel mese di maggio.

Gran parte dei dipendenti hanno delle domande che possiamo definire di routine che rivolgono al datore di lavoro come compilare il modello ANF/DIP che è composto di otto pagine che possiamo riassumere così: bisogna sottoscriverle tutte? quali sono i redditi che devo considerare? mio figlio non ha retribuzione ma ha più di 26 anni e sta studiando? se sono convivente con figlio/i a carico ma non sono coniugata devo considerare il padre?

Quale tipologia di nucleo familiare devo considerare?
Le normative Inps indicano in modo chiaro che: il nucleo familiare deve essere composto dal lavoratore che ne fa richiesta; il coniuge non legalmente ed effettivamente separato; i figli minori di età; i figli maggiorenni inabili; i figli naturali riconosciuti da entrambi i genitori; i figli, apprendisti o studenti, di età compresa tra i 18 ed i 21 anni, purché appartenenti ad un nucleo familiare numeroso (nuclei composti da almeno 4 figli di età inferiore ai 26 anni). Queste frasi sono spesso ripetute dal datore di lavoro e in modo più preciso da chi deve preparare i cedolini dei dipendenti.

Quali sono i redditi da sottoscrivere?
Il reddito deve essere costituito da quello del richiedente e di tutte le persone che compongono il nucleo familiare dello stesso. Il reddito da prendere in considerazione è quello prodotto dalla dichiarazione dei redditi (modello 730) o dal Cud dell’anno precedente alla richiesta. Concorrono a formare il reddito, come deliberato dall’Ente di previdenza e visibile nelle note del modello ANF/DIP, i redditi complessivi assoggettabili all'Irpef ossia: redditi da lavoro dipendente ed assimilati, da pensione, da prestazione (disoccupazione, malattia, cassa integrazione) percepiti in Italia o all'estero compresi gli arretrati; redditi di qualsiasi natura derivanti da lavoro autonomo, da fabbricati, da terreni al lordo dell'eventuale detrazione dell'abitazione principale.

Le pagine devono essere compilate e firmate tutte?
Chi ha la possibilità di usufruire di questa competenza deve firmare la domanda in tutte le 8 pagine e consegnare copia di un documento del coniuge, il quale per legge deve controfirmare il documento, all’Ufficio contabilità del personale, che provvederà ad erogare l'assegno mensilmente con la busta paga. Ricordiamo che gli arretrati, in mancanza di consegna nei tempi prestabiliti, sono comunque di spettanza per il richiedente.

Quando inizia il pagamento in busta paga?
Questo sostegno per le famiglie, anticipato dal datore di lavoro e pagato dall’INPS, ha competenza dal primo giorno del mese in cui si verifica la nascita di un figlio fino alla fine del mese in cui si verifica l'evento che determina il venir meno dei requisiti.

Generalmente, come definito dall’Inps, il datore di lavoro deve pagare l’assegno su richiesta del lavoratore che dimostri di averne diritto. Esistono alcune eccezioni, ossia il datore di lavoro è tenuto a pagare solo se il lavoratore è stato autorizzato dall’Inps. L’autorizzazione, infatti, è richiesta per il pagamento dell’assegno per i seguenti casi: i figli di separati, di divorziati, i figli naturali riconosciuti da entrambi i genitori, i fratelli, le sorelle, i nipoti, i familiari inabili per i quali non sia già documentata l’invalidità al 100%, i familiari residenti all’estero.
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