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domenica 29 giugno 2014

Pagamenti: dal 30 giugno 2014 è obbligatorio il Pos


Dal 30 giugno si potrà pretendere quindi di pagare con carta di debito dovunque: il conto del ristorante come la parcella del dentista o del notaio; la fattura dell'idraulico o del falegname, la messa in piega dal parrucchiere. Tuttavia nessuna sanzione è prevista per le imprese, artigiani, studi professionali che decideranno di non adeguarsi. Tranne quella del cliente che potrà rivolgersi altrove. Quindi si appresta l'obbligo del Pos per esercenti, commercianti, professionisti e aziende. Quindi anche autotrasportatori, imprese di costruzioni, idraulici, falegnami, elettricisti, antennisti, manutentori di caldaie.

Quelli che pagheranno di più questo provvedimento saranno imprese, lavoratori autonomi, professionisti, i quali dovranno dotarsi di Pos e permettere così ai clienti e cittadini di pagare sempre con moneta elettronica. Purché l'importo non inferiore ai 30 euro, altrimenti vale ancora il contante.

Secondo la Confesercenti, la misura, che muove da esigenze di trasparenza e lotta all'evasione, rappresenta ''un intervento pesante, che si trasformerà in un costo aggiuntivo di circa 5 miliardi l'anno per le imprese. E che rischia di essere poco utile, visto che la grande maggioranza degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento'' sostiene sulla base di un'indagine con Swg.

Per una Pmi media (50mila euro di transazioni l'anno), il costo sarà di 1.700 euro l'anno, secondo le stime dell'ufficio economico Confesercenti che calcola canoni, commissioni, costi di installazione e di utilizzo. ''Una batosta insomma che rischia di mettere in difficoltà le imprese proprio nel momento in cui si vedono i primi barlumi di ripresa'' dice l'organizzazione del commercio. I costi avranno poi un'incidenza maggiore per ''gli esercizi caratterizzati da pagamenti di piccola entità e da piccoli margini - come i gestori carburanti, i tabaccai, gli edicolanti, i bar ed altri - che vedranno il proprio utile dimezzarsi o azzerarsi, andando addirittura in rosso''.

Di diverso avviso i consumatori: l'obbligo di accettare pagamenti con moneta elettronica "rappresenta un grande passo avanti in termini di tracciabilità dei pagamenti e lotta all'evasione", nonchè "un ampliamento ed un'agevolazione a favore del cittadino, che disporrà di un ulteriore metodo di pagamento" osservano Federconsumatori e Adusbef, aggiungendo che "la circolazione di meno contanti rappresenta un elemento di maggiore sicurezza, sia per il cittadino che per l'esercente".

Il Codacons critica invece l'assenza di sanzione: "Ciò significa - dice - che, nonostante vi sia un obbligo, lo Stato non e' in grado di farlo rispettare. Il solito pasticcio all'italiana". ''La rete italiana di Pos e Atm - evidenziano fonti di settore - sono una realtà con numeri in crescita anche se ancora lontani da paesi come Francia o Gran Bretagna. Attualmente ci sono 1,4 milioni di Pos e 34 milioni di carte Bancomat che salgono a 90 se si aggiungono quelle di credito o le prepagate.

Anche le transazioni sono in aumento. Per quanto riguarda i costi, questi sono di pertinenza delle singole banche anche se ultimamente si stanno registrano numerose offerte commerciali.
L'utilizzo è una questione culturale che ci distanzia ancora dagli altri paesi europei''. Nelle previsioni, la novità dovrebbe far raddoppiare il numero di imprese con moneta elettronica.

Nonostante l'entrata in vigore della nuova disciplina sia stata rimandata di tre mesi sono molti i soggetti interessati che non si sono ancora dotati del Pos. Tra i motivi i costi troppo alti di installazione e gestione e la scarsa attitudine all'uso delle tecnologie. Inoltre, diverse professioni, tra cui architetti, avvocati, chimici e consulenti del lavoro hanno protestato più volte, sottolineando una serie di criticità come, ad esempio, l'aver esteso l'obbligo a tutti senza fare adeguate distizioni, non aver mantenuto l'entrata a regime graduale inizialmente prevista dal legislatore e "saltata" a causa delle proroghe, aver stabilito un tetto troppo basso (la richiesta era di alzarlo almeno a 50 euro).

Gli ordini professionali hanno preso le distanze dall'obbligatorietà, in forza del fatto che non è espressamente prevista dalla norma (Dl 179/2012, articolo 10, comma 4) una sanzione in caso di violazione. Posizione che di recente è stata avallata dal ministero dell'Economia con la risposta (prot. n. D/825 del 10 giugno 2014) data all'interrogazione parlamentare n. 5-02936; il Mef sostiene che i professionisti dovrebbero strutturarsi con il Pos, ma non essendo previste sanzioni la norma introduce non «un obbligo» ma «un onere». Tesi, peraltro, contenuta nella circolare che il Consiglio nazionale forense ha pubblicato il 20 maggio e richiamata dallo stesso ministero.

Non c'è una sanzione, dunque, ma alla fine potrebbe essere il mercato stesso a "punire" negozianti, artigiani e professionisti che non rispetteranno l'obbligo di dotarsi del Pos per i pagamenti elettronici, che scatta da domani. Questo almeno quanto emerge dalle associazioni dei consumatori.

Perché, infatti, professionisti e commercianti dovrebbero affrettarsi a stipulare con una banca un contratto di noleggio per il dispositivo elettronico che permette di accettare pagamenti con bancomat? «Semplice - spiega Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori -: perché se un cliente entra in un negozio, vede un articolo che gli piace e alla cassa gli dicono che non è possibile pagare con il bancomat, potrebbe decidere di cambiare negozio». Diverso è il discorso per gli studi professionali, dove non è possibile lasciare la merce sulla cassa e uscire a mani vuote nel caso in cui non venga accettato il pagamento tramite Pos. «In questo caso - riflette Trefiletti - il cliente dovrà pagare in contanti, ma non è detto che li abbia in tasca in quel momento. Chi si trova in queste situazioni potrà chiedere che gli venga inviata la fattura a casa».

Secondo Federconsumatori l'obbligo di accettare pagamenti con moneta elettronica (sopra i 30 euro) è «un grande passo avanti in termini di tracciabilità dei pagamenti e lotta all'evasione, nonché un ampliamento e un'agevolazione a favore del cittadino, che disporrà di un ulteriore metodo di pagamento». Allo stesso tempo, però, l'associazione denuncia il rischio che i «costi ancora eccessivamente onerosi per dotarsi degli strumenti vengano scaricati sui prezzi».

Federconsumatori ha stimato che il costo totale di un Pos, ipotizzando circa 300 transazioni mensili da 40 euro, si aggira mediamente sui 525,25 euro al mese (escluso il costo di attivazione del Pos ed escluso il costo della linea telefonica). Impatto meno pesante, secondo Paolo Martinello, presidente dell'associazione Altroconsumo. «Negli studi professionali – sottolinea, infatti, Martinello – il contante è già scomparso da tempo» perché quasi tutte le parcelle vengono pagate con strumenti tracciabili. Per la Cgia di Mestre un'azienda con 100mila euro di ricavo annuo, con il Pos, tra canone mensile, canone annuale e la percentuale di commissione sull'incasso, dovrà sostenere una spesa media annua di 1.200 euro.


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