Estensione del contributivo pro rata per tutti, aumento dell’età di pensionamento delle donne, giro di vite sulle pensioni di anzianità e blocco della rivalutazione rispetto all’inflazione per i trattamenti superiori a tre volte il minimo: sono una parte delle novità in materia previdenziale per il 2012 previste dalla manovra di Natale 2011.
Ecco in sintesi che cosa cambierà per chi matura i requisiti per la pensione a partire dal 2012, mentre per chi li matura entro il 2011 si mantengono le regole precedenti.
Dal 1° gennaio entra in vigore la riforma delle pensioni, contenuta nel decreto legge 201 del 2011 ovvero la legge n. 214 il decreto Salva-Italia.
Pensioni di vecchiaia con requisiti più elevati, assegni determinati con il contributivo anche per coloro che avevano conservato il più vantaggioso metodo retributivo, sostanziale cancellazione per le pensioni di anzianità: sono le principali novità volute dalla riforma del ministro del Lavoro, Elsa Fornero. L'effetto delle misure previdenziali contenute nella manovra è quello di unificare l'età di uscita dal lavoro, che a regime (nel 2022) sarà per tutti di 67 anni, con la sola eccezione delle persone che hanno lavorato oltre 41-42 anni (pensione anticipata) .
Mentre dal 2012 i lavoratori con attività usuranti potranno uscire dal lavoro in anticipo rispetto all’età di vecchiaia solo con quota 97 tra età e contributi e almeno 60 anni di età. Fino al 2011 era stato possibile uscire con tre anni in meno rispetto all’età anagrafica minima (60 anni) quindi con 57 anni, ossia che potranno andare in pensione con le "vecchie" quote per le anzianità.
Secondo la disciplina vigente prima della riforma Fornero la legge n. 247del 2007, la pensione di anzianità poteva essere conseguita se − sommando età anagrafica e anzianità contributiva − si raggiungeva un coefficiente minimo detta la quota. Il valore della quota era destinato a crescere progressivamente negli anni, fino a stabilizzarsi nel 2013 a 97 (per i dipendenti) e 98 (per gli autonomi). L'unico caso in cui la pensione di anzianità poteva essere conseguita senza alcun collegamento con l'età anagrafica era quello in cui il lavoratore aveva maturato 40 anni di contribuzione.
La riforma ha modificato questo sistema pensionistico, cancellando la possibilità di andare in pensione col sistema delle quote, e introducendo la pensione anticipata, che consente di andare in pensione prima dell'età di vecchiaia solo se si superano i 41 anni e un mese di contributi (per le donne) e i 42 anni e 1 mese (per gli uomini).Il requisito è destinato a crescere di un mese nel 2013 e nel 2014 ed aumenterà con il miglioramento della speranza di vita. In ogni caso, ci sono penalizzazioni sulla pensione per chi sceglie il pensionamento anticipato prima dei 62 anni. La quota dell'assegno calcolata sui contributi accumulati entro il 2011 viene infatti tagliata dell'1% l'anno. Se si opta per andare in pensione prima dei 60 anni, la forbice sarà del 2% l'anno.
Prima della riforma, l'età per accedere alla pensione di vecchiaia era fissata a 65 anni per gli uomini, quale che fosse il settore di attività, mentre per le donne si applicava un requisito differenziato in funzione del settore lavorativo.
La riforma stabilisce che, dal 1° gennaio 2012, l'età di pensionamento è fissata per tutti i lavoratori dipendenti e autonomi e per le dipendenti del settore pubblico all'età di 66 anni.
Addio alla finestra mobile. Non ci saranno più decorrenze, l’anno di finestra mobile sarà inglobato nell’età prevista per la vecchiaia e la pensione anticipata.
Dal 2012 scatta l’applicazione a tutti del metodo contributivo pro rata (anche a coloro che avendo oltre 18 anni di contributi a fine 1995 avevano mantenuto il più vantaggioso metodo retributivo) che calcola l’assegno previdenziale sulla base dei contributi versati. Questo calcolo sarà applicato solo sull’anzianità maturata a partire dall’anno prossimo.
lunedì 2 gennaio 2012
Inps 2012. Stop ai contanti oltre 1.000 euro per i pensionati
L'Inps ha informato che sono state inviate circa 450 mila comunicazioni ai pensionati che percepiscono pensioni mensili di importo complessivamente superiore a mille euro, pagate in contanti, per invitarli a comunicare all'istituto di previdenza entro il mese di febbraio 2012 modalità alternative di riscossione. Come è noto, la legge n. 214 del 22 dicembre 2011 , ha stabilito che le Pubbliche Amministrazioni devono utilizzare strumenti di pagamento elettronici, disponibili presso il sistema bancario o postale, per la corresponsione di stipendi, pensioni e compensi di importo superiore a mille euro (limite che potrà essere modificato in futuro con decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze).
L'adeguamento alle nuove modalità di riscossione della pensione dovrà avvenire entro il 6 marzo 2012. L'Istituto quindi non potrà effettuare pagamenti in contanti di importo superiore a mille euro a partire dal 7 marzo 2012. I pensionati che stanno ricevendo la lettera dell'Istituto potranno comunicare entro il mese di febbraio 2012 le nuove modalità di riscossione, scegliendo tra l'accredito in conto corrente, su libretto postale o su carta ricaricabile. La richiesta di variazione della modalità di pagamento potrà essere inoltrata attraverso il sito istituzionale da parte dei soggetti in possesso di Pin, oppure direttamente ad una Struttura Territoriale dell'Istituto. In alternativa, la richiesta potrà essere fatta presso gli uffici bancari o postali, secondo le consuete modalità.
I pensionati che stanno ricevendo la lettera dell'Istituto potranno comunicare entro il mese di febbraio 2012 le nuove modalità di riscossione, scegliendo tra l'accredito in conto corrente, su libretto postale o su carta ricaricabile. La richiesta di variazione della modalità di pagamento potrà essere inoltrata attraverso il sito istituzionale da parte dei soggetti in possesso di Pin, oppure direttamente a una struttura territoriale dell'Istituto. In alternativa, la richiesta potrà essere fatta presso gli uffici bancari o postali, secondo le consuete modalità.
Quindi dal 7 marzo stop ai pagamenti in contanti come stabilito dal decreto salvaItalia. I pensionati potranno riscuotere i soldi scegliendo tra l'accredito in conto corrente, su libretto postale o su carta ricaricabile. In bocca al lupo ai pensionati la strada del pagamento si complica.
L'adeguamento alle nuove modalità di riscossione della pensione dovrà avvenire entro il 6 marzo 2012. L'Istituto quindi non potrà effettuare pagamenti in contanti di importo superiore a mille euro a partire dal 7 marzo 2012. I pensionati che stanno ricevendo la lettera dell'Istituto potranno comunicare entro il mese di febbraio 2012 le nuove modalità di riscossione, scegliendo tra l'accredito in conto corrente, su libretto postale o su carta ricaricabile. La richiesta di variazione della modalità di pagamento potrà essere inoltrata attraverso il sito istituzionale da parte dei soggetti in possesso di Pin, oppure direttamente ad una Struttura Territoriale dell'Istituto. In alternativa, la richiesta potrà essere fatta presso gli uffici bancari o postali, secondo le consuete modalità.
I pensionati che stanno ricevendo la lettera dell'Istituto potranno comunicare entro il mese di febbraio 2012 le nuove modalità di riscossione, scegliendo tra l'accredito in conto corrente, su libretto postale o su carta ricaricabile. La richiesta di variazione della modalità di pagamento potrà essere inoltrata attraverso il sito istituzionale da parte dei soggetti in possesso di Pin, oppure direttamente a una struttura territoriale dell'Istituto. In alternativa, la richiesta potrà essere fatta presso gli uffici bancari o postali, secondo le consuete modalità.
Quindi dal 7 marzo stop ai pagamenti in contanti come stabilito dal decreto salvaItalia. I pensionati potranno riscuotere i soldi scegliendo tra l'accredito in conto corrente, su libretto postale o su carta ricaricabile. In bocca al lupo ai pensionati la strada del pagamento si complica.
sabato 31 dicembre 2011
Gestione del personale e valutazione della spesa nella pubblica amministrazione
Il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 e la legge del 15 luglio 2011 , n. 111 si inseriscono nell’ambito del piano concordato in sede europea per il rientro dalla situazione di disavanzo eccessivo. A tal fine il decreto-legge reca interventi principalmente in materia di riduzione dei costi della politica e degli apparati, controllo e monitoraggio della spesa delle amministrazioni pubbliche, contenimento della spesa per pubblico impiego, sanità, istruzione, previdenza, enti territoriali nonché disposizioni in materia di entrate e misure per lo sviluppo.
Quindi dovrebbero essere ridotte le spese dei ministeri e si prevede l'avvio di un ciclo di analisi e valutazione della spesa diretto alla definizione dei fabbisogni standard dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato, al fine di migliorarne l’efficacia e l’efficienza.
La pubblica amministrazione dovrà applicare le disposizioni di razionalizzazione contenute nelle disposizioni legislative decreto legge n. 98 2011 e nel decreto legge n 138 2011, diverse per comparto e per livello di governo. Se le amministrazioni centrali dello Stato saranno tenute nei prossimi mesi a razionalizzare i propri uffici periferici, a rivedere in riduzione gli organici, accorpare gli enti previdenziali.
Il quadro dovrebbe essere questo ossia da richiedere piani di razionalizzazione strutturali e nuovi modelli di gestione. Per questo occorre pensare ad alcune soluzioni organizzative e logistiche che già da tempo le amministrazioni avrebbero potuto adottare e che invece o sono rimaste sulla carta oppure hanno trovato un'applicazione falsata e improduttiva.
L'esempio imitabile è dato dalla gestione del personale, una funzione interna resa sempre più complessa dall'evolversi del quadro normativo e che assorbe molte energie e soprattutto un eccessivo personale all'interno delle singole amministrazioni. La realtà è data dal fatto che ogni amministrazione sia pubblica che privata ha un proprio ufficio per il personale, ma molto spesso ogni settore, dipartimento o direzione ha a sua volta una propria struttura dedicata alla gestione del personale ed alle sue peculiarità. Un'area questa che potrebbe essere esternalizzata e gestita in outsourcing, migliorando sia l'efficienza che la qualità dei servizi. Nell'ambito della gestione del personale è possibile ad esempio ricorrere alle agenzie per il lavoro, che sono portatrici di un conoscenze di rilievo nel settore della gestione delle risorse umane; questo consentirebbe alle direzioni interessate di liberare seriamente il settore pubblico da una serie di incarichi amministrative.
In merito alle spese di gestione il premier Mario Monti ha scritto alle amministrazioni pubbliche e, con una circolare esplicativa ha chiesto impegno in una ''rigorosa azione di contenimento della spesa pubblica''. Un intervento reso necessario dalla ''crisi finanziaria globale'' e dalle ''avverse condizione in sede europea'', e che ha come obiettivo di ''assicurare un intervento organico diretto'' per il pareggio di bilancio del 2013. Sono obiettivi prefissati dal governo" in sede Ue per il pareggio di bilancio è richiesta a tutta la pubblica amministrazione. E' richiesta "un'oculata riduzione degli stanziamenti per le spese diverse da quelle obbligatorie e inderogabili".
Quindi dovrebbero essere ridotte le spese dei ministeri e si prevede l'avvio di un ciclo di analisi e valutazione della spesa diretto alla definizione dei fabbisogni standard dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali dello Stato, al fine di migliorarne l’efficacia e l’efficienza.
La pubblica amministrazione dovrà applicare le disposizioni di razionalizzazione contenute nelle disposizioni legislative decreto legge n. 98 2011 e nel decreto legge n 138 2011, diverse per comparto e per livello di governo. Se le amministrazioni centrali dello Stato saranno tenute nei prossimi mesi a razionalizzare i propri uffici periferici, a rivedere in riduzione gli organici, accorpare gli enti previdenziali.
Il quadro dovrebbe essere questo ossia da richiedere piani di razionalizzazione strutturali e nuovi modelli di gestione. Per questo occorre pensare ad alcune soluzioni organizzative e logistiche che già da tempo le amministrazioni avrebbero potuto adottare e che invece o sono rimaste sulla carta oppure hanno trovato un'applicazione falsata e improduttiva.
L'esempio imitabile è dato dalla gestione del personale, una funzione interna resa sempre più complessa dall'evolversi del quadro normativo e che assorbe molte energie e soprattutto un eccessivo personale all'interno delle singole amministrazioni. La realtà è data dal fatto che ogni amministrazione sia pubblica che privata ha un proprio ufficio per il personale, ma molto spesso ogni settore, dipartimento o direzione ha a sua volta una propria struttura dedicata alla gestione del personale ed alle sue peculiarità. Un'area questa che potrebbe essere esternalizzata e gestita in outsourcing, migliorando sia l'efficienza che la qualità dei servizi. Nell'ambito della gestione del personale è possibile ad esempio ricorrere alle agenzie per il lavoro, che sono portatrici di un conoscenze di rilievo nel settore della gestione delle risorse umane; questo consentirebbe alle direzioni interessate di liberare seriamente il settore pubblico da una serie di incarichi amministrative.
In merito alle spese di gestione il premier Mario Monti ha scritto alle amministrazioni pubbliche e, con una circolare esplicativa ha chiesto impegno in una ''rigorosa azione di contenimento della spesa pubblica''. Un intervento reso necessario dalla ''crisi finanziaria globale'' e dalle ''avverse condizione in sede europea'', e che ha come obiettivo di ''assicurare un intervento organico diretto'' per il pareggio di bilancio del 2013. Sono obiettivi prefissati dal governo" in sede Ue per il pareggio di bilancio è richiesta a tutta la pubblica amministrazione. E' richiesta "un'oculata riduzione degli stanziamenti per le spese diverse da quelle obbligatorie e inderogabili".
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