Direi che vi sono i “fortunati” che lavorano durante i giorni della settimana, quelli canonici. Ed una parte dei lavoratori “fortunati” che lavorano su turni, per aziende ed imprese che non hanno pause lavorative.
Il punto di forza dei lavoratori dipendenti, che sono impegnati su turni giornalieri, è sicuramente nel momento in cui la vita privata, gli impegni familiari lo consentono è di proporsi a svolgere, mettersi in turno, per lavorare durante le festività (domenica, primo novembre, Natale, Santo Stefano ecc.)-
Perché lavorare durante le festività?
Durante le festività al lavoratore dipendente spetta la retribuzione giornaliera aumentata della maggiorazione per lavoro festivo aumentata con le indennità previste dai CCNL. E' vero che i giorni festivi sono visti come recupero delle risorse psico-fisiche. Ma è altresì vero per chi ha la possibilità vuoi per condizione familiare, vuoi per condizione di libera scelta (maggiore retribuzione, incentivi ed altro. Lavorare nei giorni di festività, feste comandate, a volte è un modo per essere liberi dalla consuetudine familiare e dimostrare al datore di lavoro una disponibilità verso
quelle giornate che per molti sono off limits.
Lavorare nei giorni di festività sicuramente aiuta la retribuzione rafforzando il netto in busta paga.
Quindi quando le condizioni lo permettono è consigliabile lavorare la domenica, e durante le feste comandate dal calendario. Tanto il periodo per il riposo delle risorse psico-fisiche lo abbiamo durante la settimana. Chissà se un giorno chi lavora durante le festività sia considerato un lavoratore “fortunato” e che i turni festivi siano di grande concorrenza. Per alcune aziende è già cosi.
domenica 31 ottobre 2010
GIORNATA FESTIVA: LAVORO O NO?
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sabato 30 ottobre 2010
SACCONI IL TERAPEUTA GOVERNATIVO?
Come sta il governo?
Nell’assemblea dei giovani imprenditori si è parlato della situazione influenzale del governo. Un paziente paralizzato, un paese fermo come ha sostenuto Emma Marcegaglia, durante il convegno annuale dei giovani imprenditori di Confindustria. La presidente ha fatto un’analisi per quanto possa essere veritiera della situazione economica attuale un tantino spregiudicata e, forse catastrofica. Quando ha sostenuto che siamo di fronte ad una iniziativa governativa assente. Sarebbe consono mettere in evidenza la reale difficoltà economica, analizzare con spirito critico le statistiche sulla disoccupazione e/o inoccupazione che sono in continua crescita. Forse più che uscire dalla paralisi si dovrebbe parlare e cercare di trovare delle soluzioni per risolvere la crisi occupazionale.
D‘altro canto il ministro Sacconi ha replicato alle dichiarazioni della Marcegaglia. Sostenendo che tutto si può forse dire tranne che il governo sia paralizzato.
Probabilmente stiamo vivendo un momento politico in cui da parte di tutto il parlamento, da parte di una gran parte della stampa cartacea si è entrati in un ambito che si vuole pensare più all’aspetto personale che alle vere finalità-problemi politici. Pensiamo al bunga bunga di questi giorni.
Riprendendo le parole del ministro Sacconi sembra che: "la finanza pubblica è sotto controllo e i collocamenti in corso ne risentono positivamente.
La stessa riforma delle pensioni con connotati europei e stata fatta con tutte le difficoltà inerenti ad una problematica sociale ed economica che ne compete una questione del genere.
Comunque in momento di grande difficoltà economica ed occupazionale. Il paese non può permettersi fasi di instabilità, incertezza, contrapposizione politica forzata. Condivisibile, politicamente maturo quanto ha affermato il presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo a Capri.
Dobbiamo ricordaci tutti, datori di lavoro, dipendenti, amanti della cosa pubblica e parti sociali. Dove dobbiamo arrivare con le parole, pensiamo ai fatti ed ai reali problemi del lavoro e del mercato del lavoro. Accantoniamo tutti i bunga bunga, il gossip politico ed affrontiamo i veri problemi del paese. Tutti, dai politici, alla stampa e a quelle personalità che hanno cariche istituzionali politiche e non. Il problema di questa crisi è economico e sociale. In una parola occupazionale.
Nell’assemblea dei giovani imprenditori si è parlato della situazione influenzale del governo. Un paziente paralizzato, un paese fermo come ha sostenuto Emma Marcegaglia, durante il convegno annuale dei giovani imprenditori di Confindustria. La presidente ha fatto un’analisi per quanto possa essere veritiera della situazione economica attuale un tantino spregiudicata e, forse catastrofica. Quando ha sostenuto che siamo di fronte ad una iniziativa governativa assente. Sarebbe consono mettere in evidenza la reale difficoltà economica, analizzare con spirito critico le statistiche sulla disoccupazione e/o inoccupazione che sono in continua crescita. Forse più che uscire dalla paralisi si dovrebbe parlare e cercare di trovare delle soluzioni per risolvere la crisi occupazionale.
D‘altro canto il ministro Sacconi ha replicato alle dichiarazioni della Marcegaglia. Sostenendo che tutto si può forse dire tranne che il governo sia paralizzato.
Probabilmente stiamo vivendo un momento politico in cui da parte di tutto il parlamento, da parte di una gran parte della stampa cartacea si è entrati in un ambito che si vuole pensare più all’aspetto personale che alle vere finalità-problemi politici. Pensiamo al bunga bunga di questi giorni.
Riprendendo le parole del ministro Sacconi sembra che: "la finanza pubblica è sotto controllo e i collocamenti in corso ne risentono positivamente.
La stessa riforma delle pensioni con connotati europei e stata fatta con tutte le difficoltà inerenti ad una problematica sociale ed economica che ne compete una questione del genere.
Comunque in momento di grande difficoltà economica ed occupazionale. Il paese non può permettersi fasi di instabilità, incertezza, contrapposizione politica forzata. Condivisibile, politicamente maturo quanto ha affermato il presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo a Capri.
Dobbiamo ricordaci tutti, datori di lavoro, dipendenti, amanti della cosa pubblica e parti sociali. Dove dobbiamo arrivare con le parole, pensiamo ai fatti ed ai reali problemi del lavoro e del mercato del lavoro. Accantoniamo tutti i bunga bunga, il gossip politico ed affrontiamo i veri problemi del paese. Tutti, dai politici, alla stampa e a quelle personalità che hanno cariche istituzionali politiche e non. Il problema di questa crisi è economico e sociale. In una parola occupazionale.
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venerdì 29 ottobre 2010
APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE
Foto del sito Lucanianews24.it |
Concordando su un quadro operativo in cui questo strumento di lavoro acquisisca il termine ed un contesto di lavoro quale apprendistato professionalizzante con un riferimento particolare alla funzione compensativa dei CCNL, ed in modo ancora più efficace dove la Regione non abbia regolamentato la materia.
L’importanza di questo accordo è essenzialmente finalizzato a combattere l’uso distorto del tirocinio e delle collaborazioni. Obiettivo dell’ apprendistato professionalizzante deve essere quello di garantire un indirizzo formativo con la garanzia delle Regioni con l’aiuto delle parti sociali.
Per rendere funzionale tale accordo al mercato del lavoro sarà essenziale definire in modo scrupoloso come le Regioni applicheranno queste norme e come verrà valorizzata la formazione nelle aziende, quindi curare con intransigenza l’aspetto più razionale ed efficiente dei tirocini formativi e di orientamento al fine che siano di valorizzate le potenzialità in termini di occupazione prevenendo gli abusi e l'utilizzo distorto degli stessi tirocini formativi e di orientamento e di altre tipologie contrattuali in concorrenza con il contratto di apprendistato. Garanzia per un formazione di coloro che avranno una responsabilità diretta nella gestione dell’apprendistato.
L'apprendistato, in questa fase di difficoltà economica e non solo deve diventare la porta d'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
Secondo il rapporto Isfol 2009 s'è registrato un forte calo del numero dei contratti di apprendistato attivati in un contesto, qual è quello italiano, caratterizzato da tassi di disoccupazione giovanile tra i più alti in Europa.
Le parti si dovranno impegnare a garantire la certezza al quadro normativo che regola l'apprendistato anche nelle regioni che non hanno mai adottato norme in materia e alla luce delle sentenze emesse dalla Corte costituzionale. Inoltre in vista dell’accordo sull'apprendistato professionalizzante l'impegno deve essere quello di valorizzare la formazione aziendale di tipo formale,quindi di riscoprire la vocazione formativa dell’impresa e sarà fondamentale limitare l'abuso e la reiterazione dei tirocini formativi e delle collaborazioni a progetto che non a caso nascondono veri e propri rapporti di lavoro subordinato.
Se volete approfondire l'argomento sull’apprendistato altre informazioni si possono trovare sul sito Mondo lavoro.com.
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