domenica 8 novembre 2020

Pensione nel 2021: requisiti e opzioni



Chi è prossimo al pensionamento si chiede su quali siano attualmente i percorsi per arrivare all'agognata pensione nel miglior modo possibile, sia a livello di tempistiche che di assegno previdenziale. Vediamo dunque, allo stato attuale, quale sono le alternative possibili per andare in pensione nel 2021, caso per caso.


Nel 2021 si potrà accedere alla pensione di vecchiaia con:

67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la generalità dei lavoratori;

66 anni e 7 mesi di età per gli addetti alle mansioni gravose;

5 anni di contributi a patto di aver compiuto i 71 anni di età per chi rientra interamente nel regime contributivo.

Come requisito ulteriore per accedere alla pensione di vecchiaia, a chi rientra nel sistema misto, viene richiesto di aver maturato alla data di richiesta del pensionamento un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale.

Pensione anticipata 2021

L’opzione è vincolata non all’età anagrafica quanto agli anni contributivi. In dettaglio, per la pensione anticipata nel 2021 sono richiesti:

42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;

41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

L’adeguamento degli anni contributivi alle speranze di vita è stato bloccato dal decreto 4/2019, che però ha introdotto una finestra mobile di tre mesi per poter effettivamente andare in pensione anticipata.

Pensione anticipata contributiva 2021

Chi rientra nel sistema interamente contributivo ha un’opzione di pensione anticipata in più e può ritirarsi dal lavoro con 64 anni di età e 20 anni di contributi, a patto di aver maturato un assegno previdenziale di importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Rientrano nel sistema contributivo i lavoratori appartenenti ad una delle seguenti categorie:

Assegno previdenziale 2021

Partiamo con il dire che le pensioni decorrenti dal 1° gennaio 2021 saranno caratterizzate da un assegno leggermente più basso. A stabilirlo è stato il decreto 1° giugno 2020 di revisione triennale dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo che passano:

da 4,20% in corrispondenza dei 57 anni a 4,186% (-0,33% circa);

da 6,513% in corrispondenza dei 71 anni al 6,466% (-0,7216% circa).

Adeguamento alle speranze di vita 2021

Per il biennio 2021-2022 non è previsto alcun adeguamento dell’età pensionabile con le speranze di vita. Questo significa che per il momento i requisiti richiesti per andare in pensione non subiranno delle modifiche. Poi dal 2023 ci dovrebbe essere un innalzamento.

Pensione di vecchiaia 2021

Nel 2021 si potrà accedere alla pensione di vecchiaia con:

67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la generalità dei lavoratori;

66 anni e 7 mesi di età per gli addetti alle mansioni gravose;

5 anni di contributi a patto di aver compiuto i 71 anni di età per chi rientra interamente nel regime contributivo.

Come requisito ulteriore per accedere alla pensione di vecchiaia 2021, a chi rientra nel sistema misto viene richiesto di aver maturato alla data di richiesta del pensionamento un assegno previdenziale pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale.

Pensione anticipata 2021

Rimane in vigore per il 2021 la possibilità di andare in pensione anticipata a patto di soddisfare determinati requisiti. Si tratta di un’opzione vincolata non all’età anagrafica, ma agli anni contributivi. In dettaglio, per la pensione anticipata nel 2021 sono richiesti:

42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;

41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

L’adeguamento degli anni contributivi alle speranze di vita è stato bloccato dal decreto 4/2019, che però ha introdotto una finestra mobile di tre mesi per poter effettivamente andare in pensione anticipata.

Pensione anticipata contributiva 2021

Chi rientra nel sistema interamente contributivo ha un’opzione di pensione anticipata in più e può ritirarsi dal lavoro con 64 anni di età e 20 anni di contributi, a patto di aver maturato un assegno previdenziale di importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale(comma 11, articolo 24, dl 201/2011). Rientrano nel sistema contributivo i lavoratori che rientrano in una delle seguenti categorie:

privi di anzianità contributiva al 1° gennaio 1996;

con anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995, purché abbiano anche 15 anni di contribuzione versata, di cui 5 successivi al 1995.

Pensione anticipata precoci 2021

Ai cosiddetti lavoratori precoci – coloro che prima dei 19 anni di età avevano già maturato almeno 12 mesi di contributi – viene concessa un’ulteriore opzione: andare in pensione anticipata con soli 41 anni di contribuzione, indipendentemente dall’età anagrafica (Quota 41). Requisito valido sia per uomini che per donne, che si aggiunge a quello di rientrare in una delle categorie tutelate.

Si tratta in particolare di quattro categorie di lavoratori:

dipendenti in stato di disoccupazione, a causa di un licenziamento individuale o collettivo, per giusta causa o risoluzione consensuale, che abbiano terminato da almeno 3 mesi, la fruizione della NASPI o altra indennità spettante;

lavoratori dipendenti ed autonomi che al momento della domanda, assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 104;

lavoratori dipendenti ed autonomi che hanno una riduzione della capacità lavorativa, con una percentuale di invalidità civile, superiore o uguale al 74%;

lavoratori che svolgono attività usuranti o particolarmente gravose. Le mansioni faticose che permettono questo specifico pre-pensionamento devono essere state svolte per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa e sono specificate dalla legge 67/2011.

L’assegno viene calcolato con il sistema misto e la decorrenza del trattamento scatta trascorsi tre mesi (finestra mobile).

Pensione anticipata usuranti 2021

Per gli impiegati in lavori usuranti elencati nel decreto legislativo n. 67/2011 svolti per almeno la metà della vita lavorativa, o per almeno sette anni negli ultimi dieci, è prevista la possibilità di andare in pensione anticipata con la cosiddetta quota 97,6 che prevede:

almeno 61 anni 7 mesi di età;

almeno 35 anni di contributi.

La Quota 100 introdotta dal Decreto 4/2019 resterà in vigore per almeno un altro anno. Un’opzione che consente di andare in pensione qualora la somma tra età anagrafica e contributi sia pari a 100, a patto però di essere in possesso dei seguenti requisiti:

età anagrafica pari almeno a 62 anni;

anzianità contributiva pari almeno a 38 anni.

Prevista sempre una finestra mobile di tre mesi per l’accesso effettivo alla pensione.

APe Sociale 2021

L’APe Sociale già estesa al 2020 dovrebbe essere prorogata anche per il 2021. Si pensa inoltre di allargare la platea dell’APe Sociale a lavoratori che ora sono esclusi, come i disoccupati che non hanno diritto alla NASpI e i lavoratori fragili rispetto al rischio Covid.

Si tratta, lo ricordiamo, del trattamento finanziato dallo Stato che consente di accedere alla pensione anticipata a costo zero ed è riservato, fino al conseguimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia, a specifiche categorie di lavoratori caratterizzati da condizioni di disagio, a patto che:

manchino solo 3 anni e 7 mesi al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia;

si abbiano almeno 63 anni di età;

si siano maturati almeno 30/36 anni di contributi a seconda dei casi, con un bonus di un anno per ciascun figlio (massimo 2) per le lavoratrici.

Opzione Donna 2021

In vista di una possibile estensione dell’Opzione Donna per il 2021 ricordiamo che questa permette alle lavoratrici di ritirarsi con 58 anni di età (59 se autonome) e 35 di contributi a patto di accettare un assegno previdenziale calcolato con il solo criterio contributivo.

La finestra mobile in questo caso è di 12 mesi (18 per le autonome).


martedì 12 maggio 2020

Modello 730/2020: guida alle nuove detrazioni e nuovo limite di reddito



Tra le agevolazioni più diffuse e riconosciute alle famiglie italiane troviamo le detrazioni per i carichi di famiglia. Il coniuge a carico, i figli a carico e gli altri familiari danno diritto ad un’agevolazione fiscale consistente nell'abbattimento dell’imposta lorda (IRPEF) da pagare annualmente sul proprio reddito complessivo. In particolare, la detrazione può essere riconosciuta al contribuente direttamente dal datore di lavoro in busta paga o in fase di dichiarazione dei redditi. In questo articolo, riepiloghiamo quali sono i requisiti per risultare a carico e quali solo le novità proposte per la dichiarazione dei redditi 2020.

Il modello 730/2020 per la dichiarazione dei redditi contiene una serie di novità, a partire dalle nuove detrazioni fiscali fino al nuovo tetto di reddito per figli a carico: ecco il dettaglio.

Il modello 730/2020 presenta alcune novità per la dichiarazione dei redditi relativa al 2019. Ad esempio, da quest’anno possono utilizzare questo modello gli eredi che devono indicare i redditi del defunto per l’anno d’imposta fino al 23 luglio 2020.Di seguito tutte le altre novità, riassunte nelle istruzioni di compilazione del modello.

Limite di reddito per figli a carico: dall’anno d’imposta 2019, per i figli fino a ventiquattro anni, il limite di reddito complessivo per essere considerati a carico è pari a 4.000 euro.

Detrazione spese di istruzione: per l’anno 2019 l’importo massimo delle spese detraibili è di 800 euro.

Detrazione infrastrutture di ricarica: la spese sostenute dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021 in relazione all’acquisto e posa in opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici (massimo 3mila euro), può essere detratta per il 50% in 10 rate annuali di pari importo.

Impatriati: per i contribuenti che hanno trasferito la residenza in Italia dal 30 aprile 2019, i redditi da lavoro dipendente e assimilati concorrono alla formazione del reddito nella misura del 30%, ridotta al 10% se trasferiti in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia. Tali redditi, se percepiti  da sportivi professionisti, vi concorrono nella misura del 50% purché sia effettuato il versamento pari allo 0,5% della base imponibile (con le modalità individuate con apposito DPCM).

Detrazione comparto sicurezza e difesa: al personale di Forze di polizia e Forze armate, titolare di reddito da lavoro dipendente non superiore, in ciascun anno precedente, a 28.000 euro, è riconosciuta sul trattamento economico accessorio (compresa indennità fissa e continuativa) una riduzione IRPEF e relative addizionali.

Detrazione riscatto periodi non coperti da contribuzione (c.d. “pace contributiva”): l’onere di riscatto per anni non coperti da contribuzione può essere detratto dall’imposta lorda nella misura del 50%, in 5 quote annuali di pari importo, nell’anno di sostenimento della spesa e successivi.

Sport bonus: riguarda i contribuenti identificati con il numero seriale indicato nella tabella A allegata al decreto del 23 dicembre 2019. Si tratta di un credito d’imposta del 65% sulle somme erogate in favore di enti gestori o proprietari di impianti sportivi pubblici ed è riconosciuto nel limite del 20% del reddito imponibile ed è ripartito in tre quote annuali di pari importo.

Credito d’imposta per bonifica ambientale: credito d’imposta del 65% (nei limiti del 20% del reddito imponibile) in tre quote annuali di pari importo, per erogazioni liberali destinate a interventi su edifici e terreni pubblici (sulla base di progetti presentati dagli enti proprietari) ai fini della bonifica ambientale – compresa rimozione amianto – della prevenzione e dl risanamento del dissesto idrogeologico, della realizzazione o ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate e del recupero di aree dismesse di proprietà pubblica.

Scheda 8 per mille IRPEF: il contribuente può destinare l’otto per mille dell’IRPEF indicando una finalità tra cinque opzioni.


Nel limite di reddito di 2.840,51 € o 4.000 € che il familiare deve possedere per essere considerato fiscalmente a carico, vanno computate anche le seguenti somme, che non sono comprese nel reddito complessivo:

il reddito dei fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni;

le retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari, missioni, Santa Sede, Enti gestiti direttamente da essa ed Enti Centrali della Chiesa Cattolica;

la quota esente dei redditi di lavoro dipendente prestato nelle zone di frontiera (frontalieri) da parte di soggetti residenti;

il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato ad imposta sostitutiva (regime forfettario).

Invece, per la determinazione del reddito complessivo per essere considerati a carico, non devono essere prese in considerazione le seguenti tipologie di reddito:

redditi esenti ai fini IRPEF (es. borse di studio; pensione di invalidità, ecc.);

redditi soggetti a ritenuta alla fonte (es. redditi da attività sportiva dilettantistica fino a 10.000 € annui).



Ambienti di lavoro: misure per il contrasto ed il contenimento del virus



Il Protocollo tiene conto dei vari provvedimenti legislativi in materia di Covid 19, nonché di quanto emanato dal Ministero della Salute, contiene linee guida condivise per agevolare le imprese nell'adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio. La prosecuzione delle attività produttive può infatti avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione. La mancata attuazione del Protocollo che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

L’azienda, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, ha l’obbligo di informare tutti i lavoratori e chiunque entri in azienda circa le disposizioni da attuare per legge, consegnando e/o affiggendo all'ingresso e nei luoghi maggiormente visibili dei locali aziendali, appositi opuscoli informativi. Le informazioni devono riguardare o l’obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di febbre (oltre 37.5°) o altri sintomi influenzali, e l’impegno a informare tempestivamente e responsabilmente il datore di lavoro della presenza di qualsiasi sintomo influenzale durante l’espletamento della prestazione lavorativa, avendo cura di rimanere ad adeguata distanza dalle persone presenti. L’azienda fornisce una informazione adeguata sulla base delle mansioni e dei contesti lavorativi, con particolare riferimento al complesso delle misure adottate cui il personale deve attenersi in particolare sul corretto utilizzo dei DPI per contribuire a prevenire ogni possibile forma di diffusione di contagio.

Il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea. Se tale temperatura risulterà superiore ai 37,5°, non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro. Le persone in tale condizione saranno momentaneamente isolate e fornite di mascherine non dovranno recarsi al Pronto Soccorso e/o nelle infermerie di sede, ma dovranno contattare nel più breve tempo possibile il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni. L’ingresso in azienda di lavoratori già risultati positivi all’infezione da COVID 19 dovrà essere preceduto da una preventiva comunicazione avente ad oggetto la certificazione medica da cui risulti la “avvenuta negativizzazione” del tampone secondo le modalità previste e rilasciata dal dipartimento di prevenzione territoriale di competenza.

Per l’accesso di fornitori esterni individuare procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale in forza nei reparti/uffici coinvolti. Se possibile, gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo dei propri mezzi: non è consentito l’accesso agli uffici per nessun motivo. Per le necessarie attività di approntamento delle attività di carico e scarico, il trasportatore dovrà attenersi alla rigorosa distanza di un metro.

L’azienda deve assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago, occorre garantire la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi.

È obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani, l’azienda mette a disposizione idonei mezzi detergenti per le mani, è raccomandata la frequente pulizia delle mani con acqua e sapone. I detergenti per le mani devono essere accessibili a tutti i lavoratori anche grazie a specifici dispenser collocati in punti facilmente individuabili.

L’adozione delle misure di igiene e dei dispositivi di protezione è fondamentale e, vista l’attuale situazione di emergenza, è evidentemente legata alla disponibilità in commercio.

Per questi motivi:

le mascherine dovranno essere utilizzate in conformità a quanto previsto dalle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità;

data la situazione di emergenza, in caso di difficoltà di approvvigionamento e alla sola finalità di evitare la diffusione del virus, potranno essere utilizzate mascherine la cui tipologia corrisponda alle indicazioni dall'autorità sanitaria;

è favorita la preparazione da parte dell’azienda del liquido detergente secondo le indicazioni dell’OMS.

Qualora il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è comunque necessario l’uso delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc…) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.

L’accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli spogliatoi è contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta all'interno di tali spazi e con il mantenimento della distanza di sicurezza di 1 metro tra le persone che li occupano inoltre occorre provvedere alla organizzazione degli spazi e alla sanificazione degli spogliatoi per lasciare nella disponibilità dei lavoratori luoghi per il deposito degli indumenti da lavoro e garantire loro idonee condizioni igieniche sanitarie.

Si favoriscono orari di ingresso/uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni (ingressi, spogliatoi, sala mensa) dove è possibile, occorre dedicare una porta di entrata e una porta di uscita da questi locali e garantire la presenza di detergenti segnalati da apposite indicazioni

Gli spostamenti all'interno del sito aziendale devono essere limitati al minimo indispensabile e nel rispetto delle indicazioni aziendali non sono consentite le riunioni in presenza. Laddove le stesse fossero connotate dal carattere della necessità e urgenza, nell'impossibilità di collegamento a distanza, dovrà essere ridotta al minimo la partecipazione necessaria e, comunque, dovranno essere garantiti il distanziamento interpersonale e un’adeguata pulizia/areazione dei locali sono sospesi e annullati tutti gli eventi interni e ogni attività di formazione in modalità in aula, anche obbligatoria, anche se già organizzati; è comunque possibile, qualora l’organizzazione aziendale lo permetta, effettuare la formazione a distanza, anche per i lavoratori in smart work.

Nel caso in cui una persona presente in azienda sviluppi febbre e sintomi di infezione respiratoria quali la tosse, lo deve dichiarare immediatamente all'ufficio del personale, si dovrà procedere al suo isolamento in base alle disposizioni dell’autorità sanitaria e a quello degli altri presenti dai locali, l’azienda procede immediatamente ad avvertire le autorità sanitarie competenti e i numeri di  emergenza per il COVID-19 forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute. Il lavoratore al momento dell’isolamento, deve essere subito dotato ove già non lo fosse, di mascherina chirurgica.




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