Il lavoro a chiamata è una forma di contratto introdotta in Italia con al legge Biagi (D. Lgs. n. 276/2003) e che sta prendendo sempre più piede su tutto il territorio nazionale.
Il lavoro a chiamata o intermittente prevede che il lavoratore sia disponibile a prestazioni lavorative saltuare e a seguito della chiamata del datore di lavoro che in quel momento necessita personale.
Si puó quindi trattare di prestazioni di lavoro sporadiche e discontinue e di chiamate prefissate per determinati periodi del mese o dell’anno a seconda delle esigenze del business dello specifico datore di lavoro.
Proprio per queste sue caratteristiche si adatta particolarmente ai settori del commercio e del turismo, nello specifico per ristorazione o ambito alberghiero, dal momento che sono fortemente soggetti alla stagionalitá e possono avere necessitá di incrementare o diminuire il personale nei diversi periodi dell’anno.Ad esempio per il settore del commercio esistono molte offerte di lavoro a Bergamo e provincia che adottano questa tipologia di contratto, oppure legate al turismo nell’area di Venezia.
Consentono ad ogni lavoratore di poter intraprendere più contratti a chiamata e quindi di coprire anche un intero anno, ma resta la preoccupazione da parte dei sindacati e di chi ritiene che comunqe favorire la diffusione di questo tipo di rapporto lavorativo corrisponda al tempo stesso ad incentivare il precariato.
Si tratta infatti di un tipo di contratto che porta la moliplicarsi delle opportunitá di lavoro, ma d’altro canto non si puó negare che siano posizioni temporanee non in grado quindi di garantire un futuro lavorativo stabile.
Nessun commento:
Posta un commento