Aumento sì, ma molto graduale l'età pensionabile delle lavoratrici private a partire soltanto dal 2020 per arrivare a quota 65 anni nel 2030 o più probabilmente nel 2032. Attualmente il requisito anagrafico è di 60 anni. Per il progressivo innalzamento per arrivare a regime a 65 anni, ha preso quota l’ipotesi di farlo partire gradualmente dal 2020, anziché dal 2015 o da ancora prima come pareva in un primo tempo. L’adeguamento a 65 anni, in entrambi i casi, avverrebbe in un arco di tempo piuttosto lungo, circa 10 anni.
L'intervento sulle pensioni rosa prevede quindi un aumento della soglia di vecchiaia delle donne nel settore privato di un mese l'anno dal 2020 per poi salire a sei mesi l'anno dal 2025.
Vediamo le altre voci del pacchetto previdenziale, confermati l'anticipo al 2014 (dal 2015) delle meccanismo di aggancio del momento dell'effettivo pensionamento alla speranza di vita e lo stop alla rivalutazione automatica delle pensioni d'oro. E’ previsto il blocco della rivalutazione che scatterà nel 2012 e sarà totale per gli assegni superiori cinque volte il minimo Inps (30.500 euro lordi l'anno) e parziale (al 45%) per quelli compresi tra tre (18.300 euro annui) e cinque volte il minimo.
E’ certa la misura pensionistica anti-badante che introduce un taglio agli assegni di reversibilità.
Tra le altre novità previdenziali l'iscrizione obbligatoria alle casse pensionistiche privatizzate di tutti quei pensionati che percepiscono un reddito derivante da attività professionale. Questi pensionati-lavoratori saranno obbligati anche a versare contributi con un'aliquota minima non inferiore al 50% di quella ordinaria prevista dagli altri iscritti agli stessi enti. Un'ulteriore misura riguarda i risparmi generati dall'aumento dell'età pensionabile delle dipendenti pubbliche. Somme che dovevano confluire nel Fondo strategico per l'economia reale e che sarebbero servite anche per finanziare politiche attive per il sostegno dell'occupazione femminile come la conciliazione o il cofinanziamento degli asili nido. Ebbene dall'anno prossimo quel Fondo verrà definanziato per una quota di 252 milioni, per salire progressivamente fino a 592 milioni per l'anno 2015 e via a seguire fino al 2020 (con un taglio di quasi 250 milioni).
Per le casalinghe arrivano invece i bonus contributivi legati alla spesa per beni domestici e che potranno essere versati al Fondo attivo da 15 anni all'Inps ma che finora ha stentato a decollare.
Sulle casse previdenziali privatizzate arriva la vigilanza rafforzata. Al fianco del ministero del Lavoro, sulle gestioni patrimoniali e gli investimenti finanziari arrivano le ispezioni della Covip la Commissione di vigilanza sui fondi pensione; verifiche sulla cui base il ministro potrà poi disporre direttive sia sugli investimenti futuri sia sui limiti da non superare sotto il profilo dei conflitti d'interesse che si possono verificare con le banche o gli intermediari finanziari. Il ministro Maurizio Sacconi, parlando di questo intervento è tornato ad auspicare possibili accorpamenti tra alcune casse previdenziali. La Covip assorbirà poi buona parte delle funzioni del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale e parte delle risorse assegnate a quest'ultimo organismo che non viene più soppresso ma limitato ai soli compiti di osservazione, monitoraggio e analisi della spesa pensionistica.
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