venerdì 6 luglio 2012
Lavoro: rapporto Censis sul mondo delle cooperative
Cooperazione, un arcipelago di quasi 80 mila imprese. Danno lavoro a oltre un milione di persone.
E' questa la fotografia scattata dal Censis nel primo Rapporto sulla cooperazione italiana presentato nel corso della giornata celebrativa dell'Anno Internazionale ONU delle Cooperative. Le cooperative si legge nel dossier, contribuiscono al 7,4% dell'occupazione creata dal sistema delle imprese in Italia. I settori in cui la cooperazione fornisce il suo apporto più importante sono il terziario sociale (dove il 23,7% dei lavoratori è occupato in cooperative) e in particolare il settore sanità e assistenza sociale (49,7%), il settore dei trasporti e della logistica (24% di occupati) e i servizi di supporto alle imprese (19,3%).
Con più di 12 milioni di soci, 1 milione e 300 mila addetti, il mondo delle imprese aderenti all'Alleanza produce un fatturato globale di circa 140 miliardi di euro. La cooperazione ha conosciuto un lento ma graduale sviluppo nel corso degli ultimi 40 anni, proseguito anche nell'ultimo decennio.
Un insieme di circa 80 mila tra piccole, medie e grandi imprese, che danno lavoro a 1,3 milioni di persone. Si presenta così la cooperazione in Italia, una presenza "chiave" in molti settori strategici dell'economia, dal sociale alla sanità, dai trasporti alla logistica, dall'agroalimentare alla grande distribuzione, che inverte anche il 'tradizionale' rapporto Nord-Sud risultando più capillare nel mezzogiorno rispetto al Centro nord per il rilevante ruolo che svolge in agricoltura e, in parte, nel settore edile: a fronte di una media Italia di 12,3 cooperative ogni 10 mila abitanti, al Sud il dato sale al 16,3, contro il 10,5 del Nord Ovest, il 9,9 del Nord Est e il 9,6 del Centro.
Le cooperative presentano dimensioni molto più consolidate delle imprese tradizionali, considerato che nel 2011, a fronte di una media di 3,5 addetti per impresa, le cooperative ne contavano 17,3. La cooperazione inoltre, dice ancora il Censis, è stato capace di reagire positivamente" alla difficile crisi economica "difendendo l'occupazione e cercando, dove possibile, nuovi spazi di mercato".
Per il 2012 "le prospettive per le cooperative non sembrano destinate a migliorare più di tanto: la maggioranza (il 51,2%) si aspetta una situazione di ristagno mentre il 4% prevede addirittura la crisi per la propria cooperativa".
La cooperazione, si legge nel rapporto Censis, risulta diffusa in tutto il Paese, con una presenza molto più capillare al Sud rispetto al Centro Nord, grazie al rilevante ruolo che questa svolge in ambito agricolo e, in parte, edile: a fronte di una media Italia di 12,3 cooperative ogni 10 mila abitanti, al Sud il dato sale al 16,3, contro il 10,5 del Nord Ovest, il 9,9 del Nord Est e il 9,6 del Centro. Tuttavia guardando all'impatto occupazionale che la cooperazione ha sul territorio, la situazione appare ribaltata con un ruolo più rilevante del Nord Est, dove contribuisce per il 9,4% all'occupazione generata dal sistema imprese (al sud la percentuale è del 7,6%, al Centro del 6,8% e al Nord Ovest del 6,2%).
A trainare l'aumento dell'occupazione è stato il settore della cooperazione sociale, che ha registrato tra 2007 e 2011 un vero e proprio incremento, con una crescita del numero dei lavoratori del 17,3%,facendo lievitare il numero degli occupati tra soci e non soci da 1 milione 279 mila agli attuali 1 milione 382 mila in decisa controtendenza con il quadro nazionale.
Per questo, conclude il rapporto, la cooperazione è "un modello innovativo per uscire dalla crisi". La dimostrazione non è solo nella capacità sul fronte occupazionale ma nella filosofia e nella logica di fare impresa diversa da quella tradizionale. La cooperazione ha mostrato negli anni della crisi una straordinaria capacità di tenuta, continuando a costituire un bacino prezioso e di nuove opportunità di lavoro.
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