mercoledì 28 novembre 2012

Pubblica amministrazione una speranza per i precari


Il governo sta lavorando a una proroga dei contratti in scadenza nella pubblica amministrazione fino al prossimo 31 luglio da inserire nella legge di stabilità. Lo ha annunciato il commissario straordinario dell'Aran, Antonio Naddeo, all'incontro con i sindacati a Palazzo Vidoni, secondo quanto si apprende da fonti sindacali. Con la proroga, avrebbe riferito Naddeo "non abbiamo più la ghigliottina per definire l'accordo quadro" sui lavoratori flessibili. Di questa misura si parlerà nel Consiglio dei Ministri di venerdì e sarà formalizzata eventualmente ai sindacati in un nuovo incontro con i sindacati.

I precari nel pubblico impiego sarebbero all'incirca 250 mila nei diversi comparti e per la maggior parte con scadenza dei contratti al 31 dicembre 2012. Lo avrebbe comunicato l'Aran all'incontro governo-parti sociali, in corso al ministero della Pubblica Amministrazione, secondo quanto si apprende da fonti sindacali.

I lavoratori flessibili  nella scuola sono 135 mila, 14.800 nello Stato, di cui 3.600 nei Vigili del Fuoco, nella Sanità 35.194 e tra Regioni ed Enti locali oltre 52.000 (52.098), inoltre nelle Regioni a Statuto speciale 12.760.

«Un risultato positivo e utile frutto della nostra iniziativa». Così la Cgil ha commentato l'ipotesi di una proroga ai contratti precari in scadenza nella Pa come illustrato oggi nell'incontro tra il ministero della funzione pubblica e i sindacati a Palazzo Vidoni. «In attesa di leggere il testo della proroga e dell'accordo quadro- dice Michele Gentile, responsabile settori pubblici della Cgil nazionale - salutiamo questo come un risultato positivo e utile, frutto della nostra iniziativa, che permette di costruire un percorso che per quanto ci riguarda prevede la stabilità dei precari della Pa».

 A ottobre risultano in attesa di rinnovo 36 accordi contrattuali, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a circa quattro milioni di dipendenti (intorno ai 3 milioni nel pubblico impiego). Lo ha comunicato l'Istat precisando che la quota di dipendenti che aspettano il rinnovo è pari al 30,7% nel totale dell'economia, in leggero rialzo rispetto a settembre.
A ottobre tra i contratti monitorati dall'indagine l'Istat registra il positivo scioglimento della riserva dell'accordo per i dipendenti dell'industria chimica, rinnovato prima della conclusione naturale del contratto (dicembre 2012), mentre sono scaduti quelli per i lavoratori dell'industria alimentare e olearia (al riguardo l'istituto precisa che alla fine di ottobre per questi accordi è già stata siglata l'ipotesi di intesa, che sarà recepita definitivamente non appena sarà sciolta la riserva da parte dei lavoratori). L'Istat ricorda per quanto riguarda gli statali che a partire da gennaio 2010 tutti i contratti della pubblica amministrazione sono scaduti, subendo il blocco stabilito per legge.

Le retribuzioni contrattuali orarie a ottobre salgono dell'1,5% su base annua, dall'1,4% di settembre, mentre su base mensile crescono dello 0,2%. Il dato tendenziale rimane, nonostante il forte rallentamento dei prezzi, sotto il livello d'inflazione annuo dello stesso mese (+2,6%), ma il divario si restringe a 1,1 punti (da 1,8 di settembre).

Guardando ai primi dieci mesi dell'anno, nella media del periodo gennaio-ottobre 2012 le retribuzioni contrattuali orarie risultano cresciute su base annua dell'1,5%. Analizzando le proiezioni dell'Istat, con riferimento al semestre novembre 2012-aprile 2013, in assenza di rinnovi, il tasso di crescita tendenziale dell'indice generale sarebbe pari all'1,6% a novembre, diminuirebbe leggermente a dicembre all'1,5% e da gennaio 2013 subirebbe una drastica riduzione attestandosi allo 0,9%.

Tenendo conto dei diversi settori, a ottobre presentano i rialzi tendenziali più forti i comparti dell'acqua e servizi di smaltimento rifiuti (3,0%), dell'energia elettrica e gas (2,9%), del tessile, abbigliamento e lavorazione pelli (2,8%). Si registrano invece variazioni nulle per telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione.

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