domenica 30 giugno 2013
Nuovi fondi UE per giovani e piccole e medie imprese
Più soldi per i giovani, accordo politico sul meccanismo di risoluzione delle crisi bancaria - su cui si tornerà a dicembre - e piano Ue-Bei per l'accesso al credito delle piccole e medie imprese.
I 27 Paesi dell'Unione hanno approvato questa notte qui a Bruxelles un pacchetto di sostegno all'economia che prevede otto miliardi di euro a favore dell'occupazione giovanile (non più i sei previsti).
Per lottare contro la disoccupazione giovanile, i governi hanno dato questa notte il loro benestare a otto miliardi di euro nei prossimi sette anni, di cui sei nel solo biennio 2014-2015, in modo da offrire alle persone con meno di 25 anni un lavoro, uno stage o un periodo di apprendistato entro quattro mesi dalla fine degli studi o dalla perdita del lavoro. La strategia è una risposta all'elevata disoccupazione di alcune regioni europee.
Triplicati i fondi per l'Italia dal Piano Lavoro Unione Europea, che arrivano a 1,5 miliardi di euro: il Consiglio europeo anticipa al 2014 i programmi contro la disoccupazione giovanile, potenziando finanziamenti e prestiti alle piccole e medie imprese.
Il Piano Lavoro della UE prevede 8-9 miliardi di euro per l’occupazione giovanile: ci sono i 6 già previsti per il piano 'Garanzia per l'occupazione giovanile', che vengono anticipati al primo gennaio 2014, e nuove misure di stimolo all’occupazione: per l’Italia, ha sottolineato il premier Enrico Letta, sono stati quasi triplicati i fondi, arrivando a quasi 1,5 miliardi di euro.
Per Youth Guarantee (Garanzia per l'occupazione giovanile) saranno disponibili 6 miliardi di euro da gennaio 2014, utilizzabili nel triennio 2014-2016 (e non più spalmati fino al 2020, come previsto), e viene data la priorità ai paesi con disoccupazione giovanile sopra il 25% come l’Italia.
I fondi inutilizzati del bilancio UE verranno spesi, nei prossimi due anni, per iniziative a sostegno dell’occupazione soprattutto giovanile, e per favorire Innovazione e Ricerca.
Ci sono poi nuovi finanziamenti europei per l’Erasmus 2.0 attraverso incentivi alle piccole e medie imprese.
Per le piccole e medie imprese si prevede anche un piano di investimenti con effetto leva fino a 100 miliardi di euro, secondo le Linee Guida UE – BEI (Banca Europea Investimenti).
L’accordo è stato trovato fra il 27 e 28 giugno, per tamponare i gravissimi livelli di disoccupazione in Europa. «Non abbiamo illusioni: il problema non si risolverà in una notte», ha dichiarato il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, sottolineando comunque l’urgenza e l’importanza delle decisioni prese per creare lavoro.
Per l’Italia ci sono risorse aggiuntive rispetto ai 400 milioni di euro già previsti dal Garanzia per l'occupazione giovanile: vanno utilizzati per misure che mettano i giovani nelle condizioni di ricevere un’offerta di lavoro, apprendistato o training - di livello adeguato alla loro formazione – entro 4 mesi dalla laurea o dalla perdita di un precedente lavoro.
Come richiesto al vertice di Roma, l’utilizzo dei fondi europei parte dal 2014. L’Italia, assieme agli altri Stati beneficiari, dovranno presentare a Bruxelles specifici piani contro la disoccupazione giovanile entro dicembre.
Già da luglio dovrebbe partire il programma European Alliance for Apprenticeships (alleanza europea per l’apprendistato) e dal 2014 Quality Framework for Traineeships (struttura di qualità per la formazione), entrambi pensati per coinvolgere le aziende private creando apprendistato di qualità per i Fondi Formazione.
Il nuovo Erasmus 2.0 dovrà favorire anche eventuali periodi di training in un paese europeo diverso dal proprio e da gennaio 2014 parte anche il programma “Your first EURES Job” (il tuo primo lavoro europeo), che prevede contributi alle piccole e medie imprese entro i 250 dipendenti che offrono lavoro a giovani europei di altri paesi.
In Europa i giovani disoccupati sono infatti più del doppio degli adulti senza impiego (14 milioni di giovani fra 15 e 25 anni), con un costo della mancata integrazione nel mondo del lavoro pari all’1,21% del PIL europeo.
Nel prossimo Consiglio Europeo di ottobre 2013 di deciderà come distribuire 10 miliardi dalla BEI per supportare i prestiti alle imprese. I 27 Stati Membri chiedono incrementarli di +40% nel triennio 2013-2015.
Intanto la BEI ha individuato prestiti per 150 milioni di euro per investimenti in infrastrutture strategiche,
Ricerca e Innovazione o per imprese in difficoltà nell’accesso al credito.
In previsione c’è un piano da 100 miliardi di euro da destinare ad almeno 500mila/un milione di aziende.
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