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sabato 16 marzo 2013

Crisi economica annus horribilis per il lavoro e le imprese



Il saldo tra apertura e cessazione delle imprese è stato negativo per due punti percentuali. Secondo i dati di Anepa Confartigianato sono stati persi più di 80mila posti di lavoro. Male anche per i costruttori artigiani: in un anno 55mila posti di lavoro in meno.
Ancora notizie negative dal fronte economico per l'Italia, sia nel campo del lavoro che in quello dell'edilizia. In due mesi, gennaio e febbraio, i lavoratori in cassa integrazione "equivalenti a zero ore" sono stati 490 mila, per un taglio del reddito di circa 650 milioni di euro, pari a circa 1.319 euro per ogni singolo lavoratore. È l'elaborazione della Cgil su dati Inps, secondo cui a febbraio sono state autorizzate 79 milioni di ore di cassa.

In due mesi le ore di cassa integrazione autorizzate alle aziende sono state 168 milioni con un aumento del 22,71% sullo stesso periodo del 2012. La Cgil segnala come a partire da gennaio del 2009 e fino ad oggi, le ore di cassa integrazione autorizzate siano state stabilmente intorno agli 80 milioni per mese.

«Prosegue senza sosta - afferma il segretario confederale Elena Lattuada - il deperimento del tessuto produttivo e il progressivo processo di deindustrializzazione del paese. Centinaia di migliaia di lavoratori si trovano in una condizione di grandissima sofferenza, acuita dalle complicazioni e dai mancati pagamenti della cassa integrazione in deroga che vanno assolutamente risolti e superati. I numeri dimostrano che la priorità da affrontare, l'emergenza alla quale dare risposta, è sempre il lavoro. Il Parlamento e il prossimo governo devono, in fretta, dare priorità assoluta al tema della crescita e del lavoro, anche con interventi straordinari altrimenti il conflitto sociale e i livelli di povertà diventeranno entrambi insostenibili».

Il settore delle costruzioni, che conta 894.028 imprese, ne ha perse 61.844, con un saldo negativo dell'1,88 per cento. In tutto - spiega Anepa Confartigianato - sono stati persi 81.309 occupati. Dunque - secondo il rapporto Anepa Confartigianato - «è un quadro sempre più cupo, costellato da segni negativi, quello che caratterizza il settore delle costruzioni. E oltre al profondo rosso delle aziende delle costruzioni non è andata meglio per le imprese artigiane, che ne rappresentano la fetta più consistente: 571.336 aziende, vale a dire il 63,9% del totale. Nel 2012 hanno chiuso 54.832 costruttori artigiani, con un saldo negativo dell'1,96 per cento.

Le imprese edili sono strette in una morsa fatta di scarso credito bancario e di tempi di pagamento sempre più lunghi. A novembre 2012 lo stock di credito erogato alle aziende delle costruzioni è in calo del 7,6% rispetto a novembre 2011. E i tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici e privati si attestano su una media di 180 giorni, vale a dire 115 giorni in più rispetto alla media dei Paesi europei. Non meno preoccupanti le ripercussioni sull'occupazione: lo scorso anno il settore costruzioni ha perso 81.309 addetti, con una variazione negativa del 4,6 per cento. Di questi, 69.055 erano lavoratori dipendenti e 12.255 titolari e collaboratori. Ancora più negativo il trend della produzione: -16,2% nel corso del 2012, un crollo tre volte più intenso rispetto alla media europea (-5,6%).

A proposito di investimenti in edilizia, il rapporto di Confartigianato evidenzia le opportunità di interventi fortemente richiesti dai cittadini, soprattutto per quanto riguarda l'abbattimento di barriere architettoniche per disabili e anziani: quasi 1,5 milioni di persone riferiscono di avere difficoltà di accesso ad edifici e strutture pubbliche e il 98% degli italiani vorrebbe maggiori investimenti per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
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