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venerdì 23 settembre 2016

Apprendistato scuola-lavoro: si parte con il programma Enel, Ministero dell’Istruzione Ministero del Lavoro





Con sistema duale in apprendistato, si deve intendere la formazione alternata per il 50% a scuola e il restante 50% nell’ambiente di lavoro, con l’obiettivo di rafforzare l’offerta educativa per i giovani, affinché raggiungano un maggior livello di qualificazione.

ENEL, Ministero dell’Istruzione (MIUR) e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno dato il via ad una nuova edizione del programma di apprendistato scuola-lavoro 2016-2017: «un buon modello di collaborazione tra scuola e mondo del lavoro per migliorare l’occupabilità dei giovani e il loro inserimento nel mondo del lavoro», l’ha definito il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

Il programma, che vedrà l’assunzione da parte del Gruppo Enel di 140 studenti del quarto e quinto anno di istituti tecnici industriali di sette regioni italiane.

“Dopo il successo della prima sperimentazione, siamo orgogliosi di presentare il nuovo programma di apprendistato scuola-lavoro realizzato in sinergia tra ministeri, istituzioni formative e azienda – ha affermato l’Ad del Gruppo Enel Francesco Starace – Alla base di questa modalità di inserimento ci sono evidenti vantaggi per entrambi gli attori: per l’azienda, che investe sui giovani e sulla loro formazione; per gli studenti, che hanno così l’opportunità di svolgere attività formative più allineate all'innovazione tecnologica e alle esigenze del mondo del lavoro, maturando contestualmente una prima esperienza professionale".

L'alternanza scuola-lavoro diventa così una strategia educativa dove il contesto lavorativo è chiamato ad assumere un ruolo complementare all'aula e al laboratorio scolastico nel percorso di istruzione degli studenti in modo da contribuire alla realizzazione di un collegamento organico tra istituzioni scolastiche e formative e il mondo del lavoro.

Al termine del quinto anno, con la conclusione del percorso scolastico e il conseguimento del diploma, per gli studenti degli istituti interessati, tenuto conto della valutazione di merito del percorso effettuato in azienda, è prevista una seconda fase di apprendistato professionalizzante di un anno. La durata del periodo complessivo di apprendistato sarà di 36 mesi.

Durante l’anno scolastico gli apprendisti trascorreranno un giorno a settimana in azienda, svolgendo un programma formativo incentrato prevalentemente sul laboratorio e sulle competenze specifiche richieste, mentre durante il periodo estivo saranno in azienda full time per il Training on the job durante il quale affiancheranno le squadre operative e applicheranno concretamente le nozioni apprese durante l’anno scolastico, nel rispetto delle competenze acquisite in materia di safety.

L’idea di avviare il progetto sperimentale è nata dall'esigenza di ottimizzare la gestione del turn over nelle posizioni tecnico-operative aziendali anticipando l’ingresso degli apprendisti in azienda già durante lo svolgimento del percorso scolastico e condividendo con la scuola contenuti teorici più allineati alle esigenze industriali e un’esperienza di training on the job finalizzata a completare la formazione individuale.

Il progetto è stato reso possibile dalla cornice normativa che, con il Decreto Legislativo 81/2015 e il successivo Decreto interministeriale del 12 ottobre 2015, ha reso stabile l’apprendistato scuola-lavoro quale ulteriore modalità di ingresso in azienda.

La prima fase del percorso si concluderà al termine del quinto anno di scuola, con il conseguimento del diploma. Quindi, tenuto conto della valutazione di merito del percorso effettuato in azienda, è prevista una seconda fase di apprendistato professionalizzante di un anno. La durata del periodo complessivo di apprendistato sarà di 36 mesi.

Il contratto, stipulato tra azienda e apprendista, è regolato in modo dettagliato dalla legge tedesca, che definisce con precisione obblighi e doveri delle parti. Il sistema duale è diffuso in altri paesi, come Austria e Svizzera e soprattutto nell'Europa del Nord. Soluzioni che si sono dimostrate in grado di assicurare una più ampia integrazione dei giovani nel mercato del lavoro, riducendo così i livelli di disoccupazione.

La sperimentazione italiana del nuovo apprendistato normativo si basa su un modello fortemente innovativo che passa innanzitutto attraverso la ristrutturazione dell’apprendistato e delle sue caratteristiche (requisiti di accesso e modalità di regolazione della formazione): si punta così ad agire direttamente sul fronte delle imprese tramite la definizione di un nuovo mix di vincoli e benefici, in grado di bilanciare meglio l’onere formativo che esse assumono.



venerdì 19 luglio 2013

Imprese italiane: si vende il lavoro e le società pubbliche

"Specifiche ipotesi di vendita riportate da organi di informazione non sono state formulate dal ministro". Lo ha precisato il Tesoro in merito alle parole del ministro Fabrizio Saccomanni, che ha parlato "di strategia di riduzione del debito, formulando diverse ipotesi di valorizzazione del patrimonio pubblico, senza mai citare specifiche società".

Non è escluso che il Tesoro decida di cedere quote di società pubbliche - incluse Eni, Enel e Finmeccanica per ridurre il debito. E' quanto ha affermato il ministro dell'Economia, Saccomanni in un'intervista a Bloomberg Tv a Mosca, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg.

C'e anche l'ipotesi, ha spiegato Saccomanni di usare gli asset di queste aziende come collaterali. ''Stiamo considerando questo - ha detto il ministro in un'intervista a Bloomberg - queste compagnie sono profittevoli e danno dividendi al Tesoro, così dobbiamo considerare anche la possibilità di usarle come collaterali per la riduzione del debito''. ''Ci sono un po' di idee che dobbiamo prendere in considerazione'', ha proseguito il ministro. In particolare il ministro ha detto: ''spero che prima della fine dell'anno possiamo avere chiara quale sia la nostra visione per una strategia compressiva per uno schema che consenta l'accelerazione della riduzione del debito''.

"Il governo intende valorizzare i propri asset e quindi non esclude in futuro un piano di valorizzazioni che include le partecipazioni delle quale è in possesso". Lo precisa alla stampa italiana il portavoce del ministro dell'Economia, Roberto Basso a margine del G20.

"Ipotesi questa che andrebbe valutata con molta cautela perché si tratta di società quotate, profittevoli, che forniscono dividendi", ha proseguito il portavoce del Ministero del Tesoro, precisando alle agenzie italiane il senso dell'intervista concessa dal ministro Saccomanni a Bloomberg Tv, nella quale non si escludeva l'ipotesi di cessione di quote delle partecipazioni del Tesoro in Eni, Enel e Finmeccanica. "Tra le idee da valutare in futuro anche l'ipotesi di utilizzare le partecipazioni come collaterale per operazioni finanziarie", ha aggiunto.

"Tra le ipotesi note anche la cessione di immobili del Demanio", ha proseguito. L'obiettivo è "contribuire alla riduzione dello stock del debito", ha concluso.

Ripresa tra II e III trimestre - "La ripresa? Ci sono indicatori che si materializzerà tra il secondo e il terzo trimestre di quest'anno": è la previsione del ministro dell'economia. "Anche Bankitalia prevede che il quarto trimestre sarà positivo", ha aggiunto.

Si tratta di segnali deboli che convivono con la coda della crisi, ha lasciato intendere il ministro: "é tipico delle fasi di inversione di ciclo il fatto che ci siano incertezze ovunque", ha risposto ad una domanda sui rischi ancora esistenti. Saccomanni ha osservato però che "mentre in passato la politica economica era tutta improntata sulle restrizioni e ci si affidava solo alla domanda esterna, ora il quadro sta cambiando: ora c'é anche un supporto interno certo", ha sottolineato, citando ad esempio i rimborsi per i debiti della pubblica amministrazione.

 "La Cisl è del tutto contraria all'ipotesi ventilata oggi dal Ministro Saccomanni di vendere le quote pubbliche di aziende come Eni, Enel, Finmeccanica e Poste che già da tempo sono nel mirino degli appetiti famelici e speculativi degli investitori stranieri". Lo dichiara in una nota il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni.

"Ipotesi questa che andrebbe valutata con molta cautela perché si tratta di società quotate, profittevoli, che forniscono dividendi", ha spiegato il portavoce del Ministero del Tesoro, precisando alle agenzie italiane il senso dell'intervista concessa dal ministro Saccomanni a Bloomberg Tv, nella quale non si escludeva l'ipotesi di cessione di quote delle partecipazioni del Tesoro in Eni, Enel e Finmeccanica.
"Tra le idee da valutare in futuro anche l'ipotesi di utilizzare le partecipazioni come collaterale per operazioni finanziarie", ha aggiunto. "Tra le ipotesi note anche la cessione di immobili del Demanio", ha proseguito. L'obiettivo è "contribuire alla riduzione dello stock del debito", ha concluso.

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