Non c’è nessun rischio che slittino le assunzioni dei precari, non c’è nessun passo indietro del governo. Stiamo cercando di essere il più trasparenti e pronti al confronto". "Vogliamo investire sulla scuola come strumento di crescita del Paese: la crescita non la fa l’Istat. La scuola è lo strumento di crescita del Paese, non l’Istat", ha concluso il premier.
Rinviato di una settimana il disegno di legge sulla riforma della scuola, ma non c’è nessun rischio di slittamento delle assunzioni di 180mila insegnanti precari. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, precisando che non ci sono problemi di copertura: un miliardo sarà disponibile subito, 3 miliardi dal 2016. Il disegno di legge in materia slitta.
La parola passa al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che ha illustrato i cardini della riforma. «Abbiamo un obiettivo molto preciso che è quello di dare attuazione reale a un concetto rimasto congelato per 15 anni che è quello dell’autonomia scolastica», ha detto la Giannini.
«Si passa a un sistema di valutazione e di carriera degli insegnanti innovativo e rivoluzionario per il Paese che finora ha visto la progressione di carriera legata solo all'anzianità». Lo ha detto il ministro Giannini confermando che il 70% degli scatti sarà legato al merito.
«Ci sono poi misure fiscali - ha continuato il ministro - sulle quali dobbiamo prendere una decisione, che sono molto interessanti e innovative. In particolare la detrazione per le famiglie di alunni di scuole paritarie. Oltre alla possibilità di destinare il 5 per mille alla scuola, i provvedimenti sulla scuola prevedono sul piano fiscale uno School Bonus per chi investe in progetti legati alla scuola e la detrazione per chi frequenta le scuole paritarie». Tornando sulle assunzioni il ministro ha dichiarato che lo strumento legislativo «lo decideremo martedì prossimo». «Per noi - ha aggiunto - le assunzioni sono una priorità e un’urgenza. Quindi sarà uno strumento che consenta di ottenere questo risultato».
«Per cambiare la scuola bisogna partire da un progetto educativo, potenziando l’autonomia. Una scuola che dia competenze linguistiche (inglese in modalità Clil dalla primaria), musica, arte, educazione motoria con insegnati specialisti». E poi gli altri capisaldi della Buona Scuola targata Renzi-Giannini: l’alternanza scuola- lavoro (400 ore negli istituti tecnici e 200 ore per i licei) e soprattutto la riforma della carriera degli insegnanti. «Si passa a un sistema di valutazione degli insegnanti innovativo e rivoluzionario per il Paese che finora ha visto la progressione di carriera legata solo all’anzianità», ha detto il ministro Giannini confermando che il 70% degli scatti sarà legato al merito. Nel disegno di legge finirà anche la riforma della scuola per l’infanzia , con un ciclo unico 0-6 anni.
«Abbiamo un obiettivo molto preciso che è quello di dare attuazione reale a un concetto rimasto congelato per 15 anni che è quello dell’autonomia scolastica», ha detto la Giannini. «Per cambiare la scuola bisogna partire da un progetto educativo, potenziando l’autonomia. Una scuola che dia competenze linguistiche (inglese in modalità Clil dalla primaria), musica, arte, educazione motoria con insegnati specialisti». E poi gli altri capisaldi della Buona Scuola targata Renzi-Giannini: l’alternanza scuola- lavoro (400 ore negli istituti tecnici e 200 ore per i licei) e soprattutto la riforma della carriera degli insegnanti. «Si passa a un sistema di valutazione degli insegnanti innovativo e rivoluzionario per il Paese che finora ha visto la progressione di carriera legata solo all’anzianità», ha detto il ministro Giannini confermando che il 70% degli scatti sarà legato al merito. Nel disegno di legge finirà anche la riforma della scuola per l’infanzia , con un ciclo unico 0-6 anni. Infine il ministro ha voluto fare un accenno al nodo emerso nelle ultime ore degli sgravi per le scuole private. «Ci sono delle misure fiscali, sulle quali dobbiamo prendere una decisione, che sono molto interessanti e innovative - ha detto -. In particolare la detrazione per le famiglie di alunni di scuole paritarie».
I precari vivono ore di vera angoscia. Parliamo di 120 mila docenti che sperano di poter finalmente dire addio alla lotteria delle supplenze e alla girandola delle scuole e che adesso vedono sfumare all’ultimo la possibilità di un posto fisso. Di questi 105 mila sono iscritti alle Gae, le graduatorie a esaurimento chiuse dal 2007 di cui il premier Renzi aveva promesso lo svuotamento integrale; e 15 mila iscritti alle graduatorie di istituto (principalmente professori di matematica e fisica che scarseggiano nelle graduatorie provinciali) per i quali il decreto prevedeva un contratto-ponte in vista dell’assunzione definitiva (possibile solo dopo il prossimo concorso per 75 mila nel triennio 2016-2018) .