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mercoledì 24 febbraio 2016

Aprire una Srl semplificata a 1 Euro: regole, requisiti e costi


La Srl Semplificata che permette di avviare una startup con soltanto 1 euro di capitale e altri 168 euro per l’imposta di registro. Infatti, da agosto 2013 non esistono più le S.r.l. a capitale ridotto. Ora anche le S.r.l. normali si possono costituire con capitale sociale minimo di 1 Euro, invece che Euro 10 mila come in passato. E sono esenti da spese notarili e diritti di bollo.

La SRL semplificata è a tutti gli effetti è una soggetto giuridico al pari di una SRL che per la sua costituzione ci vorrà un capitale minimo da sottoscrivere simbolico e pari ad un euro e al rispetto di alcuni requisiti e comunque con capitale inferiore ai 9.999 euro che dovrà essere interamente sottoscritto e versato. Il capitale sociale dovrà essere formato solo di denaro non potendo prevedere anche conferimento in natura, d’opera o immobili o altro bene o servizio diverso.

Per accedere al regime semplificato e agevolato delle SRL semplificata veniva stabilito che potevano aprire una srl solo le persone fisiche che alla data della costituzione hanno meno di 35 anni di età. Tuttavia fortunatamente è stata superata questa previsione e quindi l’obbligo ed il limite di età non esiste più.

Non sarà possibile ovviamente avere soci all'interno che abbiano oltre 35 anni e sarà possibile associarsi con altre persone sempre che rispettino i requisiti anagrafici per aprire questo nuovo tipo di società. Per coloro che hanno oltre 35 anni di età si parla di società a responsabilità limitata a capitale ridotto o anche SRLcr.

Per l’apertura della SRL ordinaria in cui si doveva stimare le cosiddette spese di impianto ed ampliamento ossia i costi di costituzione legate alle talvolta salate parcelle del notaio che potevano andare dai 1500 a 3000, o 40000 euro per una srl con capitale sociale minimo qui assistiamo all’abolizione delle previsione dell’atto pubblico per la sua costituzione eliminando così oltre alla richiesta di finanziamento iniziale del capitale anche la fattura del notaio. Questo vale anche per le successive modificazioni dello statuto che non necessiteranno più dell’atto pubblico dal notaio essendo sufficiente la comunicazione per tutte le fattispecie di una semplice (da cui il nome della nuova SRL) comunicazione telematica al registro delle imprese mediante la procedura della SCIA o le altre procedure messe a disposizione dal legislatore fiscale e dall'amministrazione finanziaria.

L’atto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico e contenere i dati anagrafici e requisiti della società, la denominazione sociale contiene l’indicazione di società a responsabilità limitata. Il capitale sociale è compreso fra uno e 9.999 euro, è sottoscritto e interamente versato alla data della costituzione. Il conferimento deve essere in denaro e versato all'organo amministrativo. Vanno indicati gli amministratori (che, rispetto alla regola originaria, non devono più essere soci).

Adempimenti e costi
Non si paga. Per l’atto costitutivo, il notaio controlla i requisiti senza chiedere onorari ed entro 20 giorni deposita l’atto presso l’Ufficio del Registro Imprese tramite software ComUnica, senza spese per i diritti di segreteria e bollo.

Si paga. I costi dovuti sono il diritto annuale alla Camera di Commercio, l’imposta di registro, la denuncia inizio attività.

Un discorso a parte meritano i costi relativa alla tassa di concessione governativa di € 309,87 per i libri sociali. Per le Srls, infatti, c’è l’obbligo di contabilità ordinaria, nonché di deposito del bilancio di esercizio presso il registro imprese e di tenuta dei libri sociali.

E’ possibile modificare lo statuto per passare da Srl semplificata a ordinaria ma serve che l’atto costitutivo (o Statuto) risultante dalle modificazioni sia conforme alla disciplina del modello di destinazione e che siano rispettati i requisiti soggettivi dei soci. Per quanto riguarda in particolare il passaggio da Srl semplificata alla forma di Srl ordinaria, è necessario il contestuale aumento del capitale sociale ad almeno 10mila euro, con modalità analoghe a quanto avviene in caso di trasformazione di una srl (con capitale inferiore a euro 120.000) in SpA, senza che risulti necessario accertare il valore del patrimonio sociale mediante una relazione di stima. Quindi, non è necessaria la perizia di stima del patrimonio sociale che, invece, è per esempio richiesta nel caso di trasformazione di una società di persone in Srl. Questo perché in sostanza si rimane all’interno della disciplina della stessa tipologia societaria, la Srl.

Passaggio da Srl ordinaria
Infine nel caso opposto, di passaggio da Srl ordinaria a Srls, è necessario ridurre il capitale sociale sotto i 10mila euro. Ne consegue che il passaggio può essere deliberato:

con efficacia immediata (salva l’iscrizione nel registro delle imprese) in caso di riduzione del capitale sociale per perdite, anche ai sensi dell’art. 2482-ter del codice civile;

con efficacia subordinata al decorso del termine di 90 giorni nel caso in cui la riduzione del capitale sociale avvenga in base all‘art 2482 del codice civile (rimborso ai soci).

Oltre alla stipula dell’atto costitutiva e all'apertura della partita Iva dovrete effettuare anche l’iscrizione nel Registro delle imprese che nei casi di una SRL ordinaria saranno soggetti al pagamento di imposte di bollo e diritti di segreterie mentre in questi casi saranno esenti e non so se l’ho scritto prima ma anche gli onorari del Notaio dovranno essere pari a zero se non limitatamente al versamento dell’imposta di registro.

Denominazione sociale della SRLs
Essendo attenuato per così dire il regime di garanzia nei confronti dei terzi, al pari di quanto visto per le società in liquidazione, la denominazione sociale e la corrispondenza dovrà contenere la dicitura società a responsabilità limitata semplificata o SRLs.

Inoltre non saranno dovuti neanche bolli o tasse o registro iniziali che nell’atto pubblico erano richieste e anche talvolta care per le tasche di giovani in cerca di fortuna e con delle buone idee ma i portafogli vuoti. Altri requisiti di minore rilevanza sono che i soci devono prevedere nello statuto societario il diritto di recesso esercitabile in 15 giorni da parte di ciascun socio.




mercoledì 25 giugno 2014

Alitalia, trovato l'accordo: Etihad acquisirà 49% capitale



Alitalia ed Etihad Airways confermano di aver «trovato un accordo sui termini e condizioni dell'operazione con la quale Etihad Airways acquisirà una partecipazione azionaria del 49 percento in Alitalia». Lo si legge in un comunicato congiunto, in cui si precisa che «le due Compagnie aeree procederanno già dai prossimi giorni alla finalizzazione della documentazione contrattuale, che includerà le condizioni concordate. Il perfezionamento dell'operazione è soggetto alle approvazioni delle competenti autorità Antitrust».

Intanto il ministro dei trasporti Maurizio Lupi in una nota rivela che «su Alitalia-Etihad ieri sera c'è stato un importante incontro con le banche e con i principali azionisti, in un clima positivo e nel quale si sono fatti passi avanti decisivi». «È sempre più chiaro - aggiunge il ministro - che questo matrimonio s'ha da fare, perché è ormai evidente a tutti che si tratta di un forte investimento industriale con concrete prospettive di sviluppo per la nostra compagnia».

«Presto con il ministro del lavoro Poletti incontreremo i sindacati per fare il punto sulla vicenda esuberi. Sono sempre stato e continuo a essere fiducioso nel buon esito dell'operazione», ha aggiunto Lupi. La scadenza rimane quella di metà luglio per chiudere la trattativa sugli esuberi e affrontare il tema del piano industriale.

La Commissione europea non entra nell'immediato in una valutazione della validità dell'operazione Alitalia-Etihad sotto il profilo della proprietà e del controllo della compagnia, ma si aspetta che le autorità italiane conducano le verifiche necessarie, salvo poi intervenire in una seconda fase se dovesse essere necessario. Lo ha detto oggi Helen Kearns, portavoce del commissario Ue ai trasporti, Siim Kallas. «La compagnia aerea deve rimanere con una proprietà e un controllo a maggioranza europei. Sta alle autorità italiane in prima battuta fare la prima valutazione. Quindi, se necessario, la Commissione potrebbe prendere ulteriori iniziative per assicurarsi che le regole siano state applicate correttamente,» ha detto la portavoce rispondendo ad una domanda sugli sviluppi della operazione Alitalia-Etihad.

Ma oggi il gruppo Lufthansa, in riferimento all'operazione Alitalia-Etihad, puntualizza all'Adnkronos: «E' vitale che l'Unione europea e le autorità dei Paesi membri pongano fine alla concorrenza sleale da parte dell'aviazione sussidiata dallo Stato e proibisca l'aggiramento delle regole europee in materia sussidi».

Nella saga interminabile della trattativa e degli annunci tra Alitalia e Etihad, le due compagnie hanno annunciato di aver trovato un accordo per l'ingresso degli emiratini con il 49% nell'Alitalia. Mancano però ancora due pilastri fondamentali: l'intesa tra Alitalia e sindacati sugli esuberi (sono 2.251 quelli richiesti da Alitalia e Etihad) e il consenso delle banche a cancellare 560 milioni di euro di debiti finanziari di Alitalia.

Queste sono due condizioni poste da tempo proprio dalla compagnia degli Emirati Arabi Uniti, come premessa indispensabile al suo ingresso con il 49% nell'Alitalia. Allora è inevitabile chiedersi: cosa significa l'annuncio congiunto delle due compagnie? Può darsi che si tratti di un passaggio legale, una sorta di scambio di lettere per dire che vengono accettate le condizioni della trattativa, ma il contratto finale è tutto ancora da scrivere. La prima impressione, quindi, è che nella sostanza questo annuncio sia un'offensiva mediatica per rassicurare le parti, compresi i passeggeri che comprano biglietti di una compagnia, Alitalia, che tra pochi mesi potrebbe fallire se non riceverà una nuova iniezione di capitali. Del resto, in questa partita finora c'è stata poca trasparenza. Gli emiratini guidati dallo spavaldo James Hogan non hanno quasi mai fatto dichiarazioni, salvo lasciar trapelare una sorta di insofferenza per l'attesa di decisioni che dovevano (e devono ancora) essere prese nello schieramento italiano.

Nello schieramento italiano il principale esternatore è stato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, il quale svariate volte ha annunciato accordi imminenti tra i due vettori (fin da quando diceva «entro il mese di marzo»), accordi che solo ora hanno trovato un punto di condivisione. E' Lupi che ha annunciato un (leggero) aumento dei voli intercontinentali di Alitalia da Fiumicino e da Malpensa in caso di accordo con Etihad, ma il piano industriale non è mai stato reso pubblico, neppure nel confronto con i sindacati sui tagli. Eppure è trapelato, senza smentite, che nell'immediato l'intesa con Etihad prevede, oltre al taglio dei posti di lavoro, tagli anche dei voli e della flotta, con la messa a terra di 11 aerei di Alitalia a medio raggio, della famiglia Airbus 320. L'ipotizzato incremento dei voli intercontinentali avverrà con gradualità, a quanto si sa il primo nuovo collegamento intercontinentale sarebbe da Malpensa a Shanghai durante l'Expo 2015. A condizione, naturalmente, che i ritardi dei lavori e le tangenti non facciano saltare l'Expo.

Alitalia e Etihad affermano che «procederanno già dai prossimi giorni alla finalizzazione della documentazione contrattuale, che includerà le condizioni concordate». Ma prima di concludere l'accordo definitivo bisognerà definire l'intesa sugli esuberi. L'ultimo incontro con i sindacati c'è stato il 20 giugno con il muro contro muro. In particolare la Filt-Cgil ha detto che «sono inaccettabili 2.251 licenziamenti». Etihad vuole che gli esuberi lascino definitivamente la compagnia, non accetta i contratti di solidarietà o la cigs a rotazione, ammortizzatori che al termine del periodo di crisi prevedono il riassorbimento dei lavoratori nell'azienda. Lupi ha detto che incontrerà i sindacati la prossima settimana insieme al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Eventuali sviluppi della vertenza sono legati anche a questo prossimo passaggio.

Con le banche la partita è ancora aperta. In particolare, Popolare di Sondrio e Mps si sono finora opposte al piano di sacrifici cui sembrano invece disponibili le due banche più esposte e anche azioniste di Alitalia, cioè Intesa Sanpaolo e Unicredit. Più volte le banche si sono incontrate, anche con il governo, senza arrivare a un'intesa. Anche su questo punto c'è da chiedersi: le banche cosa chiedono al governo come contropartita al sacrificio richiesto?

Finché non ci saranno intese formali su questi due punti, parlare di accordi tra Alitalia e Etihad è velleitario. Il negoziato finale per scrivere il contratto potrebbe durare un mese. Uno degli azionisti più interessati alla vicenda, Atlantia, perché oltre che di Alitalia è anche azionista di maggioranza di Aeroporti di Roma e Alitalia incide per il 45% sul traffico di Fiumicino, ha detto di recente con l'a.d. Giovanni Castellucci che l'accordo si dovrà concludere «per forza» entro luglio. Alitalia e Etihad hanno davanti un mese ancora molto caldo.

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