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lunedì 26 agosto 2013

Lavorare con la biotecnologia: opportunità di lavoro e politica occupazionale



In un momento in cui per i giovani è estremamente difficile trovare lavoro nonostante le nuove politiche sul lavoro, l’idea di architettare un lavoro, per  fare una propria impresa, si fa sempre più reale.

Skuola.net ha raccontato varie vicende di ragazzi che hanno creato occupazione partendo da un pensiero. Parliamo delle opportunità di lavoro nel campo della biotecnologia, ed in modo particolare della Bio Soil Expert, una delle più recenti startup italiane di successo, nata dal connubio della passione per l’ambiente con l’applicazione delle tecnologie sostenibili. Gli ideatori sono esperti in materia di biotecnologie agro-alimentari.

Le biotecnologie hanno ormai conquistato una posizione preminente tra le priorità strategiche dell’Unione Europea, concretizzata dalla pubblicazione nel 2002 del Piano d’azione europeo sulla biotecnologia e le scienze della vita. Questa consapevolezza del ruolo strategico rivestito dalle biotecnologie, serve come innesco di una rinnovata competizione per uno sviluppo delle biotecnologie, che coinvolge i singoli Paesi membri e li pone a confronto in materia di offerta ai potenziali investitori.

L’Italia, si ritrova oggi in una posizione non solamente di sicura e doverosa possibilità di recupero ma di forte privilegio dato l’alto potenziale per la creazione di imprenditoria biotecnologica disponibile in termini di risorse scientifiche, umane e culturali esistenti ed ancora ampiamente da sfruttare.

Le attività in biotecnologia – in particolare a livello di Ricerca & Sviluppo - sono caratterizzate da una relativamente bassa intensità di capitale, perlomeno in fase iniziale. Perciò appare particolarmente idonea a priori allo sviluppo dell’imprenditoria biotecnologica la struttura industriale italiana, la cui ossatura è costituita da piccole e medie imprese, ed è spesso organizzata in aree territoriali con vocazione specifica, flessibile e capace di inserirsi nel mercato internazionale, come già ampiamente dimostrato dai livelli di eccellenza raggiunti in diverse “nicchie” produttive.

L’Italia in questo momento non solo è chiamata a recepire le indicazioni del Piano di azione europeo sulle biotecnologie e le scienze della vita, ma ha anche il dovere di valorizzare attraverso un piano nazionale di sviluppo per le biotecnologie il potenziale disponibile per ottenere da questo settore strategico quei risultati in termini di aumentata competitività.

Il contenimento del dissesto idrogeologico, la salvaguardia dei corsi d’acqua dal rischio contaminazione, la bonifica dei terreni dismessi e inquinati: queste le principali aree business della giovane realtà imprenditoriale nata con l’obiettivo di risolvere alcune delle più delicate problematiche legate al territorio attraverso l’impiego di rimedi senza rischio e impatto ambientale.

La prevenzione come anche la limitazione del dissesto del suolo, ad esempio, viene affidata ad alcuni batteri in grado di accelerare lo sviluppo vegetativo di piante il cui apparato radicale può raggiungere anche 3-5 metri di profondità, assicurando così la stabilità del terreno. Il rimedio utile, invece, per ridurre il pericolo di contaminazione dei corsi d’acqua sono le fasce tampone in chiave biotech: un’applicazione, questa, molto vantaggiosa per l’agricoltura.

Una politica di innovazione industriale basata sullo sviluppo di nuove tecnologie che deve essere chiaramente percepita come impegno stabile da quanti, individui o istituzioni, possano essere liberamente disposti ad impegnarsi nello studio, nel rischio imprenditoriale ed in quello finanziario. In un contesto europeo sempre più orientato alla sussidiarietà ed alla valorizzazione delle particolari vocazioni esistenti in specifici territori, è del tutto evidente come la qualità dell’offerta in materia di infrastrutture e “ambiente innovativo” costituisca un fondamentale strumento di stimolo per accrescere le risorse esistenti e “catturarne” di nuove, in alternativa ed in competizione con altre aree.

Nell’ottica della promozione della ricerca biotecnologica in Italia, non va dimenticato un settore per il quale le condizioni degli ultimi anni hanno affievolito in maniera notevole l’impegno dei nostri ricercatori. In campo agronomico, siamo stati tra i primi ad aver concentrato l’attenzione sulla protezione dell’agrobiodiversità e sulla qualità dei prodotti e in questo senso si pongono sicuramente all’avanguardia le ricerche di Università e Istituti Sperimentali per la terapia genica delle patologie più ostiche (quali le virosi) che minacciano specie ad elevato valore aggiunto tipiche della tradizione agricola nazionale, quali certe produzioni orticole di qualità in alcuni casi in via di estinzione (riso carnaroli, pomodoro S. Marzano, mela della Val D’Aosta).


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