sabato 5 novembre 2011

SOS lavoro: professioni manuali a rischio

A lanciare l’sos è la CGIA di Mestre nel suo rapporto. Nel quale si indica che nei prossimi 10 anni sono a rischio di estinzione le professioni manuali dell’artigianato e dell’agricoltura che potrebbero comportare la perdita di almeno 385.000 posti di lavoro.
Secondo i dati esposti dalla CGIA, la lista include gli allevatori di bestiame nel settore zootecnico, i braccianti agricoli e una moltitudine di mestieri artigiani come i pellettieri, i valigiai, i borsettieri, i falegnami, i muratori, i carrozzieri, i meccanici di auto ect..
Premesso che non siamo in grado di prevedere se nei prossimi anni cambieranno i fabbisogni occupazionali del mercato del lavoro ha esordito il segretario della CGIA – siamo comunque certi di tre cose.
La prima: fra 10 anni la grandissima parte degli over 55 censiti lascerà il lavoro per raggiunti limiti di età.
La seconda: visto il forte calo delle nascite avvenuto in questi ultimi decenni, nel prossimo futuro si ridurrà ancora di più il numero dei giovani che entreranno nel mercato del lavoro, accentuando così la mancanza di ricambi generazionali.
La terza: se teniamo conto che i giovani ormai da tempo si avvicinano sempre meno alle professioni manuali, riteniamo che il risultato ottenuto in questa elaborazione sia molto attendibile.”
Tutto ciò porterà ad inevitabili ricadute sulla produttività e sull'export. A vedere i dati il problema è culturale: quindi: bisogna rivalutare il lavoro manuale e le attività imprenditoriali che offrono queste opportunità.  Ed è facilmente dimostrabile che per molti genitori far intraprendere un mestiere al proprio figlio in un'azienda artigiana è l'ultimo dei pensieri. In attesa di una rivoluzione culturale qualcosa si muove in termini legislativi. Il Testo Unico e la conseguente riforma per l'apprendistato è diventato operativo alla fine di ottobre anche se in attesa di tutti i decreti attuativi – incentiva le aziende assumere giovani con questo particolare contratto di inserimento, consentendo particolari vantaggi fiscali e contributivi.

Formazione aziendale: i corsi

La formazione aziendale rappresenta nell’economia dell'azienda un fattore fondamentale che è legato alla competitività per l'azienda stessa. A volte i lavoratori che incontrano delle difficoltà nei luoghi di lavoro, che non ottengono risultati o che non riescono ad applicarsi al meglio, possono subire un vero e proprio cambiamento grazie alla formazione. Per fare questo bisogna operare in modo mirato per trovare i giusti corsi di formazione aziendali.

I corsi di formazione aziendale sono volti al miglioramento dell'organizzazione, il potenziamento del patrimonio aziendale dei servizi che offre l'azienda, il miglioramento delle relazioni interne ed esterne etc.
Proponiamo un elenco dei siti dei principali centri e scuole di formazione che organizzano corsi di formazione aziendale, con tutte le informazioni che riguardano le modalità di iscrizione e la struttura dei corsi:

Associazione Nazionale Garanzia della Qualità

Bertoldi e associati

EnerMind

ISP, Istituto per lo Sviluppo Professionale

LabornetFilas


Manage consulting international


WMR consulting

Ricordiamo che la legge 236 del 1993 consente alle aziende di ottenere contributi per la realizzazione di progetti di formazione continua e per i corsi di aggiornamento, ossia di quelle attività che consentono un adeguamento o miglioramento delle competenze professionali dei lavoratori.
Le attività formative si rivolgono a soggetti che hanno ovviamente un'occupazione e hanno l'obiettivo di rafforzare la professionalità dei lavoratori al fine di ottimizzare le loro potenzialità in sintonia con l'innovazione tecnologica ed organizzativa dei processi produttivi.
Le azioni formative devono riguardare interventi relativi alle seguenti aree: qualità; innovazione tecnologica ed organizzativa; sicurezza e protezione ambientale
Le aree di intervento possono riguardare: progetto di formazione unito alla motivazione; prospetto dei costi e dell'investimento; piano delle attività da svolgere a supporto dell'azienda; erogazione della prestazione.

lunedì 31 ottobre 2011

Imprenditoria femminile leggi ed opportunità

L'imprenditoria femminile ha l'obiettivo di incrementare l’imprenditoria in rosa garantendo le pari opportunità e migliorando l’economia di un territorio. La legge 215 del  92 per l’imprenditoria femminile garantisce l’uguaglianza sostanziale tra i generi nelle attività imprenditoriali. La legge “imprenditoria femminile” riconosce ai progetti selezionati degli stanziamenti attraverso contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti.
La legge per questa tipologia di impresa è applicabile a tutti i tipi di attività imprenditoriali gestite da donne ed è legata ai settori dell'industria, dell'artigianato, dell'agricoltura, del commercio, del turismo e dei servizi.
La legge dell'imprenditoria femminile è stata ampliata dalla costituzione (nel 1999) dei “Comitati per la promozione dell'imprenditorialità femminile”. Tali comitati sono stati istituiti allo scopo di incentivare, a livello regionale e locale, lo sviluppo imprenditoriale femminile, oltre ad occuparsi del monitoraggio di problematiche e le relative soluzioni delle imprenditrici. Si consiglia di visitare il sito Infomagiovani.

Vediamo che le azioni positive per l’imprenditoria femminile sono dirette a:
a)  favorire la creazione e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, anche in forma cooperativa;
b) promuovere la formazione imprenditoriale e qualificare la professionalità delle donne imprenditrici;
c) agevolare l’accesso al credito per le imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile;
d) favorire la qualificazione imprenditoriale e la gestione delle imprese familiari da parte delle donne;
e) promuovere la presenza delle imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile nei comparti più innovativi dei diversi settori produttivi.

Come ottenere un fondo di finanziamento.
Può presentare domanda per ottener un fondo per l’imprenditoria femminile uno dei seguenti soggetti giuridici:
cooperative e società di persone composte almeno per il 60% da donne;
società di capitali in cui almeno due terzi del capitale e degli organi di amministrazione siano controllati da donne;
imprese individuali in cui il titolare è una donna;
tutti gli enti (associazioni, imprese, società di promozione imprenditoriale, centri di formazione) che favoriscono corsi di formazione imprenditoriale e consulenza manageriale a gruppi che per almeno il 70% sono composti da donne.
I soggetti che beneficiano dei fondi per l’imprenditoria femminile non possono:
ottenere o richiedere altre agevolazioni nazionali, regionali, comunitarie;
cedere o vendere i beni oggetto dell’agevolazione per i cinque anni successivi alla data di concessione della facilitazione, senza che ne sia data immediata comunicazione all'Amministrazione competente;
perdere i requisiti relativi alla presenza femminile in base ai quali si è ottenuta l’agevolazione per i cinque anni dalla data di concessione. E’ inoltre obbligatorio comunicare velocemente ogni cambiamento che comporti il venir meno dei requisiti previsti.
Tutte le richieste per i fondi per l’imprenditoria femminile vengono sottoposte ad un'istruttoria e, se ritenute ammissibili, vengono inserite in differenti graduatorie regionali suddivise nei macrosettori di intervento (agricoltura, manifatturiero e assimilati, commercio, turismo e servizi).
Per le opportunità dell'imprenditoria femminile si consiglia di visitare If-Imprenditoria Femminile  che è un sito dei comitati costituiti per la promozione dell'impresa rosa dove si trovano news, progetti e varia documentazione, 
Aidda, ossia Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d'Azienda, rappresenta il sicuro punto di riferimento per tutte le donne che rivestono ruoli di responsabilità nelle imprese italiane. Le iscritte AIDDA sono donne che operano nei settori più diversi, dal commercio, all'industria, con presenze di primissimo piano in campi come l'abbigliamento, alimentari, arredamento, chimica, edilizia, editoria, metalmeccanica, dai servizi all'agricoltura  e all'artigianato.
Donne Impresa si propone di favorire lo sviluppo della imprenditorialità femminile nell'ambito delle  imprenditrici associate a Confartigianato e svolgono azioni finalizzate alla formazione professionale e al miglioramento delle condizioni generali di lavoro delle donne, imprenditrici e non solo.
Nel sito Sportello Agevolazioni sono presenti delle opportunità per fare autoimprenditorialità femminile e fare impresa.
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