domenica 27 maggio 2012

Riforma della scuola 2012 per i migliori su Internet e stage nelle aziende


Tutte le scuole superiore sceglieranno il proprio «studente dell'anno» tra quelli che hanno superato la Maturità con il massimo dei voti, 100 e lode. Ogni «studente dell'anno» avrà diritto a una «borsa di studio aggiuntiva» e alla «riduzione di almeno il trenta per cento delle tasse universitarie» per il primo anno accademico. Ma ci sono anche altre modifiche, come i test d'accesso per tutti i ragazzi che si iscrivono all'università. Non per estendere il numero chiuso a tutte le facoltà ma come strumento di «autovalutazione», per aiutare gli studenti a trovare il corso giusto lasciandoli liberi di iscriversi dove vogliono. Il cosiddetto “pacchetto merito”.

Quindi elezione di studente dell’anno, borse di studio per i più meritevoli, stage nelle aziende. Sono solo tre delle innovazioni previste nel “pacchetto merito”, la riforma della scuola pensata dal governo Monti che ha un unico obiettivo: premiare gli studenti più bravi.
Oltre allo sconto sulle tasse universitarie e alla borsa di studio, lo studente dell'anno avrà diritto alla carta «IoMerito», con sconti per musei, mostre e mezzi pubblici.

Per gli studenti migliori ci sarà anche un altro premio: le master class, i corsi estivi gratuiti. Saranno riservati ai ragazzi che arriveranno ai primi tre posti nelle olimpiadi scolastiche organizzate tutti gli anni per ogni materia, dalla matematica all'italiano.

Buone notizie arrivano anche per gli istituti di eccellenza: tenendo conto del numero degli studenti che arrivano al diploma senza essere bocciati e osservando quanto i ragazzi seguono le indicazioni dei professori. Non si sa di quale entità.
In arrivo un “test diagnostico”. Il numero chiuso resterà solo per le facoltà che lo prevedono ma da settembre tutti gli studenti che vogliono iscriversi a un ateneo dovranno rispondere a domande per vedere se sono tagliati per quell’università oppure no. L’obiettivo è ridurre il numero di ragazzi che abbandonano i corsi universitari dopo il primo anno.

Cambiano ancora le regole per i concorsi universitari, per i ricercatori e per i professori associati e ordinari. Le commissioni giudicanti vedranno ridursi il numero di docenti interni in modo da rendere più complicati gli accordi sotto banco per far entrare i conoscenti o gli amici.   Il numero chiuso resterà solo per le facoltà che già oggi lo prevedono, come Medicina o Architettura. Dal nuovo anno accademico ogni studente dovrà rispondere a una serie di domande utili a verificare la predisposizione verso quella materia. Il tutto contro l’abbandono feroce del primo anno.

Il “portfolio dello studente” sarà disponibile on line sul sito del ministero e sarà un curriculum in cui inserire i propri titoli. Previo consenso dello studente, il cv potrà essere consultato da imprese che offrono stage e tirocini.

sabato 26 maggio 2012

Imprese e lavoro: quattro su 10 chiuse entro cinque anni


Quattro imprese su dieci non arrivano a compiere il quinto compleanno. Secondo quanto emerge da uno studio Infocamere, in cui si calcola che solo il 58% delle aziende nate nel 2006 era ancora in vita nel 2011. A peggiorare le cose, il confronto con il quinquennio precedente: le imprese nate nel 2001 e vissute almeno fino al 2006 erano infatti il 61,7%. Il tasso di sopravvivenza, negli anni più duri della crisi, è sceso di oltre tre punti percentuali (-3,3%). Lo studio, realizzato sulle aziende iscritte al Registro delle Imprese gestito dalle Camere di Commercio, fornisce anche indicazioni riguardo al territorio. Si vede cosi' che l'area più colpita dalla crisi sembra essere il Mezzogiorno, che rispetto al 2006 ha registrato un crollo nella probabilità di sopravvivenza di 5,3 punti percentuali, seguita dal Nord-Est e dal Nord-Ovest che hanno superato entrambe la soglia dei 4 .
Unica nota positiva è rappresentata dal Centro, che ha invece visto aumentare di 2 punti la percentuale delle imprese ancora in vita dopo un lustro passando dal 57,4% del 2006 al 59,5% del 2011. Il Mezzogiorno, pur rappresentando l'area che tra i due momenti in esame ha evidenziato la differenza negativa più marcata, rimane comunque la circoscrizione rispetto alle altre aree del Paese con la percentuale più' alta di imprese che sopravvivono dopo i 5 anni, sfiorando il 61%. Ultimo il Nord-Ovest con il 55,7%.
L'analisi dei dati per forma giuridica stabilisce invece che le ditte individuali hanno una probabilità di sopravvivenza significativamente più bassa delle società' (di persone e di capitali) e altre forme. Al 2011 le ditte individuali sopravvissute dopo 5 anni di attività' hanno sfiorato il 57%, contro il 59% e oltre il 62% registrato rispettivamente dalle società di persone e dalle società' di capitali.
Confrontando i valori 2011 con quelli 2006 si può vedere come la percentuale delle imprese che sopravvive dopo 5 anni e' diminuita sia per le società' di persone, passando dal 60,9% al 56,9%, sia per le ditte individuali, dove la riduzione, particolarmente significativa, e' stata pari a quasi 7 punti percentuali passando da un valore 2006 pari a 63,7% al 56,9% del 2011. Se da un lato il numero delle imprese individuali che sopravvivono a distanza di cinque anni si riduce con il passare del tempo, dall'altro le società' di capitale rappresentano la forma giuridica che più' resiste rispetto al passato e per cui il tasso di sopravvivenza più' si e' rafforzato: pesava il 57,9% nel 2006, ha raggiunto il valore del 62,5% nel 2011.
A peggiorare le cose, il confronto con il quinquennio precedente: le imprese nate nel 2001 e vissute almeno fino al 2006 erano infatti il 61,7%. Il tasso di sopravvivenza, negli anni più duri della crisi, è quindi sceso di oltre tre punti percentuali (-3,3%).

lunedì 21 maggio 2012

Tasse sul lavoro Italia al top

Eurostat ha diffuso  i dati relativi alla pressione fiscale dei vari stati sui contribuenti europei; tra i dati si evidenziano inoltre quelli relativi al costo sul lavoro, ossia la pressione fiscale dello Stato sulle aziende per i lavoratori occupati. Purtroppo l’Italia questa volta esce vincitrice, o di nuovo sconfitta a seconda di come si vuol leggere la classifica.

Nel 2010, in base ai dati resi noti oggi, il peso 'implicito' - ovvero tasse più oneri sociali - dello Stato sul costo del lavoro è salito dal 42,3 del 2009 al 42,6%. Nei 17 Paesi dell'Eurozona il tasso medio è stato del 34%.
Quest'anno il peso del fisco sulle spalle degli italiani - persone fisiche - è destinato a crescere di quasi due punti percentuali passando dal 45,6 al 47,3%. Lo ha reso noto oggi Eurostat, secondo il quale resterà invece ferma al 31,4% la pressione sulle aziende.

L'Italia era al settimo posto nella graduatoria europea del 2007 per pressione fiscale apparente e passa al quinto nel 2012 per effetto di un incremento di pressione e per il fatto che Danimarca, Svezia e Belgio riducono la propria pressione. È quanto emerge dallo studio di Confcommercio presentato al Forum di Cernobbio su «Le prospettive economiche dell'Italia nel breve-medio termine».

I lavoratori italiani sono quelli che pagano più tasse in Europa. Ma non solo, la pressione fiscale è aumentata.


I dati Eurostat relativi al biennio 2009-2010 diffusi oggi parlano chiaro: la media europea di contributi da lavoro dipendente con l’aggiunta degli oneri sociali si attestano al 34 per cento della retribuzione, mentre in Italia si è saliti dal 42,3 per cento del 2009 al 42,6 per cento del 2010.
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