martedì 14 agosto 2012

Lettera dei lavoratori di Wind Jet


"Il dossier con Wind Jet non si può riaprire". Lo ha detto l'ad di Alitalia, Andrea Ragnetti, entrando al Ministero dello sviluppo economico. "Con loro non c'é più nessuna possibilità di ricominciare alcun tipo di dialogo". Ragnetti ha respintoe ogni accusa rivolta in questi giorni ad Alitalia: "Soltanto un ingenuo - ha detto - può pensare che Alitalia abbia cercato scientemente di far fallire Wind Jet, che invece è fallita o fallirà semplicemente per cattiva capacità gestionale".

Noi non ci arrendiamo. Continuiamo a lottare perché con noi non si ferma solo Wind Jet, ma un intero aeroporto e tutte le imprese che grazie a lei sono nate e cresciute". E' un passo di un volantino distribuito nell'aeroporto di Catania dai lavoratori della Wind Jet che continuano a protestare nello scalo dopo lo stop ai voli della compagnia low cost. "Chiediamo la vostra solidarietà - continuano nel volantino i lavoratori della Wind Jet - perché vi abbiamo portato con noi ovunque, perché e c on noi che la Sicilia ha iniziato a volare. Vogliamo continuare a farlo oggi e domani". " Wind Jet e Alitalia - conclude il volantino - lasciano tutti a terra: le famiglie di migliaia di siciliani senza più futuro e tutti voi passeggeri senza più i vantaggi di una compagnia low cost".

Il Codacons ha diffidato tutti i principali circuiti di pagamento delle carte di credito, Visa, Diners, Mastercard, American Express, Abi e le associazioni di categoria delle agenzie di viaggio, Fiavet, Assotravel e Assoviaggi a non riversare alla compagnia aerea Wind Jet il denaro incassato dai consumatori per l'acquisto dei biglietti di viaggio. "Essendo i voli bloccati, infatti, rigirare i soldi a Wind Jet per il pagamento di tali biglietti configurerebbe il reato di appropriazione indebita e truffa aggravata", dice il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Il Codacons ha annunciato fin d'ora che, se la diffida non sarà recepita, denuncerà per appropriazione indebita e truffa ogni singola agenzia di viaggio o gestore di carta di credito che riverserà a Wind Jet le somme incassate dai consumatori dopo, e nonostante, il blocco dei voli.

lunedì 13 agosto 2012

Laureati senza lavoro, è boom: +41%




L'Istat ha  evidenziato quanto si sia ristretto il campo delle opportunità nel lavoro più qualificato. In Italia, secondo l'istituto, nel primo trimestre del 2012 si è rilevato un vero e proprio boom di disoccupati laureati: sono 304 mila le persone con un titolo di laurea e post laurea in cerca di lavoro.

E' quanto emerge da dati Istat sul primo trimestre 2012. Si tratta del livello più alto almeno dal 2004, periodo fino al quale sono disponibili i dati. Su base annua il rialzo è del 41,4%. La maggior parte sono donne (185 mila).

Quindi tra i 2,8 milioni di disoccupati dei primi tre mesi dell'anno non mancano coloro che hanno studiato per anni e anni, anzi. Naturalmente il numero dei laureati è in crescita e ha raggiunto quasi i 6 milioni. Infatti sono in rialzo anche gli occupati con i massimi titoli di studio, pari a 4 milioni 187mila, ma il loro incremento annuo (+3,5%) è nettamente più esiguo rispetto all'allargamento della disoccupazione. Un'altra buona parte di laureati, fatta di 1 milione 444mila persone (+2,8% su base tendenziale), rientra nella zona grigia dell'inattività, coloro che né hanno né cercano un lavoro. Un fenomeno, ovviamente, su cui pesa anche lo scoraggiamento.

domenica 12 agosto 2012

Riforma del lavoro 2012: le regole per collaboratori a progetto, apprendisti e partite iva


Il lavoro autonomo svolto nelle varie forme contrattuali (a progetto, contratti di associazione in partecipazione e partite Iva) conserva un legittimo ambito di applicazione sostanzialmente nel terziario e in via residuale, e solo per le alte qualifiche, nel settore dell'industria e del commercio. Al contrario, scompare totalmente nelle attività artigianali, agricoltura e nel settore edile.
Sembra questa una prima valutazione degli impatti della riforma del lavoro Monti Fornero nell'ambito dei settori economici se si analizzano le novità riferite alla flessibilità in entrata.
Le norme che maggiormente incidono su questo fronte sono contenute nel riscritto articolo 61 della legge Biagi (decreto legislativo 276/2003) alla luce delle modifiche apportate dalla riforma Fornero per i titolari di partita Iva e per gli associati in partecipazione (articolo 1, comma 30, legge 92/2012).
Il progetto delle collaborazioni coordinate e continuative «non può comportare lo svolgimento di compiti meramente esecutivi o ripetitivi, che possono essere individuati dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale». Si tratta di numerose attività individuabili settore per settore. Certamente le aziende industriali (ad esempio, edili o manifatturiere) non potranno più sottoscrivere questa tipologia di contratti con il capo cantiere, o con operai di fabbrica che abbiano raggiunto limiti di età pensionabile.
Ad analoghe considerazioni si giunge se si analizzano i compiti nell'ambito del settore artigiano o in agricoltura, in cui il contratto a progetto è un modello contrattuale sostanzialmente sorpassato.
Una distinzione va effettuata nel settore commercio: per le attività esecutive (addetti alla vendita, gestioni di magazzino, segreteria) il contratto a progetto non è più utilizzabile anche in presenza di un'autonomia nello svolgimento della prestazione. Si ritiene ancora applicabile il contratto in tutte le realtà di gestione strategica dell'azienda e sempre che sussista un valido progetto (procacciamento d'affari, ideazione di campagne pubblicitarie o altre azioni di marketing).
Il lavoro a progetto non è più utilizzabile nei call center (sia outbound, sia inbound) e in altri servizi analoghi compresi, come detto, anche attività di segreteria per le quali già in precedenza sussistevano forti dubbi per la scarsa autonomia.
Anche il contratto di associazione in partecipazione ha subito un forte ridimensionamento, non tanto per il limite numerico riferito alla medesima attività, ma soprattutto con riferimento a quanto indicato nell'articolo 69 bis lettera a) della legge Biagi. Questa norma stabilisce che si applica una presunzione di lavoro subordinato qualora l'apporto non sia connotato da competenze teoriche di grado elevato acquisite attraverso significativi percorsi formativi, ovvero da capacità tecnico-pratiche acquisite attraverso rilevanti esperienze maturate nell'esercizio concreto di attività. Il confine di questa definizione è meno netto, ma comunque è ragionevole ritenere che il settore industria, artigianato o agricoltura non potranno più avvalersi di questo contratto salvo rarissimi casi di difficile individuazione.
Anche l'attività autonoma da titolari di partita Iva non potrà più essere svolta in ambito industriale, artigianale o agricolo, a meno che non si tratti di veri lavoratori autonomi.
Dalla riforma del lavoro 2012 esce indenne il contratto di lavoro autonomo occasionale anche se per la natura del rapporto anch'esso è destinato a essere utilizzato in modo molto marginale.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
BlogItalia - La directory italiana dei blog