lunedì 3 settembre 2012

Carbonsulcis: stop occupazione miniera


Sospesa la protesta a -373 metri dei minatori fondamentale la decisione di non chiudere entro l'anno. Il 4 settembre la miniera riapre, ma lo stato di agitazione resta". Lo hanno annunciato i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil dei lavoratori della miniera Carbosulcis di Nuraxi Figus riuniti in assemblea.

L'occupazione, iniziata una settimana fa, verrà tolta già in mattinata. Rimane la mobilitazione iniziata per ottenere garanzie sul rilancio della miniera. In particolare si chiedono certezze sul progetto carbone-central Sulcis. Il governo ha chiesto alla Regione di rimodularlo per renderlo economicamente sostenibile.

"Questa è la decisione che sta prendendo corpo. Ma -sottolineano i sindacati resteremo in stato di agitazione fino a quando non avremo garanzie che il nuovo piano integrato,che comprende anche una centrale elettrica, non avrà il via di governo, regione e Ue"."Dobbiamo ripartire ma la discarica rimarrà chiusa".

Produttività imprese, il modello tedesco dei contratti aziendali


A giugno 2012 l'occupazione nelle grandi imprese al lordo dei dipendenti in cassa integrazione guadagni (Cig) segna (in termini destagionalizzati) una diminuzione dello 0,2% rispetto a maggio.

Al netto dei dipendenti in Cig si registra una riduzione dello 0,6%. Lo ha comunicato l'Istat. Al netto degli effetti di calendario, il numero di ore lavorate per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) registra una diminuzione, rispetto a giugno 2011, dello 0,5%.

L'incidenza delle ore di cassa integrazione guadagni utilizzate è pari a 38,0 ore ogni mille ore lavorate, con un aumento rispetto a giugno 2011 di 8,9 ore ogni mille.

A giugno la retribuzione lorda per ora lavorata (dati destagionalizzati) registra un aumento dell'1% rispetto al mese precedente. In termini tendenziali l'indice grezzo aumenta dell'1,1%. Lo ha comunicato l'Istat. Rispetto a giugno 2011 la retribuzione lorda per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) cresce dell'1,9%; la medesima variazione si registra anche per il costo del lavoro. Considerando la sola componente continuativa la retribuzione lorda per dipendente aumenta, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, dell'1,9%.

Politiche mirate che favoriscano l'innovazione e la ricerca, che insieme alle semplificazioni sono «fattori strategici» per la competitività delle imprese. Anche utilizzando la leva fiscale. Ma soprattutto definendo regole certe e stabili nel tempo, che diano un'indicazione compiuta delle politiche economiche che il Governo intende perseguire anche sui temi della produttività.

Sono queste le priorità individuate da Confindustria che, in vista dell'incontro del 5 settembre con il premier Mario Monti sull'attuazione dell'Agenda della crescita, rilancia il pacchetto di proposte messe a punto con Abi, Ania, Alleanza delle Coop, Rete Imprese Italia e Confagricoltura.

Per Cgil, Cisl, Uil e Ugl servono interventi sui temi della crescita, dell'occupazione e di «un fisco più equo». Piuttosto scettica sulle reali intenzioni del Governo è Susanna Camusso, che sollecita «un grande piano del lavoro» e propone che i proventi dalla lotta all'evasione vengano utilizzati per rendere più pesanti le tredicesime. «Non abbiamo bisogno che sia il Governo a dire alle parti sociali cosa devono fare sulla produttività – afferma la leader della Cgil –. Ci piacerebbe dal Governo un cambio dell'agenda, riparta dal tema del fisco, dalla necessità di ridare risorse al lavoro e alle pensioni, facendo riavviare i consumi».

Mentre il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, considera un primo successo la convocazione a Palazzo Chigi, avendo da tempo sollecitato l'avvio del tavolo in vista di un patto per la crescita. Per favorire la ripresa della produttività, secondo Bonanni vanno incentivati ulteriormente gli accordi aziendali, inoltre bisogna intervenire sul cuneo fiscale. Al Governo la Cisl propone di individuare i settori in cui tagliare, destinando le risorse alla riduzione delle tasse per lavoratori dipendenti, pensionati e imprese che investono.

Vediamo il modello tedesco  che consente al contratto aziendale di sostituire - in tutto o in parte - il contratto nazionale per meglio aderire alle specifiche condizioni produttive. La via del modello tedesco è quella della partecipazione dei lavoratori alle decisioni strategiche dell’impresa, un elemento qualificante che nei grandi gruppi è basato appunto sulla cogestione che in Germania garantisce ai dipendenti i poteri decisionali attraverso una rappresentanza in specifici organismi aziendali e una partecipazione  ai risultati economici e alla redistribuzione degli utili. In particolar modo si tratta di un diritto presente nella Costituzione italiana che all’art. 46 riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.

Srl semplicata a 1 euro per il 2012, alcune istruzioni


Aprire una società a responsabilità limitata semplificata (srl semplificata) con costi ridotti, capitale sociale di 1 euro, agevolazione per i giovani introdotta dal decreto sulle liberalizzazioni di Monti, diviene più semplice e meno costoso in quanto sono introdotte alcune novità in merito appunto al capitale minimo da sottoscrivere e versare al momento della costituzione, oltre ad alcuni adempimenti ed agevolazioni sia nella gestione sia negli adempimenti burocratici.

Una delle caratteristiche più significative di questo nuovo tipo di società è che essa è praticamente priva di statuto e che l'atto costitutivo deve coincidere con quello dettato dal Decreto ministeriale della Giustizia: non dovrebbero essere consentite variazioni di alcun tipo e qualsiasi variazione rispetto al modello standard dovrebbe avere come conseguenza la costituzione non di una Srls ma, eventualmente, di un altro tipo societario. L'adozione dello standard sarebbe il "prezzo" da pagare per beneficiare di costi di costituzione assai ridotti e di notevoli semplificazioni rispetto alla procedura di costituzione di una Srl normale.

Per l’apertura della SRL ordinaria bisogna stimare le spese di impianto ed ampliamento ossia i costi di costituzione legate alle talvolta salate parcelle del notaio che potevano andare dai 1500 a 3000, o 40000 euro per una srl con capitale sociale minimo qui assistiamo all’abolizione delle previsione dell’atto pubblico per la sua costituzione della SRL semplificata vengono eliminati così oltre alla richiesta di finanziamento iniziale del capitale anche la fattura del notaio. Questo vale anche per le successive modificazioni dello statuto che non necessiteranno più dell’atto pubblico dal notaio essendo sufficiente la comunicazione per tutte le fattispecie di una semplice (da cui il nome della nuova SRL) comunicazione telematica al registro delle imprese mediante la procedura della SCIA o le altre procedure messe a disposizione dal legislatore fiscale e dall’amministrazione finanziaria.

Nella Srl semplificata non sono attivabili tutte le opzioni che la legge consente nello statuto di una Srl. Tra quelle principali:
la facoltà di attribuire ai soci particolari diritti;
la possibilità di pattuire clausole inerenti il trasferimento delle quote di partecipazione al capitale (quali l'intrasferibilità, la prelazione, il gradimento, la clausola che dispone della della quota in caso di morte del socio, la clausola di covendita eccetera);
la possibilità di convenire cause di recesso ulteriori rispetto a quelle previste per legge;
la possibilità di pattuire cause di esclusione dalla società;
la previsione, in caso di più di amministratori, di forme di amministrazione diverse dal Cda;
la possibilità di prevedere forme di decisione del Cda diverse dalla riunione collegiale; la possibilità di prevedere forme facoltative di controllo;
la possibilità di prevedere un termine per l'approvazione del bilancio maggiore di quello di legge;
la possibilità di prevedere forme di decisioni dei soci diverse dalla riunione assembleare;
la possibilità di attribuire ai soci la competenza a decidere su materie diverse da quelle attribuite ai soci dalla legge;
la possibilità di prevedere quorum assembleari diversi da quelli prescritti dalla legge.
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