sabato 15 settembre 2012

Fornero e l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: “basta modifiche”


Fischi e urla hanno accolto a Verona l'arrivo del ministro del Lavoro Elsa Fornero, al Teatro Ristori, sede del convegno sul Festival della dottrina sociale. I manifestanti in attesa dell'arrivo del ministro hanno distribuito volantini in cui si chiede «l'abrogazione della Fornero» accusata, dai rappresentanti della sinistra di aver abolito l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori facilitando così i licenziamenti.

"E' un radioso pomeriggio di settembre - si è difesa Fornero, parlando con i giornalisti - e l'accoglienza della città mi sembra splendida. La contestazione? sarei felicissima di discutere anche con quei ragazzi che pensano che noi stiamo sbagliando". Secondo Fornero i contestatori "non sono convinti che questo governo lavora anche per loro e sarei pronta a spiegarglielo se solo volessero accettare il dialogo".

"L'art.18 è stato modificato e non servirà farlo ancora, e lo Statuto dei Lavoratori non verrà più toccato". La modifica dell'art.18 - ha proseguito Fornero - "é fatta per rendere il lavoro più facile non più difficile. Non è contro i lavoratori e certo non è per facilitare i licenziamenti. Si tratta di una modifica - ha proseguito la responsabile del dicastero del Lavoro - che vuole rendere il lavoro più inclusivo non irrigidendo i posti di lavoro che oggi esistono".

Per il ministro Fornero la riforma del lavoro "é ambiziosa e i suoi vari aspetti si tengono insieme. Se sarà necessario modificarla in punti marginali non sarà un dramma".

"Non ho mai voluto usare il termine 'autunno caldo' ma la situazione è difficile ed è sotto gli occhi di tutti", ha detto il ministro del Lavoro. "Noi abbiamo strumenti limitati - ha aggiunto - e li useremo tutti per cercare di aiutare le persone in difficoltà ma anche per fornire speranze ai giovani perché abbiano più facilità di accesso al lavoro. Vedremo di impegnarci fino all'ultimo giorno di questo governo tecnico".

Pensionati è sempre una stangata

Dallo studio dello Spi-Cgil emerge come a gravare sia in particolare il prelievo fiscale locale, che si aggiunge a quello nazionale. L'addizionale regionale Irpef è, infatti, passata dallo 0,9% al 2,3% nelle regioni con deficit sanitario mentre l'aliquota dell'addizionale comunale Irpef e' stata portata nella maggior parte dei Comuni italiani al valore massimo dello 0,8%.

I pensionati italiani pagano in media circa 1.500 euro all'anno tra tasse e tariffe mentre è in arrivo una nuova stangata che peserà ulteriormente sui redditi da pensione con l'aumento delle addizionali Irpef regionali e comunali, l'introduzione di nuove tasse come l'Imu e la continua crescita dei costi energetici. E' quanto emerge da un'analisi dello Spi-Cgil sul peso complessivo del prelievo fiscale e delle principali tariffe sulle pensioni.

Dallo studio emerge come a gravare sia in particolare il prelievo fiscale locale, che si aggiunge a quello nazionale. L'addizionale regionale Irpef è, infatti, passata dallo 0,9% al 2,3% nelle regioni con deficit sanitario mentre l'aliquota dell'addizionale comunale Irpef e' stata portata nella maggior parte dei Comuni italiani al valore massimo dello 0,8%.

Sui redditi da pensione pesa inoltre l'Imu, che interessa circa 9 milioni di pensionati e per la quale si sborsano mediamente 200-300 euro all'anno. Nel 2013 è prevista, inoltre, la nuova tassa comunale sulla raccolta dei rifiuti (Tares) che sostituirà le due precedenti imposte (Tarsu e Tia) con un conseguente aumento del prelievo che potrebbe arrivare fino a 30 euro a famiglia.

Secondo l'analisi dello Spi-Cgil per i pensionati l'insieme della fiscalità locale avrà complessivamente un peso aggiuntivo di circa 700-800 euro all'anno, ovvero più di una mensilita' di pensione media netta. Un'altra voce di spesa che grava pesantemente sui redditi da pensione e' quella relativa ai consumi energetici di luce e gas. Il peso medio si aggira, infatti, su un importo pari a 450 euro annui. La stessa dinamica riguarda inoltre le tariffe idriche, con un peso di circa 230 euro all'anno.

"Occorre intervenire con urgenza per alleggerire il peso fiscale sui redditi da pensione o la crescita sarà soltanto una chimera. E' davvero impensabile infatti far ripartire i consumi e l'economia del paese se le pensioni sono letteralmente mangiate da tasse e da tariffe che non fanno altro che aumentare". Così il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone commenta i dati sul peso fiscale e delle tariffe sui pensionati.
"Al danno si aggiunge anche la beffa - continua la Cantone - perché all'aumento delle tasse non corrisponde un miglioramento dei servizi di welfare locale, che diminuiscono sempre di più e sono sempre meno di qualita'".
"E' per questo - conclude - che occorre rilanciare la lotta all'evasione fiscale, far pagare chi non lo ha mai fatto e investire le risorse che vengono recuperate al finanziamento di interventi destinati alle fasce sociali più deboli".

martedì 11 settembre 2012

Alcoa, chiusura rallentata


Il fermo delle celle elettrolitiche sarebbe di fatto rallentato dai primi di ottobre al primo novembre e la fonderia resterebbe in funzione fino al 30 novembre. Inoltre dal 10 novembre partirebbe un'attività di preparazione alla rimessa in funzione di 50 celle. All'ordine del giorno quindi direttamente il futuro dello stabilimento di Portovesme (Sulcis iglesiente), dove la multinazionale statunitense ha deciso di cessare la produzione dell'alluminio. Per consentire una continuità produttiva e occupazione, al sito è legato il destino di 800 persone (500 dipendenti diretti e 300 appaltati), i sindacati hanno subito chiesto un rallentamento del processo di spegnimento della fabbrica e l'azienda ha risposto proponendo un nuovo calendario. Quanto al possibile trasferimento dello stabilimento da Alcoa a un'altra società, l'ipotesi formalmente più concreta è rappresentata da Klesch, l'unica compagnia ad avere indirizzato ad Alcoa il suo interessamento allo stabilimento.

E la multinazionale dell'alluminio sarebbe disposta ad aprire un vero e proprio negoziato con Klesch (dopo che i colloqui si erano interrotti a giugno). L'altra azienda in campo è la svizzera Glencore, che tuttavia ha manifestato il suo interessamento solo attraverso il ministero dello Sviluppo. Alla fine dell'incontro il dicastero ha spiegato di essere impegnato nel sollecitare le imprese che sono interessare ad "avviare in tempo rapidi le negoziazioni" per il passaggio dell'impianto, ferma restando sia l'adozione di tecniche in grado di far rifunzionare rapidamento lo smelter sia la cig in deroga per i lavoratori dell'indotto. Una convocazione delle due società sarebbe ipotizzabile a breve. Un'altro segnale positivo è arrivato dall'Enel: l'ad Fulvio Conti ha assicurato la "disponibilita"' del gruppo a studiare i progetti proposti dalle istituzioni sulle questioni energetiche che riguardano la Sardegna.

Soprattutto hanno rappresentato un'apertura le parole di Passera, impegnato nel "trovare una soluzione", anche se il ministro ha chiarito come Alcoa sia una vertenza "tra le più difficili".
Slitterà di un mese, rispetto al termine previsto inizialmente dall'azienda del 15 ottobre, il completamento della procedura di spegnimento dell'impianto Alcoa di Portovesme. Lo riferiscono fonti del ministero dello Sviluppo. Nel verbale stilato dal ministero al termine dell'incontro, il dicastero guidato da Corrado Passera sollecita i soggetti che hanno manifestato interesse per l'acquisizione dell'impianto ad avviare in tempi rapidi le negoziazioni con Alcoa: è prevista la convocazione «a breve» delle multinazionali Klesch e Glencore «per verificare lo stato di avanzamento della trattativa per fornire adeguata assistenza per il superamento di eventuali ostacoli e difficoltà».

«Alcoa è uno dei casi aziendali che seguo più da vicino. Vi garantisco il mio impegno personale diretto a trovare una soluzione», ha detto il ministro Passera al tavolo sulla vertenza Alcoa chiedendo poi ai presenti un impegno «anche sul piano Sulcis per ricercare anche altre occasioni di sviluppo sostenibile per il territorio».

Alcoa sarebbe disponibile a negoziare con Klesch, l'unica azienda ad avere manifestato finora interesse per lo stabilimento di Portovesme. Alcoa, inoltre, si sarebbe detta disponibile a trattare con chiunque manifesti interesse, mentre il governo ha inviato Glencore a manifestare il suo interesse. È quanto rivelano fonti sindacali presenti al vertice al Mise, cominciato poco prima delle 13. Una giornata nella quale dinanzi al ministero dello Sviluppo economico si sono alternati momenti di grande tensione a momenti di calma. Ci sono stati scontri fra polizia e manifestanti. Anche il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, ha confermato ai sindacati che, da parte del gruppo svizzero, é stata formalmente avanzata una manifestazione di interesse.

«Non ho mai pensato» che il caso Alcoa fosse impossibile, avrebbe affermato, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, nell'incontro con azienda, sindacati ed enti locali. «Faremo molta pressione sui due gruppi che hanno manifestato interesse (Glenocore e Klesch, ndr) ma lavoriamo in parallelo su tutto quello che può dare sviluppo al Sulcis». Il ministro è giunto al tavolo delle trattative sul futuro dell'azienda alla ripresa dei lavori dopo una interuzione durata un'ora.
«Abbiamo formalmente chiesto ad Alcoa di bloccare tutte le procedure di fermata degli impianti di Portovesme, rivedendo il piano in base alle novità di oggi che riguardano la lettere d'intenti formale che è stata inviata da Klesch alla multinazionale statunitense», ha detto il segretario regionale della Cisl sarda, Giovanni Matta, durante la pausa del vertice al Mise sulla vertenza Alcoa.
Nel corso dell'incontro Alcoa ha confermato, secondo quanto riferito da fonti sindacali, il progressivo spegnimento dell'impianto di Portovesme, con modalità tecniche che permettano l'eventuale riaccensione in caso di manifestazioni di interesse per l'impianto sardo.
È necessario «un intervento pubblico immediato da parte del governo per riunificare le tante vertenze aperte nel paese, a cominciare da alcoa, e trovare soluzioni di tutela delle attività produttive accompagnandole fuori dalla crisi», ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, nel corso del comitato direttivo del sindacato.

«Chiediamo all'azienda la sospensione delle procedure di spegnimento degli impianti di Portovesme», ha chiesto Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm, al tavolo Alcoa. «Si tratterebbe di un atto di responsabilità da parte aziendale - ha spiegato Ghini - anche rispetto alla situazione di impatto sociale che sta determinando la vertenza Alcoa e che sta creando anche problemi di ordine pubblico. Crediamo che ci possa essere la prospettiva di un 'piano Sulcis' vero e che possa andare a buon fine almeno una delle manifestazioni di interesse "in 'itinere"».

Per i sindacati di polizia la violenza offusca la protesta. «Non possiamo non comprendere le ragioni dei lavoratori dell'Alcoa capendo la rabbia di quei padri di famiglia che corrono il rischio di perdere il posto di lavoro, ma qualsiasi manifestazione di violenza è intollerabile», hanno dichiarato in uta congiunta Giuseppe Tiani e Enzo Marco Letizia, segretari generali rispettivamente del Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) e dell'Anfp (Associazione nazionale funzionari polizia). «La presenza di operai di fronte ai lavoratori in divisa, separati da una sassaiola cieca e ingiusta, offusca il senso della protesta», scrivono i segretari, ricordando che le Forze dell'Ordine, nelle manifestazioni pubbliche, garantiscono sia il diritto di contestazione sia lo svolgimento del dialogo tra le parti finalizzato ad individuare una soluzione.

Un comunicato Enel riferisce dell'incontro tra il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci e l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, per un esame delle questioni energetiche della regione. «Sono stati esaminati a lungo e in modo approfondito i casi di Carbosulcis e di Alcoa - sottolinea la nota - Conti, ribadendo il ruolo collaborativo che Enel ha sempre avuto nella regione, ha assicurato la disponibilità a studiare i progetti che le istituzioni presenteranno».

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