Visualizzazione post con etichetta Alcoa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Alcoa. Mostra tutti i post

martedì 11 settembre 2012

Alcoa, chiusura rallentata


Il fermo delle celle elettrolitiche sarebbe di fatto rallentato dai primi di ottobre al primo novembre e la fonderia resterebbe in funzione fino al 30 novembre. Inoltre dal 10 novembre partirebbe un'attività di preparazione alla rimessa in funzione di 50 celle. All'ordine del giorno quindi direttamente il futuro dello stabilimento di Portovesme (Sulcis iglesiente), dove la multinazionale statunitense ha deciso di cessare la produzione dell'alluminio. Per consentire una continuità produttiva e occupazione, al sito è legato il destino di 800 persone (500 dipendenti diretti e 300 appaltati), i sindacati hanno subito chiesto un rallentamento del processo di spegnimento della fabbrica e l'azienda ha risposto proponendo un nuovo calendario. Quanto al possibile trasferimento dello stabilimento da Alcoa a un'altra società, l'ipotesi formalmente più concreta è rappresentata da Klesch, l'unica compagnia ad avere indirizzato ad Alcoa il suo interessamento allo stabilimento.

E la multinazionale dell'alluminio sarebbe disposta ad aprire un vero e proprio negoziato con Klesch (dopo che i colloqui si erano interrotti a giugno). L'altra azienda in campo è la svizzera Glencore, che tuttavia ha manifestato il suo interessamento solo attraverso il ministero dello Sviluppo. Alla fine dell'incontro il dicastero ha spiegato di essere impegnato nel sollecitare le imprese che sono interessare ad "avviare in tempo rapidi le negoziazioni" per il passaggio dell'impianto, ferma restando sia l'adozione di tecniche in grado di far rifunzionare rapidamento lo smelter sia la cig in deroga per i lavoratori dell'indotto. Una convocazione delle due società sarebbe ipotizzabile a breve. Un'altro segnale positivo è arrivato dall'Enel: l'ad Fulvio Conti ha assicurato la "disponibilita"' del gruppo a studiare i progetti proposti dalle istituzioni sulle questioni energetiche che riguardano la Sardegna.

Soprattutto hanno rappresentato un'apertura le parole di Passera, impegnato nel "trovare una soluzione", anche se il ministro ha chiarito come Alcoa sia una vertenza "tra le più difficili".
Slitterà di un mese, rispetto al termine previsto inizialmente dall'azienda del 15 ottobre, il completamento della procedura di spegnimento dell'impianto Alcoa di Portovesme. Lo riferiscono fonti del ministero dello Sviluppo. Nel verbale stilato dal ministero al termine dell'incontro, il dicastero guidato da Corrado Passera sollecita i soggetti che hanno manifestato interesse per l'acquisizione dell'impianto ad avviare in tempi rapidi le negoziazioni con Alcoa: è prevista la convocazione «a breve» delle multinazionali Klesch e Glencore «per verificare lo stato di avanzamento della trattativa per fornire adeguata assistenza per il superamento di eventuali ostacoli e difficoltà».

«Alcoa è uno dei casi aziendali che seguo più da vicino. Vi garantisco il mio impegno personale diretto a trovare una soluzione», ha detto il ministro Passera al tavolo sulla vertenza Alcoa chiedendo poi ai presenti un impegno «anche sul piano Sulcis per ricercare anche altre occasioni di sviluppo sostenibile per il territorio».

Alcoa sarebbe disponibile a negoziare con Klesch, l'unica azienda ad avere manifestato finora interesse per lo stabilimento di Portovesme. Alcoa, inoltre, si sarebbe detta disponibile a trattare con chiunque manifesti interesse, mentre il governo ha inviato Glencore a manifestare il suo interesse. È quanto rivelano fonti sindacali presenti al vertice al Mise, cominciato poco prima delle 13. Una giornata nella quale dinanzi al ministero dello Sviluppo economico si sono alternati momenti di grande tensione a momenti di calma. Ci sono stati scontri fra polizia e manifestanti. Anche il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, ha confermato ai sindacati che, da parte del gruppo svizzero, é stata formalmente avanzata una manifestazione di interesse.

«Non ho mai pensato» che il caso Alcoa fosse impossibile, avrebbe affermato, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, nell'incontro con azienda, sindacati ed enti locali. «Faremo molta pressione sui due gruppi che hanno manifestato interesse (Glenocore e Klesch, ndr) ma lavoriamo in parallelo su tutto quello che può dare sviluppo al Sulcis». Il ministro è giunto al tavolo delle trattative sul futuro dell'azienda alla ripresa dei lavori dopo una interuzione durata un'ora.
«Abbiamo formalmente chiesto ad Alcoa di bloccare tutte le procedure di fermata degli impianti di Portovesme, rivedendo il piano in base alle novità di oggi che riguardano la lettere d'intenti formale che è stata inviata da Klesch alla multinazionale statunitense», ha detto il segretario regionale della Cisl sarda, Giovanni Matta, durante la pausa del vertice al Mise sulla vertenza Alcoa.
Nel corso dell'incontro Alcoa ha confermato, secondo quanto riferito da fonti sindacali, il progressivo spegnimento dell'impianto di Portovesme, con modalità tecniche che permettano l'eventuale riaccensione in caso di manifestazioni di interesse per l'impianto sardo.
È necessario «un intervento pubblico immediato da parte del governo per riunificare le tante vertenze aperte nel paese, a cominciare da alcoa, e trovare soluzioni di tutela delle attività produttive accompagnandole fuori dalla crisi», ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, nel corso del comitato direttivo del sindacato.

«Chiediamo all'azienda la sospensione delle procedure di spegnimento degli impianti di Portovesme», ha chiesto Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm, al tavolo Alcoa. «Si tratterebbe di un atto di responsabilità da parte aziendale - ha spiegato Ghini - anche rispetto alla situazione di impatto sociale che sta determinando la vertenza Alcoa e che sta creando anche problemi di ordine pubblico. Crediamo che ci possa essere la prospettiva di un 'piano Sulcis' vero e che possa andare a buon fine almeno una delle manifestazioni di interesse "in 'itinere"».

Per i sindacati di polizia la violenza offusca la protesta. «Non possiamo non comprendere le ragioni dei lavoratori dell'Alcoa capendo la rabbia di quei padri di famiglia che corrono il rischio di perdere il posto di lavoro, ma qualsiasi manifestazione di violenza è intollerabile», hanno dichiarato in uta congiunta Giuseppe Tiani e Enzo Marco Letizia, segretari generali rispettivamente del Siap (Sindacato italiano appartenenti polizia) e dell'Anfp (Associazione nazionale funzionari polizia). «La presenza di operai di fronte ai lavoratori in divisa, separati da una sassaiola cieca e ingiusta, offusca il senso della protesta», scrivono i segretari, ricordando che le Forze dell'Ordine, nelle manifestazioni pubbliche, garantiscono sia il diritto di contestazione sia lo svolgimento del dialogo tra le parti finalizzato ad individuare una soluzione.

Un comunicato Enel riferisce dell'incontro tra il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci e l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, per un esame delle questioni energetiche della regione. «Sono stati esaminati a lungo e in modo approfondito i casi di Carbosulcis e di Alcoa - sottolinea la nota - Conti, ribadendo il ruolo collaborativo che Enel ha sempre avuto nella regione, ha assicurato la disponibilità a studiare i progetti che le istituzioni presenteranno».

mercoledì 5 settembre 2012

Sardegna appesa tra Alcoa e Sulcis


Prima notte all'addiaccio per i tre operai dell'Alcoa che da ieri stanno occupando la sommità di un silos dell'acqua a 70 metri d'altezza all'interno dello stabilimento di Portovesme.

La multinazionale statunitense, in una nota, aveva annunciato un rallentamento nello spegnimento dell'impianto con un congelamento sino alla settimana prossima della fermata contemporanea di 85 celle, prevista per venerdì 7 settembre. La decisione è stata presa per attendere l'esito degli incontri tra governo e Glencore, la multinazionale svizzera interessata ad acquisire lo stabilimento del Sulcis - come confermato anche ieri sera dal presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, che ha incontrato i vertici della Glencore - e quello tra Alcoa, Governo, Regione e sindacati, fissato per lunedì 10 settembre.

C'è bisogno di una stretta tra i problemi dell’approvvigionamento energetico e produzioni da salvare, come quella dell’alluminio, che da sola alimenta l’intero fabbisogno nazionale, la regione ridiscute il suo futuro, in un’ottica di sostenibilità per l’ambiente e di efficienza degli impianti industriali.

Vediamo quale potrebbe essere il futuro dei poli industriali in Sardegna.

La sfiducia e le difficoltà sono nate dal fatto che si è puntato tutto su queste attività industriali e non si è sfidato il presente rispetto a un’ipotesi futura di una economia sostenibile. . Adesso la Regione Sardegna nel Sulcis sembra che stia lavorando sull’esistente per conservarlo, Carbosulcis, Alcoa, Allumina, ma nello stesso tempo si sta proponendo anche il piano di sviluppo per il Sulcis, che immagina questo territorio con un diverso assetto con la green economy.

La Regione Sardegna si sta muovendo per trasformare in chimica verde, l’attività mineraria. Per Euroallumina e Alcoa, che sono la filiera dell’alluminio in Italia, è stato chiesto al governo di dichiarare se quelle produzioni sono ancora strategiche per il Paese (l’alluminio è impiegato anche nell’industria militare).

Si è aperta  all'Alcoa di Portovesme l'assemblea dei lavoratori, per decidere le prossime mosse in vista dell'avvio del tavolo delle trattative con il governo il 10 settembre. Il 7 settembre scade infatti la settimana chiesta da Glencore per sciogliere la riserva sulla sua intenzione di rilevare l'azienda che produce alluminio. Alcoa definisce non serio l'interesse di Glencore e l'accusa di parlare solo con il governo e non con la proprietà. Una delegazione sindacale ha incontrato a Roma i leader dei partiti di maggioranza.

Il presidente della Regione Sardegna, Cappellacci, al termine del confronto con i vertici della Glencore, conferma un interesse all'acquisto dello stabilimento Alcoa di Portovesme da parte della multinazionale svizzera, a condizione di soluzioni per i nodi energia, infrastrutture e processi produttivi. "Ora occorre accelerare i tempi e risolvere le questioni che causano delle diseconomie", afferma il governatore. "Vogliamo atti concreti. Ci continuano a dire che il problema energia è stato risolto, ma ancora non abbiamo niente in mano", dichiarano le Rsu.

Per quanto riguarda l'attività produttiva nella miniera della Carbosulcis a Nuraxi Figus, è stata ripresa dopo una settimana di presidio con l'occupazione dei pozzi a 373 metri di profondità.

Il ministro Passera e l'autunno caldo


Così il leader di Confindustria, Giorgio Squinzi “l'autunno è già caldo, è bollente".

Il salvataggio dell'Alcoa di Portovesme è complicato. "Quella di Alcoa è una situazione quesi impossibile data la difficoltà di trovare investitori disposti a portare avanti il progetto", ha detto Corrado Passera alla Festa del Pd a Reggio Emilia. "Non dobbiamo nasconderci: la situazione è quasi impossibile, di scarsissimo interesse e peraltro costa", precisa il ministro dello Sviluppo economico. "Noi continueremo a lavorare e intendiamo mantenere i patti", ha aggiunto "siamo riusciti a rimandare la chiusura".

Il costo di una eventuale chiusura dell'impianto dell'Ilva di Taranto determinerebbe "un impatto negativo che è stato valutato attorno ad oltre 8 miliardi di euro annui". Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo Economico, Passera, in un'informativa al Senato. "Credo - aggiunge - che oggi si possano creare le condizioni per garantire il mantenimento dell'impianto nei limiti di sicurezza nazionale ed europei", anche se i "problemi da risolvere sono molteplici". Sulla situazione ambientale ci sono ancora "forti criticità".

sabato 1 settembre 2012

Alcoa, nessun rinvio chiusura per i lavoratori


La multinazionale svizzera Glencore è interessata a subentrare ad Alcoa nell'impianto sardo, ma non ha al momento presentato alcun impegno scritto. E' quanto emerge da un comunicato del ministero dello Sviluppo economico. La Glencore ha chiesto una settimana di tempo per esaminare meglio il caso. L'appuntamento è fissato al prossimo 5 settembre. Il ministero dello Sviluppo economico ha anche assicurato che i dipendenti di Alcoa e quelli dell'indotto saranno tutelati con appositi ammortizzatori sociali.

"L'avvio delle procedure di spegnimento non è significativo per la produzione e noi speriamo che nei prossimi due mesi si arrivi a un accordo". "Ora - ha aggiunto - aspettiamo questa settimana chiesta da Glencore per sciogliere la riserva. Il 3 settembre intanto incontriamo di nuovo i vertici della società svizzera" Sul vertice con il ministro Passera, ha detto: "E' durato più di due ore. Si è parlato delle strategie per il Sulcis".

L'Alcoa avrebbe detto no alla proposta di rinvio della data di chiusura dello stabilimento. I vertici dell'Azienda avrebbero rifiutato la richiesta di proroga avanzata dal presidente della Regione Sardegna, Cappellacci. Il 3 settembre partiranno come previsto le procedure di arresto della produzione che dovrebbero concludersi il 31 dicembre. La notizia era già stata anticipata dallo stesso Cappellacci, per il quale però non era ancora stata confermata.

Intanto sembra calata la tensione nella miniera di carbone a Nuraxi Figus. Nel corso dell'assemblea generale sarà deciso lo scioglimento del presidio e lo stop all'occupazione dei pozzi a meno 373 metri. Nel corso di un'informativa con i lavoratori i delegati della Rsu Carbosulcis hanno illustrato quanto appreso ieri notte nella riunione col presidente della Regione Ugo Cappellacci, l'assessore dell'Industria Alessandra Zedda e il presidente della Provincia Salvatore Cherchi. "E' stato fatto un passo avanti e c'é una speranza - ha detto Stefano Meletti, Rsu Uil - il progetto che non si doveva più fare dovrà essere rimodulato. Noi staremo attenti, Meletti ha aggiunto che "non ce la sentiamo più di mantenere questo stato di allerta". Giancarlo Sau, altro componente della Rsu, ha spiegato che "l'operato della Rsu sarà quello di una marcatura a uomo e un pressing con le istituzioni affinché ci siano tempi certi". Davanti all'ingresso della miniera ha espresso fiducia anche Luigi Marotto, Rsu Cisl: "Mercoledi non avevamo nulla, oggi c'é una speranza". Nel corso dell'informativa i delegati della Rsu hanno annunciato che una delegazione "porterà un saluto all'assemblea Alcoa in programma a Portovesme". Oggi, intanto, gli operai hanno riaperto il cancello della discenderia che era stato saldato ieri. "Lunedì mattina ci sarà l'assemblea generale - ha spiegato Sau - e quindi si deciderà tutti assieme la ripresa della produzione".

Alcoa: “Lavoro, sviluppo e occupazione».


E' stato il grido dei 56 operai dell'Alcoa di Portovesme.
L'Alcoa ha rifiutato la richiesta di proroga arrivata dalla Regione Sardegna. Lo ha reso noto alcune fonti vicine alla vertenza dello stabilimento sardo, precisando che quindi da lunedì partiranno le procedure per avviare l'arresto della produzione.

I manifestanti, aspettando notizie positive per il loro futuro. Hanno giustamente sostenuto che  «Dobbiamo fare capire a chi di dovere che, se non si sblocca questa situazione, lunedì l'Alcoa chiude, portandosi dietro 500 dipendenti e quasi 400 lavoratori dell'indotto» hanno detto. Il governo è impegnato in questi giorni in una serie di contatti, a partire dalla multinazionale Glencore, l'azienda svizzera che ha manifestato l'intenzione di rilevare l'Alcoa. Gli operai invece sono in piazza col fiato sospeso.

Intanto Glencore "ha confermato il proprio interesse a discutere della questione Alcoa chiedendo chiarimenti in merito a energia, infrastrutture e ambiente".
Glencore ha chiesto sette giorni per valutare le risposte alle questioni tecniche riguardanti energia e occupazione. E poi prenderà una decisione. La multinazionale svizzera è ancora interessata a subentrare ad Alcoa nell'impianto sardo ma non ha presentato alcun impegno scritto. Prima di Glencore altre manifestazioni di interesse erano arrivate all'Alcoa da parte di «Klesch e poi di Aurelius – ricorda Alessandro Profili, responsabile affari europei di Alcoa –. Ma in entrambi i casi quando si è trattato di mettere nero su bianco la proposta gli interessati si sono sfilati e non siamo mai arrivati alla lettera di intenti che impone vincoli».

I dipendenti dell'Alcoa e quelli dell'indotto - assicura il ministero dello Sviluppo economico al termine della riunione con gli Enti locali - saranno tutelati con appositi ammortizzatori sociali."Governo e Regione - informa una nota del dicastero - hanno concordato le modalità per mettere in sicurezza i lavoratori dell'Alcoa e dell'indotto. L'esecutivo e la Regione Sardegna hanno confermato quanto sottoscritto negli accordi del 27 marzo e dell'11 aprile in materia di cassa integrazione straordinaria per i dipendenti Alcoa e hanno convenuto - si legge ancora nella nota - che saranno assicurate adeguate forme di tutela anche per i lavoratori dell'indotto".

domenica 29 luglio 2012


Secondo il dossier della Cgil, salgono a 131 i tavoli di crisi aziendale aperti al Ministero dello Sviluppo dove sono coinvolti 163.152 lavoratori, e «gli ammortizzatori non bastano».

A luglio è salito a 131 il numero delle vertenze che vengono discusse con maggiore frequenza al Ministero dello Sviluppo economico (erano 109 a gennaio 2011) per un totale di 163.152 lavoratori coinvolti (135.839 a gennaio 2011), secondo i dati riportati dallo stesso Mise.

Questo quanto emerge dal dossier.
''Cifre - ha spiegato la Cgil - che stanno crescendo vertiginosamente, se si considerano gli innumerevoli altri casi di crisi aziendali non ancora giunte al Ministero, ma già avviate a livello territoriale che contribuiscono a mettere in ginocchio il tessuto industriale ed occupazionale di intere Regioni''.
Per la Cgil ''occorre risolvere, al più presto i singoli casi di crisi presenti a partire dai tavoli aperti al Ministero dello sviluppo economico, che non possono concludersi con il solo intervento degli ammortizzatori sociali''.
Quindi non solo grandi crisi e grossi nomi come Alcoa, Eurallumina, Fiat, Ilva: a luglio è salito a 131 il numero delle vertenze che vengono discusse con maggiore frequenza al ministero dello Sviluppo economico.

Numeri «che stanno crescendo vertiginosamente, se si considerano gli innumerevoli altri casi di crisi aziendali non ancora giunte al Ministero - si legge nel dossier - ma già avviate a livello territoriale che contribuiscono a mettere in ginocchio il tessuto industriale ed occupazionale di intere Regioni». Per la Cgil «occorre risolvere, al più presto i singoli casi di crisi presenti a partire dai tavoli aperti al Ministero dello sviluppo economico, che non possono concludersi con il solo intervento degli ammortizzatori sociali».

Sono oltre 30mila le imprese che hanno chiuso i cancelli dal 2009. «Siamo ormai al quarto anno di Cassa integrazione, un ammortizzatore sociale del quale ad oggi usufruiscono circa 500mila lavoratori che, in media, hanno visto diminuire il proprio reddito di circa 4mila euro». Si tratta, afferma la Cgil, di «un quadro decisamente preoccupante sotto tutti i punti di vista e che rende necessario e urgente un disegno di politica industriale con al centro gli investimenti e l'innovazione» senza il quale «c'è solo il perdurare della recessione».


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
BlogItalia - La directory italiana dei blog