domenica 4 agosto 2013
Le novità sulla questione borse di studio per l'anno accademico 2013-2014
La questione borse di studio è sempre più confusa. Tra decreti e dietrofront si capisce ben poco e mentre gli studenti si preparano ad affrontare un nuovo anno accademico, il Governo non sa come sciogliere il bandolo della matassa.
Il Governo prepara un correttivo sulle misure di sostegno al diritto allo studio. È stato depositato in commissione un emendamento dell'Esecutivo al decreto del fare che, tra le altre cose, elimina la destinazione a un programma nazionale gestito dalla Fondazione per il merito prevista dalla riforma Gelmini di una parte (250 milioni) delle quote premiali previste per gli atenei e assegnate sulla base delle classifiche dell'Anvur.
Nella versione approvata precedentemente dalla Camera, il decreto del fare prevedeva sia un piano per le borse di mobilità agli studenti meritevoli (articolo 59) sia un programma nazionale per il merito (articolo 59-bis).
L'emendamento ultimo depositato dal Governo sconvolge il precedente ed interviene su entrambe le disposizioni. Per la seconda l'intervento immaginato è più radicale.
Significa che scomparirà la destinazione alla Fondazione per il merito di 250 milioni di quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) degli atenei.
Al suo posto, il comma 10 dell’articolo 59 prevede di lasciare tutto nelle mani del MIUR. Quest’ultimo avrà infatti il dovere, attraverso un nuovo decreto, di emanare un piano nazionale per il merito e la mobilità degli studenti universitari capaci, meritevoli e privi di mezzi, che definisce la tipologia degli interventi e i criteri di individuazione dei beneficiari»
Il Piano durerà 3 anni e sarà finanziato mediante le risorse reperite annualmente con la legge di stabilità.
L’articolo 59 del decreto del fare stabilisce l’assegnazione di borse di mobilità destinate agli studenti che decidono di frequentare un’università situata al di fuori della propria regione di residenza. Gli studenti che volessero usufruire della borsa di mobilità dovranno farne richiesta. Spetterà poi al MIUR il compito di comunicare la graduatoria e assegnare la borsa stessa.
Posto che il bando dovrà essere adottato entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, tale comunicazione non potrà essere effettuata entro il 3 settembre 2013 come attualmente previsto dal Dl. Bensì entro 45 giorni dal bando e comunque non oltre il 30 settembre 2013, cioè in tempo utile per l'iscrizione all'anno accademico 2013-2014.
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La classifica Ocse 2013. Quali sono i Paesi migliori in cui lavorare?
Stando all’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) la risposta è: l’Olanda, la Danimarca e la Norvegia; esattamente in quest’ordine. Sono queste le Nazioni che occupano i primi tre posti della classifica avente come parametro il rapporto tra le ore lavorative settimanali e uno stipendio medio annuale. Quattro giorni di lavoro a settimana e reddito annuo da 35mila euro? Non è un sogno. E' l'Olanda. Qui l'86% degli impiegati lavora 34 ore (o meno) ogni sette giorni. La settimana breve non è un lusso, e lo dimostra la diffusione del part time anche tra gli uomini: il 12%, secondo le statistiche di Amsterdam. Come? Grazie a una legislazione che promuove l'equilibrio vita-lavoro, con misure ad hoc per ridurre lo stress e aumentare il benessere.
Congedi parentali per padri e madri e vacanze pagate sono il minimo sindacale: e dal 2000, i dipendenti possono modificare il contratto a piacimento, da full time a part time. Senza una virgola fuori posto su retribuzione, assistenza medica e benefit. Risultato: media di 29 ore lavorative, record Ocse.
L’Italia è al decimo posto con una media di 36 ore settimanali retribuite all’incirca 25.500 euro all'anno. Una situazione quasi paradisiaca che deve essere assolutamente contestualizzata. Le statistiche dell’Ocse hanno come riferimento i dati dei dipendenti aventi un contratto nazionale e prendono in considerazione qualunque settore escludendo coloro che non hanno un contratto stabile e tutti i lavoratori autonomi. In altre parole la fascia di persone che effettivamente lavora quel numero di ore per la retribuzione riportata non è esattamente rappresentativa di tutti gli italiani e lo stesso probabilmente si può dire per almeno una parte dei Paesi citati nella classifica che, dunque, va presa in considerazione con le dovute precauzioni.
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Mercato del lavoro e la Laurea quali prospettive
Evolve il mercato del lavoro e di conseguenza anche i profili più richiesti dalle aziende, che oggi sembrano più interessate all’impiego di giovanissimi diplomati (43%) che di professionisti in possesso di un titolo universitario (8%), tanto che molti laureati hanno deciso di togliere dal proprio CV l’informazione relativa a questi studi. Questa è la sorprendente rivelazione dell’ultimo rapporto elaborato da Excelsior – Unioncamere sulle previsioni di assunzioni lavorative.
Secondo questa rilevazione l’indagine svolta sulle imprese italiane nel 2012 ha registrato un andamento altalenante anche per questo genere di lauree. Non esiste perciò un indirizzo di laurea “anticrisi” per eccellenza: infatti si è rilevato che anche alcune lauree di ingegneria hanno registrato un calo delle assunzioni, e questo vale anche per alcuni settori delle lauree in biologia.
Ma complessivamente esistono professioni tecniche, specializzate e qualificate per le quali i laureati in discipline scientifiche sono molto ricercati. Sono ancora una garanzia, quindi, le lauree in ingegneria elettronica e dell’informazione, in ingegneria industriale, in informatica, ed è in crescita, secondo la ricerca di Almalaurea, la prospettiva occupazionale dei laureati in Agraria.
Per quanto riguarda gli annunci di lavoro per il 2013. La crescita della ricerca di diplomati da parte delle imprese riguarda tanto gli impieghi stagionali (+3,9%: 38, 6% contro 42,5%) che per quelli non stagionali (passati dal 38,9% del 2012 al 43,9% del 2013) che riguardano soprattutto i settori dell’industria e dei servizi.
Per quanto riguarda le lauree tecniche riguardanti l’architettura e l’urbanistica, si rimane essenzialmente sui livelli precedenti.
Tra le lauree, quelle che hanno maggior probabilità di trovare subito un impiego ci sono quelle nel settore chimico-farmaceutico, medico-odontoiatrico e sanitario-paramedico.
Tra i vari indirizzi dei corsi di laurea in ingegneria, quelli relativi all’ingegneria elettronica e dell’informazione sono i più ricchi di prospettive lavorative. Si pongono, infatti, al secondo posto nella graduatoria delle lauree più richieste dopo quelle di indirizzo economico-statistico, e i principali settori di sbocco di questi laureati sono sicuramente l'informatica e le industrie elettroniche, ma vi sono anche altre opportunità.
Le figure professionali più richieste sono tutte di alto profilo, tra cui quella dello sviluppatore di software, seguita da quella del programmatore informatico, del progettista elettronico e del progettista elettrico. Anche il settore dell’ingegneria industriale (aerospaziale, aeronautica, meccanica, energetica, ecc.) ha ottime opportunità di inserimento professionale, con il 7,5 % di assunzioni totali di laureati.
Il maggiore settore di sbocco è quello dell’industria metalmeccanica, ma c’è richiesta in tutti i settori industriali e nei servizi avanzati di progettazione e consulenza tecnica. Buone possibilità anche per i laureati in ingegneria gestionale e logistica e dell’automazione, ma la metà delle assunzioni è concentrata in tre regioni: Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. La rinomata possibilità lavorativa offerta dalle lauree in ingegneria subisce un arresto per quanto riguarda le lauree in ingegneria civile, ambientale ed edile, che vede le assunzioni in calo rispetto al triennio precedente e concentrate per lo più nel Nord Ovest e in Lombardia. Gli sbocchi professionali sono soprattutto nelle imprese di servizi avanzati di progettazione e consulenza tecnica e nelle costruzioni. Opportunità anche nel campo dell’ambiente e dello sviluppo delle infrastrutture.
Altro indirizzo in espansione sono le lauree in scienze biologiche, geologiche, ambientali e della natura, geografiche e in biotecnologie. Le opportunità di inserimento professionale per chi è in possesso di queste lauree sono in generale piuttosto contenute, se si esclude il settore agricolo e pubblico. Questi laureati vengono soprattutto inseriti nelle imprese che offrono servizi avanzati di consulenza tecnica, nella sanità, nel settore dell'istruzione privata o negli studi professionali. La figura professionale più ricercata dalle aziende è il biologo, seguito dal professore di scuola secondaria superiore, il ricercatore clinico, l'analista chimico, per poi arrivare al tecnico rilevatore geofisico e al tecnico sicurezza ambiente lavorativo.
Il settore comprende le lauree in matematica e fisica, le lauree in astronomia, in scienza dei materiali e in informatica, che comprendono l'80% delle oltre 1.800 assunzioni previste nel 2012 per l'insieme di laureati "scientifici": il settore offre buone prospettive lavorative, tanto che nel 2012 le assunzioni di questi laureati risultano in aumento rispetto alla media del triennio 2009/2011. Sono richiesti soprattutto dalle imprese di grandi dimensioni che operano nei servizi avanzati nell’ICT, per esercitare professioni di alto profilo collegate all’informatica (con la concorrenza di ingegneri elettronici e dell’informazione). Un altro settore in cui questi laureati hanno buone occasioni di inserimento è quello dell’istruzione, con l’ insegnamento di discipline scientifiche nelle scuole superiori.
Tra i corsi di laurea in architettura, in disegno industriale, moda, design, grafica, comunicazione, in pianificazione territoriale ed in storia e conservazione dei beni architettonici e ambientali, i primi due sono i corsi di laurea che offrono le maggiori opportunità di lavoro dipendente presso le imprese private, le cui richieste per il 2012 si aggirano intorno alle 740 unità, con un calo negli ultimi tre anni più contenuto rispetto alla media delle altre lauree. Molti di questi laureati si orientano però verso la libera professione o il settore pubblico, mentre nel privato gli sbocchi principali sono nei servizi avanzati di progettazione e consulenza tecnica, nelle costruzioni, nelle industrie del legno e del mobile, per professioni nel campo dell'industrial design e, naturalmente, negli studi di architettura. La figura professionale più richiesta è quella dell’architetto, seguito dal disegnatore di mobili e arredamento e dal progettista edile. Vengono poi i disegnatori tecnici, i tecnici esperti del recupero dei terreni, gli stilisti.
Secondo la ricerca condotta da Almalaurea che consegue la laurea in Agraria, in 5 anni più dell’80% lavora, e circa il 70% svolge un lavoro stabile, seppure è da notare che circa il 70% per cento complessivo ha frequentato o sta frequentando una specializzazione post-laurea. E’ più del 62% degli intervistati, a 5 anni dalla laurea, che sostiene di aver riscontrato l’utilità dei propri studi nel trovare un lavoro.
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