martedì 27 agosto 2013

Cdm del 26 agosto 2013. Novità sul lavoro: precari, assunzioni e contratti a termine




Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge "con le norme che hanno una funzione fondamentale per riorganizzazione e la modernizzazione della Pubblica Amministrazione".

Il Consiglio dei ministri, accogliendo la proposta del Ministro della Salute Lorenzin di introdurre una specifica disciplina per la stabilizzazione del personale medico e del ruolo sanitario, ha introdotto lo strumento idoneo per affrontare il tema del precariato, che nel Servizio Sanitario Nazionale ha assunto dimensioni tali da mettere in crisi la qualità delle prestazioni erogate, specie nelle Regioni in piano di rientro. Tra medici, personale infermieristico, tecnici e altri 11 profili professionali, sarà possibile stabilizzare le circa 35.000 persone del settore sanitario, tramite concorso pubblico riservato.

Con il decreto legge, ha detto il premier Enrico Letta, "si decide di dare una soluzione strutturale" al precariato e si intende "tipizzare e ridurre le forme di lavoro flessibile" e mettere "barriere" per evitare "scorciatoie per le assunzioni". Via libera all'assunzione di oltre 1.000 Vigili del Fuoco.

Come fine strettamente operativo per la stabilizzazione degli attuali precari viene istituita una riserva del 50% nei concorsi, riservata a chi ha lavorato 3 anni nei 5 anni. Prevista, inoltre, "una norma che obbliga ad assumere tutti i vincitori di concorso". In parte questo "riguarderà anche gli idonei, ma solo per le graduatorie più recenti". Assunzione nella P.A. per i collaboratori di giustizia.

«Quelli da stabilizzare saranno scelti con procedure altamente selettive». Via libera all’Agenzia per la coesione: dovrà spendere meglio i fondi europei.

Una corsia preferenziale per la stabilizzazione di alcune decine di migliaia di lavoratori pubblici precari. Ma anche nuove regole per la mobilità in particolare nelle società partecipate, l’assunzione di 1.000 Vigili del Fuoco e - per un numero limitato di dipendenti pubblici - una scorciatoia per la pensione con i criteri precedenti alla riforma Fornero.

Sul tema dei precari sia Letta sia il Ministro della Funzione pubblica D’Alia hanno sottolineato che la graduale immissione dei dipendenti pubblici che hanno lavorato almeno tre anni avverrà secondo procedure «altamente selettive», in modo da far entrare «i migliori».

L’effettiva assunzione degli interessati è condizionata dalle disponibilità di bilancio delle amministrazioni e ancora di più dai vincoli sulle assunzioni. Non è un caso che in questo stesso decreto venga previsto l’obbligo di autorizzazione da parte della Presidenza del Consiglio per poter bandire nuovi concorsi. Le nuove procedure dovrebbero partire all’inizio del 2014.

Contemporaneamente, si vuole far sì che d’ora in poi il ricorso a forme contrattuali a tempo sia limitato a casi veramente eccezionali e temporanei: le assunzioni che non avranno queste caratteristiche saranno automaticamente nulle.

Ma oltre ai dipendenti con contratto a termine, c’è un’altra categoria che attendeva novità da questo decreto: è quella di coloro che hanno già vinto concorsi pubblici o sono comunque risultati idonei ma poi sono rimasti fuori. Il testo prevede la proroga della validità delle graduatorie fino alla fine del 2015.

Un’ulteriore novità inserita nel decreto riguarda la Civit, commissione il cui lavoro sarà concentrato sulla lotta alla corruzione nelle amministrazioni pubbliche. Non è invece entrata nel disegno di legge la norma che avrebbe in qualche modo privatizzato gli incidenti stradali, affidando ad ausiliari il compito di intervenire nei casi non gravi.

«Norma per assumere tutti i vincitori di concorso». «E' prevista anche una norma che obbliga ad assumere tutti i vincitori di concorso. Il precariato non sarà più una scorciatoia rispetto al concorso pubblico- ha detto D'Alia - Saranno previste, inoltre, procedure selettive per scegliere i migliori tra coloro che negli ultimi cinque anni sono stati sotto contratto a termine per tre anni. Per questi è prevista una riserva del 50% dei posti messi a concorso. Assunzione garantita anche per i testimoni di giustizia: è un fatto di giustizia».

«Non possiamo più permetterci 1,2 miliardi di consulenze» - ha detto D'Alia, parlando del via libera a nuovi tagli - Non solo interveniamo riducendo i costi ma obblighiamo le amministrazioni a fornire i dati per un ulteriore intervento selettivo rispetto alle auto di servizio e per il ricorso a prestazioni qualificate esterne. In più si introducono sanzioni per chi viola le norme: chi le viola paga di tasca sua».

lunedì 26 agosto 2013

Anno accademico 2013 2014 corsi per superare i test di accesso all’Università



Tra pochi giorni i ragazzi italiani appena usciti dall’esame di maturità si valuteranno con i test di ingresso che aprono l’accesso all’università e al corso di studio preferito. Per trovare informazioni aggiornate su questi corsi e sulla eventuale presenza di test, occorre rivolgersi alle segreterie di facoltà o ai servizi di orientamento delle singole università.

Per prepararsi ai test di ammissione all'università organizzano dei corsi con docenti che ti preparano appunto per il test. Devi informarti presso la segreteria della facoltà che interessa.

Innanzitutto diciamo che bisogna dedicare il giusto tempo a prepararsi con libri o frequentando corsi apposta concepiti a questo scopo e prendendosi tempo specificatamente dedicato alla studio delle domande a cui si verrà sottoposti.

Per quanto riguarda le prove le domande dei test di accesso spaziano dalla cosiddetta cultura generale e quella più specifica rispetto al campo di studio che si è scelto. Saranno presenti domande su banali nozioni studiate al liceo fino a domande inerenti processi di pensiero complesso e domande a cui la risposta non può essere definita se non in base a esperienze personali. Perciò è importante mantenersi preparati e usare i test degli anni passati e provarne il più possibile.

Al fine di una buona riuscita dei test è rilevante aver sviluppato una competenza in termini di processo di pensiero e metodologia di studio durante gli studi pre-universitari.

Ricordiamo che ci sono facoltà dove i corsi di laurea ad accesso programmato sono più di quelli ad accesso libero. Come Farmacia. Libera solo a Urbino e Camerino. Vanno ad aggiungersi a quelli previsti dalla programmazione nazionale (Medicina e Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Professioni sanitarie) con una percentuale che supera la metà dei corsi di tutta Italia (il 54,4% secondo i dati dell’anno scorso).

Oramai manca poco all’inizio e bisogna fare fronte ai costi per affrontare i test d’accesso, costi che possono arrivare fino a tremila euro a studente, solo per la speranza di frequentare il corso preferito. Perché poi superare i quiz è una lotteria: le aspiranti matricole sono in crescita (oltre 18mila domande in più presentate a luglio, 114.557 in totale) con i posti che rimangono gli stessi. A complicare le cose, le nuove modalità dei quiz, la graduatoria ora su base nazionale, e il bonus maturità (fino a 10 punti in più per i voti di diploma più alti).

L’iscrizione al test è il primo pagamento da affrontare. In media 50 euro a studente: 25,00 euro è il costo per Roma Tre, uno dei più bassi d’Italia. Appena due euro in più per chi sceglie Padova, 60 euro per chi preferisce Bologna, si sale a 100 per la Luiss. Chi è in corsa per la Cattolica ha dovuto versare 120 euro.

Può essere utile esercitarsi gratis sui test offerti dai portali in maniera interattiva.

Consigliamo i seguenti:
Sul Sole 24 Ore si può trovare l'elenco dei test di ammissione all'università dove si seleziona il test di ammissione e si può simulare e verificare la preparazione. Inoltre si può salvare il test. http://testammissione.ilsole24ore.com/test-ammissione/simulazione-test-ammissione.aspx

Sul sito http://www.testuniversitari.it/ su questo si offre un sostegno gratuito per prepararsi ai test di accesso e sito vi sono argomenti da studiare, suggerimenti e test da sviluppare per poter affrontare al meglio la prova di selezione del test universitario.

Sul http://www.universinet.it/ basta selezionare la sezione Test di Ammissione e si trova il Test di preferenza per la facoltà richiesta.

Per quanto riguarda la prova si consiglia in quanto i test vengono elaborati da un programma informatico piuttosto che lasciare in bianco, è meglio tentare di dare una risposta. Le probabilità sono sempre a metà e un con un po’di fortuna ….. E’ importante leggere sempre molto attentamente le istruzioni di compilazione; indicano anche se risposte sbagliate tolgono punti. Solo in questo caso è meglio non misurarsi con la Dea fortuna.

Via twitter, il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha inviato un “in bocca al lupo” agli studenti di Medicina. E a un utente che ha chiesto come mai solo a loro, il ministro ha risposto: «Arriverà il saluto a tutti. Ma per Medicina la situazione è complessa».


Lavorare con la biotecnologia: opportunità di lavoro e politica occupazionale



In un momento in cui per i giovani è estremamente difficile trovare lavoro nonostante le nuove politiche sul lavoro, l’idea di architettare un lavoro, per  fare una propria impresa, si fa sempre più reale.

Skuola.net ha raccontato varie vicende di ragazzi che hanno creato occupazione partendo da un pensiero. Parliamo delle opportunità di lavoro nel campo della biotecnologia, ed in modo particolare della Bio Soil Expert, una delle più recenti startup italiane di successo, nata dal connubio della passione per l’ambiente con l’applicazione delle tecnologie sostenibili. Gli ideatori sono esperti in materia di biotecnologie agro-alimentari.

Le biotecnologie hanno ormai conquistato una posizione preminente tra le priorità strategiche dell’Unione Europea, concretizzata dalla pubblicazione nel 2002 del Piano d’azione europeo sulla biotecnologia e le scienze della vita. Questa consapevolezza del ruolo strategico rivestito dalle biotecnologie, serve come innesco di una rinnovata competizione per uno sviluppo delle biotecnologie, che coinvolge i singoli Paesi membri e li pone a confronto in materia di offerta ai potenziali investitori.

L’Italia, si ritrova oggi in una posizione non solamente di sicura e doverosa possibilità di recupero ma di forte privilegio dato l’alto potenziale per la creazione di imprenditoria biotecnologica disponibile in termini di risorse scientifiche, umane e culturali esistenti ed ancora ampiamente da sfruttare.

Le attività in biotecnologia – in particolare a livello di Ricerca & Sviluppo - sono caratterizzate da una relativamente bassa intensità di capitale, perlomeno in fase iniziale. Perciò appare particolarmente idonea a priori allo sviluppo dell’imprenditoria biotecnologica la struttura industriale italiana, la cui ossatura è costituita da piccole e medie imprese, ed è spesso organizzata in aree territoriali con vocazione specifica, flessibile e capace di inserirsi nel mercato internazionale, come già ampiamente dimostrato dai livelli di eccellenza raggiunti in diverse “nicchie” produttive.

L’Italia in questo momento non solo è chiamata a recepire le indicazioni del Piano di azione europeo sulle biotecnologie e le scienze della vita, ma ha anche il dovere di valorizzare attraverso un piano nazionale di sviluppo per le biotecnologie il potenziale disponibile per ottenere da questo settore strategico quei risultati in termini di aumentata competitività.

Il contenimento del dissesto idrogeologico, la salvaguardia dei corsi d’acqua dal rischio contaminazione, la bonifica dei terreni dismessi e inquinati: queste le principali aree business della giovane realtà imprenditoriale nata con l’obiettivo di risolvere alcune delle più delicate problematiche legate al territorio attraverso l’impiego di rimedi senza rischio e impatto ambientale.

La prevenzione come anche la limitazione del dissesto del suolo, ad esempio, viene affidata ad alcuni batteri in grado di accelerare lo sviluppo vegetativo di piante il cui apparato radicale può raggiungere anche 3-5 metri di profondità, assicurando così la stabilità del terreno. Il rimedio utile, invece, per ridurre il pericolo di contaminazione dei corsi d’acqua sono le fasce tampone in chiave biotech: un’applicazione, questa, molto vantaggiosa per l’agricoltura.

Una politica di innovazione industriale basata sullo sviluppo di nuove tecnologie che deve essere chiaramente percepita come impegno stabile da quanti, individui o istituzioni, possano essere liberamente disposti ad impegnarsi nello studio, nel rischio imprenditoriale ed in quello finanziario. In un contesto europeo sempre più orientato alla sussidiarietà ed alla valorizzazione delle particolari vocazioni esistenti in specifici territori, è del tutto evidente come la qualità dell’offerta in materia di infrastrutture e “ambiente innovativo” costituisca un fondamentale strumento di stimolo per accrescere le risorse esistenti e “catturarne” di nuove, in alternativa ed in competizione con altre aree.

Nell’ottica della promozione della ricerca biotecnologica in Italia, non va dimenticato un settore per il quale le condizioni degli ultimi anni hanno affievolito in maniera notevole l’impegno dei nostri ricercatori. In campo agronomico, siamo stati tra i primi ad aver concentrato l’attenzione sulla protezione dell’agrobiodiversità e sulla qualità dei prodotti e in questo senso si pongono sicuramente all’avanguardia le ricerche di Università e Istituti Sperimentali per la terapia genica delle patologie più ostiche (quali le virosi) che minacciano specie ad elevato valore aggiunto tipiche della tradizione agricola nazionale, quali certe produzioni orticole di qualità in alcuni casi in via di estinzione (riso carnaroli, pomodoro S. Marzano, mela della Val D’Aosta).


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