In ricordo della sentenza di Tiziana Ferrario.
Parliamo della tutela del lavoratore ossia del reintegro. Se il licenziamento o il cambio mansioni viene intimato senza la forma scritta o senza giustificato motivo, il giudice lo ritiene illegittimo dichiarandolo inefficace. In questo caso, il datore di lavoro è soggetto a determinati obblighi verso il lavoratore.
Il giudice ordina la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro nei confronti dei datori di lavoro, imprenditori o meno, che occupano: più di 15 dipendenti (5 se agricoli) in ciascuna unità produttiva: sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo, dove è avvenuto il licenziamento; più di 15 dipendenti (5 se agricoli) nell'ambito dello stesso Comune, anche se ciascuna unità produttiva non raggiunge il limite; più di 60 dipendenti complessivamente se nell'unità produttiva interessata sono occupati meno di 16 dipendenti.
Ricordo che nelle cause di diritto del lavoro stando alle percentuali – sentenze , il tribunale del lavoro da ragione spesso, il più delle volte al dipendente è estremamente difficile che il datore di lavoro possa avere una ragione giuridica in merito al licenziamento di personale dipendente.
Oltre alla reintegrazione, il licenziamento illegittimo obbliga il datore di lavoro a risarcire il lavoratore del danno subito. Questo è costituito dal pagamento della retribuzione globale di fatto che il lavoratore non ha percepito, dal giorno del licenziamento fino a quello dell'effettiva reintegrazione.
Ricordo in merito che il tribunale di Roma sezione lavoro ha accolto il ricorso della giornalista Tiziana Ferrario, che ha ordinato alla Rai di reintegrare la giornalista nelle mansioni di conduttrice del Tg1 delle 20 e di inviata speciale per grandi eventi. Il giudice ha ravvisato una "grave lesione della sua professionalità per motivi di discriminazione politica" a seguito dell'opposizione della stessa giornalista alla linea editoriale del direttore Augusto Minzolini.
Questa sentenza ha un valore di grande importanza perché “afferma il principio fondamentale che i poteri del direttore di una testata giornalistica sono limitati dalla legge: non ha infatti il diritto di emarginare o mettere i giornalisti della sua redazioni in condizione di non lavorare". Così Tiziana Ferrario ha commentato a caldo.
Sicuramente è stata una sentenza ancora più significativa in quanto può rivelarsi utile a tutti coloro che hanno subito un medisimo trattamento. La giornalista RAI, in merito alla discriminazione politica a cui tra l'altro fa riferimento la sentenza, ha rilevato: "una redazione è formata da tante identità culturali e il confronto è sempre e comunque necessario".
mercoledì 29 dicembre 2010
Reintegro dal lavoro.
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Fiat Pomigliano: nuova luce per i lavoratori
E' stato firmato il nuovo contratto di lavoro per i dipendenti dello stabilimento campano
I sindacati ( Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic, l'Associazione dei quadri Fiat e il Lingotto) ad esclusione della FIOM forse più per motivi politici che di indirizzo prettamente sindacale, hanno firmato il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano.
A partire da gennaio 2011 saranno riassunti dalla Newco, sulla base dell'accordo di giugno che sblocca investimenti per 700 milioni per la produzione della nuova Panda. Sicuramente grazie alla firma di questo accordo l'aspetto che viene maggiormente in risalto è che da gennaio i primi lavoratori di Pomigliano rientreranno dalla cassa integrazione e saranno riassunti. Si apre una nuova luce per i lavoratori della FIAT.
Cosa prevede il nuovo accordo Fiat - sindacati?
La firma del nuovo contratto sblocca definitivamente i milioni di euro di investimento e garantisce occupazione per qausi 5.000 addetti diretti e per altri 5.300 dell’indotto collegato al sito produttivo di Pomigliano. Un aspetto rilevante è che dalla prossima settimana l’azienda darà il via alle riassunzioni. Questo è un grande risultato che dimostra la concretezza dell’agire sindacale nonostante ogni forma di speculazione propagandistica e di aggressione terminologica.
Il nuovo contratto di lavoro valorizza alcuni punti indicativi.
Per prima cosa, vengono costruiti cinque gruppi professionali che vanno dall’alto verso il basso e vengono create delle fasce intermedie nelle categorie operaie, proprio nei primi due gruppi professionali (la quinta e la quarta).
In secondo luogo, la vecchia "erp" diventerà la prima fascia della nuova quarta categoria. E', infatti, in quest’ultimo livello che sarà concentrato il maggior incremento sui minimi retributivi corrispondente a circa 100 euro in più rispetto al contratto firmato nel 2009. Il nuovo sistema dei minimi tabellari probabilmente avrà ricadute positive sia sugli scatti di anzianità che sulle maggiorazioni di turno e di lavoro in straordinario.
La FIOM ha giudicato questa dialettica sindacale come “ un atto anti-sindacale” come ha sostenuto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini - anti-democratico e autoritario che non ha precedenti”.
Quello che risulta dopo l'accordo è che dopo tanta sofferenza ed incertezza i lavoratori di Pomigliano avranno una nuova possibilità di lavoro e nuove prospettive di vita sia da un punto di vista “intellettuale” che di “sforzi” quotidiani. Ed è vero che il lavoro nobilita l'uomo.
I sindacati ( Fim, Uilm, Ugl metalmeccanici, Fismic, l'Associazione dei quadri Fiat e il Lingotto) ad esclusione della FIOM forse più per motivi politici che di indirizzo prettamente sindacale, hanno firmato il nuovo contratto di lavoro per i 4.600 dipendenti dello stabilimento di Pomigliano.
A partire da gennaio 2011 saranno riassunti dalla Newco, sulla base dell'accordo di giugno che sblocca investimenti per 700 milioni per la produzione della nuova Panda. Sicuramente grazie alla firma di questo accordo l'aspetto che viene maggiormente in risalto è che da gennaio i primi lavoratori di Pomigliano rientreranno dalla cassa integrazione e saranno riassunti. Si apre una nuova luce per i lavoratori della FIAT.
Cosa prevede il nuovo accordo Fiat - sindacati?
La firma del nuovo contratto sblocca definitivamente i milioni di euro di investimento e garantisce occupazione per qausi 5.000 addetti diretti e per altri 5.300 dell’indotto collegato al sito produttivo di Pomigliano. Un aspetto rilevante è che dalla prossima settimana l’azienda darà il via alle riassunzioni. Questo è un grande risultato che dimostra la concretezza dell’agire sindacale nonostante ogni forma di speculazione propagandistica e di aggressione terminologica.
Il nuovo contratto di lavoro valorizza alcuni punti indicativi.
Per prima cosa, vengono costruiti cinque gruppi professionali che vanno dall’alto verso il basso e vengono create delle fasce intermedie nelle categorie operaie, proprio nei primi due gruppi professionali (la quinta e la quarta).
In secondo luogo, la vecchia "erp" diventerà la prima fascia della nuova quarta categoria. E', infatti, in quest’ultimo livello che sarà concentrato il maggior incremento sui minimi retributivi corrispondente a circa 100 euro in più rispetto al contratto firmato nel 2009. Il nuovo sistema dei minimi tabellari probabilmente avrà ricadute positive sia sugli scatti di anzianità che sulle maggiorazioni di turno e di lavoro in straordinario.
La FIOM ha giudicato questa dialettica sindacale come “ un atto anti-sindacale” come ha sostenuto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini - anti-democratico e autoritario che non ha precedenti”.
Quello che risulta dopo l'accordo è che dopo tanta sofferenza ed incertezza i lavoratori di Pomigliano avranno una nuova possibilità di lavoro e nuove prospettive di vita sia da un punto di vista “intellettuale” che di “sforzi” quotidiani. Ed è vero che il lavoro nobilita l'uomo.
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martedì 28 dicembre 2010
Pensioni 2011: le nuove regole.
Pensioni, si cambia. Per chi vuole andare in pensione da gennaio 2011, saranno necessari 61 anni per uscire dal mondo del lavoro a causa dello scatto del terzo scalino previsto dalla riforma del 2007, ossia l'età minima per l'assegno di anzianità passa da 59 a 60 anni a fronte di almeno 36 anni di contributi e della contemporanea entrata in vigore delle nuove regole sulla finestra mobile (12 mesi di attesa una volta raggiunti i requisiti sia anagrafici che contributivi).
In soldoni i lavoratori dipendenti che raggiungono i requisiti anagrafici e contributivi a 60 anni non potranno dimettersi dal lavoro prima di averne compiuti 61. E per i lavoratori autonomi i tempi sono ancora più lunghi. Le norme sulla nuova finestra mobile (terzo scalino) non riguardano i lavoratori che maturano i requisiti entro dicembre 2010 e quindi potranno andare in pensione di anzianità l'anno prossimo con le vecchie finestre e con i requisiti validi per quest'anno (quota 95 con 59 anni di età minima a fronte di 36 di contributi per i dipendenti, 60 e quota 96 per gli autonomi).
Parliamo delle nuove regole:
I lavoratori dipendenti dal 2011 andranno in pensione anticipata rispetto all'età di vecchiaia con quota 96 ma con almeno 60 anni di età . Ovvero ci vogliono 60 anni di età e 36 di contributi ma salgono a 61 se gli anni di contributi sono solo 35. Una volta raggiunti i requisiti per avere l'assegno bisogna aspettare ancora 12 mesi previsti dalla nuova finestra mobile introdotta con la manovra di luglio arrivando quindi almeno a 61 anni.
I lavoratori autonomi andranno in pensione di anzianità con quota 97 e almeno 61 anni di età. A questi requisiti va aggiunta un'attesa di 18 mesi previsti dalla finestra mobile prevista dalla manovra di luglio. Quindi per i lavoratori autonomi sono necessari almeno 62 anni e mezzo (regola che vale anche per i collaboratori a progetto).
Le norme sull'uscita mobile non riguardano i lavoratori che maturano i requisiti entro dicembre 2010 che potranno uscire dal lavoro anche l'anno prossimo con le vecchie finestre di gennaio e luglio.
Sintetizzando da gennaio 2011 per poter andare in pensione bisognerà aver compiuto i 61 anni di età . E' questo il reale effetto del terzo scalino stabilito dalla riforma del 2007: assegno di anzianità a 60 anni con almeno 36 anni di contributi.
Per ulteriori informazioni invito a leggere la pagina del Blog.
In soldoni i lavoratori dipendenti che raggiungono i requisiti anagrafici e contributivi a 60 anni non potranno dimettersi dal lavoro prima di averne compiuti 61. E per i lavoratori autonomi i tempi sono ancora più lunghi. Le norme sulla nuova finestra mobile (terzo scalino) non riguardano i lavoratori che maturano i requisiti entro dicembre 2010 e quindi potranno andare in pensione di anzianità l'anno prossimo con le vecchie finestre e con i requisiti validi per quest'anno (quota 95 con 59 anni di età minima a fronte di 36 di contributi per i dipendenti, 60 e quota 96 per gli autonomi).
Parliamo delle nuove regole:
I lavoratori dipendenti dal 2011 andranno in pensione anticipata rispetto all'età di vecchiaia con quota 96 ma con almeno 60 anni di età . Ovvero ci vogliono 60 anni di età e 36 di contributi ma salgono a 61 se gli anni di contributi sono solo 35. Una volta raggiunti i requisiti per avere l'assegno bisogna aspettare ancora 12 mesi previsti dalla nuova finestra mobile introdotta con la manovra di luglio arrivando quindi almeno a 61 anni.
I lavoratori autonomi andranno in pensione di anzianità con quota 97 e almeno 61 anni di età. A questi requisiti va aggiunta un'attesa di 18 mesi previsti dalla finestra mobile prevista dalla manovra di luglio. Quindi per i lavoratori autonomi sono necessari almeno 62 anni e mezzo (regola che vale anche per i collaboratori a progetto).
Le norme sull'uscita mobile non riguardano i lavoratori che maturano i requisiti entro dicembre 2010 che potranno uscire dal lavoro anche l'anno prossimo con le vecchie finestre di gennaio e luglio.
Sintetizzando da gennaio 2011 per poter andare in pensione bisognerà aver compiuto i 61 anni di età . E' questo il reale effetto del terzo scalino stabilito dalla riforma del 2007: assegno di anzianità a 60 anni con almeno 36 anni di contributi.
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