Cambiano le regole per i congedi, le aspettative e i permessi. È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale - la numero 173 del 27 luglio - il decreto legislativo mette ordine alle norme vigenti in materia.
Vediamo i singoli casi:
Congedo di maternità: in caso di interruzione spontanea o terapeutica della gravidanza le lavoratrici potranno rientrare in azienda in qualunque momento, salvo un preavviso di 10 giorni al datore di lavoro. Per quanto riguarda il congedo parentale, invece, i lavoratori (padre o madre) con figlio minore, anche adottivo, affetto da handicap grave avranno diritto, entro il compimento dell’ottavo anno di vita del figlio, all’allungamento del congedo parentale fino a tre anni «a condizione che il bimbo non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati, salvo che, in tal caso, sia richiesta dai sanitari la presenza dei genitori» (artt. 2 e 3 D.Lgs. 119/2011).
Prolungamento del congedo parentale. Per ogni minore con handicap in situazione di gravità accertata la lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, hanno diritto, entro il compimento dell’ottavo anno di vita del bambino, al prolungamento del congedo parentale, fruibile in misura continuativa o frazionata, per un periodo massimo, comprensivo dei periodi di cui all’articolo 32, non superiore a tre anni, a condizione che il bambino non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati, salvo che, in tal caso, sia richiesta dai sanitari la presenza del genitore (Art. 3, D.Lgs. 18 luglio 2011, n. 119).
Il congedo ed i permessi non possono essere riconosciuti a più di un lavoratore per l’assistenza alla stessa persona. Per l’assistenza allo stesso figlio con handicap in situazione di gravità, i diritti sono riconosciuti ad entrambi i genitori, anche adottivi, che possono fruirne alternativamente.
Durante il periodo di congedo, il lavoratore richiedente ha diritto a percepire un’indennità corrispondente all’ultima retribuzione, con riferimento alle voci fisse e continuative del trattamento, e il periodo medesimo è coperto da contribuzione figurativa; l’indennità e la contribuzione figurativa spettano fino a un importo complessivo massimo di euro 43.579,06 annui per il congedo di durata annuale. Detto importo è rivalutato annualmente, a decorrere dall’anno 2011, sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. L’indennità è corrisposta dal datore di lavoro secondo le modalità previste per la corresponsione dei trattamenti economici di maternità. I datori di lavoro privati, nella denuncia contributiva, detraggono l’importo dell’indennità dall’ammontare dei contributi previdenziali dovuti all’ente previdenziale competente.
Congedo per l’assistenza a soggetti portatori di handicap: il lavoratore dipendente ha diritto di prestare assistenza nei confronti di più persone in situazione di gravità, a condizione che si tratti del coniuge o di un parente o affine entro il primo grado (e non più entro il secondo grado), o entro il secondo grado (e non più entro il terzo grado), qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap abbiano compiuto i 65 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti (art. 6 D.Lgs. 119/2011).
Durante il periodo di congedo, non rientrante nel periodo di comporto, il dipendente ha diritto a percepire il trattamento calcolato secondo il regime economico delle assenze per malattia. Il lavoratore è tenuto a documentare in maniera idonea l’avvenuta sottoposizione alle cure. In caso di lavoratore sottoposto a trattamenti terapeutici continuativi, a giustificazione dell’assenza può essere prodotta anche attestazione cumulativa (Art. 7, D.Lgs. 18 luglio 2011, n. 119).
Congedi straordinari (fino a 24 mesi) finalizzati alla cura di parenti in condizioni di disabilità grave: viene confermata l’estensione dei possibili beneficiari (estesa la copertura ai figli, come deciso dalla Consulta) (art. 4 D.Lgs. 119/2011).
Intento del decreto è anche quello di razionalizzare e semplificare i documenti da presentare per fruire delle licenze dal lavoro.
Il congedo per maternità viene reso più flessibile. In caso di interruzione di gravidanza dopo i 180 giorni o di morte prematura del neonato la lavoratrice ha la facoltà - ora preclusa - di tornare al lavoro, con un preavviso di 10 giorni se c'è il parere favorevole del medico.
Introdotti cambiamenti anche per il congedo parentale, che potrà essere prolungato per chi ha figli con handicap grave. Il decreto interviene anche in materia di adozioni e affidamenti, cure per disabili e congedi per la formazione.
domenica 14 agosto 2011
domenica 7 agosto 2011
Mercato del lavoro: ipotesi e nuove frontiere
La riforma del mercato del lavoro, che servirà per affrontare la crisi, prevede che lo Statuto dei lavoratori diventi uno Statuto dei lavori e le modifiche devono prevedere una maggiore flessibilità contrattuale e la possibilità di deroga alle norme del contratto nazionale. Questa riforma deve avere lo scopo di attrarre gli investimenti e avere uno sguardo verso il futuro dei giovani come d’altronde ha sostenuto il ministro dell’Economia Tremonti.
Quindi approvare la riforma del mercato del lavoro deve risultare la madre di tutte le liberalizzazioni, ossia la modifica dell' articolo 41 della Costituzione sulla libertà economica, garantendo così che «è lecito tutto, tranne ciò che è espressamente vietato dalle leggi».
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, insiste nel voler introdurre una norma che estende erga omnes la validità del contratto aziendale. E si vedrà nel corso della trattativa ma in ogni caso le norme stabilite tra le parti nella loro autonomia durano, hanno prestigio e sono rispettate.
Le direttive del Governo puntano sulla riforma del mercato del lavoro per favorire la crescita: il fulcro è lo Statuto dei lavori, che dovrebbe essere un aggiornamento dello Statuto dei lavoratori del 1970. Insieme al potenziamento della contrattazione aziendale, introducendo i cosiddetti contratti di prossimità per stabilire il primato della contrattazione aziendale su quella nazionale – sul modello degli accordi Fiat di Mirafiori e Pomigliano – e detassando il premio di produttività al 10% in modo strutturale con la delega fiscale.
Il ministro Sacconi, convinto in questa fase di poter fare velocemente cose che ieri sarebbero state bloccate al primo tentativo, afferma con le parti sociali parleremo di problemi, numeri e vecchi tabù. Ma è stato accolto male l'annuncio di Tremonti, che peraltro fa riferimento ad una più generale riforma del mercato del lavoro.
Si punta a ridurre del 50% la normativa sul lavoro, prevedendo un nuovo regime di sanzioni che tengano conto della natura sostanziale o formale della violazione e favoriscano l'immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita. Inoltre si individua un nucleo di diritti universali e indisponibili, di rilevanza costituzionale da applicare a tutti i rapporti di lavoro dipendente e alle collaborazioni a progetto rese in regime di sostanziale mono-committenza.
Quindi approvare la riforma del mercato del lavoro deve risultare la madre di tutte le liberalizzazioni, ossia la modifica dell' articolo 41 della Costituzione sulla libertà economica, garantendo così che «è lecito tutto, tranne ciò che è espressamente vietato dalle leggi».
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, insiste nel voler introdurre una norma che estende erga omnes la validità del contratto aziendale. E si vedrà nel corso della trattativa ma in ogni caso le norme stabilite tra le parti nella loro autonomia durano, hanno prestigio e sono rispettate.
Le direttive del Governo puntano sulla riforma del mercato del lavoro per favorire la crescita: il fulcro è lo Statuto dei lavori, che dovrebbe essere un aggiornamento dello Statuto dei lavoratori del 1970. Insieme al potenziamento della contrattazione aziendale, introducendo i cosiddetti contratti di prossimità per stabilire il primato della contrattazione aziendale su quella nazionale – sul modello degli accordi Fiat di Mirafiori e Pomigliano – e detassando il premio di produttività al 10% in modo strutturale con la delega fiscale.
Il ministro Sacconi, convinto in questa fase di poter fare velocemente cose che ieri sarebbero state bloccate al primo tentativo, afferma con le parti sociali parleremo di problemi, numeri e vecchi tabù. Ma è stato accolto male l'annuncio di Tremonti, che peraltro fa riferimento ad una più generale riforma del mercato del lavoro.
Si punta a ridurre del 50% la normativa sul lavoro, prevedendo un nuovo regime di sanzioni che tengano conto della natura sostanziale o formale della violazione e favoriscano l'immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita. Inoltre si individua un nucleo di diritti universali e indisponibili, di rilevanza costituzionale da applicare a tutti i rapporti di lavoro dipendente e alle collaborazioni a progetto rese in regime di sostanziale mono-committenza.
giovedì 4 agosto 2011
Crisi economica e parti sociali serve unità d’intenti
Il premier Silvio Berlusconi, al termine dell'incontro con le parti sociali che hanno presentato i sei punti dicendo che il momento è grave e va affrontato con massima determinazione e senza scuse o scappatoie. Le parti sociali hanno chiesto il pareggio di bilancio nel 2014, taglio dei costi della politica, sblocco degli investimenti, liberalizzazioni e privatizzazioni, semplificazioni e pubblica amministrazione, mercato del lavoro.
Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ha sostenuto che l‘Agenda del governo riprende i nostri punti. Mentre il ministro dell’economia Tremonti pensa ad un percorso più ampio, internazionale con l 'Unione Europea , Ocse e Fmi.
Il momento è grave e pieno di pericoli e deve essere affrontato con la massima determinazione. E’ in sintesi quanto hanno scritto le parti sociali nel documento comune presentato al Governo, con proposte articolate su sei capitoli: dare credibilità all'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014, tagliare i costi della politica, liberalizzazioni e privatizzazioni, sbloccare gli investimenti, semplificazioni e pubblica amministrazione, mercato del lavoro. Occorre un drastico programma per rilanciare la crescita.
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha spiegato che comunque le parti si sono presentate al tavolo con un documento comune su 5 punti che elenca "interventi e proposte per la crescita da attuare subito". C'é bisogno di dare una sterzata" è quanto ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, bisogna lavorare subito sul fisco, sulle municipalizzate, le infrastrutture e l'energia. Bisogna superare la logica dei veti che ha bloccato lo sviluppo del paese. Anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha indicato che le parti sociali dovranno agire e muoversi per la crescita è fare gli investimenti nel mondo del lavoro fino ad oggi rallentati o impediti da troppe regole. La fiducia deve essere l'ultima cosa che dobbiamo smarrire.
Comunque sarà necessario portare avanti la riforma fiscale e assistenziale contrastando l’evasione fiscale, e poi puntare sulla modernizzazione delle relazioni industriali per dare nuova linfa al mercato del lavoro sia nel settore pubblico che privato. E dare impulso alla diffusione di nuove tecnologie.
Tutti uniti ma con ragione per affrontare la crisi di metà estate, forse si è aperta una nuova stagione che si dovrà fondare su una significativa condivisione delle responsabilità.
Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ha sostenuto che l‘Agenda del governo riprende i nostri punti. Mentre il ministro dell’economia Tremonti pensa ad un percorso più ampio, internazionale con l 'Unione Europea , Ocse e Fmi.
Il momento è grave e pieno di pericoli e deve essere affrontato con la massima determinazione. E’ in sintesi quanto hanno scritto le parti sociali nel documento comune presentato al Governo, con proposte articolate su sei capitoli: dare credibilità all'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014, tagliare i costi della politica, liberalizzazioni e privatizzazioni, sbloccare gli investimenti, semplificazioni e pubblica amministrazione, mercato del lavoro. Occorre un drastico programma per rilanciare la crescita.
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha spiegato che comunque le parti si sono presentate al tavolo con un documento comune su 5 punti che elenca "interventi e proposte per la crescita da attuare subito". C'é bisogno di dare una sterzata" è quanto ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, bisogna lavorare subito sul fisco, sulle municipalizzate, le infrastrutture e l'energia. Bisogna superare la logica dei veti che ha bloccato lo sviluppo del paese. Anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ha indicato che le parti sociali dovranno agire e muoversi per la crescita è fare gli investimenti nel mondo del lavoro fino ad oggi rallentati o impediti da troppe regole. La fiducia deve essere l'ultima cosa che dobbiamo smarrire.
Comunque sarà necessario portare avanti la riforma fiscale e assistenziale contrastando l’evasione fiscale, e poi puntare sulla modernizzazione delle relazioni industriali per dare nuova linfa al mercato del lavoro sia nel settore pubblico che privato. E dare impulso alla diffusione di nuove tecnologie.
Tutti uniti ma con ragione per affrontare la crisi di metà estate, forse si è aperta una nuova stagione che si dovrà fondare su una significativa condivisione delle responsabilità.
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