domenica 14 novembre 2010

Unione europea come trovare lavoro?


Lavorare all’estero  e nell'Unione europea è un’ambizione di molti.
Vorrei per momento analizzare le opportunità che vengono offerte dagli  Organizzazioni Internazionali collegati con le politiche del lavoro di Bruxelles.
Certamente lavorare in uno dei paesi dell’Unione europea può permettere di avere un’esperienza  formativa sia da un punto  di vista personale che professionale, basti pensare a determinati ambienti sociali e lavorativi dove si riscontra in modo semplice incontri multiculturali.
Lavorare in Europa significa poter scegliere tra permanenze brevi, di qualche mese, oppure più lunghe, annuali.
La difficoltà di come trovare lavoro presso l'Unione europea è spesso individuata dalla informazione latente,  relativamente alle offerte di lavoro, alla metodologia per candidarsi e alla poca conoscenza delle normative vigenti nei paesi in cui offrono candidature di lavoro.

Un primo consiglio è di  visitare il sito ufficiale della Commissione Europea relativo al lavoro ed agli affari sociali e in modo particolare l'ufficio Europeo di selezione del personale.

EURES (European Employment Services - Servizi europei per l'impiego) è un portale europeo della mobilità professionale che ha come obiettivi di informare, orientare e consigliare i lavoratori candidati alla mobilità sulle possibilità di lavoro e sulle condizioni di vita e di lavoro nello spazio economico europeo;  assistere i datori di lavoro che intendono assumere lavoratori di altri paesi;  fornire informazioni e assistenza a chi cerca e offre lavoro nelle regioni transfrontaliere.

Eurojobs  è anche questo un portale che offre la possibilità di trovare un lavoro in un paese europeo attraverso un sistema di ricerca delle offerte di lavoro per parole chiave, settore e Paese.

Vorrei solo per un attimo parlare del problema dell'occupabilità sul lavoro, certo possiamo affermare che sta crescendo in Europa ed in modo parallelo con l’aumentare del grado di istruzione dei lavoratori e la durata di occupazione (stimata) si aggira intorno ai 20 anni, dopo di che inizia a diminuire. Quindi è l'esperienza “lo scoglio” e nello stesso tempo lo stimolo per una maggiore flessibilità del lavoro.

Cosa ha detto l'OCSE ?
Riguardo ai disoccupati dell'Unione europea vi è stato lieve miglioramento in agosto del tasso di disoccupazione nei paesi europei, sceso nella media dall'8,6 all'8,5%. Ancora un pò meglio ha fatto l'Italia, la cui percentuale passa dall'8,4% di luglio all'8,2. Però è ancora molto lontana da paesi come Germania (6,8% dal 6,9), Olanda (al 4,5 dal 4,6), o Austria (stabile sul 4,3) I tassi di disoccupazione più alti si registrano, ovviamente in Spagna (20.5%), (13.9%) e Portogallo (10.7%). Nell'Unione europea è al 9,6%, quella dell'area euro al 10,1, entrambe stabili rispetto al mese precedente.

Comunque nonostante la difficoltà del momento per chi a desiderio di lavorare per l'Unione europea deve avere una formazione adeguata, una sensibilità a nuove prospettive e fare attenzione alle richieste che arrivano dai portali collegati con il sito ufficiale dell'Unione.
In fondo vi è in alcuni paesi europei una sensazione di ripresa. In bocca al lupo e buona ricerca.

sabato 13 novembre 2010

Cgil: sfondato il tetto di un miliardo di ore di Cassa integrazione

Parlo di dati, forse pesanti da raccogliere ma importanti da prendere in considerazione da parte di tutti: lavoratori, aziende, parti sociali e soprattutto politiche.

È stato sfondato il tetto di un miliardo di ore di Cassa integrazione. Ad ottobre secondo quanto riferisce la Cgil, le ore di Cig cassa integrazione guadagni autorizzate dall'Inps da inizio anno sono state 1.026.479.655, mettendo a segno un incremento del +44,2% rispetto al 2009 quando le ore erano 712.008.425.

Nel dettaglio del rapporto della Cgil si segnala il calo significativo della Cassa integrazione ordinaria, a ottobre -8,4% sul mese precedente per un monte ore pari a 23.852.446, mentre da inizio anno sullo stesso periodo del 2009 la flessione è del 36,9% pari a 299.550.331 ore.

Per la Cassa integrazione in deroga i settori con il maggiore ricorso continuano ad essere i quelli che non rientrano nella normativa attuale della Cigs. Tra i settori con più occupazione c'è l'edilizia, segue il settore chimico, il commercio e la piccola industria meccanica. Si conferma l'aumento consistente - si legge nel rapporto - soprattutto nei settori direttamente produttivi, frutto di un allargamento ulteriore delle difficoltà del settore manifatturiero e del fatto che molti lavoratori, prima coperti dalla cassa ordinaria e straordinaria, stanno progressivamente ricorrendo alla cassa in deroga".

Come risolvere il problema?

Un' ipotesi potrebbe essere il collegato al lavoro, un provvedimento importante che dovrebbe servire a qualificare l’intera politica sociale il ministro Maurizio Sacconi ha annunciato che entro la fine dell’anno sarà rifinanziata, per il 2011, la cassa integrazione in deroga (ovvero lo strumento che ha consentito di riconoscere l’integrazione salariale anche a quei lavoratori che in precedenza non ne fruivano).

Se ricordiamo il messaggio dell'INPS che ha evidenziato l'esistenza di un evento improvviso ed imprevisto che genera una forte la crisi aziendale, nel senso che questa si deve riferire ad un momento in cui vi è un problema generale e delle situazioni che riguardano: riduzione delle commesse, perdita di quote di mercato interno o internazionale, contrazione delle esportazioni, difficoltà di accesso al credito. E' da queste condizioni, situazioni che con l'aiuto di tutte le parti interessate bisogna arrivare ad una via di uscita e fare in modo che le ore di Cassa integrazione in qualche modo vengano poste in una situazione di controllo e verifica.

mercoledì 10 novembre 2010

Un sogno... Il contratto a tempo indeterminato

Un rapporto di lavoro instaurato tra Azienda e dipendente, nel quale sono presenti da parte del lavoratore dipendente le garanzie del diritto del lavoro è il contratto a tempo indeterminato.
Le garanzie di questo rapporto di lavoro rispettano sia le esigenze dell’impresa che quelle del lavoratore. Creando in questa relazione lavorativa un'insieme di interessi, da una parte non permettono, la previsione sulla durata della prestazione, sia perché l’azienda raggiunge il suo fine attraverso la continuità del suo esercizio costituito da una serie di cicli produttivi più o meno lunghi e dall'altra al dipendente viene garantita una sorta di fidelizzazione ai valori dell'impresa e alla sua attività.
Questo, ovviamente, è il sogno di chi si avvicina al mondo del lavoro ed è il tipo di contratto migliore per il lavoratore in quanto permette lo svolgimento del rapporto di lavoro in modo continuativo e duraturo nel tempo. Il contratto deve essere stipulato per iscritto. La retribuzione viene calcolata in paga oraria su base mensile, secondo i CCNL nazionali e di settore. Ai lavoratori a tempo indeterminato spettano gli assegni familiari, le detrazioni fiscali IRPEF, le ferie, i permessi retribuiti previsti dal CCNL aziendale, la tredicesima mensilità ed altre indennità aggiuntive sempre se il CCNL aziendale e di settore lo preveda.
Che cosa è il contratto a tempo indeterminato?
E' un 'accordo tra il datore di lavoro, quindi l'impresa che assume dei dipendenti a cui corrisponde una retribuzione in cambio dell'attività svolta per raggiungere gli obiettivi aziendali, ed il lavoratore che si appresta a fornire una collaborazione dietro retribuzione.
Si può recedere dal contratto a tempo indeterminato?
Certamente si, se vengono rispettate le  norme di legge. Infatti, l'art. 2118 del codice civile stabilisce che ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato, dando il preavviso nel termine e nei modi stabiliti dai contratti collettivi, dagli usi o secondo equità.
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