sabato 2 marzo 2013

Unione Europea sui giovani e il lavoro

L’Unione Europea punta a fornire garanzie lavorative ai giovani. Il consiglio Ue Occupazione e affari sociali ha approvato lo schema di garanzia proposto dalla Commissione europea volto a garantire a tutti i giovani, entro quattro mesi dalla fine della scuola, un'offerta di lavoro, un tirocinio, una formazione o un nuovo percorso educativo. Adesso i Paesi Ue devono "tradurre questo accordo in azioni concrete il più rapidamente possibile" ha sostenuto il presidente della Commissione Ue, Barroso per sollecitare l'istituzione di “team d'azione” a sostegno del lavoro dei giovani e delle PMI. Oltre ai fondi Ue ad hoc, anche gli Stati membri "devono investire i loro soldi" ha precisato il commissario Ue agli Affari sociali, Andor.

Un terzo dei giovani italiani è senza lavoro. Arriva in coincidenza con i dati Istat sulla disoccupazione giovanile. Insieme all'Italia, altri sette paesi destinatari dell'intervento: Spagna, Grecia, Slovacchia, Lituania, Portogallo, Lettonia e Irlanda. Per tutti loro, l'obiettivo della Commissione, è istituire dei team che preparino entro metà aprile dei piani per l'occupazione giovanile e per lo sviluppo delle PMI da inserire nei rispettivi programmi nazionali di riforma.

Il primo passo da compiere, ha spiegato Barroso nella lettera inviata a Monti, consiste nella nomina di una persona di contatto con cui andare a costituire il gruppo di lavoro per l'Italia. I rappresentanti dell'Esecutivo Ue, attesi in visita a Roma nel mese di febbraio, contribuiranno a definire con il team le misure necessarie per migliorare la formazione dei giovani e creare nuovi posti di lavoro, insieme a strumenti a sostegno delle piccole e medie imprese.

Un ruolo strategico, si legge nella lettera, sarà assegnato ai fondi strutturali non ancora spesi, che potranno finanziare progetti di mobilità dei giovani e opportunità di tirocinio e apprendistato presso le PMI. Sempre per le imprese, inoltre, saranno studiate misure per accelerare l'accesso ai finanziamenti comunitari.

Intanto il numero di disoccupati a gennaio sfiora i 3 milioni. Lo ha rilevato l'Istat, precisando che con un aumento di 110 mila unità (+3,8%) su dicembre si è arrivati 2 milioni 999 mila. Su base annua la crescita è di oltre mezzo milione di disoccupati (+22,7%, +554 mila unità)

Nel 2012 il numero dei precari ha toccato i massimi, con 2 milioni e 375.000 contratti a termine e 433.000 collaboratori: si tratta di 2,8 milioni di lavoratori senza posto fisso. Il livello di dipendenti a termine è il più alto dal 1993 e quello dei collaboratori dal 2004, cioè dall'inizio delle serie storiche relative.
La disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salita a gennaio al 38,7%, il massimo dall'inizio delle serie storiche dell'Istat sia mensili (gennaio 2004) che trimestrali, ovvero dal quarto trimestre del 1992.

Per l'Istat ad inizio 2013 il numero dei disoccupati ha toccato quasi i 3 milioni, con un aumento, rispetto a dicembre del 3,8% (110 mila unità). Mentre su base annua si registra una crescita del 22,7% (+554 mila unità). Una crescita di disoccupazione, spiega ancora l'Istat, che riguarda sia la componente maschile sia quella femminile.

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