domenica 15 settembre 2013
Scuola orientamento per gli studenti e nuove linee guida
Contro i fenomeni di dispersione scolastica, soprattutto nelle aree a maggior rischio di evasione dell'obbligo, nell'anno scolastico 2013-2014 è previsto un Programma sperimentale di didattica integrativa. Per la sua realizzazione, il dl stanzia 3,6 milioni di euro per l'anno 2013 e 11,4 milioni per il 2014.
Altri fondi, 1,6 milioni per l'anno 2013 e 5 milioni a decorrere dall'anno 2014, sono invece destinati alla realizzazione di percorsi di orientamento per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Quindi orientare gli studenti nelle proprie scelte scolastiche è diventato un obbligo di legge: è una delle novità contenute nel decreto scuola approvato lunedì scorso dal Consiglio dei ministri. All’articolo 8 si legge infatti che «le attività inerenti ai percorsi di orientamento sono ricomprese tra le attività funzionali all’insegnamento non aggiuntive e riguardano l’intero corpo docente». Come dire, consigliare i ragazzi e aiutarli nel seguire le proprie inclinazioni sulle scelte del futuro, fa parte dell’attività didattica, non è un extra.
Questa disposizione non toglie che possano essere programmate “attività ulteriori che eccedano l’orario d’obbligo”, che potranno essere finanziate con il Fondo delle istituzioni scolastiche. Ma è fondamentale che sia chiaro a tutti, in un Paese in cui il 20% degli studenti lascia l’università a distanza di un anno dall’iscrizione, che «favorire la conoscenza delle opportunità e degli sbocchi occupazionali per gli studenti iscritti alle scuole secondarie di secondo grado» rappresenta un punto di forza per la crescita del nostro sistema educativo. E non solo.
E’ per questo che sul piatto vengono messi 6,6 milioni, di cui 1,6 per il resto dei mesi del 2013, e gli altri 5 strutturali dal 2014 , per estendere la legge Fioroni – che risale al 2008-su due fronti: da una parte la platea dei ragazzi coinvolti, che comprenderà anche quelli di quarta superiore; dall’altra, quella dei soggetti chiamati a fare consulenza, che includerà non solo il mondo accademico, ma le Camere di commercio e le Agenzie di lavoro, che più di tante altre istituzioni sanno quali sono le vere disponibilità di posti e posizioni. A chi andranno questi fondi? Proporzionalmente al numero degli studenti, andranno direttamente alle scuole, che in base alle proprie caratteristiche e agli orientamenti degli indirizzi potranno gestirli e utilizzarli per tenere aperte le scuole di pomeriggio, organizzare eventi, pagare docenti coinvolti, aprire sportelli ad hoc o stipulare convenzioni con associazioni ed enti. Ogni istituzione scolastica sarà obbligata a specificare nell’offerta formativa i programmi di orientamento, e a pubblicizzare le attività sul sito internet, per garantire la trasparenza dell’uso dei fondi pubblici, e arricchire il proprio curriculum.
Le linee guida del piano nazionale di orientamento risalgono al 2009, l’orientamento – si stabilì –è la strategia vincente che può mettere in grado i ragazzi di scoprire le proprie potenzialità e proseguire in maniera proficua gli studi. Da quell’evento partirono una serie di progetti di formazione, dedicati agli studenti ma soprattutto ai docenti, attraverso contributi agli uffici regionali dove vennero formate task force da dieci persone in grado di coordinare i processi.
Bisogna mostrare la capacità di indirizzare i propri studenti verso le scelte giuste che varia attualmente di scuola in scuola, e di regione in regione. Riuscire ad alternare la scuola con il lavoro deve essere la fonte dell’orientamento, e infatti viene finanziato indirettamente attraverso il sostegno economico ai docenti perché si preparino accuratamente sui modi per attuarla. Fare in modo che i ragazzi possano passare dalle teoriche lezioni sui banchi alle pratiche esperienze di azienda per facilitare i loro percorsi formativi.
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