martedì 1 luglio 2014

Militari vicini alla pensione potranno restare in servizio fino a fine 2015



I militari vanno in pensione prima rispetto al resto degli statali, tra i 60 e i 62 anni. Per loro non esiste il trattenimento in servizio, ossia la possibilità di rimanere per altri due anni una volta raggiunta l’età pensionabile, ma c’è un istituto simile: il collocamento in ausiliaria. Ai militari sarà concessa la stessa «eccezione» dei giudici. Potranno rimanere sì in servizio, ma solo fino al 31 dicembre del 2015, poi dovranno andare in pensione.

Quindi i militari in pensione, e richiamati in servizio (attraverso l'istituto del collocamento in ausiliaria) non dovranno lasciare l'incarico alla scadenza del prossimo 31 ottobre come originariamente previsto dalla bozza del Dl sulla riforma della Pa, licenziata lo scorso 13 giugno.

Per loro la nuova data conclusiva è fissata al 31 dicembre 2015, come stabilito per i magistrati che invece non avranno alcun ulteriore slittamento dei termini sulla revoca del trattamento in servizio.

I tecnici della Funzione pubblica spiegano che la prevista deroga per i militari nasce dal fatto nelle Forze armate si va in pensione prima (60-62 anni) e non esiste il trattenimento in servizio ma il collocamento in ausiliaria, che sostanzialmente risponde alla stessa logica che è quella di consentire a chi è andato in pensione di poter continuare a prestare il proprio lavoro (da richiamato) in questo caso per una durata fino a cinque anni. I militari in questi giorni premevano per una deroga più ampia o la totale salvezza del collocamento in ausiliaria. La strada scelta dal Governo è stata invece quella di consentire agli attuali vertici militari (in pensione, ma in servizio perché richiamati) di proseguire il lavoro fino al 31 dicembre 2015, per evitare pericolosi vuoti d'organico nelle gerarchie delle Forze armate.

Sui magistrati il testo finale del provvedimento conferma l’abbassamento da 75 a 70 anni dell’età di pensionamento dei giudici lasciando, come appunto per i militari, un periodo di transizione fino al 31 dicembre del 2015. Dal testo finale sarebbero state eliminate anche le norme che allargavano alla Banca d’Italia il taglio del 20 per cento dei salari accessori dei dipendenti deciso per le Authority indipendenti. Così come è stata addolcita la norma sul divieto di conferire incarichi nella Pa ai pensionati. Questa regola sarà valida solo per il futuro e non riguarderà gli organi costituzionali.

Tolti magistrati e militari, l’abolizione del trattenimento in servizio per la parte restante degli statali partirà da ottobre. Da quel momento in poi nessun lavoratore che ha i requisiti per la pensione potrà più continuare ad essere impiegato. Questo, secondo le stime del governo, dovrebbe liberare 15 mila posti in un triennio per assumere giovani.


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