martedì 19 maggio 2015

Bonus pensioni, chi lo incasserà e cosa c’è da conoscere



Il 1° agosto 2015 3,7 milioni di pensionati riceveranno un bonus una tantum a titolo di rimborso per il blocco della rivalutazione decisa dal governo Monti nel 2012.

Un rimborso quasi integrale per le più basse fra le pensioni coinvolte dal blocco-Monti appena bocciato dalla Consulta, e decrescente, in modo piuttosto rapido, man mano che l’assegno cresce, in base a una progressione che azzera l’arretrato quando il lordo mensile arriva a 3.200 euro al mese.

«Se tu prendi 1700 euro lordi di pensione, l'1 agosto il bonus Poletti darà 750 euro, se 2200 euro sarà di 450 euro, se 2700 sarà di 278 euro. Chi percepisce oltre 3.200 euro lordi non avrà alcun beneficio. È un una tantum».

Il meccanismo pensato dal Governo prova a modulare gli obblighi di rimborso sollevati dalla sentenza n. 70 del 2015 della Corte costituzionale unendo i principi di progressività con le esigenze del bilancio pubblico. I primi producono l’alleggerimento del rimborso che accompagna la crescita del reddito da pensione, i secondi spiegano il ritmo veloce della discesa.

Con una pensione da 1.700 euro lordi (poco più di 1.300 netti, con qualche oscillazione in base alle addizionali locali) l’assegno governativo in programma per il 1° agosto vale 750 euro. In quanto arretrati, gli importi dovrebbero essere soggetti a tassazione separata in base all’aliquota media degli ultimi anni, ma le cifre indicate dal Governo dovrebbero essere al netto della tassazione.

Il confronto va quindi effettuato con il beneficio netto che lo stesso pensionato avrebbe ottenuto se avesse ricevuto la rivalutazione piena, pagandoci ovviamente le tasse in base alla propria aliquota marginale dal momento che l’indicizzazione alimenta ovviamente la fetta più alta del reddito. In base alle vecchie regole, il titolare della pensione da 1.700 euro lordi al mese avrebbe dovuto ottenere 1.051 euro netti (1.480 lordi, calcolando anche le addizionali), quindi l’indennizzo sarebbe del 71,4 per cento. Se l’assegno è invece da 2.200 euro, i 450 euro di “bonus” previsti dal nuovo provvedimento rappresentano il 35,2% dei 1.278 euro che sarebbero stati dati con la rivalutazione integrale, e per una pensione da 2.700 euro il rapporto si ferma al 25 per cento. Il dato si assottiglia ancora al crescere della pensione, fino ad azzerarsi a quota 3.200 euro lordi (circa 2.200 netti). È il caso di ricordare che il «salva-Italia» aveva bloccato ogni aggiornamento per le pensioni superiori a 1.443 euro lordi.

La prima cosa da conoscere è che il provvedimento del governo è una grandissima delusione per chi sperava di recuperare i soldi tagliati dagli assegni pensionistici dal decreto Monti del 2011 grazie alla sentenza della Corte Costituzionale. Un pensionato con 1750 euro lordi di pensione mensile – i conti li ha fatti - l’Ufficio Parlamentare di Bilancio - avrebbe avuto diritto a 4.230 euro di rimborsi, per il quadriennio 2012-2015: ne avrà soltanto 750.

La seconda cosa è che si dovrà arrabbiare di più – moltissimo di più - un pensionato “ricco”, ovvero chi ha un assegno mensile di 3200 euro lordi: invece dei quasi 10.000 euro che avrebbe dovuto percepire, tagliati dal decreto Monti, non riceverà nemmeno un centesimo.

C’è qualcosa da fare, bisogna compilare un modulo per avere il “bonus”? No: arriveranno automaticamente nell’assegno pensionistico pagato il 1 agosto dall’ente previdenziale.

Come verranno distribuiti i soldi? Saranno variabili a seconda dell’importo dell’assegno mensile percepito: 750 euro a chi riceve un assegno da 1700 euro lordi, 450 per chi percepisce 2300 euro, 278 a chi prende 2700 euro, zero spaccato a chi percepisce oltre 3.200 euro mensili lordi.

E successivamente, come funzionerà il nuovo sistema di indicizzazione delle pensioni rispetto al costo della vita? Ci sarà in legge di stabilità il varo di un nuovo sistema, che entrerà in vigore dal 2016.

Dopo questo bonus arriveranno altri soldi per i rimborsi? Assolutamente no. Finisce tutto con l’erogazione di agosto.

Quanti soldi avrebbe dovuto dare il governo per assicurare un rimborso totale? 18 miliardi di euro, compresi i trascinamenti per il 2015. Ma ne restituirà soltanto 2,1 miliardi.

Possibile che se la possa cavare con un rimborso così basso? Possibile, sulla base di una certa lettura della sentenza della Corte Costituzionale. Il decreto dà una risposta molto parziale. Ci saranno nuovi ricorsi alla Consulta? Certamente sì, già sono stati annunciati dagli stessi presentatori del primo ricorso accolto prima dal magistrato e poi dalla Corte Costituzionale.

Restano esclusi da ogni restituzione 650mila pensionati, quelli che hanno un assegno superiore a 3.200 euro lordi. Restituire tutto a tutti - ovvero procedere alla totale integrazione degli assegni pensionistici superiori a tre volte il minimo (1.486 lordi al mese nel 2011, quelli a cui si è applicato il blocco delle indicizzazioni dal 2012) - sarebbe costato quasi 18 miliardi di euro.



Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
BlogItalia - La directory italiana dei blog