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mercoledì 14 maggio 2014

Firmato l'accordo per Electrolux



E' stato siglato a Palazzo Chigi l'accordo sull'Electrolux. Ne ha dato notizia il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi sottolineando che si tratta di un'intesa importante per il futuro, un "nuovo approccio" e "un modello positivo da replicare". L'accordo è "fondamentale" per la "competitività" dell'azienda e per la difesa dei posti di lavoro, dice Ernesto Ferrario, ad di Electrolux Italia. L'intesa riguarda tutte le fabbriche e le produzioni italiane di elettrodomestici della multinazionale.

Le assemblee per illustrare i contenuti dell'intesa daranno inizio venerdì 16 maggio a Forlì. A seguire saranno a Porcia il 19 maggio, a Susegana il 20, e in conclusione, il 21 maggio a Solaro. In tutti gli stabilimenti del gruppo l'intesa sarà sottoposta a referendum che si concluderà entro il 22 maggio. ''Dopo una notte di trattativa, siamo finalmente riusciti a raggiungere con Electrolux un'intesa difensiva, ma di grande importanza per la salvaguardia sia dell'occupazione, sia del salario'' dice la Uilm. E ora, aggiunge la Fiom, ''la parola passa alle lavoratrici e ai lavoratori''.

Lo sblocco della trattativa Electrolux era arrivato nella notte di lunedì, con la firma di un verbale di accordo. Un incontro al ministero dello Sviluppo tra il ministro Federica Guidi, l'azienda e i sindacati, ha permesso di superare gli ostacoli che avevano portato alla rottura. Già in serata il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aveva espresso la speranza di dare buone notizie in settimana sulla vertenza e ha Ballarò ha confermato che giovedì si chiuderà la "lunga e imopegnativa vertenza". Ora infatti si guarda all'appuntamento tra le parti e il premier fissato per giovedì per il via libera al piano che prevede 150 milioni di investimenti, esclude licenziamenti fino al 2017 e garantisce la continuità operativa di tutti e quattro gli stabilimenti italiani di Porcia (Pordenone), Susegana (Treviso), Solaro (Milano) e Forlì, che danno lavoro a oltre 6 mila persone. Ma sorprese positive potrebbero arrivare anche prima con il tavolo di mercoledì tra le parti e le istituzioni.

Le discussioni notturne hanno permesso di sciogliere i nodi che impedivano la conclusione della trattativa in particolare sulle pause, con la decisione di ridurre solo quella aggiuntiva di Porcia da 10 a 5 minuti, sui permessi sindacali (tagliati del 60%) e sulle ore di assemblea, che non diminuiranno. Inoltre l'accordo prevederà la decontribuzione dei contratti di solidarietà, finanziamenti per la ricerca e più flessibilità, per esempio sulle ferie. L'obiettivo è abbattere di 3 euro l'ora i costi degli impianti, in modo da renderli competitivi con quelli polacchi, come richiesto dall'azienda per non delocalizzare. Oggi azienda e sindacati si sono riuniti per la stesura del testo e la definizione gli ultimi dettagli sui contratti di solidarietà, l'aumento della produzione e la mobilità incentivata (che riguarderebbe 300 lavoratori su circa 800 esuberi al 2018).



sabato 8 febbraio 2014

Electrolux cambia il piano industriale: piano B, Porcia non chiude



Lo stabilimento di Porcia non chiude, il piano per Susegana può essere migliorato, il taglio dell’orario di lavoro a 6 ore sarà messo in campo solo se la perdita di salario sarà sostenuta da ammortizzatori sociali: Electrolux cambia rotta, ed in una lettera indirizzata a Governo e sindacati preannuncia un «piano B», la disponibilità a superare i nodi della vertenza che avevano sollevato più preoccupazione.

Electrolux cambia rotta, ed in una lettera indirizzata a Governo e sindacati ha preannunciato, la disponibilità a superare i nodi della vertenza. La lettera è arrivata nel tardo pomeriggio ai sindacati. "Annuncia che ci sarà un nuovo piano industriale, con investimenti per Porcia, e miglioramenti al piano per Susegana", ha spiegato spiega il coordinatore nazionale per il settore elettrodomestici della Uilm, Gianluca Ficco; E "viene chiarito che lo schema di lavoro a 6 ore è da intendersi esclusivamente come modalità di utilizzo di ammortizzatori sociali". Il gruppo svedese "fa marcia indietro, la lotta dei lavoratori ha pagato. La convinzione di lottare per difendere fabbrica, salari e prospettive industriali ha vinto", commenta il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella: "L'azienda si è evidentemente resa conto che scaricare tutto il peso sui lavoratori era sbagliato. Ora il confronto riparte su basi diverse".

Il gruppo svedese «fa marcia indietro, la lotta dei lavoratori ha pagato. La convinzione di lottare per difendere fabbrica, salari e prospettive industriali ha vinto», commenta il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella: «L’azienda si è evidentemente resa conto che scaricare tutto il peso sui lavoratori era sbagliato. Ora il confronto riparte su basi diverse».

Poi contratti di solidarietà e cassa integrazione, ed uno studio di valutazione per conservare allo stabilimento di Susegana la produzione del frigorifero modello Cairo 3, secondo le prime indicazioni, era destinata all'Ungheria dal 2015.

La Rsu di Susegana (Treviso) nel pomeriggio aveva riferito dell’intenzione della direzione del gruppo di convocare a breve, pare entro mercoledì prossimo, un incontro con i vertici sindacali nazionali e il coordinamento delle Rsu; E, sulla base delle prime notizie trapelate ma ancora senza conferma, aveva ipotizzato che in arrivo ci fosse la formalizzazione del superamento del piano `A´, quello dei tagli, e la predisposizione di un piano alternativo, indicandone i possibili contenuti: una soluzione alternativa per lo stabilimento di Porcia (Pordenone) senza la chiusura, una soluzione per il contenimento del costo del prodotto senza intaccare il salario. Poi contratti di solidarietà e cassa integrazione, ed uno studio di valutazione per conservare allo stabilimento di Susegana la produzione del frigorifero modello Cairo 3, secondo le prime indicazioni, era destinata all’Ungheria dal 2015.


lunedì 27 gennaio 2014

Electrolux, pesante taglio dei salari e chiusura in Friuli



Si è tenuto a Mestre l'incontro tra le parti sociali e l'azienda svedese di elettrodomestici che prevede la riduzione dei salari da 1.400 a 700 euro. I sindacati annunciano: "Andremo da Letta. Piano irricevibile, sarà lotta dura". La presidente del Friuli Serracchiani: "Soluzione è una: mantenere i 4 siti aperti".

Sospendere gli effetti della contrattazione di secondo livello che vale circa 130 euro al mese sugli attuali stipendi medi da 1.350 e andare verso la chiusura dello stabilimento di Porcia (Pordenone). In più taglio dell'80% dei 2.700 euro di premio aziendale e riduzione delle orario a 6 ore. Sono le richieste shock presentate da Electrolux ai sindacati, secondo le fonti consultate dal Sole 24 Ore, nel corso della riunione fiume di oggi a Mestre.

Il gruppo svedese ha lavorato ad una proposta che punta a ridurre gli attuali 24 euro di costo orario di 3-5 euro medi. Effetto della concorrenza asiatica, coreani di Samsung ed Lg in testa. Nessuno al momento può garantire, per esempio, che neppure lo stabilimento in Polonia si salvi dai complessivi 2.000 tagli previsti dalla multinazionale, di cui 1.500 in Europa.

Altre fonti hanno parlato di un'alternativa ancora più dura da parte di Electrolux: riduzione di circa il 40% di stipendio, per salvare i quattro stabilimenti italiani. In questo caso si tratterebbe di accettare un taglio dei salari dagli attuali 1.400 Euro mensili a 700-800 euro, sempre con una riduzione dell'orario a 6 ore. Tra le prospettive resterebbe valido un numero di esuberi aumentato rispetto all'inizio della trattativa: circa 700 fra Solaro (Milano), Forlì e Susegana (Treviso), che producono lavastoviglie, forni e piani cottura, frigoriferi.

Resta tuttavia in primo piano l'ipotesi chiusura per lo stabilimento Porcia (Pordenone) - dove si producono frigoriferi, 1.200 dipendenti in tutto, ma 2.000 lavoratori coinvolti con l'indotto - per il quale nei giorni scorsi prima Unindustria e poi la Regione hanno presentato il proprio piano per trattenere la multinazionale. Per il sito produttivo friulano l'azienda svedese non ha nemmeno presentato un piano industriale. Sul lavoro a Porcia il taglio sarebbe stimato in 7,50 euro l'ora ma il costo del prodotto finito graverebbe di 30 euro a pezzo mandando fuori mercato la produzione. A questo punto sono indispensabili interventi della Regione e del Governo. Ogni soluzione è da verificare.

La minaccia implicita è che se il piano non dovesse essere accettato verrebbero bloccati in toto gli investimenti che il gruppo avrebbe intenzione di fare in Italia. Qualora, invece, il piano fosse comunque approvato dai sindacati, si prevedono investimenti per 28 milioni di euro a Forlì, 40 milioni a Solaro e 22 a Susegana. Per la decisione definitiva c'è tempo fino ad aprile.

«Ora andremo a parlare della nostra vicenda che è paradigmatica per l'intero Paese con il premier Enrico Letta». È unanime la posizione dei sindacalisti che hanno incontrato a Mestre il gruppo Electrolux per affrontare il futuro dei quattro stabilimenti italiani. «Abbiamo atteso invano un confronto con il ministro per lo Sviluppo, Flavio Zanonato, che non c'è mai stato - hanno detto i delegati e le Rsu - ora andiamo direttamente da Letta perché Electrolux per sbarcare in Italia ha usato soldi degli italiani ed ora per guardare ad Est utilizza fondi Ue che in parte sono sempre nostri».

«Quello che temevamo è successo. Electrolux ha presentato un piano che é sostanzialmente irricevibile ed impedisce alla parte sindacale di proseguire il confronto con l'azienda. È inutile rivolgere al gruppo dirigente della multinazionale svedese dell'elettrodomestico altre valutazioni», ha dichiarato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. «Da tempo - ha spiegato Palombella - denunciavamo il rischio di desertificazioni industriali e le proposte di riorganizzazione ascoltate oggi a Mestre inducono il Paese a rischiare tale disastro se il governo non riesce ad avanzare un piano organico di azioni mirate per tutelare il settore manifatturiero».

E l'azienda? Prima di prendere una decisione definitiva sullo stabilimento di Porcia, Electrolux considera che «debbano essere ricevute e considerate ulteriori potenziali proposte da parte di tutti gli attori coinvolti, che consentano alla fabbrica di colmare i gap ancora presenti», ha commentato il responsabile della contrattazione aziendale per Electrolux Italia, Marco Mondini, al termine della giornata di confronto a Mestre. Negli scorsi giorni la Regione Friuli Venezia Giulia ha presentato un piano di interventi per rilanciare l'industria regionale, e Unindustria Pordenone ha illustrato un contratto d'impresa che punta a ridurre il costo unitario del lavoro del 20%. «La decisione dell'azienda - ha concluso Mondini - verrà presa solo alla fine dei prossimi confronti e tenendo conto degli eventuali nuovi contributi che dovessero essere posti al tavolo negoziale».

«Il problema è che i prodotti italiani in tutto il campo dell'elettrodomestico sono di notevole qualità ma risentono di costi produttivi superiori a quelli dei nostri concorrenti», ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato a margine di un convegno alla Farnesina, interpellato sull'incontro tra sindacati e la direzione italiana di Electrolux. «Sentiamo che proposta emerge», ha aggiunto il ministro, rimarcando l'impegno a «dare una mano a un comparto strategico per la nostra industria».

«Letta e Zanonato ci convochino immediatamente per valutare assieme le proposte da rilanciare alla multinazionale: il Governo non faccia il notaio della volontà svedese». Così in serata la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, intervenendo sulla vertenza Electrolux. «È inaccettabile - ha aggiunto - che il Governo assista inerte mentre accade quello che si temeva e che abbiamo denunciato. Per il Friuli Venezia Giulia la chiusura di Porcia è una prospettiva che non prendiamo in considerazione».

La vittima predestinata è lo stabilimento di Porcia (Pordenone), dove oltre al taglio più pesante sul fronte salariale non è previsto alcun piano industriale; questo perché le lavatrici prodotte nella fabbrica friulana costano, a pezzo, 30 euro di troppo, e sono vittima della concorrenza dei marchi Far Est, Samsung ed Lg. Per gli altri tre stabilimenti, ci sono comunque dei tagli lineari ma vi sarebbero come contropartita – se il piano passasse – investimenti di 40 milioni di euro per Solaro, 28 per Forlì e 22 per Susegana.


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