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giovedì 17 luglio 2014

Alitalia nuovo contratto di lavoro firmato da Filt-Cgil e Fit-Cisl




Le federazioni dei lavoratori del trasporto aereo hanno imboccato strade diverse con la Filt-Cgil e la Fit-Cisl che hanno sottoscritto il nuovo contratto nazionale di lavoro e l'accordo per il contenimento del costo del lavoro nel 2014, mentre la Uil trasporti e l'Ugl hanno deciso di non firmare.

E' stata trovata un'intesa al tavolo al Ministero dei Trasporti con azienda e sindacati sul Contratto nazionale di settore e i risparmi sul costo del lavoro. La Filt-Cgil e la Fit-Cisl hanno firmato il contratto e l'accordo sui risparmi per circa 31 milioni per i prossimi 5 mesi. Non hanno invece firmato Uil-Trasporti e Ugl.

Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, "noi il testo del Contratto nazionale di settore" così com'è al momento "viola molti diritti delle persone che lavorano in Alitalia e non c'entra nulla con l'operazione Etihad, che non ha mai chiesto di fare un contratto nazionale. Con questo testo - prosegue - non credo ci siano le condizioni perché il rush finale abbia un esito positivo. Tutto ciò che c'era da fare con il matrimonio con Etihad avesse successo noi lo abbiamo fatto" noi abbiamo fatto l'accordo sugli esuberi, il resto attiene tra i rapporti tra aziende e lavoratori.

L'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, dopo l'incontro con i sindacati ha annunciato che "Alitalia sta morendo. "Abbiamo scelto di non firmare perché il testo del contratto propostoci non prevedeva quelle modifiche a garanzia della rappresentanza", ha detto Claudio Tarlazzi, segretario generale del sindacato di categoria della Uil.

Il sindacalista ha aggiunto che "in virtù degli accordi esistenti tra confederazioni e Confindustria è allo stato dubbio che il nuovo contratto sia legittimo. Comunque noi chiederemo che venga sottoposto al voto dei lavoratori".

Intanto il Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina fa sapere che conta di dire addio ad Alitalia nel momento in cui la compagnia tornerà in utile. «Alitalia è un caso in cui noi abbiamo sia quote azionarie che crediti e riteniamo che qui ci sia un progetto industriale che valga la pena di essere seguito e che può portarci a uscire da questa azienda nel momento in cui tornerà in utile, ovvero secondo il piano industriale nel 2017. Per cui noi supportiamo il progetto

Credo che ci siano pienamente le condizioni per concludere l’accordo», tra Alitalia ed Etihad, aveva detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, interpellato sul nodo degli esuberi. «Il problema della Cgi va essenzialmente riferito all’accordo sulla gestione degli esuberi». Per cui, «con il consenso di tutte le altre organizzazioni e il consenso parziale della Cgil credo ci siano le condizioni» per chiudere. «La Cgil - prosegue Poletti a margine del vertice dei ministri del Lavoro e dell’Ambiente dell’Unione Europea, in corso a Milano - ha dichiarato di essere interessata e disponibile a sottoscrivere il contratto e l’accordo sulla riduzione degli oneri economici». Quanto al collocamento degli esuberi, «è collegato ai tempi dell’accordo e delle procedure di Alitalia e di Etihad», spiega il ministro, aggiungendo che «ci deve essere una richiesta da parte di Alitalia per il passaggio alla cassa integrazione per crisi per cessazione. Poi le procedure seguiranno i tempi». Poletti ricordava poi che per le persone che rimarranno non collocate «abbiamo previsto per settembre di attivare un lavoro preliminare tra Regione Lazio, ministero del Lavoro ed Enac». Si aprirà quindi «un tavolo per la predisposizione degli strumenti di supporto al ricollocamento», ha aggiunto il titolare del Welfare, concludendo che «questo può avvenire solo nel momento in cui la mobilità è decretata».

Sulla firma del contratto nazionale del trasporto aereo serve referendum tra i lavoratori, chiedono Avia e Anpac, le associazioni degli assistenti di volo e dei piloti. «Noi non firmiamo - ha detto il presidente Avia, Antonio Divietri - ci prendiamo il tempo per fare le verifiche con i lavoratori. Non è un rifiuto, ma una firma tecnica che vale dopo il referendum certificato». Per il presidente Anpac, Giovanni Galiotto, «alla luce di quanto abbiamo sentito, immaginiamo che non ci sia nulla da firmare perché l'azienda credo non ci presenti un testo non condiviso. Ci prendiamo lo spazio per consultare i nostri associati».


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