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venerdì 12 settembre 2014

Alitalia iniziano i tagli del personale



Prima “vittoria” di Etihad sui dipendenti italiani di Alitalia, infatti ce l’ha fatta dove altri hanno non sono riusciti. Sono 400 i dipendenti ex Alitalia che hanno aderito finora all’incentivo di circa diecimila euro lordi per andarsene volontariamente in mobilità. Effettivamente è una procedura volontaria, molti la chiamano mobilità incentivata, contributo all’esodo, tanto per non chiamarla procedura di licenziamento.

I tagli del personale di Alitalia sono cominciati, per adesso con la procedura volontaria (ammesso che sia l’aggettivo giusto in questi casi) e con un incentivo economico: «A oggi sono 400 i dipendenti di Alitalia che hanno scelto di aderire alla mobilità» ha detto l’amministratore delegato della compagnia, Gabriele Del Torchio. Per ognuno di questi lavoratori c’è un compenso di diecimila euro lordi; i vertici dell’Alitalia sperano che altri accettino questa soluzione, c’è tempo fino al 19 settembre 2014.

La stessa proposta era stata fatta ai tempi della nuova Alitalia nel 2008, ma allora l’alzata di scudi del sindacato e dei dipendenti hanno boicottato quello che doveva essere un contributo al risanamento della compagnia di bandiera. A quel tempo ne hanno fatte di cotte e di crude mobilitandosi come mai visto prima e il risultato si è visto dopo appena cinque anni: il fallimento del sindacato, dell’Alitalia e della politica corporativistica italiana.

In pratica, a noi italiani servono gli stranieri per metterla in quel posto anche al sindacato. Vedi Marchionne, per esempio, lui che è "canadese".

Comunque sia, diecimila euro lordi significano poco più di seimila euro netti, gran poco per chi guadagnava la stessa cifra in un mese, quindi il motivo è un altro: la mobilità. Infatti, chi accetta di uscire con l’incentivo viene immediatamente iscritto nelle liste di mobilità dove si percepisce denaro fino a un massimo di cinque anni (dipende dalle fasce d’età) senza fare nulla, se non lavorare in nero come è successo a quei piloti Alitalia in cassa integrazione nel 2008.

Giusto tutto, comprensibile anche quello, la mobilità è un diritto sociale, fa parte del Welfare che piace tanto alla sinistra e che a destra non hanno mai avuto il coraggio di riformare seriamente. Solo che all’Alitalia i dipendenti non avevano mai versato il contributo per la mobilità o la cassa integrazione prima del 2008, quindi a pagare sarà sempre e solo il fondo INPS alimentato da altri (industria in testa) per anni e anni risultando, così, il fondo più abusato di tutti i tempi. E, visto che non basta mai, lo Stato deve sempre metterci una pezza, costando sempre più a noi, sempre più poveri e sempre più governati industrialmente da stranieri.

Ricordiamo inoltre che il personale Alitalia si vedrà ridurre lo stipendio da un minimo di 85 euro al mese per i lavoratori di terra fino ad oltre 1.300 euro per i comandanti più anziani e dirigenti. Hostess e steward si vedranno togliere dalla busta paga circa 300 euro al mese. Sono questi i termini dell'accordo sui risparmi dei costi del personale, siglato ieri da Filt Cgil e Fit Cisl, mentre la Ugl che si erano rifiutate di siglare l'intesa ha cambiato idea in giornata e ha aderito all'accordo. Resta fuori la Uil. "L'Ugl, previa la richiesta di alcune garanzie anche giuste, sta firmando", ha ancticipato il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi uscendo dal ministero dopo l'incontro con il sindacato. L'adesione della Uil porterà al 65% l'adesione dei lavoratori. Permane la frattura, inevce sugli esuberi, in questo caso da parte della Cgil.

Quanto all'accordo, il contributo è progressivo in base alle varie fasce di reddito e non è previsto per retribuzioni sotto i 20 mila euro annui. La compagnia aerea si aspetta risparmi per una trentina di milioni dalle misure adottate, che sono una delle condizioni per procedere al matrimonio con Etihad.

In base al contributo di solidarietà il trattamento economico collettivo subirà una riduzione percentuale progressiva variabile a seconda dell'entità della retribuzione complessivamente percepita su base annua con questa modulazione: fino a 30 mila euro lordi il 4% di riduzione; da 30.001 a 40.000 riduzione dell'8%; da 40.001 a 45.000 taglio del 10%; da 45.001 a 60.000 riduzione dell'11,5%; da 60.001 a 100.000 riduzione del 15%; oltre i 100.000 riduzione del 17%. Ancora sulla base dell'intesa, al personale navigante non verrà corrisposta la tredicesima mensilità a dicembre.

La maggior parte del personale di terra di Alitalia (che comprende impiegati, tecnici e addetti) percepisce retribuzioni inferiori ai 20 mila euro ed è quindi salvo dai tagli. C'è poi una buona fetta di dipendenti di terra che guadagna intorno ai 30 mila euro con punte massime di 40 mila euro: per tutti loro la riduzione si aggirerà intorno agli 85 fino ad un massimo 228 euro mensili. Gli assistenti di volo, che hanno retribuzioni tra i 40-45 mila euro lordi annui, vedranno ridursi lo stipendio di circa 300-345 euro. Per i piloti, con retribuzioni tra i 45 e i 100 mila euro, il contributo oscillerà tra 400 e 1.100 euro. Infine, per i comandanti più anziani e i dirigenti che percepiscono oltre 100 mila euro annui, il contributo partirà da circa 1.300 euro.


sabato 9 agosto 2014

Firmato l'accordo Alitalia-Etihad: «Sarà un'azienda più stabile e sexy»



Alitalia, sì alle nozze con Etihad. Si apre così una nuova pagina nella storia di Alitalia: l'accordo con Etihad prevede che la compagnia emiratina investa 560 mln per rilevare il 49% dell'aviolinea. Tra gli altri punti, vi sarebbero inoltre il ritorno alla redditività del vettore italiano nel 2017, 7 nuove rotte intercontinentali per arrivare a quota 23 milioni di passeggeri nel 2018. Sul fronte sindacale, ieri notte la Uilt e le associazioni professionali hanno dato l'ok al nuovo contratto nazionale del trasporto aereo e all'intesa sul costo del lavoro che consentirà 31 milioni di risparmi. Un accordo che l'ad di Alitalia Gabriele Del Torchio ha definito "decisivo" per il futuro.

«L'alleanza internazionale era un obiettivo fondamentale - ha detto Hogan - è stato un fidanzamento un po' contrastato, ci sono state turbolenze, ma oggi siamo qui ad avviare un'alleanza strategica, importante e fondamentale ».

Fra le altre Del Torchio ha annunciato che Alitalia ed Etihad saranno official sponsor di Expo 2015. La chiusura dell'operazione è prevista verso la fine dell'anno dopo il via libera delle autorità di regolazione. L'assemblea degli azionisti di Alitalia aveva approvato questa mattina la proposta di accordo preliminare e aveva anche deliberato l'incremento di aumento di capitale a 300 milioni deciso dal Cda di venerdì scorso. «Il governo durante la riunione del Cdm ha salutato con grande piacere l'accordo Alitalia-Ethiad», ha detto il sottosegretario Graziano Delrio al termine del Cdm.

Hogan ha detto che «Etihad è felice di investire», assicurando l'intento di «costruire un'Alitalia più forte e di dare un servizio di qualità». Etihad non intende stravolgere l'Alitalia, ma darle una stabilità. «Vogliamo rilanciare il brand - ha detto Hogan - e rendere Alitalia più "sexy". Sicuramente sarà un'azienda diversa, ma non vogliamo cambiare tutto, ma renderla più stabile». Il ceo di Etihad ha spiegato si tratta di «un investimento di 1,758 miliardi di euro. Ci piace l'Italia, la sua cultura e il suo mercato». Ha aggiunto che Etihad vuole «essere dei partner e saremo sempre dei partner» per l'Alitalia. Il piano triennale, ha spiegato Hogan, «prevede per Alitalia il ritorno alla redditività nel 2017». Il ceo ha sottolineato che «sarà difficile, ma il consolidamento di Alitalia è fondamentale». La compagnia si concentrerà più sul lungo raggio e saranno aggiunti altri collegamenti sulla rete di Abu Dhabi. Nel piano quinquennale si pensa a dieci nuove rotte a lungo raggio anche attraverso il rilancio di Malpensa. Etihad, poi, vuole continuare il rapporto di Alitalia in Skyteam.

La notizia dell'accordo viene accettata in modo positivo dai sindacati: "Questo piano industriale rappresenta una prospettiva: da questo punto di vista è una notizia importante, una buona notizia" ha detto Susanna Camusso segretario generale della Cgil. "Credo sia molto importante che l'accordo sia stato firmato - ha aggiunto - l'accordo sorregge finalmente un piano industriale e una idea di sviluppo intercontinentale della compagnia: si fa adesso quello che si sarebbe dovuto fare nel 2009". Sulla stessa linea il leader della Uil, Luigi Angeletti: "E' il migliore accordo che potessimo concepire perché la compagnia aerea emiratina, a differenza delle compagnie europee, non è concorrenziale ed è assolutamente complementare. Noi abbiamo popolazione, mercato e geografia, loro hanno le risorse economiche: la combinazione di questi fattori può realisticamente consentire di avere una compagnia aerea a 'cinque stelle'". Angeletti sottolinea che la Uil ha firmato questa notte l'accordo sul contratto di lavoro in Alitalia perché "è stato finalmente difeso il buon senso".



venerdì 25 luglio 2014

Alitalia: referendum senza quorum, è scontro tra i sindacati



Non è stato raggiunto il quorum al referendum sui tagli al costo del lavoro in Alitalia: hanno votato 3.500 su 13.200 lavoratori. La Uilt dice che così l'accordo non è valido e chiede una nuova intesa, mentre Cgil, Cisl e Ugl sostengono che trattandosi di un referendum abrogativo, resta la validità degli accordi.' 'Abbiamo chiesto ai lavoratori e ai sindacati grande responsabilità ma i sindacati discutono su chi ha più iscritti, non sapendo che la prospettiva: futuro o baratro'', afferma il ministro Lupi. Oggi l'assemblea degli azionisti della compagnia è chiamata ad approvare il bilancio 2013 e l'aumento di capitale. Etihad nega di aver posto un ultimatum alla compagnia per chiudere l'accordo entro il 28 luglio.

Intanto l'assemblea degli azionisti di Alitalia ha approvato il bilancio 2013 e l'aumento di capitale. Lo ha riferito un azionista scendo dalla riunione, precisando che di Etihad non si è parlato. L'assemblea si è conclusa da poco dopo oltre cinque ore. L'assemblea degli azionisti di Alitalia ha deliberato un aumento di capitale fino ad un massimo di 250 milioni di euro da offrirsi in opzione ai soci in proporzione alla quota di capitale posseduta. Lo si legge in una nota al termine dell'assemblea.

Via libera dell'assemblea degli azionisti di Alitalia al bilancio d'esercizio 2013. Ma anche questa volta, come già nel cda del 13 giugno, nella nota diffusa al termine della riunione non vengono comunicati i risultati. Secondo le indiscrezioni che circolano, la perdita netta si aggirerebbe intorno ai 569 milioni.

Etihad: "Ribadendo l'efficacia degli accordi del 16-17 luglio", Alitalia evidenzia come "la coesione e la condivisione delle scelte da parte di tutte le sigle sindacali siano essenziali per il completamento con successo delle intese con Etihad". Lo afferma Alitalia in una nota. Alitalia, si legge nella nota, "ha appreso, con comunicazione delle organizzazioni sindacali, i risultati del referendum sugli accordi aziendali del 16-17 luglio scorso promosso dalla Uiltrasporti, che indicano 3.555 votanti su una popolazione aziendale di 13.190 unità, pari al 26,95%". "Va comunque segnalato come l'85% di coloro che hanno votato abbia espresso un consenso esplicito agli accordi. Ciò - prosegue la nota - a dimostrazione di quanto il personale della società, compresi i dirigenti che già dal mese di marzo hanno volontariamente offerto un contributo di solidarietà, stia comprendendo l'importanza cruciale del momento aziendale e dei passi decisivi da adottare per garantire il futuro".

"Non mi sembra che le Poste vogliano uscire dall'azionariato di Alitalia. Mi sembra che il cda abbia deliberato la strategicità dell'investimento". Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, commentando le voci su possibili nuovi partner nell'operazione Etihad-Alitalia."Abbiamo sempre detto all'Europa e a chi fa commenti contrari - ha aggiunto Lupi - che l'investimento di Poste era strategico e industriale e non un aiuto di Stato". Lupi ha sottolineato che il parere sull'accordo con Etihad "è assolutamente positivo ed è una grande sinergia. Bisogna che siano i soci a trovare le modalità con cui questa delibera possa diventare una grande opportunità". "Abbiamo sempre detto all'Europa e a chi fa commenti contrari - ha aggiunto Lupi - che l'investimento di Poste era strategico e industriale e non un aiuto di Stato".

"Il mancato raggiungimento del quorum, sulla base del Testo unico sulla rappresentanza e democrazia sindacale, conferma la validità degli accordi sottoposti a referendum". Lo afferma Alitalia in una nota.

Il referendum, secondo quanto riferito dalla Uilt, ha ottenuto 3000 sì e 500 no. In particolare, tra i naviganti (piloti e assistenti di volo), che sono complessivamente 5.400, il 97% ha votato no. "Non è stato raggiunto il quorum perché Cgil, Cisl, Ugl e azienda hanno voluto mortificare piloti e assistenti di volo", ha commentato Veneziani, sottolineando che "questo accordo non c'entra nulla con Etihad". "Adesso bisogna tornare al tavolo per firmare un accordo valido: questo non lo è", ha detto Veneziani, precisando che "la Uil non è contraria a dare 31 milioni". "Alla luce di questo risultato - ha aggiunto - faremo le nostre valutazioni e decideremo il da farsi".

"Trattandosi di referendum abrogativo, sulla base delle regole dell'accordo sulla rappresentanza, resta confermata la validità degli accordi". Lo affermano Filt Cgil, Fit Cisl e Ugl Trasporto Aereo a proposito dell'esito del referendum. L'accordo sui tagli al costo del lavoro Alitalia firmato solo da Cgil, Cisl, Ugl e Usb "non può essere applicato agli iscritti della Uilt, alle sigle non firmatarie e ai non iscritti". Lo afferma Marco Veneziani della Uilt alla luce del mancato quorum nel referendum, aggiungendo che "adesso bisogna tornare al tavolo e fare un nuovo accordo". "Quorum mancato accordo valido". Lo afferma il segretario generale della Fit Cisl Giovanni Luciano su twitter a proposito del referendum sull'accordo sul taglio al costo del lavoro. "Circa 30% votanti in 25 ore di seggio aperto con oltre 80% di sì", prosegue Luciano: "azienda vive - conclude - lavoro salvo". Air France Klm non parteciperà all'aumento di capitale di Alitalia. Lo ha dichiarato l'amministratore delegato del gruppo franco-olandese, Alexadre de Juniac, durante la presentazione dei risultati semestrali.

La Uil resta sulle barricate («Diffidiamo l'azienda dal prelevare soldi dalle retribuzioni dei nostri iscritti» - scrive il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi), mentre il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni parla di «referendum valido». E avverte: «La Uil sta giocando con il fuoco nel momento peggiore di Alitalia perché gli arabi possono anche fuggire».

Di diverso parere la Uil che non ha firmato l'accordo integrativo con i tagli sul costo del lavoro e ha invitato i lavoratori a non partecipare al referendum organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl e Usb . «Allo stato attuale, diffidiamo l'azienda dal prelevare soldi dalle retribuzioni dei nostri iscritti», ha affermato il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi in una nota. Mentre il segretario generale Angeletti aggiunge: «Avevamo visto giusto: la data del 25 luglio, sbandierata da Alitalia come ultimativa, serviva solo contro i sindacati. Non commentiamo le incaute dichiarazioni dell'azienda - anche alla luce del fatto che ci sembra che l'80% dei lavoratori non condivida le sue scelte - perché non vogliamo fornire alibi né pretesti. Le nostre considerazioni le faremo solo dopo l'accordo con Etihad».

Mentre il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni parla di « referendum valido» in base a quanto dice «l'accordo interconfederale firmato dalla Uil». E avverte: «La Uil sta giocando con il fuoco nel momento peggiore di Alitalia perche' gli arabi possono anche fuggire». Etihad, continua Bonannni, «non è abituata ai bizantinismi italiani: qui c'é un nucleo di persone che vuole condizionare la nuova azienda, dobbiamo smettera di avere in Italia dei sindacati che scoraggiano gli investimenti».

Il referendum organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, Ugl e Usb sull'accordo contenente anche i tagli al costo del lavoro dell'Alitalia doveva raggiungere il quorum del 50% più uno dei lavoratori. Gli accordi integrativi prevedono risparmi sul costo del lavoro per 31 milioni di euro. Per la Uilt (che ha invitato gli iscritti a non partecipare al referendum definito «una farsa») gli accordi firmati dalle sole sigle Filt, Fit, Ugl e Usb non sono validi e per questo occorre ritornare al tavolo di trattativa per fare un nuovo accordo.

Spicca, in particolare l'astensione, pressochè totale, del personale navigante. Infatti, ha riferito Veneziani, dei 5.400 aventi diritto (di cui 1.800 piloti e gli altri assistenti di volo) non ha votato il 97%. Dei 3.500 voti, 3.000 sono stati i sì e 500 i no. «L'accordo - ha detto ancora Veneziani - è stato bocciato. Con queste intese si è voluto mortificare professionalità presenti in azienda. Noi avevamo già fatto le nostre proposte all'azienda e riconfermiamo la disponibilità a riaprire la trattativa».

E a chi gli chiedeva se il risultato del referendum possa avere ripercussioni in vista della definizione dell'accordo con la compagnia di Abu Dhabi, Veneziani ha precisato che «Etihad non c'entra nulla». «La questione dell'integrativo e dei risparmi risale a prima che cominciasse la trattativa con il vettore arabo ed è una questione posta soltanto dall'azienda», ha concluso.

Secondo Giovanni Luciano, segretario generale della Fit Cisl, nonostante il quorum sul referendum non abbia raggiunto il quorum, l'accordo è valido. In un tweet, ha spiegato, i votanti sono stati il 30% dei lavoratori dell'Alitalia, e di questi, l'80% si è espresso a favore dell'accordo. «Circa il 30% di votanti in 25 ore di seggi aperti - afferma Luciano - con oltre 80% di sì. Quorum mancato, accordo salvo».

In una nota congiunta i sindacati firmatari dell'accordo ricordano che, essendo una consultazione abrogativa, l'accordo firmato da Filt Cgil, Fit Cisl e Ugl é valido: «Trattandosi di referendum abrogativo, sulla base delle regole dell'accordo sulla rappresentanza, resta confermata la validità degli accordi».

Il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi, in merito alla trattativa tra Alitalia ed Etihad ha inoltre precisato che «non c'é nessun ultimatum, c'é solo bisogno di chiarezza». E ha proseguito ricordando l'intera vicenda: «Non abbiamo lavorato inutilmente per sette mesi - ha detto - sette mesi fa Alitalia era sull'orlo del baratro. Lo Stato pagava il fallimento su un'azienda e si parlava non di 2.950 lavoratori messi in mobilità, ma di 13.000 lavoratori e dell'intero sistema aeroportuale italiano in ginocchio. Si é lavorato seriamente e trovato un grande partner internazionale, c'é una grande opportunità di sviluppo. Etihad non dà ultimatum, ha posto delle condizioni come é giusto che sia. A queste condizioni devono rispondere lavoratori e soci privati».

«Le Poste - ha infine ribadito il ministro Lupi, a margine della visita ai cantieri del Terzo Valico a Genova-Borzoli - non mi sembra che abbiano detto di voler uscire dall'azionariato. Mi sembra che il Cda di Poste abbia deliberato la strategicità dell'investimento e abbia detto che il parere sull'accordo con Etihad é assolutamente positivo ed é una grande sinergia».
Bisogna che siano i soci, ha aggiunto Lupi, «a trovare la modalità con cui questa delibera e questo parere possa diventare una grande opportunità. Abbiamo sempre detto all'Europa e a quelli che fanno commenti contrari che l'investimento di Poste era strategico e industriale e non era aiuti di stato».

«Etihad investe in Alitalia. Consideriamo positivamente questo investimento, anche perchè ci pare che vogliamo rafforzare le partnership di Alitalia». Lo ha detto il presidente di Air France-Klm, Alexandre de Juniac, durante una conferenza stampa. Il vettore, azionista di Alitalia con il 7,01%, non parteciperà comunque all'aumento di capitale da 200-250 milioni approvato ieri dalla compagnia italiana. «No», ha risposto seccamente de Juniac, interpellato a proposito della sottoscrizione dell'aumento. Air France-Klm quindi si diluirà ulteriormente nel capitale di Alitalia, di cui è stata prima azionista con il 25%.

giovedì 17 luglio 2014

Alitalia nuovo contratto di lavoro firmato da Filt-Cgil e Fit-Cisl




Le federazioni dei lavoratori del trasporto aereo hanno imboccato strade diverse con la Filt-Cgil e la Fit-Cisl che hanno sottoscritto il nuovo contratto nazionale di lavoro e l'accordo per il contenimento del costo del lavoro nel 2014, mentre la Uil trasporti e l'Ugl hanno deciso di non firmare.

E' stata trovata un'intesa al tavolo al Ministero dei Trasporti con azienda e sindacati sul Contratto nazionale di settore e i risparmi sul costo del lavoro. La Filt-Cgil e la Fit-Cisl hanno firmato il contratto e l'accordo sui risparmi per circa 31 milioni per i prossimi 5 mesi. Non hanno invece firmato Uil-Trasporti e Ugl.

Per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, "noi il testo del Contratto nazionale di settore" così com'è al momento "viola molti diritti delle persone che lavorano in Alitalia e non c'entra nulla con l'operazione Etihad, che non ha mai chiesto di fare un contratto nazionale. Con questo testo - prosegue - non credo ci siano le condizioni perché il rush finale abbia un esito positivo. Tutto ciò che c'era da fare con il matrimonio con Etihad avesse successo noi lo abbiamo fatto" noi abbiamo fatto l'accordo sugli esuberi, il resto attiene tra i rapporti tra aziende e lavoratori.

L'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, dopo l'incontro con i sindacati ha annunciato che "Alitalia sta morendo. "Abbiamo scelto di non firmare perché il testo del contratto propostoci non prevedeva quelle modifiche a garanzia della rappresentanza", ha detto Claudio Tarlazzi, segretario generale del sindacato di categoria della Uil.

Il sindacalista ha aggiunto che "in virtù degli accordi esistenti tra confederazioni e Confindustria è allo stato dubbio che il nuovo contratto sia legittimo. Comunque noi chiederemo che venga sottoposto al voto dei lavoratori".

Intanto il Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina fa sapere che conta di dire addio ad Alitalia nel momento in cui la compagnia tornerà in utile. «Alitalia è un caso in cui noi abbiamo sia quote azionarie che crediti e riteniamo che qui ci sia un progetto industriale che valga la pena di essere seguito e che può portarci a uscire da questa azienda nel momento in cui tornerà in utile, ovvero secondo il piano industriale nel 2017. Per cui noi supportiamo il progetto

Credo che ci siano pienamente le condizioni per concludere l’accordo», tra Alitalia ed Etihad, aveva detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, interpellato sul nodo degli esuberi. «Il problema della Cgi va essenzialmente riferito all’accordo sulla gestione degli esuberi». Per cui, «con il consenso di tutte le altre organizzazioni e il consenso parziale della Cgil credo ci siano le condizioni» per chiudere. «La Cgil - prosegue Poletti a margine del vertice dei ministri del Lavoro e dell’Ambiente dell’Unione Europea, in corso a Milano - ha dichiarato di essere interessata e disponibile a sottoscrivere il contratto e l’accordo sulla riduzione degli oneri economici». Quanto al collocamento degli esuberi, «è collegato ai tempi dell’accordo e delle procedure di Alitalia e di Etihad», spiega il ministro, aggiungendo che «ci deve essere una richiesta da parte di Alitalia per il passaggio alla cassa integrazione per crisi per cessazione. Poi le procedure seguiranno i tempi». Poletti ricordava poi che per le persone che rimarranno non collocate «abbiamo previsto per settembre di attivare un lavoro preliminare tra Regione Lazio, ministero del Lavoro ed Enac». Si aprirà quindi «un tavolo per la predisposizione degli strumenti di supporto al ricollocamento», ha aggiunto il titolare del Welfare, concludendo che «questo può avvenire solo nel momento in cui la mobilità è decretata».

Sulla firma del contratto nazionale del trasporto aereo serve referendum tra i lavoratori, chiedono Avia e Anpac, le associazioni degli assistenti di volo e dei piloti. «Noi non firmiamo - ha detto il presidente Avia, Antonio Divietri - ci prendiamo il tempo per fare le verifiche con i lavoratori. Non è un rifiuto, ma una firma tecnica che vale dopo il referendum certificato». Per il presidente Anpac, Giovanni Galiotto, «alla luce di quanto abbiamo sentito, immaginiamo che non ci sia nulla da firmare perché l'azienda credo non ci presenti un testo non condiviso. Ci prendiamo lo spazio per consultare i nostri associati».


venerdì 11 luglio 2014

Alitalia e gli esuberi in attesa della risposta dei sindacati



«A oggi il numero degli esuberi in Alitalia si è ridotto a circa 980». Lo ha detto il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, dopo l'incontro con i sindacati. Dei 2.251 esuberi previsti dal matrimonio tra Alitalia ed Etihad, ha spiegato il ministro, «250 assistenti di volo anziché andare in mobilità avranno il contratto di solidarietà, c'è la disponibilità di Alitalia e di Etihad». Per circa mille persone si sta cercando una ricollocazione. I 980 esuberi, ha sottolineato Lupi, «andranno in mobilità con l'80% dello stipendio per 4 anni» e si utilizzerà il contratto di ricollocamento previsto dall'ultima legge di stabilità. Per Lupi la soluzione è «un grande successo» raggiunto «con lo sforzo di tutti».

Per contribuire alla soluzione degli esuberi Alitalia il governo mette in campo, per la prima volta, lo strumento dei contratti di ricollocamento previsti dalla legge di stabilità. È quanto ha reso noto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti incontrando i giornalisti uscendo dall'incontro con Alitalia e sindacati al quale ha partecipato con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi.

«Per quanto mi riguarda - sono parole di Poletti - abbiamo messo sul tavolo la possibilità di usare sperimentalmente il contratto di ricollocamento previsto nella legge di stabilità per il quale, mi sembra, c'é già uno stanziamento di 15 milioni per la fase sperimentale».

Questo strumento - ha spiegato il ministro - consente a chi é in mobilità di fare un accordo con le agenzie del lavoro, in questo caso del Lazio, con il supporto di una unità di missione alla quale partecipano i ministeri interessati, in questo caso del Lavoro e delle Infrastrutture e Trasporti), la Regione in collaborazione con l'Enac».

«Applichiamo una cosa mai fatta prima in Italia che sperimentiamo con l'Alitalia. Non è una garanzia ma un contratto di servizio che prevede obblighi per i lavoratori, per l'agenzia e le istituzioni e rappresenta l'anticipazione delle politiche attive del lavoro che si fa fatica a far passare». Insomma, «si organizza un contratto individuale per costruire un corso di ricollocamento».

Il 12 luglio 2014 ognuno si assumerà le proprie responsabilità, perché credo sia doveroso, visto che la prossima settimana Hogan sarà in Italia, presentarsi con una risposta». «Non c'é nessuna data di ultimatum - ha sottolineato Lupi - perché avevamo già detto che la scadenza era fissata alla fine della prossima settimana, perché si possa chiudere l'accordo con le banche, i soci ed Etihad. Nessun ultimatum, nessuna rottura. Il governo chiederà che domani ci sia una risposta finale».

Questa mattina, il confronto tra azienda e sindacati confederali si è concentrato sul nodo del costo del lavoro, tema affrontato in parallelo anche al tavolo di confronto dell'azienda con i sindacati del personale navigante. Al ministero dei Trasporti, che ospita gli incontri, sono presenti i vertici di Alitalia, l'amministratore delegato Gabriele Del Torchio e il presidente Roberto Colaninno.

Il tavolo tra governo, azienda e Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl era iniziato ieri mattina, seguito, in serata, da un secondo confronto parallelo con le associazioni professionali di piloti e assistenti di volo Anpac, Avia e Anpav e l'Usb che è andato avanti per gran parte della nottata. Forte la tensione all'interno del fronte sindacale a causa delle posizioni differenziate sulla definizione del nuovo contratto di lavoro del settore del trasporto aereo (Filt, Fit, Ugl favorevoli e Uilt, Anpac, Avia e Anpav contrari), che è entrato nella partita sui 2.251 esuberi previsti dal piano di Etihad. Altro tema affrontato ieri è stato quello relativo al recupero di ulteriori 48 milioni di risparmi sul costo del lavoro, che ancora mancano per arrivare alla cifra complessiva dei 128 milioni di euro, previsti dal piano messo a punto dall'ad Alitalia Del Torchio.



venerdì 6 giugno 2014

Alitalia, da cda mandato ai vertici a chiudere con Etihad




I consiglieri di Alitalia hanno espresso apprezzamento per la proposta di ingresso nel capitale inviata dalla compagnia emiratina Etihad, ed hanno dato mandato al presidente, Roberto Colaninno e all'Ad Gabriele Del Torchio per arrivare alla stesura finale dell'accordo.

Il cda di Alitalia ha «espresso apprezzamento per la proposta di Etihad e ha delegato il presidente e l'ad a proseguire le trattative finalizzate alla stesura di un accordo definitivo con la compagnia emiratina». Lo si legge nella nota al termine del cda iniziato a mezzogiorno e concluso interno alle 16. Cinque ore di colloqui per dare il disco verde al rush finale nella trattativa con la compagnia degli Emirati arabi. E' questo il mandato conferito dal board della compagnia al presidente Roberto Colaninno e l'ad Gabriele Del Torchio. Il consiglio di amministrazione «ha altresì preso atto della lettera inviata da Etihad all'Airways ed esaminato il contenuto della proposta» ed ha fissato per il 29 giugno in prima convocazione, e per il 25 luglio in seconda, l'assemblea dei soci in sede ordinaria, per l'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2013. L'azienda convoca i sindacati per il 12 giugno.

Il presidente del collegio sindacale di Alitalia Tommaso Di Tanno ha confermato che la trattativa con le banche «è ancora in corso»uscendo dalla riunione del cda ai giornalisti che chiedevano se la trattativa con le banche sul nodo del debito fosse ancora aperta, dopo l'incontro di ieri a Palazzo Chigi,

Al 31 marzo 2014 l'esposizione del Montepaschi di Siena verso Alitalia ammonta a 93,3 milioni di euro. È quanto emerge dal prospetto informativo per l'aumento di capitale della banca, in cui si precisa che di questa somma 63,4 milioni si riferiscono a operazioni di natura auto-liquidabili (tra cui factoring e anticipi a fronte flussi biglietterie estere).

Il documento ricorda poi che nell'ambito delle iniziative avviate per il rilancio di Alitalia, «quest'ultima ha in corso una trattativa finalizzata alla sua integrazione con la compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti (Etihad). Secondo quanto a conoscenza della Banca. Tra le condizioni poste dal potenziale partner al fine di realizzare tale operazione, rientra anche una ridefinizione dell'indebitamento bancario di Alitalia».

Alla Data del Prospetto le trattative tra Alitalia e le banche creditrici (tra cui Bmps) sono in una fase preliminare e, pertanto, non sono stati ancora condivisi i termini e le condizioni di una eventuale rinegoziazione di tale indebitamento

Nel giorno del Cda di Alitalia chiamato a dare il via libera alla fusione con Etihad, torna a farsi sentire Lufthansa. Martin Riecken, direttore della comunicazione della compagnia tedesca, interpellato dal quotidiano online Affaritaliani.it, ha affermato: «Su questa operazione abbiamo già ripetuto molte volte la nostra posizione. Ci auguriamo e siamo sicuri che la Commissione europea esaminerà con molta attenzione questo merger. Ci fidiamo che il faro di Bruxelles sia preciso e puntuale. Per il momento non abbiamo preso alcuna iniziativa, ma, a secondo di come evolverà la situazione, non è escluso che Lufthansa decisa azioni concrete presso la Commissione Ue in merito all'operazione Alitalia-Etihad».

È previsto per giovedì prossimo, 12 giugno, a Roma un incontro fra il vice presidente della Commissione europea e commissario ai Trasporti, Siim Kallas, con il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. È quanto emerge dal calendario della Commissione Ue per la prossima settimana. Due giorni fa Lupi a Bruxelles ha incontrato in Commissione lo stesso Kallas e il responsabile Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, per discutere sulla trattativa fra Alitalia ed Etihad.

lunedì 2 giugno 2014

Etihad, accordo con Alitalia investimenti per 600 mln



In attesa dell’ atto finale dell’accordo, Alitalia ed Etihad esordiscono con il primo comunicato commerciale di prodotto congiunto lanciando il programma turistico di tariffe agevolate "Italiani nel Mondo" ("Made of Italians") 2015, pensato in occasione dell'Expo di Milano del prossimo anno. Il programma viene presentato  simultaneamente in 14 ambasciate e consolati in occasione della festa della Repubblica.

"Siamo lieti di poter andare avanti con questa operazione e confidiamo di raggiungere la positiva conclusione della transazione proposta ad Alitalia": le parole del numero uno di Etihad, James Hogan, hanno segnato la svolta positiva che era attesa nella trattativa con Alitalia. La compagnia di Abu Dhabi ha così dato il via libera alla struttura dell'operazione, ed il sì a passare al rush finale della trattativa per l'ultima messa a punto dell'operazione. Un passaggio in cui, con la lettera di risposta attesa da quando il 15 maggio Alitalia aveva mandato ad Abu Dhabi l'ultima proposta, la compagnia emiratina fissa "le condizioni e i criteri" per l'investimento, quindi segna la strada per le limature e gli ultimi nodi da sciogliere. Dagli Emirati c'è la disponibilità ad un investimento intorno ai 600 milioni di euro, preannuncia il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che sottolinea l'importanza del passaggio ("un giorno importante, direi decisivo"), esclude che il progetto possa portare ad una bad company e avverte: "Adesso ognuno si faccia carico delle sue responsabilità". In gioco, tra i principali nodi da sciogliere, le banche azioniste-creditrici di Alitalia ("per l'accordo sul debito che Abu Dhabi chiede di cancellare: una trattativa che potrebbe portare in parte ad una conversione in quote azionarie), ed i sindacati e lo stesso governo (per la partita su 2.600-3mila esuberi e gli ammortizzatori sociali). L'attesa è per i contenuti della lettera di Etihad, base per la trattativa finale per l'ingresso in Alitalia con una quota intorno al 49% (un passo sotto lo stop Ue agli operatori stranieri): ci vorrà circa un mese per la messa a punto definitiva, prevedono gli addetti ai lavori.

Resta ancora tutta da giocare la partita sugli esuberi che oscillano tra le 3 mila e le 2.600 unità. Se infatti la Cgil evita di commentare, in attesa di conoscere i numeri reali dell'operazione, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, mette subito in chiaro che e' ancora prematuro parlare di esuberi''. ''L'accordo con la compagnia araba - sottolinea Bonanni - apre una prospettiva importante per Alitalia, soprattutto sul piano intercontinentale. Se ci sara', finalmente, questo nuovo piano di sviluppo che noi auspichiamo da tempo, non ci saranno esuberi e potranno essere riassorbiti via via tutti i lavoratori. Ma e' chiaro che ora dobbiamo venirci tutti incontro: governo, compagnia e sindacati''. Per il leader della Cisl ''bisogna costruire una azienda solida che salvaguardi anche l'indotto. E' sbagliato parlare subito di esuberi. Non bisogna fare terrorismo sulla pelle dei lavoratori''. Anche dal segretario generale della Uilt, Claudio Tarlazzi, arriva un invito alla cautela. ''Mantenere grande cautela per quanto riguarda gli esuberi previsti dall'accordo - afferma il sindacalista -, innanzitutto bisognerà analizzare il piano industriale per il risanamento e lo sviluppo dell'Azienda e in tale contesto dovrà essere fatta un'attenta analisi sulla dimensione degli organici in relazione al piano industriale e solo a valle di tale analisi si potrà comprendere la dimensione degli eventuali esuberi''. ''Rivendichiamo - conclude Tarlazzi - che in una fase così delicata, riguardante tanti posti di lavoro - conclude Tarlazzi -, si concretizzi quanto finora annunciato, servono tutele. Il sindacato ha finora dimostrato senso di responsabilità e continuerà fino al buon esito, ci auguriamo, dell'accordo''. A smorzare i toni interviene il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, rassicurando che ''si troverà sicuramente un compromesso sugli esuberi, anche grazie alla responsabilità dei sindacati e all'impegno del governo su questo fronte''. Resta ora da capire quando saranno convocati i sindacati. Evidentemente ci sarà un doppio passaggio: una prima convocazione da parte dell'Alitalia e un passaggio finale con il Governo che dovrà garantire le tutele agli eventuali esuberi. Intanto per venerdì prossimo dovrebbe riunirsi il Cda dell'Alitalia per una prima valutazione delle condizioni di Etihad, ma le due compagnie già si preparano a lanciare offerte commerciali integrate nell'ambito del programma turistico ''Italiani nel Mondo'' 2015 per l'Expo in programma l'anno prossimo, offrendo tariffe promozionali comuni.
Ora si dovrebbe aprire un percorso che durerà ancora qualche settimana, circa un mese, per scrivere l’intesa in ogni dettaglio e arrivare al varo finale e definitivo dell’operazione. La trattativa «sta andando avanti, stiamo facendo progressi», diceva nei giorni scorsi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Lunedì scorso il board della compagnia aerea di Abu Dhabi si è riunito approvando la cornice dell’accordo sul modello della newco in cui dagli Emirati sono pronti a investire circa 500 milioni (per il ministro Lupi 600) per una quota tra il 40 ed il 49%, restando un passo sotto i vincoli europei all’ingresso di operatori stranieri.

Il nodo della gestione esuberi, richiederà un doppio passaggio: una intesa sindacale, e l’intervento del Governo sul fronte degli ammortizzatori sociali da mettere in campo. Per quanto di competenza dell’esecutivo appare come un percorso in discesa; il ministro del Lavoro Giuliano Poletti è stato chiaro: solo quando sarà noto il progetto, e quindi solo quando saranno chiari i numeri dell’impatto occupazionale, il governo valuterà come intervenire, ma lo farà sicuramente come è stato «sempre fatto per tutte le imprese». La stessa posizione era stata espressa da Maurizio Lupi: vediamo l’accordo, valutiamo il piano industriale, poi si vedrà il tema dell’occupazione insieme al ministro Poletti.

Altro punto chiave, il punto forse più delicato, l’intesa finale con le banche azioniste e creditrici: Etihad vorrebbe che il debito da 560 milioni restasse fuori dalla newco, sulle spalle degli attuali soci, cancellato. Le banche sarebbero disposte a farlo solo in parte, ed ad andare comunque incontro alle richieste di Etihad per una diversa strada, la conversione della quota restante, intorno ai due terzi del debito, in quote azionarie della nuova società da creare con il vettore emiratino.


venerdì 2 maggio 2014

Etihad Alitalia ipotesi taglio degli stipendi

Taglio degli stipendi da un minimo del 5% sulle retribuzioni tra 40 e 60 mila euro fino ad un massimo del 20% per chi supera i 200 mila, cancellazione delle indennità, blocco degli scatti di anzianità, rivisitazione delle ore a tempo parziale. Sono queste alcune delle misure con cui Alitalia punta a risparmiare circa 42-43 milioni sul costo del lavoro. I dettagli allo studio sono stati illustrati ieri dall'azienda nell'incontro con i sindacati. Ma secondo stime sindacali, questi tagli varrebbero invece 125 milioni.

Questi circa 40 milioni di ulteriori tagli al costo del lavoro (dopo gli 80 milioni dell'accordo per gli esuberi di metà febbraio) sono parte dei 150 milioni di risparmi che ancora mancano all'appello per raggiungere il nuovo target di 400 milioni l'anno (dai 300 milioni precedenti) del Piano industriale. Al momento, ha spiegato l'azienda, 250 milioni sono già stati implementati.

L'impatto del costo del lavoro, ha spiegato l'azienda ai sindacati, sarà per il 95% sul personale navigante e appena per il 5% sul personale di terra. A partire dal taglio degli stipendi, che scatta oltre i 40 mila euro annui, andando quindi ad interessare quasi esclusivamente il personale di volo: i tagli previsti sono progressivi e sono del 5% per gli stipendi da 40 a 60 mila euro, del 10% per quelli tra 60 e 100 mila euro, del 15% per la fascia 100-200 milioni e 20% per le retribuzioni superiori ai 200 mila euro.

In particolare, le misure allo studio per il personale di terra (area 'gorund' e handling), sono: flessibilità del regime di orario attraverso lo spostamento di due riposi al mese nei periodi di alta stagione con recupero nei periodi di bassa stagione; la possibilità di intercambiabilità di alcune figure; la definizione e riduzione del 'tempo tutà (attualmente di complessivamente 25 minuti); riduzione del 'superminimo ex ristrutturazionè (che oggi costa all'azienda 40 milioni di euro l'anno, è stato spiegato).

La lettera di Etihad è stata al centro dei colloqui tra la politica e le condizioni di Etihad per rilevare la compagnia di bandiera sulla base della lettera arrivata ieri ai vertici di Alitalia. "Qualsiasi alleanza - ha detto il ministro al termine dell'incontro - verrà valutata sulla base del Piano industriale, che non può che essere un piano di rilancio e di sviluppo" per Alitalia, "che deve tornare una grande compagnia internazionale". Lupi ha spiegato che quando sarà presentato il Piano di Etihad "sarà valutato sotto questo aspetto". "E' evidente a tutti - ha detto ancora Lupi - come il rilancio del sistema aeroportuale nel suo complesso è legato alla forza o meno della nostra compagnia di bandiera". Il ministro ha sottolineato come il destino di Alitalia sia associato a quello del sistema aeroportuale italiano.

Se Etihad sarà soddisfatta e investirà, la questione (di un investimento in Alitalia) tornerà a porsi per Air France-Klm ma al momento" è difficile prevederlo. Lo dichiara l'amministratore delegato del gruppo franco-olandese, in un'intervista a Les Echos. "Attendo con interesse di vedere cosa succederà", aggiunge il manager francese, ricordando che Air France-Klm ha "posto condizioni d'investimento simili a quelle di Etihad".

La lettera di Etihad dalla quale dipende il futuro di Alitalia. Sui contenuti resta ancora il massimo riserbo, in attesa che l'amministratore delegato Gabriele Del Torchio la illustri alle parti sociali, agli azionisti ed al Governo, come ha spiegato oggi il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, dopo aver annunciato lui stesso l'arrivo della lettera da Abu Dhabi.

Il prossimo appuntamento con i sindacati è per il 2 maggio, mentre non sono in programma riunioni del consiglio di amministrazione nei prossimi giorni. Sicuramente, sottolineano fonti vicine al dossier, la lettera, che conterrebbe le condizioni per chiudere l'accordo, rappresenta un "grandissimo passo avanti" verso l'intesa dopo la frenata della prima missiva arrivata a Fiumicino 10 giorni fa. La nuova lettera, infatti, definisce i contorni della trattativa e pone "le condizioni per portare avanti il negoziato", che è stato illustrato oggi dall'azienda ai sindacati, nel primo incontro dopo due mesi di stallo al tavolo sulla riduzione del costo del lavoro.

Un confronto che però è ripreso in salita, con le sigle dei trasporti che avvertono: no a nuovi sacrifici senza un accordo con Etihad, anche perché avverte Marco Veneziani della Uilt, è "molto difficile che Alitalia possa sopravvivere da sola". La linea aerea, però, ci prova e mette sul piatto, con un segnale che sicuramente non procurerà dispiaceri ad Etihad, tagli ai costi per 400 milioni di euro, un importo superiore ai circa 300 milioni annunciati a luglio 2013. E, stando a quanto riferito dall'azienda ai sindacati, ad oggi sono già stati risparmiati 290 milioni.

Restano invariati i numeri relativi ai tagli del costo del lavoro: 128 milioni, di cui ne mancano ancora all'appello 48 (si punterebbe al blocco di indennità e alla riduzione degli stipendi oltre i 40.000 euro). Nella lettera potrebbe esserci nero su bianco la cifra che Etihad intende versare nelle casse di Alitalia e che potrebbe essere salita fino a 560 milioni di euro, a fronte delle principali richieste della compagnia araba: in primis il nodo del debito, che Etihad vorrebbe rinegoziare per 400 milioni e su cui le trattative con le banche sarebbero ancora in corso.

La preoccupazione maggiore per i lavoratori riguarda le richieste sugli esuberi, di cui non si è parlato nell'incontro con i sindacati, che rimandano la trattativa sul tema ad un momento successivo alla presentazione del piano industriale di Etihad. Le cui richieste, comunque, dovrebbero essere più vicine a 2.000 esuberi che non a 3.000, con un forte coinvolgimento del personale di terra. Sul tema oggi è intervenuto a gamba tesa anche il presidente del Consiglio del piano Fenice, Silvio Berlusconi, ha rivendicato il salvataggio di Alitalia, "facendola restare italiana", ma ha sottolineato che ora Ryanair trasporta il triplo dei passeggeri con meno della metà del personale, indispettendo il ministro Lupi: l'intesa con Etihad è "la migliore risposta a Berlusconi, che non so se si è dimenticato di essere un imprenditore, quando ha proposto di licenziare 9.000 persone. Il che mi sembra una cosa impensabile''.

Tra le richieste di Etihad c'è inoltre la manleva sui contenziosi pregressi, oltre ad alcune misure infrastrutturali come l'alta velocità con Fiumicino e la liberalizzazione di Linate. "L'alta velocità negli aeroporti italiani non va portata perché ce lo chiede Etihad ma perché siamo un grande paese", ha spiegato sempre Lupi, mentre il destino di Linate continua a preoccupare le autorità lombarde.

mercoledì 5 marzo 2014

Alitalia: "Entro il 31 marzo si chiude la trattativa"



“Entro il 31 marzo, così nelle intenzioni di Alitalia ed Etihad, si concluderà il dialogo che è tra due soggetti privati e si dovrà presentare, come ho chiesto all'ad di Etihad James Hogan, un piano industriale che dica quale è la prospettiva di sviluppo di questa partnership". Lo ha detto il ministro Maurizio Lupi al question time alla Camera.

"Dobbiamo risottolineare che fino a oggi i punti di riqualificazione del piano industriale presentato sono stati rispettati e i privati hanno sottoscritto l'accordo di programma", ha detto Lupi, precisando di aver chiesto a Hogan la presentazione del piano in occasione dell'incontro che i due hanno avuto venerdì scorso: per quanto riguarda l'interesse del governo, ha spiegato, il piano deve dire "quale è la prospettiva di sviluppo di questa partnership. La funzione che il governo deve svolgere nella trattativa tra due soggetti privati è quella che gli compete - ha sottolineato il ministro - e cioè funzione strategica, verifica di alleanze che siano coerenti con l'interesse del Paese, verifica del piano industriale, tutela dello sviluppo occupazionale, sviluppo complessivo del sistema aeroportuale. Questo è lo stato che risulta al governo", ha concluso Lupi ricordano il dialogo avuto con l'ad di Etihad: "Credo che il resto competa alle trattative tra due soggetti privati".

domenica 2 febbraio 2014

Alitalia e Etihad accordo nella fase finale della trattativa



Le due compagnie aeree in un comunicato congiunto annunciano che prende il via la fase finale di una due diligence “volta al possibile investimento di Etihad in Alitalia”.

"Nei prossimi 30 giorni - si legge -  entrambe le compagnie e i loro advisor definiranno come sviluppare una strategia comune per soddisfare gli obiettivi  che i due vettori si sono prefissati".  Si dovrà salvaguardare "la definizione  di un adeguato piano industriale". Alitalia e Etihad sono entrate ''nella fase finale della due diligence'' per l'ingresso della compagnia degli Emirati nella compagnia italiana. Lo comunica Alitalia in una nota. Le due società ''confermano che Alitalia ed Etihad sono entrati nella fase finale di un processo di due diligence volta al possibile investimento di Etihad in Alitalia'.

Gabriele Del Torchio, Amministratore Delegato di Alitalia, e James Hogan, Presidente e CEO di Etihad Airways comunicano nella nota ufficiale che "nei prossimi 30 giorni entrambe le compagnie e i loro advisor stabiliranno come sviluppare una strategia comune per raggiungere gli obiettivi che i due vettori si sono prefissati. La due diligence dovrà affrontare e risolvere tutti i temi che possano pregiudicare la definizione di un adeguato piano industriale, la cui completa realizzazione produrrà una redditività sostenibile per Alitalia".

Mancano solo i dettagli e sarà firmata un'intesa storica per Alitalia. Enrico Letta conferma "le discussioni" fra Alitalia e la compagnia degli Emirati Etihad. In una intervista all'emittente televisiva al Arabiya, Letta sottolinea che "ci sono molte altre opportunità, nel settore manifatturiero, in quelli della logistica e degli investimenti finanziari" e precisando il piano di privatizzazioni da 12-15 miliardi di euro che servirà all'Italia "per ridurre il debito e per avere nuovi capitali per investire". "È la prima volta da anni che presentiamo una fase importante di privatizzazioni: è il momento giusto perché oggi i mercati sono pronti per accogliere tale programma".

Nelle prosisme settimane si dovrà verificare se le richieste di Etihad sono state soddisfatte. La prima condizione è la ristrutturazione finanziaria e l'alleggerimento del peso del debito. Alitalia prima dell'aumento di capitale di 300 milioni concluso in dicembre aveva circa 900 milioni di debiti finanziari netti, mentre il debito complessivo lordo, compreso quello commerciale, era di circa 2,5 miliardi di euro. Con le banche è ancora in discussione un nuovo finanziamento di 200 milioni di euro, senza il quale Alitalia esaurirebbe la liquidità in poche settimane.

La seconda condizione posta da Etihad è una riduzione dei costi del personale e della forza lavoro. Alitalia sta discutendo con i sindacati un piano che prevede la cassa integrazione e contratti di solidarietà, per due anni, per oltre 2.300 dipendenti complessivi, tra gente di terra, piloti e assistenti di volo. La trattativa sindacale si è sbloccata sabato, gli incontri riprenderanno lunedì pomeriggio.

Se il matrimonio si farà, saranno gli arabi a prendere il comando di Alitalia, come hanno fatto in ogni compagnia nella quale sono entrati, da Air Berlin all'indiana Jet Airways, ogni volta hanno imposto un loro uomo come amministratore delegato.

Etihad non potrà avere più del 49,9% del capitale di Alitalia, perché essendo extraeuropea se avesse una quota di maggioranza Alitalia perderebbe lo status di compagnie comunitaria e non potrebbe più fare voli all'interno della Ue né in Italia. Ma, in base ai trattati bilaterali internazionali, Alitalia perderebbe anche il diritto a fare voli a lungo raggio intercontinentali.

Del resto il confronto tra le due compagnie mostra la debolezza di Alitalia rispetto alla forza prorompente di Etihad, interamente controllata dallo Stato. Alitalia fin dal 2009 ha costantemente ridotto la flotta aerea, prima dell'annuncio in dicembre della messa a terra di 11 aerei a medio raggio (Airbus 321 e 320) la flotta operativa era di 137 aerei, dei quali solo 22 jet a lungo raggio.

Etihad, la compagnia nazionale degli Emirati arabi uniti, è operativa dal 2003, ha una flotta di 89 aerei in prevalenza nel lungo raggio ed è in forte espansione, ha ordinato altri 220 aerei, tra cui 71 Boeing 787 Dreamliner, 25 Boeing 777-X, 62 airbus A350 e 10 superjumbo Airbus A380. Alitalia non ha neanche un aereo ordinato. La compagnia di Abu Dhabi l'anno scorso ha aumentato i passeggeri a circa 12 milioni. Alitalia, pur avendo aumentato del 3% circa i passeggeri nei voli con l'estero, l'anno scorso ha ridotto i passeggeri totali, a causa del crollo sul mercato nazionale. La compagnia di Del Torchio però è tra le poche compagnie a non aver ancora comunicato in maniera trasparente il numero dei passeggeri.

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