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giovedì 17 luglio 2014

Microsoft taglia 18mila posti di lavoro




Per il gigante del software è il più grande taglio di posti di lavoro di sempre. Microsoft ha annunciato che nel prossimo anno lasceranno l'azienda 18mila dipendenti. Il drastico taglio è dovuto (anche) all'integrazione con Nokia. Microsoft ha comprato la divisione "Device and Services" a settembre per 7,17 miliardi di dollari, ma soltanto ora si appresta a integrare ruoli e competenze. E’ quanto ha annunciato la stessa azienda in una nota. La riduzione rappresenta il 14% della forza lavoro e sarà realizzata entro un anno. Si tratta della maggiore ondata di tagli della storia di Microsoft.

Gli oneri che la società mette in conto includono tra i 750 e gli 800 milioni di dollari per le liquidazioni ed altri benefit collegati e tra i 350 e gli 800 milioni di dollari di costi collegati agli asset. Secondo le previsioni il piano di ristrutturazione sarà «sostanzialmente completato» entro il 31 dicembre di quest'anno e «del tutto completato» entro il 30 giugno 2015.

Il programma è stato delineato in una e-mail ai dipendenti dell'amministratore delegato: «La settimana scorsa ho sintetizzato la direzione strategica e la piattaforma della società. Ho chiarito che il focus deve essere l'inizio del viaggio non la fine. I passi più difficili riguardano la creazione dell'organizzazione e della cultura per dare vita alle nostre ambizioni», ha scritto Satya Nadella, specificando che la società comincerà a tagliare 13.000 posti di lavoro e che l'ampia maggioranza delle persone che rimarranno a casa riceverà notifica entro i prossimi sei mesi. «È importante notare che stiamo eliminando posti in alcune aree e che ne saranno aggiunti in altre aree strategiche», ha aggiunto, spiegando che la società «cercherà di essere il più attenta e trasparente possibile nel corso del processo».

A fine giugno Microsoft, come scrive il Wall Street Journal, aveva 99mila dipendenti full time, di cui 58mila negli Stati Uniti. Dei 18mila, 12.500 sono professionalità che verranno eliminate in seguito alle sinergie con Nokia.

Nella mail ai dipendenti scrive: «Iniziamo ora con i primi 13mila dipendenti e la maggior parte di loro verrà informata nei prossimi 6 mesi. Ci tengo a sottolineare che mentre eliminiamo ruoli in alcune aree, ne stiamo aggiungendo altri in posizioni strategiche». Nadella assicura che chi lascerà l'azienda lo farà nella maniera meno traumatica possibile. Il che significa incentivi economici: Microsoft valuta che nei prossimi 4 trimestri l'impatto andrà da 1,1 a 1,6 miliardi di dollari.

Il ceo spiega la decisione con due esigenze: semplificazione organizzativa e fusione con Nokia. La prima voce intende ridurre innanzitutto le linee di management per accelerare le decisioni e «diventare più agili». Il secondo punto riguarda, appunto, Nokia. Oltre al tema occupazionale, Nadella annuncia che i Nokia X, ovvero gli smartphone di fascia bassa annunciati a febbraio con sistema operativo Android, confluiranno nella linea Lumia con Windows.

Microsoft Italia spiega che al momento non è al corrente di quali saranno le conseguenze della riorganizzazione in Italia, mentre i principali tagli interesseranno Finlandia e Cina.

Pochi giorni fa Nadella aveva spedito una nota ai dipendenti dove aveva tratteggiato l'identità della nuova Microsoft. In tre parole: cloud, mobilità, produttività. Il ceo aveva spiegato che non si tratta solo di portare documenti e fogli di calcolo da pc a smartphone, ma «reinventare la produttività di ogni persona e organizzazione in modo che faccia di più e ottenga maggiori risultati».

La Ue convoca l'azienda.«Mi rammarico per il taglio annunciato da Microsoft, la ristrutturazione è una realtà ma deve essere fatto in modo responsabile, basato sul dialogo con le parti sociali e rispettando le leggi sulla consultazione dei lavoratori»: così il commissario al lavoro Lazlo Andor, che ha chiesto di incontrare i rappresentanti di Microsoft «il prima possibile per avere più informazioni su tagli, misure per mitigare le conseguenze sociali e per capire come mobilitare fondi Ue a sostegno di chi ha perso il posto».

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