Visualizzazione post con etichetta contrati di lavoro. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta contrati di lavoro. Mostra tutti i post

lunedì 15 luglio 2013

Ministro del Lavoro Enrico Giovannini, è favorevole a sperimentare il più possibile i contratti flessibili



Il governo punta a introdurre maggiore flessibilità nel mercato del lavoro con una "sperimentazione" sui contratti a termine. Lo afferma il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, in un'intervista sulla Stampa. Camusso: no a continue forme di flessibilità.

Questa settimana inizia l’iter parlamentare del decreto lavoro. C’è chi insiste per introdurre più flessibilità all’ingresso nel mercato del lavoro dei più giovani derogando alle regole in vigore almeno per la durata dell’Expo’. I sindacati, in particolare la Cgil, sono contrari. Troverete una sintesi? 

«Un intervento sull’Expò tutto concentrato sui soli contratti a termine sarebbe riduttivo. Comunque la risposta è sì, stiamo immaginando di mettere insieme un pacchetto equilibrato di novità».

Ci sarà maggiore flessibilità per i contratti a termine? 

«Sono favorevole ad una sperimentazione, a privilegiare il più possibile i contratti flessibili “buoni” - i contratti a termine - rispetto a quelli “cattivi” – come le “false” partite Iva - ma non può essere un intervento di deroga generalizzata senza razionalità».

Sta dicendo che è contrario a forti deroghe alle regole in vigore? 

«Non dobbiamo guardare all’Expò come a qualcosa che termina con la chiusura dei padiglioni. Dobbiamo pensare che sarà un volano di crescita per il Paese, così come è stato per la Cina con Shanghai. Di accordi sindacali per gestire il picco di occupazione in Lombardia se ne stanno già facendo. Altra cosa è pensare a effetti permanenti sull’occupazione derivante da un investimento su filiere particolari come il turismo».

Ci saranno interventi per ridurre gli intervalli fra un contratto e l’altro? È possibile una accorciamento dei tempi dell’apprendistato?

«Stiamo lavorando su varie ipotesi. Mi faccia però dire una cosa: anche concentrare il dibattito solo su come cambiare i tipi di contratto è riduttivo. In Italia ci sono più di due milioni di giovani che non studiano e non lavorano. È una massa di giovani che ci costano ogni anno 25 miliardi di euro di perdita di capitale umano. Possibile pensare che il loro futuro si giochi solo sulla modifica di questa o quella forma contrattuale per due anni?».

Il ministro del Lavoro ha convocato per 16 luglio le parti sociali per individuare "soluzioni equilibrate" in vista dell'Expo 2015 e su eventuali modifiche al dl lavoro. Lo ha annunciato lo stesso ministro a margine della presentazione di un rapporto sul lavoro degli immigrati. "Ho convocato la parti sociali domani mattina - ha detto - per l'addio della discussione su questi temi. Sono sicuro che troveremo soluzioni equilibrate".

Sugli attriti tra le due principali forze di maggioranza, Pd e Pdl, sui temi del lavoro, Giovannini ha sottolineato che "non è una questione di attriti, bisogna trovare una soluzione". Sui circa 500 emendamenti al dl lavoro, Giovannini ha aggiunto: "Stiamo valutando cosa recepire, poi saranno le parti politiche a dover trovare un equilibrio. Alcune idee rafforzano l'approccio del governo, ne stiamo discutendo".

“Siamo un Paese che ha una altissima precarietà, non bisogna affrontare in questo modo il problema della disoccupazione”

«Ho convocato per domani mattina le parti sociali». L’annuncio è del ministro del lavoro Enrico Giovannini. Sul tavolo del confronto gli interventi per rendere flessibili i contratti a termine in vista dell’Expo 2015, che il governo aveva tirato fuori dal pacchetto approvato in Cdm e ora all’esame del Parlamento, per ulteriori approfondimenti e riflessioni. La convocazione, già arrivata a sindacati e imprese, è per domani mattina alle nove. La Cgil sembra comunque avere già le idee chiare. «Non si affrontano i temi della disoccupazione continuando ad alimentare forme di flessibilità», ha detto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, commentando le parole del ministro. In una intervista a La Stampa, Giovannini ha parlato di privilegiare i contratti flessibili `buoni´. «Siamo un Paese - ha sottolineato Camusso - che ha una altissima precarietà. E ciò non toglie che questo è uno degli elementi di debolezza del sistema dei servizi».

«Noi- ha concluso - siamo per distinguere tra la discussione generale e l’accordo per governare il periodo di Expo attraverso percorsi legislativi che diano certezza, non incertezza ai lavoratori». 

Per Camusso, sull’ipotesi di una manovra d’autunno, «Quando si cominciano ad annunciare della manovre, c’è una grande preoccupazione, soprattutto se l’origine della manovra è per evitare che ci sia una normale tassazione sulla casa, come c’è in tutti i Paesi del mondo». «Si continua a pensare - ha aggiunto - di far pagare di più chi ha poco rispetto a chi ha molto». 

Ancora in tema di flessibilità, «non bisogna affrontare il problema della disoccupazione continuando ad alimentare forme di flessibilità»: il segretario della Cgil, Susanna Camusso, è tornata a sostenerlo a Milano, la città che nel 2015 ospiterà l’esposizione mondiale. E proprio in vista dell’Expo si sta valutando la possibilità di contratti a termine acausali, ma la sindacalista non vuole generalizzare. «Siamo per distinguere - ha sottolineato - tra una discussione generale e un accordo per governare il periodo di Expo attraverso percorsi legislativi che diano certezza e non incertezza ai lavoratori ». «Expo - ha concluso - è un evento straordinario. C’è bisogno di regolare un periodo straordinario. Ciò che non è sopportabile è che si approfitti di un evento straordinario per deregolare il sistema ».


domenica 3 marzo 2013

Previsioni di Gidp-Hrda sulle prossime campagne di selezione del personale


Sulla ripresa dell’occupazione arriva un debole segnale di speranza dalle grandi aziende del Nord. Molto prudentemente e con una concentrazione preminente sugli impiegati, quelle imprese tornano ad assumere o a stabilizzare rapporti di lavoro precari. Ma la qualità dei nuovi contratti resta ancora bassa, collocandosi soprattutto tra le varie forme di lavoro a tempo e a minori garanzie.

Il dato positivo sta in una percentuale, il 77%. È questa infatti la quota di direttori del personale che prevede di fare nuove assunzioni entro il primo semestre di quest’anno. Anche se solo il 12% di chi assumerà conta di inserire un numero di lavoratori che superi il 5% dell’organico attuale. È quanto emerge da un’indagine dell’associazione di direttori delle risorse umane Gidp-Hrda . Diciamo che quasi 8 su 10 prevedono inserimenti di personale concentrati nel Nord Italia, una volta su due stanno in una multinazionale e, nel 69% dei casi, lavorano in grandi aziende (più di 250 dipendenti). Un cauto ottimismo, dunque, piuttosto concentrato e che esclude la maggior parte delle aziende, cioè le piccole e medie soprattutto del Sud.

Esaminando il dettaglio si vede che le previsioni di assunzioni si concentrano sugli impiegati: quasi il 70% dei direttori del personale punta su inserimenti di questi lavoratori. Tuttavia solo poco più della metà (54%) avrà un contratto a tempo indeterminato, tutti gli altri dovranno accontentarsi (nell’ordine) del contratto a tempo determinato, dell’apprendistato, della somministrazione e dei contratti a progetto.

Passando alla categoria quadri, la percentuale di chi conta di assumere si dimezza rispetto alle previsioni sugli impiegati: 37% dei rispondenti. Ancora meno sono i capi del personale che inseriranno operai (28%), ma i veri esclusi sono i dirigenti, per i quali si prevedono assunzioni solo nel 14% dei casi. «Con l’ansia generata dalla crisi di tagliare i costi – ha spiegato il presidente di Gidp-Hrda Paolo Citterio - le aziende tendono infatti ad affidare ai quadri mansioni di livello dirigenziale e a non sostituire i manager usciti. Per tutte le categorie lavorative, impiegati, quadri e dirigenti, la maggior parte delle assunzioni avverrà per posizioni della funzione commerciale.

Solo poco più di uno su tre direttori del personale (il 37%) vuole poi scommettere sui giovani assumendo neolaureati. «C’è però almeno un dato positivo – ha commentato Citterio - ed è che, nonostante le difficoltà dell’impianto della legge Fornero, il 33% delle assunzioni di neolaureati avverrà con contratti di apprendistato». Il tipo di laurea, però, conterà molto sulla probabilità di entrare in azienda: i più gettonati (32% delle preferenze) sono gli ingegneri, seguiti dai dottori in economia (18%) e dai laureati in informatica (14%).

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...
BlogItalia - La directory italiana dei blog